Commento alla "DONNA IN CATENE" (F.Bersanetti)

"Atto Primo: l'inizio delle supposizioni"di MargotJ

28 settembre 2003

*** Questo commento generale sui capitoli finora pubblicati della saga di Franca, La Donna in Catene, è una sintesi dei commenti che le ho inviato settimana dopo settimana, a seguito della lettura. Sono abbastanza convinta di quello che ho scritto da aver deciso di riordinare queste mie affermazioni ed esporle pubblicamente. Sono certa del fatto che si tratti solo un assaggio di tutte le possibili speculazioni sull'argomento. Per tanto, prendetelo come tale e non stupitevi se, in un domani, troverete un altro commento, ed un altro ancora, a riguardo. Non sono appagata da quello che ho scritto e, come sempre, aspetto il momento opportuno per varcare un'altra zona d'ombra. Buona lettura! ***

v Quando Franca mi ha detto che i pareri sulla fanfic erano lusinghieri.... bhe, semplicemente ho pensato che non c'erano dubbi. Scrive troppo bene perchè ce ne siano. Poi ho letto la fanfic... ed ammetto che ne sono rimasta entusiasta, come penso buona parte di coloro che hanno avuto il piacere di averla tra le mani. Splendida. Nemmeno una riga risulta forzata, ogni parola sembra collocata nel posto che da sempre le spetta.

Perfetta, sotto molti aspetti. intrigante, equilibrata, originale... tutti aggettivi sinonimi di semplicemente bella.

Dapprincipio non sapevo nemmeno cosa aggiungere, quando mi veniva richiesta un'opinione. E solo leggendo anche il secondo capitolo, l'opinione già si perpetuata uguale a se stessa, è divenuta una vera e propria riflessione.

Fino a divenire commento.

Quando mi sono accinta a scrivere di questa saga, ho inevitabilmente compreso che mai avrei potuto riscomporre la mia opinione, capitolo per capitolo. E mi sono rassegnata all'idea di commentare in blocco tutto il primo atto.

Il primo atto in questione, i sette capitoli precedenti all'epoca moderna, creano un filo conduttore per i flashbacks che abbiamo colto nel corso delle molteplici serie di Buffy e di Angel.

Scene, poche manciate di fotogrammi per portare alla nostra attenzione eventi e particolari indispensabili per comprendere il presente. Ricordi, esposti e narrati nel rispetto di quella regola, segreta ma molto diffusa, che il passato sia migliore se viene fuori proporzionalmente agli accadimenti futuri. Ovvero, nel momento in cui è necessario informare il lettore ( o lo spettatore) dell'esistenza di una premessa a quello che sta per accadere.

Nell'istante stesso in cui si inizia a leggere La donna in Catene, una voce fuoricampo, dura e graffiante nelle sue espressioni sintetiche ci introduce al fulcro dell'intera storia.

Nessuna premessa. Sotto i nostri occhi, poche righe dopo l'inizio, una volta compreso dove ci troviamo e quando, attendiamo l'evento più importante.

Liam.

Quello che accade prima della sua comparsa, per un breve attimo, ci sembra irrilevante.

Due donne. Una semplice conversazione e lo svelarsi del primo mistero.

Una già la conosciamo. È Darla. La prima volta che abbiamo fatto la sua conoscenza, è morta sotto i nostri occhi. E solo dopo questa sua definitiva scomparsa, l'abbiamo vista più e più volte tornare alla ribalta.

Con lei tutto ha inizio.

Eppure, un passo prima di lei….un passo prima di lei, avvolta in abiti maschili e delineata con pochissime parole… Chains. La voce che ci guida, che si nega e si svela al contempo ci sta per condurre sulla strada di Angel.

Ancora non sappiamo quanto sarà importante questa voce non più fuori campo. Eppure, inevitabilmente ne siamo già perdutamente innamorati.

Chains mi ha molto intrigata, a prima vista. È un personaggio forte, che sembra uscire dalla pagina. me la immagino con degli occhi sottili, magnetici. il suo nome, innanzitutto la pone in una sfera di predestinazione. Chains, le catene, i legami che non si spezzano… le figure mitologiche come Andromaca, sacrificata ed incatenata allo scoglio…la scelta del nome di un personaggio è come scegliere un destino prima ancora di riuscire ad immaginarlo...

Sotto i nostro occhi, Chains lascia andare Liam. E Darla lo incatena per sempre ad entrambe.

Nulla è cambiato dagli avvenimenti che, secoli dopo, abbiamo appreso dalla bocca di Angel. Nulla, se non il fatto che tra quelle parole, persistente come un dubbio, ora esiste un'altra figura, un'altra predatrice.

Nulla, nella narrazione ha turbato le nostre conoscenze sul passato di angel e sulla genesi di Angelus. Eppure ora, quando pensiamo a lui, ed al suo oscuro passato di crudeltà, tra le ombre e le figure che istericamente gli ruotano attorno, una sola cattura realmente la nostra attenzione.

Chains.

Con i suoi quesiti.

E le domande senza risposta.

Domande, tra cui una in particolare, genera ossessione?

Perché sappiamo solo ora di Chains?

Per niente in ombra, accanto a questa figura inedita eppur plausibile nei suoi legami con la storia che conosciamo, persiste la figura di Darla. Una Darla piena di fascino e ben più profonda di quanto ci sia mai stata raccontata. Capitolo dopo capitolo, la immaginiamo, nel suo trasporto verso Angelus e nella sua ossessione per lui.

Il suo allontanarsi e sempre ritornare.

Il suo essere legata a Darla eppur irrimediabilmente perduta in Angelus.

Il secondo capitolo meglio di ogni altro ci permette di coglierla, per la sua forza, per la sua indipendenza. Mai più, tanto vicina ad Angelus, Chains ci apparirà slegata e potente. Perfettamente consapevole di ciò che vuole, di ciò che può ottenere e dei segreti che Angelus non verrà mai a sapere.

Separati da Darla, uno di fronte all'altro, vediamo il riscatto di una donna che sente ancora, nell'intimo, la bruciante umiliazione in cui si è concluso il precedente capitolo.

Angelus è nelle sue mani. E lei, per la prima volta, ne decreta la salvezza. Holtz, il cacciatore, ci da' modo di cogliere al meglio le potenzialità di questa vampira che cavalca con i capelli sciolti, con la violenza del guerriero.

Darla è fuggita. Quasi possiamo vederla correre, con la stessa foga, nella direzione opposta.

Solo angelus. E Chains, insieme, per un breve attimo.

Mentre già si delinea quel disperato desiderio di fuga che Chains non smetterà mai più di provare innanzi al demone.

Il capitolo successivo, il terzo, vede un cambiamento di scenario. Dalla Francia all'Italia. Da Angelus a darla. Una Darla tornata e al suo massimo splendore.

Il capitolo definisce finalmente questi aspetti dell'implacabile predatrice bionda, nel quadro dei profili psicologici di entrambe.

È così che le osserviamo, visibili senza forzature, sdraiate sul letto, a conversare. Come se tra le due ci fosse sempre e comunque una tregua armata, un filo del rasoio velato che fa di loro le perfette alleate e le antagoniste, impegnate a tenere in equilibrio la bilancia.

Un raffronto, secondo me, tra i migliori mai visti, paragonabile ad una partita a scacchi lunga secoli, in cui si cerca di prevedere la mossa successiva dell'avversario.

Una scena in cui l'espressione chiusa di chains, ad un passo dall'enigmatico, ci porta a scoprire l'amore di Angelus e Darla, il loro essere inseparabili e irrimediabilmente egoisti uno verso l'altro.

Chains diviene il tramite, il traghettatore dagli occhi ardenti, per Darla, così come lo è stata nel secondo per Angelus. Attraverso le sue opinioni e le sue considerazioni, ritroviamo delineati i due personaggi, spregiudicati e incontrollabili, legati da un rapporto che mai del tutto potrà essere compreso.

È la prima volta che li vediamo così, senza l'immagine di Buffy ed Angel davanti agli occhi.

Al mondo esistono solo loro. Non c'è null'altro. Solo Angelus, e Darla.

E tra loro, inevitabile e concreta, Chains.

La prima fase della passione ci appare definitivamente conclusa. Chains, con una mossa abile, si è collocata a margine del campo, indispensabile per entrambi. E pedina di nessuno.

La partita ci appare appena cominciata.

Il quarto ed il quinto capitolo portano alla ribalta due nuove figure. Le conosciamo bene, entrambe. Ma così non le abbiamo mai viste.

Innanzitutto, Drusilla. Vittima degli eventi ma con un margine di consapevolezza dei fatti (e delle conseguenze) che molto si avvicina alla visione che già avevo di lei. Per quel che mi riguarda, dru è un personaggio tra i più sfuggenti ed i meglio resi. È la figura al margine della legalità, ma con la consapevolezza del destino e del gioco degli intrecci. Scrivere di lei è una prova a cui non sono ancora pronta e che Franca ha ampiamente superato, per quel che mi riguarda.

Non ha esagerato, benché temesse di farlo. Anzi, la resa è perfetta, se posso nuovamente sbilanciarmi ad un commento entusiasta; per molti aspetti ritengo che anche l'esagerazione, in questi primi capitoli, non sia un male. Tutt'altro. Ciò che viene descritto provoca un senso di fastidio legato all'immoralità che rappresenta, rendendo bene il fatto che sia un avvenimento importante e di cui Angel avrà tempo di pentirsi.

Inoltre non mento quando affermo che gli stessi fatti sarebbero risultati veramente fuori luogo se esposti in maniera poco corretta. Volevamo che qualcuno immaginasse per noi cosa poteva essere stato il calvario di Dru. Ed ora possiamo averne una vaga idea.

Questo eccesso permette di sentire maggiormente l'evoluzione a cui sono destinati i personaggi. I legami tessuti tra loro sono forti, ed è molto importante che dru sia quasi l'icona della consapevolezza di questo.

Infatti, per quanto in primo piano siano sempre angelus e le sensazioni che provoca in Chains, dru si è rivelata il perno, secondo me quasi la chiave di svolta.

Come se si trattasse dell'attimo inconscio che lascia intravedere gli eventi futuri che mai come ora mi sono sembrati tanto interessanti. Il tutto riconferma la capacità di sintesi e il dono di rendere in poche frasi la realtà dei fatti.

Noi sappiamo come sono andate le cose... sappiamo di Spike, di Sunnydale e di tutto il resto. Eppure, questo passo indietro, attraverso le parole di Dru, ci sbalordisce, per una forma di preveggenza gelida.

La voce di Chains, essenziale e diretta esprime al meglio gli avvenimenti, senza risultare ossessiva o ripetitiva. Le descrizioni, le azioni, le parole non hanno bisogno di essere più volte ripetute, appaiono perfettamente in linea con il concetto che vogliono esprimere, senza possibilità di fraintendimento.

Giunti qui, molto sembra già detto. Ma è ancora lunga la strada da percorrere...

Il quarto capitolo appare altrettanto denso e sulla falsa riga del precedente. Protagonista alla ribalta, indubbiamente il nostro William, uno Spike acerbo quanto promettente. Splendido il richiamo all'episodio della settima stagione, finalmente collocato e con un senso, all'interno dell'intera esistenza spikiana.

La vampirizzazione di william mi è decisamente piaciuta (approfitto per ringraziare della nota a fondo pagina, in questo capitolo. Sono stata più che contenta di essere riuscita a contribuire seppur con poco a una storia che ritengo tra le migliori mai lette). La vampirizzazione, dicevo, mi è piaciuta molto. Ma ancor di più il quadro successivo, nel cimitero, capace di trasmettere il senso della vecchia londra cadente, così come era rappresentata nel film con Jhonny Depp, Jack lo squartatore. Una Londra fatta di colori spenti, grigi e rossi in cui si muovono figure incredibilmente vivide. È il primo caso in cui la cornice diviene realmente respirabile.

Per quanto ogni singola scena sia geograficamente collocata, Londra, e successivamente Venezia, mi appaiono quasi inevitabili per meglio comprendere i nostri cinque elementi.

E, per quanto possa suonare brutale questa frase che segue, ritengo che questi due capitoli, indispensabili, vengano rapidamente surclassati dal successivo, il sesto, inerente al ritorno dell'anima di Angelus.

La svolta è giunta prima di quanto ci aspettassimo. E se già non eravamo irretiti dai precedenti episodi, ora non possiamo che essere travolti dalla verità che sta per esserci offerta.

Sotto i nostri occhi, Chains svela il segreto.

Ora, per la prima volta, sappiamo.

E' quindi la prima comparsa del nostro tanto atteso Angel. Un angel che siamo curiosi di veder sorgere dal suo alter ego malvagio che mai avremmo pensato poter amare tanto.

Perfetto. Semplicemente perfetto. Una svolta che si assapora come tale, non è affrettata e non è lieve. È quello che doveva essere, con le parole che non si riescono a immaginare.

Qui più che mai, si avverte la tua decisione di prendere un po' più con calma il credo whedoniano. Dopotutto penso che, in un certo senso, ci si stia inevitabilmente avventurando in un universo parallelo che si rivelerà pieno di sorprese.

E qui, sotto forma di una breve e sfuggente frase, appare il progetto in germoglio, di un capitolo splendido, a quattro mani, un quadro di pennellate decise in una Venezia crudele e romantica allo stesso tempo.

Un capitolo che merita una trattazione a parte, per i particolari che porta alla ribalta. Molteplici e non tutti coglibili. E, tra i tanti, uno in particolare va sottolineato e preso in esame. Ovvero il fatto che chains non abbia una passione soltanto fisica nei confronti di angelus, ma un filo sottile che attraversa il suo essere completamente senza divenire soltanto lussuria. E quando bastano poche righe per caratterizzare un personaggio intrigante e ne servono a centinaia per riuscire a svelarlo parzialmente... allora bisogna andare avanti a scriverne.

Forse mi piace troppo indagare i personaggi per soffermarmi su un singolo episodio. Perché sono giunti a quelle conclusioni? come sono cresciuti nei secoli? perchè sono riusciti a sopravvivere? perchè, infine, soffrire d'amore o rimorso in quel preciso momento?

Ho letto il sesto capitolo un'altra volta. Ed un'altra ancora.
Chains ancora una volta è la voce dura che condanna se stessa, nell'incatenare Angel ad una forza ben superiore alla malvagità: ella gli dona una coscienza ed un rimorso che non avranno mai limite. Chains, quando meno ce l'aspettiamo, crea il personaggio che non avevamo mai visto realmente nascere.

E tenendo ben presente che non si può trattare di un obbligo morale del tipo "fermo il cattivo per il bene del mondo", direi che è semplicemente insofferenza alla forma di dipendenza che sente nei confronti di angelus.
Un sentimento che ci sembra poco, in confronto al trasporto che prova ma che non ammette possa chiamarsi amore.
Mai più di ora ci apparrà nella sua natura demoniaca. È un vampiro.
E non ha anima. Un particolare che ora più che mai colpisce e preoccupa il romantico che è in noi.

Ed è proprio lei, ancora una volta, a delinearsi senza discussione, senza passare attraverso gli occhi altrui:

"…Il veleno ti sta uccidendo lentamente e tu sai di non avere scampo. Comunque vada, morirai di una morte lenta e crudele.

E allora ti riservi un colpo di scena , inutile ma molto teatrale : tagli la testa al serpente che ti ha morso.

…"
Chains, semplicemente.
Una donna troppo forte, capace di uccidere il proprio sire e pronta a "mutilare" il suo amore pur di non esserne più schiava. Anche se, del resto, ricordo i suoi pensieri su liam, proprio nelle prime pagine della saga. E non si può non tenere conto del desiderio di tornare a vedere ciò che già l'aveva colpita...
E mi piace pensare che ci siano una serie ulteriore di complicanze di stampo fatalistico non trascurabili che, con il tempo, verranno inevitabilmente fuori.

Quel che è certo, è che questo capitolo colloca chains in una specie di rango più alto rispetto a tutti gli altri. Come se realmente muovesse fuori dal tempo e seguendo regole proprie che fanno sembrare ogni altro impegnato in trasgressioni ad un passo dall'essere semplici bravate.

Sì, lo so, ho galoppato di fantasia.

Ma non ho potuto farne a meno, è stato più forte di me.

Questo è il punto di rottura. Sotto i nostri occhi, a questo punto, si apre l'epopea dell'eroe e della sua sofferenze. Eppure, allo stesso tempo, non è più importante ciò che accadrà, ma ciò che è già accaduto.
Da queste mie riflessioni viene fuori il desiderio di sapere chi fosse chains prima di angelus...
in fondo è un essere antico, di lei non si saprà mai abbastanza, per quanto ci sforziamo noi e per quanto si sforzi anche la sua creatrice. Diviene una necessità, mai soddisfatta.
Chains che conosce darla, chains che uccide il suo sire... a tutt'oggi è stata una semplice osservatrice, per quanto intensa e legata ad Angelus.
Ma solo ad Angelus.
Da quest'ultimo capitolo, diviene importante e attiva, consacrando un universo parallelo che, anche se continua a seguire la serie senza cambiarla ha, a monte, una complicanza che prima o poi verrà a galla.
L'anima di angel è tornata per colpa di chains e se angel è un prescelto... interessante situazione!
Ormai tra i due è il rapporto per eccellenza, questo essere perfetti uno per l'altro con un divario pericoloso in mezzo. Senza lasciarsi schiavizzare uno dall'altro. Né, tanto meno, dai propri impulsi.
Del resto, mi sarei stupita se chains, ad un tratto, si fosse fermata con una frase del tipo "non posso perchè lo amo".
Per il mio punto di vista, l'ha semplicemente lasciato andare, un'altra volta, come già fece, in Irlanda.
Così come, al principio, non l'ha vampirizzato per averlo per sé nei secoli, ora ne incatena il fuoco, prima di finirne, come suole apostrofarla ironicamente Spike, bruciata.

Io ovviamente, a proposito di universi alternativi e attese, ho riflettuto a lungo su angel e chains e, in particolar modo, tralasciando il passato, sul loro rapporto futuro.

Chains, per quanto sia apparentemente malleabile su certi argomenti, rimane sempre un vampiro privo di anima. Il precedente di spike può anche far comodo... ma il rischio delle forzature è parecchio elevato.

Ho letto il settimo capitolo e, ovviamente, mi è piaciuto. Anzi, ammetto di averlo riletto, per meglio cogliere alcuni particolari che sarebbero potuti sfuggirmi. È bello. E si sente la differenza, tra il prima e il dopo. Anche se ora, dopo la potenza di angelus, sembra si tratti proprio di un capitolo di passaggio, con un angel spento, intenso ma ancora agli inizi.

È giusto sia così, in attesa di epoche in cui la sua personalità risulti maggiormente sviluppata.

L'ottavo capitolo sarà una potenza? lo spero proprio. Ma lo tratteremo in un secondo tempo, quando il secondo atto sarà concluso

E quindi torniamo al settimo capitolo ed alla Cina della rivoluzione. ed ora ammetto che la cosa che mi ha lasciato più entusiasta è stata proprio l'ultima frase.

Un colpo di scena a regola d'arte, senza dubbio!

Non è che, per caso, in questo punto, l'autrice inizia ad affezionarci all'idea della predestinazione? sarebbe la dimostrazione che sono contagiosa!

Quest'ultimo capitolo è stato un po' un crepuscolo degli dei.

La fine che spezza l'armonia, per tutti i coinvolti. Magari esagero, ma l'ho trovato profondamente diverso dai precedenti. Si è spesso parlato dei fuochi che bruciano e, questa volta, in Cina, è stato un illudersi che tali fuochi non fossero estinti. Un attimo di stasi, prima del crollo totale.

Oh si, so benissimo che forse esagero. e che non posso fare a meno di rimuginarci sopra. Ho amato tutti i capitoli che mi sono stati mandati. E non è la prima volta che resto con il fiato sospeso…

Solo che adesso, con il finire di questo primo atto, è veramente il vuoto. Come sarà il nostro presente, agli occhi di chains? cosa accadrà?

Mistero! Ma questo, dopotutto è il bello del futuro.