15 Ottobre 2003
É passato quasi un secolo dall'ultimo incontro tra Chains e Angelus e dalla Roma papalina politicamente decadente si passa alla morigerata e noiosa Inghilterra della Regina Vittoria e del Principe Consorte Alberto. Nel frattempo la discreta vampira ha preferito cambiare continente (dov'è stata ? in qualche luogo da narrare in una fan-fiction parallela ?), starsene nella sua amata solitudine e lasciare che la quasi amica e il suo bel ragazzo movimentino le acqua come e quanto piace loro: riuscendoci pienamente giacché Angelus ha meritato il soprannome di "Flagello" ed è oramai temuto da tutta l'Europa pre e post napoleonica.
Per nulla discreti, amanti di una vita senza freni e senza paure, hanno trovato temporaneo riparo in un pio convento, luogo di lauti banchetti per loro. É questo il convento dove una giovane fanciulla cattolica ha cercato rifugio, pronta a prendere il velo, dopo che tutta la sua famiglia è stata sterminata da Angelus, procurandole una profonda e nera follia senza cura: nella storia di Chains, sempre fedele al canone whedoniano, adesso compare la più pallida, dark e ondivaga vampira, la veggente Drusilla. La prima immagine che abbiamo di lei è quella classica, quella delle prime puntate della II serie di Buffy, una figura femminile debole, fragile e stordita dalla realtà circostante: sulle sue ginocchia sconvolte si è appena consumata la passione tra i due vampiri, e questo vedere non è tra i più graditi a Chains, soprattutto in quanto è rimarcato dall'odore di Angelus che pervade il corpo di Darla. Che gioia, per questa, presentare finalmente il suo diletto compagno all'amica di tanti secoli che però della, ironia della sorte, lo conosce già bene e a fondo, e le schermaglie verbali che ne seguono tra i due sono deliziose. Drusilla entra prepotentemente nella vita di Chains e nella storia grazie alla sua precipua dote, la vista: la predizione sembra abbastanza comprensibile a chi conosce la storia di Angelus ragion per cui ci può essere il rischio che il lettore frettoloso ci faccia poco caso, ma proprio su questo vaticinio Franca ci riserverà grosse sorprese.
Il racconto, diviso in quattro parti, è perfettamente bilanciato e simmetrico: ad una prima e terza parte incentrate su il rapporto Angelus - Chains si contrappongo, alleggerendolo, le movenze e gli atti dell'amorevole Darla e del suo peggior difetto. Come in "Johnny Stecchino" dicevano che il peggior male di Palermo era il traffico, qui Darla sostiene il suo sia la golosità e ne vediamo i simpatici inconvenienti, soprattutto per Chains che è costretta a cambiare spesso e volentieri dimora dopo le visite della golosa vampira. Queste parti hanno una sorta di ambientazione domestica, molto familiare: il bagno, gli alloggi, le chiacchiere d'amiche creano un clima che tornerà nella quarta parte, abbellito da uno humor molto aristocratico con notevoli venature di paradossale.
Dopo la luce si torna alle tenebre, nella fattispecie al "nulla più oscuro, un demone e la follia": la vampirizzazione di Drusilla. Da autorevoli fonti che l'hanno vista in giro di giorno deduco che Franca non sia un vampiro, sospetto sortomi nel leggere la profonda realtà, il terribile realismo con cui tratta il tema della vampirizzazione e il punto di vista di questi demoni. La tentazione, incontrandola, di mostrarle subito un crocifisso per tenerla a bada comunque rimane. Nella descrizione di questo sanguinario rito di passaggio c'è sempre però una gentile e direi pia partecipazione davanti al mistero della morte di un innocente e all'infernale destino che ne attende il corpo, trasformato ora in residenza di un demone. Angelus è sempre più malvagio, sanguinario e odiosamente cinico, mostrando nelle sue affermazioni quello che era una volta, un abbruttito ubriacone picchiato dal padre e per questo privo di fiducia e di amore verso il genere umano.
L'ultima parte, che inizia con una insolitamente "misericordiosa" Chains, si ricollega alla seconda per le disavventure dei locandieri londinesi, ma questa volta Darla ha frenato la sua golosità in un impeto didattico, in favore della piccola dolce Drusilla, quasi una bambina scavezzacollo che compie una birichinata e salta e corre e si vuole divertire, e pazienza se per farlo si deve bere qualcheduno. Nelle ultime righe si delinea, per quanto assurda, l'immagine di una famiglia, con la vecchia zia che decide di fare uno strappo alla regola della sua vita severa e regolare per andare a divertirsi con i più giovani consanguinei. Infine compare un altro tassello nella vita misteriosa nel passato di Chains: avendo quattrocentocinquantasette anni potremmo dedurne che è stata vampirizzata nel 1403. Lentamente, molto lentamente (Franca ce lo fa desiderare) scopriamo il passato della vampira più riservata nella storia.