Commenti e riflessioni sulle "CRONACHE DI ANIME E SANGUE" (MargotJ)

"Introduzione a Cronache di Anime e Sangue" di FranzJoseph


10 Gennaio 2003

"[...] / Non sarò stato un filologo, / non avrò investigato le declinazioni, i modi, il laborioso mutare delle lettere, / la d che indurisce in t, / l'equivalenza della g e della k, / ma nel corso degli anni ho professato / la passione della lingua. / [...]" J. L. Borges, "Un Lettore" in "Elogio dell'ombra"

Il Principe di Talleyrand definì il rapimento, l'arresto e la fucilazione di Sua Altezza Reale il duca d'Enghien, membro della Famiglia Reale di Francia, "peggio di un delitto, un errore". E in un certo modo quello che mi accingo a scrivere, i commenti alla saga di Margot J, non è un delitto ma un errore.
Tradizionalmente nei giornali la Terza Pagina veniva affidata ad intellettuali, fini commentatori, persone che sapevano fare il loro mestiere e i cui elzeviri erano piccole opere d'arte, proprio come i libri che recensivano. Per questo il primo errore è il mio, che cerco di commentare, con le poche armi della mia critica e la mia scarna prosa, sicuramente tra le migliori fan-fiction, apparse sul web, che si allacciano al mondo di "BtVs" ed "AtS".
L'errore sarà di chi legge queste mie righe prima di aver letto le fan-fiction, perchè si rovinerà il gusto di leggerle direttamente dalla penna di MargotJ, perdendosi il grande piacere di vedere lo stile, la trama e la descrizione psicologica dei personaggi fondersi in modo netto e senza sbavature fino a divenire un corpo armonico. L'errore sarà di chi le leggerà dopo, perchè credo che non arricchiscano particolarmente la percezione e la comprensione dei suoi scritti.
In tal caso credo chi legge si stia ponendo a questo punto l'ovvia domanda circa il motivo per cui io stia scrivendo: è per una ragione di spazio fisico. Se il "Coffee&blood" fosse un luogo, tangibile e definito, con tavolini e camerieri, comode sedie e tappezzerie di classe, se fosse "Le giubbe rosse" di Firenze ad esempio, allora alla lettura delle opere di MargotJ io potrei non tributare l'applauso, chiassoso e volgare modo esprimersi buono per tutte le stagioni, ma dedicarle il silenzio rispettoso, lo sguardo ammirato, il baciamano reverente. Ma siamo nel mondo relativo e di incerta realtà che è il web e scrivere di lei e delle sue opere è l'unico modo "concreto" di tributarle ciò che le spetta, il giusto riconoscimento per aver elevato con le sue opere un genere basso, quale quello delle fan-fiction, verso le più alte vette della "scrittura".
Infatti la fan-fiction, genere così novello da non aver neppure un nome in italiano, di certo non può assurgere alla categoria di letteratura, neppure minore o minima, mentre molto spesso è degradata a insieme di parole legate le une alle altre da sciatterie e cattivo gusto: tutti quanti saranno incappati più di una volta in narrazioni composte da visibile deficienza di congiuntivi, lessico povero, italiano di base con notevolissime ingerenza, nella forma e nel costrutto, della lingua parlata e da trame più che scontate, nelle quali personaggi stereotipati o falsi dicono frasi banali o noiose. Nel mare magnum di ciò che compare sulla Rete -limitando il discorso alle fan-fiction intorno a BtVS e AtS- il numero di isole che si stagliano e che dominano, e penso all'immagine del Purgatorio dantesco sperso nel mare Oceano, sono assai poche; gli altri isolotti e atolli informi che rendono la navigazione ardua e fanno perdere tempo nell'esplorarli o nell'aggirarli.
Quello che MargotJ ha scritto è materiale di prima grandezza e qualità, abbondante di finezze e di perle, che merita almeno una seconda lettura per gustarlo nella sua interezza ed approfondire la percezione delle sensazioni e delle situazioni che si creano nei diversi livelli e nelle molteplici chiavi narrative. La trama vera e propria della saga è una continua de-costruzione e ri-costruzione di tutti i temi che abbiamo apprezzato e ci hanno appassionato nei due serial: la profondità ed estrema complessità del rapporto tra i due vampiri, la diamantina fragilità di Faith, il senso di solitudine che pervade le anime degli abitanti dell'Hyperion, il tema della difformità della "maschera" che alcuni di essi indossano rispetto al loro vero essere e infine, classicamente, l'Ananke sopra tutti.
Sono fan-fiction in cui si lotta poco, si parla molto ed ancor più si riflette e ci si interroga su sè stessi e sugli altri: rifuggendo dalle facili scappatoie di scene di gratuita violenza o di sdolcinate passioni MargotJ tratteggia queste tematiche, che a non saper scrivere rischiano di far cadere nelle peggiori banalità, con uno spessore raro ed in modo estremamente sentito. Prende dei personaggi già noti ai lettori e li ricrea reali in tutte le loro parti. Talvolta basta anche solo un vezzo, un particolare, un'inezia per riportare a tutto tondo una di queste figure: Faith che si tiene su i capelli con il paletto è un'immagine anche figurativamente chiara, come se fosse già stata vista in qualche episodio e questo è forse il massimo a cui si possa aspirare nel campo delle fan-fiction. Spike che si regge alla porta per non mostrare la propria debolezza, la continua fuga da sé stessa di Buffy e Cordelia davanti al proprio armadio non sono più lo Spike, la Buffy, la Cordelia di MargotJ bensì sono semplicemente Spike, Buffy e Cordelia, così come ci sono stati presentati da BtVs e AtS.