Recensione de LDiC III: Cuori in ombra di FranzJoseph
15 Ottobre 2003

Dal Cristianissimo Regno di Francia e Navarra ai Domini di San Pietro, dalla selvaggia campagna al cuore del potere spirituale e temporale del Sommo Pontefice: che posto strano per dei vampiri. Sono passati poco meno di dieci anni dagli eventi della Provenza ed Angelus, forse perché poco cauto come tutti i "ragazzi", questa volta è caduto nelle mani di Holtz, quantomeno vendicativo dopo la brutale morte di moglie e figli. All'ombra dei Palazzi Vaticani non solo c'è Angelus prigioniero e Darla timorosa, ma anche la sfuggente Chains, solo di passaggio, raminga per volontà e per preservare la propria solitudine: benchè alla fine del XVIII secolo Roma fosse quasi spopolata era sempre troppo abitata per chi ama stare sperduta tra le isole dell'estremo Nord.
La città e i suoi secoli di sapienza rendono Chains un po' filosofa e la fanno riflettere sul rapporto tra il tempo e le persone, tra l'immutabile scorrere dei giorni e la caducità delle cose umane, in mezzo alle quali si erge il vampiro, uguale a com'era ieri: verrebbe da ripetere il biblico "non c'è nulla di nuovo sotto il sole". Ne "Il nome della rosa" Guglielmo da Baskerville sosteneva che il diavolo non ride mai perchè il suo oggi è uguale al suo ieri e al suo domani, quindi egli segue una strada già tracciata che conosce benissimo: benchè Chians non sappia cosa le porti il futuro pare che lo intuisca, che già immagini che non si separerà mai dal "fuoco nero". Intanto Darla contro ogni razionalità, verrebbe da dire, ha scoperto che quel ragazzo volitivo e malvagio è molto di più di ciò che credeva ed è gia affetta dal primo dei sintomi dell'amore, se si può applicare questo sentimento a dei demoni senz'anima: teme di perderlo, teme che lui non sia più al suo fianco. E ciò provoca in Chains "confusione", forse perchè si rivede nell'amica come in uno specchio.
Un piccolo appunto: trovo un po' improbabile che due vampiri nel cuore della notte siano riusciti ad entrare nella Sala del Conclave, la Cappella Sistina, senza essere infastidita dai vari corpi di guardia (Svizzera, Nobile, Palatina etc.) e dallo sfoggio di croci ed oggetti consacrati. In definitiva questa racconto ha la basilare funzione di raccordo tra i primi anni di Angelus, legato alla sua Darla, e la sua maturità, all'insegna della nascita dei cosiddetti Fanged Four, gettando in contemporanea le basi di una passione, quella tra Angelus e la propria Sire, che potrebbe mettere in difficoltà Chains.

Commenti e riflessioni sulla "DONNA IN CATENE" (F.Bersanetti)

Recensione de LDiC IV: Occhi come frecce di FranzJoseph


15 Ottobre 2003

É passato quasi un secolo dall'ultimo incontro tra Chains e Angelus e dalla Roma papalina politicamente decadente si passa alla morigerata e noiosa Inghilterra della Regina Vittoria e del Principe Consorte Alberto. Nel frattempo la discreta vampira ha preferito cambiare continente (dov'è stata ? in qualche luogo da narrare in una fan-fiction parallela ?), starsene nella sua amata solitudine e lasciare che la quasi amica e il suo bel ragazzo movimentino le acqua come e quanto piace loro: riuscendoci pienamente giacché Angelus ha meritato il soprannome di "Flagello" ed è oramai temuto da tutta l'Europa pre e post napoleonica.
Per nulla discreti, amanti di una vita senza freni e senza paure, hanno trovato temporaneo riparo in un pio convento, luogo di lauti banchetti per loro. É questo il convento dove una giovane fanciulla cattolica ha cercato rifugio, pronta a prendere il velo, dopo che tutta la sua famiglia è stata sterminata da Angelus, procurandole una profonda e nera follia senza cura: nella storia di Chains, sempre fedele al canone whedoniano, adesso compare la più pallida, dark e ondivaga vampira, la veggente Drusilla. La prima immagine che abbiamo di lei è quella classica, quella delle prime puntate della II serie di Buffy, una figura femminile debole, fragile e stordita dalla realtà circostante: sulle sue ginocchia sconvolte si è appena consumata la passione tra i due vampiri, e questo vedere non è tra i più graditi a Chains, soprattutto in quanto è rimarcato dall'odore di Angelus che pervade il corpo di Darla. Che gioia, per questa, presentare finalmente il suo diletto compagno all'amica di tanti secoli che però della, ironia della sorte, lo conosce già bene e a fondo, e le schermaglie verbali che ne seguono tra i due sono deliziose. Drusilla entra prepotentemente nella vita di Chains e nella storia grazie alla sua precipua dote, la vista: la predizione sembra abbastanza comprensibile a chi conosce la storia di Angelus ragion per cui ci può essere il rischio che il lettore frettoloso ci faccia poco caso, ma proprio su questo vaticinio Franca ci riserverà grosse sorprese.
Il racconto, diviso in quattro parti, è perfettamente bilanciato e simmetrico: ad una prima e terza parte incentrate su il rapporto Angelus - Chains si contrappongo, alleggerendolo, le movenze e gli atti dell'amorevole Darla e del suo peggior difetto. Come in "Johnny Stecchino" dicevano che il peggior male di Palermo era il traffico, qui Darla sostiene il suo sia la golosità e ne vediamo i simpatici inconvenienti, soprattutto per Chains che è costretta a cambiare spesso e volentieri dimora dopo le visite della golosa vampira. Queste parti hanno una sorta di ambientazione domestica, molto familiare: il bagno, gli alloggi, le chiacchiere d'amiche creano un clima che tornerà nella quarta parte, abbellito da uno humor molto aristocratico con notevoli venature di paradossale.
Dopo la luce si torna alle tenebre, nella fattispecie al "nulla più oscuro, un demone e la follia": la vampirizzazione di Drusilla. Da autorevoli fonti che l'hanno vista in giro di giorno deduco che Franca non sia un vampiro, sospetto sortomi nel leggere la profonda realtà, il terribile realismo con cui tratta il tema della vampirizzazione e il punto di vista di questi demoni. La tentazione, incontrandola, di mostrarle subito un crocifisso per tenerla a bada comunque rimane. Nella descrizione di questo sanguinario rito di passaggio c'è sempre però una gentile e direi pia partecipazione davanti al mistero della morte di un innocente e all'infernale destino che ne attende il corpo, trasformato ora in residenza di un demone. Angelus è sempre più malvagio, sanguinario e odiosamente cinico, mostrando nelle sue affermazioni quello che era una volta, un abbruttito ubriacone picchiato dal padre e per questo privo di fiducia e di amore verso il genere umano.
L'ultima parte, che inizia con una insolitamente "misericordiosa" Chains, si ricollega alla seconda per le disavventure dei locandieri londinesi, ma questa volta Darla ha frenato la sua golosità in un impeto didattico, in favore della piccola dolce Drusilla, quasi una bambina scavezzacollo che compie una birichinata e salta e corre e si vuole divertire, e pazienza se per farlo si deve bere qualcheduno. Nelle ultime righe si delinea, per quanto assurda, l'immagine di una famiglia, con la vecchia zia che decide di fare uno strappo alla regola della sua vita severa e regolare per andare a divertirsi con i più giovani consanguinei. Infine compare un altro tassello nella vita misteriosa nel passato di Chains: avendo quattrocentocinquantasette anni potremmo dedurne che è stata vampirizzata nel 1403. Lentamente, molto lentamente (Franca ce lo fa desiderare) scopriamo il passato della vampira più riservata nella storia.