16 febbraio 2005

La parola alla beta-reader mancata

C’era una volta, tanto tempo fa…
Si, decisamente un inizio d’obbligo. E un tributo scontato.

Dicevo… tanto tempo fa ci fu un giorno come questo. Un giorno come molti altri…probabilmente me ne stavo qui studiando con un occhio e contemplando con l’altro il mio outlook, quando giunse un’email di franca.
Un’email tra le tante che ci siamo scritte in cui, quasi per caso, mi raccontava la decisione sua e di Roberta di narrare una storia a quattro mani.
Allora, vi dirò, non conoscevo nemmeno Roberta, se non di nome e fama.
Accolsi quella notizia con curiosità ovviamente e, lo ammetto, a poco a poco, accatastai altri pensieri nella mente, fino a dimenticarmi. Fino a quando, pochi giorni dopo, a seguito di quella casuale affermazione giunse un file piuttosto corposo.

E nella mia vita di webmaster piovvero diciture mai nemmeno immaginate:

Pubblicazione settimanale.
Grafiche complete.
Esclusiva.

Non lo nego, per me fu lusinghiero… e devastante come una bottiglia di vodka.
Quando mi ripresi, la mia lettura fu rapida e decisamente problematica. Non sapevo come commentare, cosa scrivere… e dopo poche brevi parole che ancora oggi ritengo assolutamente riduttive e ben poco efficaci, mi buttai a capofitto in quella mia (seppur piccola) collaborazione.
E fu durante una rilettura a caccia delle parole corsive, in fase di impaginazione, che ebbi la netta sensazione che nella vita si ha ben poche volte.
Facevo parte di qualcosa di grande.

Favola era giunta tra noi.
E, volenti o nolenti, ci apprestavamo tutti a caderci dentro.

Poi, a seguito di favola, in un marzo tempestoso giunsero Principi e Valina. E con lei, mesi dopo, in agosto, la più bella definizione mai sentita: Cattedrale.
Ma andiamo con ordine. A Marzo, Favola era ormai di dominio pubblico, in vista per critiche e applausi in egual misura. E pure io, uscita dal mio limbo di indecisione, ero riuscita a comporre un commento per essa, con l’ottimistica impressione di aver colpito un pochino di più quel bersaglio che forse rimarrà per sempre al di fuori dalla mia portata: il saper comunicare la mia opinione personale su qualcosa.
Ancora in fermento per la pubblicazione appena avvenuta del finale, a ridosso dagli ultimi strascichi emozionali giungeva già il seguito. E già si preannunciava il terzo capitolo.
Non era più una storia… era Guerre stellari! La trilogia incombeva su di noi, con auspici nemmeno pensabili.

Eravamo entrati nel tunnel… come se ne avessimo mai voluto uscire! Anime sarebbe giunto sul finire dell’estate,insieme agli ultimi frutti del tempo trascorso insieme e i primi dell’inizio dell’anno lavorativo.

Ma torniamo a Principi… e a Valina che ha portato alla ribalta la più bella definizione mai stata ideata.

Cattedrale.
E se Favola, con la sua potenza e la sua innata oscurità diveniva il selciato, l’endonartece, lo spazio riservato ai non battezzati. Principi era destinato a portarci lungo una navata, ben oltre alla nostra immaginazione, tra pilastri fatti per durare e volte così alte da togliere il fiato.
Eravamo sopravvissute alla prima grande botta emozionale… e Franca e Roberta già studiavano come provocarci un’overdose! In un attimo la casella di posta si riempì. Sei capitoli in un colpo solo… quasi un sollievo, visto che Favola l’avevo letta in una tirata unica! Tragedia allo stato puro, al giungere alla prima interruzione.
E adesso? Angoscia, senza dubbio nella mia voce, adesso cosa succederò?
Quando giungerà il seguito? Ancora, per dio, ancora!

E mentre anelavo parole possibilmente in sovrabbondanza, ecco in agguato lo stesso problema della volta prima.
Commento.
Devi commentare Margot, non sei beta solo per carica onoraria.. non sei resa partecipe solo perché da sola copri tutta la catena di montaggio a ridosso della progettazione artistica.
Qui si parla di amicizia, ammirazione, contatto… non puoi essere così passiva innanzi a questo dono.
Forza, ragazza mia (diceva il mio ego di ampia coscienza), sbattiamo giù parole riguardo a questi principi!
Parole? Io volevo sbattere giù vestiti dai principi! Volevo servirmi di splendidi canini umani per ridurre a brandelli quell’impalpabile coperta narrativa e giungere al nocciolo del discorso!
Perché questa fanfic mi attrae in questo modo? Perché, cosa, dove…
Davanti ai miei occhi sfrecciavano capitoli completi, letti in un sol fiato.. ed esempi di commentatrici fuori classe quali Phoebes, Pedistalite, Alessandra…
Di che ritirarsi dall’attività di lettrice, credetemi.. il disonore della categoria!
Eppur ancora beta, ancora onorata della considerazione delle autrici, ache se non commentavo MAI!

Ho tirato a lungo la corda, a riguardo. E oggi, dopo settimane, mesi, e mesi ancora, eccomi.
Anche io ad ammetere di aver camminato nella Cattedrale.
Proprio ora, oggi, che Anime chiude i battenti. Dopo avventure su avventure, emozioni come se piovesse, attese…

Oggi Anime chiude. E la trilogia si appresta a diventare quadrilogia.

Facciamo un passo indietro, dunque…

E parliamo del principio e del fine di tutto questo.

Parliamo di loro..
Parliamo dei Principi.

PRINCIPI IN NERO
Cogliemmo la mela.. e perdemmo il paradiso


Già.. certe cose non passano mai…
C’è chi morde la mela e cade addormentato.. e chi, invece, si sveglia e si scopre caduto dal cielo ormai raggiunto.
E finisce qui.
Sulla terra.
Dove le favole hanno indubbiamente una vita ben più ardua. Ne sanno qualcosa i due principi, ben poco azzurri.. ma sicuramente con donzelle da salvare in esubero!

Sin dal primo capitolo, Principi in nero ci mette davanti a questa evidenza. Dal primo incontro-scontro in biblioteca, tra spike e qualcuno non meglio identificato, la strada della Redenzione si spiana innazi a noi.
La Redenzione, con tutte le sue indispensabili cadute.
Sicchè, questo primo passaggio, quasi inosservato, segna il destino di Spike.
In quell’attimo, senza nemmeno rendersene conto (e senza che ce ne rendiamo conto noi) egli diviene il principe per la sua Principessa da salvare.
Indifesa, fragile e luminosa, come ci si aspetta da una Principessa imprigionata da un potente mago.. anche se viene chiamata ‘mucca’ e dorme con le trecce.

Allo stesso modo, accade ad Angel.
Anche per lui c’è una Principessa, da qualche parte, con velleità di attrice. Anche lei, nella miglior tradizione delle favole. Bella e in balia di un moderno drago cattivo.

Decisamente basterebbero i primi due capitoli a farci mettere l’animo in pace. I due Principi non se ne sono accorti ( nemmeno noi, ammettiamolo.. è un pregio del senno di poi dire.. io lo sapevo!)
Due principesse e nessuna reazione da ‘e vissero per sempre felici e contenti’.
Ed è così che li vediamo procedere sparati, abbandonando le bionde per le brune.
Kate.
E Buffy.

Tutti e due alle prese con qualcosa di decisamente nuovo e incontrollabile.
L’anima nel contatto umano.
Non sappiamo molto dei due anni trascorsi dalla loro uscita di scena a Sunnydale… ma non stentiamo a immaginarli.
Lotta nel buio.
Espiazione.
Rimorso.
E forse rammarico, per alcune cose.

Poi, improvvisamente, è apparsa una luce, all’orizzonte.
E non è spiacevole come idea, poterli immaginare a varcare i veli squarciati dell’isolamento e camminare, risoluti, verso il loro destino.

Finalmente era riuscito a percepire la propria anima, non solo in termini di sofferenza e colpa da scontare, ma anche come una ricchezza, una fonte di energia luminosa e calda a cui attingere per contrastare le tenebre incombenti . Era speranza, questa che provava? Quella speranza in cui non aveva mai creduto prima? Quella minuscola scintilla che da due anni cercava ossigeno per divampare in una fiamma autentica?

Angel e Kate, in un timido inseguirsi.. Spike e Buffy in uno strano cercarsi senza trovarsi.

Sono loro quattro a ballare, la centro di questo salone, sotto il lampadario illuminato. E, intorno a loro, i mille altri volti. Personaggi di cui oggi sappiamo ben troppo, per non ritenerli già allora segnati, predestinati.
Alcuni li vediamo apparire per la prima volta, nel nostro orizzonte.. altri li vediamo emergere nuovamente, dopo il loro ingresso in Favola.
Certi, sappiamo da Anime, sono destinati a svanire, alcuni a sopravvivere, mutare…
Ma allora, tornando indietro, aspettavamo soltanto di vederli muovere. E parlare.

Cordelia.
Fred.
Wilow e Tara.
Lorne.
Giles.

Li vediamo passare veloci, sotto i nostri occhi. Quasi un accenno, mentre i Principi prendono dimestichezza con il circostante.
Los Angeles e Sunnydale.
In entrambi il passato torna prepotente… e il futuro si delinea.
Spike e Buffy si rivelano una parentesi intensa.. ma senza Favola. Non c’è un ‘c’era una volta’, non c’è nulla di poetico. C’è una quotidianità che schiaccia, eppur si continua a desiderare. Spike che cucina, Buffy che torna a casa… e poi un terzo, Riley, più sensibile del primo.
Mai più rivedremo Bufffy in una normalità del genere. Né prima, né dopo.
Nemmeno Riley, con le sue promesse, le darà mai la parentesti serena che William the Bloody le ha offerto.
Tutto è illusione…

Come è illusione il rapporto di Angel e Kate, nato da confusioni semplici come un battito cardiaco. Sentirlo. Ma non averlo.
Nulla più.
L’impossibilità di accettare che un cuore batte comunque, in metafisica.. e che in esso tutto naufraga e svanisce.
Una parentesi dorata.

Un’illusione, come Odile che si finge Odette.
Kate e Buffy, scambiate per la Principessa del loro cuore.
E perdute, entrambe.

Già, difetti delle favole reali. Le Principesse scelgono. E si rivelano ragazze confuse, fragili… condannate da loro stesse.
Non c’è bisogno che qualcuno le chiuda in una gabbia dorata.. perché la loro torre della solitudine se la portano al centro del petto.
Non riconoscono la felicità… non concepiscono l’impossibile.
E se ne vanno, in cerca di altri principi, altri draghi, altri maghi che le tentino.

La prima grande illusione infranta.
E la prima certezza della perdita del paradiso.
E la prima occasione, per le streghe, di tessere gli inganni.
Willow e Spike si svelano in un duo sensuale e complice. Spike ne è sedotto, intimamente, come si può esserlo solo del male latente. Le loro parti, lentamente si invertono, portando l’eroe alla ribalta e la strega nell’ombra.
In un crescendo che culmina nel sacrificio di Tara, l’ immancabile vergine sull’altare delle ambizioni personali e della ricerca del potere.
La prima occasione per l’angelo caduto di rialzarsi.

Per Angel la salvezza giunge con un’epifania.
Un’epifania di sesso e violenza con la fonte stessa del suo male. Darla.
Darla che seduce nella stessa misura con cui Willow incatena.
E sottomette.

"Hai mai letto quella fiaba della chiave insanguinata?"

"Barbablù", la corresse Angel. "Una chiave si sporcava di sangue e per quanto la si lavasse e la si sfregasse, il sangue non se ne andava. Spariva da un lato per riapparire dall'altro".
"E Darla sarebbe come quella chiave?"
"No. Io. Io lo sono". Le mostrò una mano. "Sono sudicio. Di sangue, di morte, di malvagità. E di Darla. Per quanto faccia ammenda e mi purifichi, le verità orribili del mio passato sono parte di me e non possono essere cancellate".

Attorno a loro, in quel valzer ormai divenuto un ossessivo ruotare su se stessi, appaiono altri volti ancora.

Lindsey.
Faith.
Wes.
Drusilla.
Lilah.

In questo ampio salone, dove si danza con l’indecenza delle proprio scelte, e con l’amore selvaggio negli occhi, le coppie si spezzano, si invertono, si scambiano.
Si combattono.
In una continua schermaglie da labirinto degli specchi.
Solo loro mancano.
Loro.

Le nostre due Cenerentole, pazientemente al verone, ad osservare i Principi partire e tornare. Pesti, sconfitti, segnati dal fuoco che li divora.

Cordelia a Los Angeles.
Fred a Sunnydale.

In attesa.
Troppo lontane eppur presenti, nell’attimo in cui Spike ed Angel si rialzano.
Presenti come un’essenza.
Presenti come un obbiettivo ancora non del tutto compreso.

Ok. Avrebbe corso il rischio. Girato l'angolo.
Gli antichi vincoli erano spezzati.
In cenere.

Come se solo nel riunirsi possa esserci una vera possibilità.
Così come dapprincipio, Spike non ha notato la sua Fred, nel correre da Angel, ora, con occhi diversi, con un cuore ancora sanguinante, torna a lui.
E alla consapevolezza che condividono. La certezza di potersi capire, semplicemente.
Già.. questo le favole non lo raccontano mai.
Non raccontano mai che dietro un eroe c’è sempre un amico leale.
Non ammettono mai che il principe abbia un compagno di caccia, un mito, una spalla di supporto. Eppure esiste sempre.
Laddove non guardiamo, forse, in questa nostra realtà, c’è un principe che lascia a casa Biancaneve per andare a giocare a carte con quello di Aurora.
E che sa che nulla si può affrontare, senza una serata tra amici.
Così, a modo loro, senza mai la faccia tosta per ammetterlo, reagiscono i nostri principi. Ognuno per sé, ma insieme nella tempesta.
Riuniti, nella città degli Angeli, lontani da un passato incomprensibile, da vampire e Cacciatrici. Lontane dagli amori e dagli odi stranamente ormai confusi.

"Uh...beh...ognuno ha le sue croci...".
"Bravo, hai azzeccato la metafora".


A far da sfondo a tutto questo, la principessa più recalcitrante che si sia mai vista.
Faith.
E il principe più imbranato mai concepito.
Wes.

Che coppia, ragazzi.. ammettiamolo, senza troppe esitazioni.
Poche volte abbiamo visto un non-eroe così contento di essere divorato vivo dal drago!
Eppure, lentamente, quasi infidamente, dopo il primo azzardato accenno, loro divengono la coppia tragica della vicenda. Ben più di Tara, sacrificata dall’amore della sua vita.
Ben più di Kate e Buffy non tanto sicure delle loro scelte.

Faith è la vera unica eroina. La giovane Amazzone schiava di se stessa e della sua caduta.
Destinata a pagare un prezzo troppo alto persino per i suoi sbagli.
Una vita per una vita.
E faith perde quella di un bambino non nato e riottiene in cambio la sua.
Faith che mai come ora è stata così dura eppur indifesa.
La seguiamo, notte dopo notte, a spirale, in caduta libera dentro un incuboi peggiore dell’altro.
Vediamo morti e uccisioni innocenti, fino a sentirci quasi mancare il respiro.

Si, una favola in cui i bambini muoiono. In cui muoiono le persone che si amano.
Un mondo in cui il Lupo Cattivo divora. E quando viene sventrato non saltan fuori tutti, vivi e vegeti.

È questo, dunque, l’incubo in cui si cade…

"L'ora è fuggita
e muoio disperato...
E muoio disperato...
E non ho amato mai
tanto la vita!".

Nella paura. Eppure nella certezza di avere un obbiettivo da conseguire.
Amare al vita…
Si, forse possiamo dire anche questo dei nostri Principi, mentre li seguiamo nella loro prima vera lotta fianco a fianco.
Amore per la vita.
La propria.
E quella degli amati.
La vita delle Principesse, vere o presunte che siano.
La vita degli amici.
La vita ormai spenta, di chi non è riuscito a sopravvivere a questo turbine che chiamiamo esistenza.
Vita.
E non favola.
Vita, semplicemente.

Eroi ormai fatti carne.
E capaci di vivere.

E anche di morire.

"Oh, dolci baci,
o languide carezze,
mentr'io fremente
le belle forme disciogliea
dai veli,
svanì per sempre
il sogno mio d'amore..."



Perché qui dovremmo dirlo… qui, in questa sede, dovremmo dichiarare cosa ci è successo alla fine del capitolo diciotto.



abbiamo pianto tutti, non è vero?

Noi, ragazze moderne e vagamente ciniche, non abbiamo pianto davanti a un vampiro biondo come l’oro che accetta di sacrificarsi?
Non l’abbiamo rivisto nelle sue espressioni tipiche, mentre leggevamo?

Ammettiamolo… dicono che la vita ti passi tutta davanti agli occhi quando te ne vai…
Bhe, si sbagliano.
La vita passa tutta davanti agli occhi di chi resta.
E ha l’attimo di comprensione per ciò che ha perso.

… e talvolta l’attimo di gioia, per ciò che ha riavuto indietro.

Fred era felice, certo.. ma io di più J

Non ricordavo di aver mai pianto tanto, da parecchio tempo.
Fosse il momento, fosse la storia.. sinceramente non so.
Da troppo tempo ritengo queste nostre novelle avventure parte della mia vita.

In certi periodi, addirittura, sono l’unica scadenza fissa che posseggo, nel pilotare questa mia navicella nell’esistenza.
Un appiglio.
Un conforto.
Un peso.
Si, il nome cambia, giorno dopo giorno. Ma la sostanza, fatta di emozione, amore, vita e purezza non cambia mai.

Principi, in questo, nel mio cuore, occupa lo stesso spazio di Favola.
Un’occasione.
Un’occasione che non ho fatto nulla per meritare.
Ma che è giunta comunque.
E di cui non sarò mai abbastanza grata.

Si, forse, da questo punto di vista.. noi lettori siamo la vita dietro la Favola…
Quelli che non ammettono quanto le favole ci diano.
In ogni senso.

Ed è così che l’abbiamo vista finire.. con due nuove principesse molto innamorate di due principi che non sanno ancora precisamente dove stanno andando. Ma ci vanno comunque.
Perché, si sa, non sono sempre gli eroi a cercare i guai.
Semmai il contrario.
Due principesse innamorate.. e amate.

Si, la nostra fiaba è finita bene.
Sembrerebbe meglio dell’altra volta.

Ma…

Ma ne siamo sicuri?
Io non credo.
Sappiamo già, come si sono evolute le cose ma io, di allora, ricordo solo l’attesa.
E la fatidica parola.

Non Fine.

No.
Non quella.

La parola, più semplicemente era… ancora.

E ancora.

E lo è ancora oggi.

16 febbraio 2005