Commento alla "DONNA IN CATENE" (F.Bersanetti)

"Atto secondo: la zona d'ombra nel cuore"di MargotJ

07 Gennaio 2004

"Solo che adesso, con il finire di questo primo atto, è veramente il vuoto. Come sarà il nostro presente, agli occhi di Chains? cosa accadrà?

Mistero! Ma questo, dopotutto è il bello del futuro."

Circa quattro mesi fa, con queste due brevi frasi, concludevo le mie riflessioni su quel fenomeno letterario che tanto mi aveva appassionato. Già sapete di cosa sto parlando… semplicemente de "La donna in catene"… anche se oggi, con la consapevolezza del secondo atto appena conclusosi ed ancora nell'incertezza del futuro che attende la nostra Chains, mi domando se il titolo appropriato non fosse, già in principio, "La donna che incatena".
Non lo siamo, forse? Non siamo ormai del tutto sottomessi a questa figura abbagliante?
Non siamo innanzi a quella rifulgenza di cui Spike ha più volte parlato?
Non siamo irretiti dai capelli rossi, la bocca e la mente di questa ragazza? Una ragazza che, al pari di Alessandro Magno, osserva il mondo con occhi bicolori, scindendo quasi se stessa allo stesso modo, tra demone e donna?

Chains è la donna per Angel. Ormai lo pensiamo in parecchie.
È lei la prescelta che adombra Buffy con le sue sottili critiche e la sua presenza… ed è sempre lei che rende questo grandioso secondo atto, una zona d'ombra, un grande respiro in cui si condensano l'impossibilità, la predestinazione e l'irrinunciabile amore.
Perché tra lei ad Angel, persiste amore… come tra lei ed Angelus.
Ma ora, tra loro, anche un'anima di troppo. Ed un'anima di meno.
Il destino sembra unirli… il libero arbitrio di entrambi sembra solo allontanarli, in un ironico ribaltarsi delle parti.

Ma abbandoniamo questo trasporto innanzi ad un lieto fine che un po' si desidera ed un po' si respinge…
E torniamo ai piedi della statua della Libertà… e aspettiamo con Chains che Angel sbarchi finalmente in America

E Angel, atteso a lungo, finalmente giunge. Abbiamo perso le sue tracce in Cina.
Non sapevamo dove stesse andando… ma già eravamo consapevoli che sarebbe giunto a Sunnydale. E a quello che riterrà, un po' a torto e un po' a ragione, l'amore della sua vita.
Ma si sa, l'amore sta ben al di sopra della ragione e dei suoi inganni….

E "La falena ed il cantastorie", dopo "Turbine", apre certamente una nuova era. si avvicina forse un po' di più agli ambienti di Anne Rice, al senso di libertà di chi si scrolla di dosso i secoli di perbenismo ed approda nel continente giovane. E cammina per le strade ammirando le luci e le ombre.
La città fa molto per rendere il senso sconfinato di questi esseri immortali, ed è una componente non trascurabile, per quel che mi riguarda.
E, in questo caso, con questa mia considerazione, non credo di essere andata lontano dallo spirito della serie di Angel.
quei grattacieli luminosi nel buio.... sono parte di quello che è la vicende umana. Una città che illumina e nasconde gli angoli bui. Che opprime e libera, fa sentire soli o troppo stretti dentro sguardi indiscreti.
La città ingannatrice, dove l'eterno cammina con l'effimero.
E non resta che incantarsi ad immaginare che dietro ogni passante dallo sguardo basso, si nasconda la bella vampira dai capelli rossi, finalmente libera del suo aspetto androgino, più donna benché vestita unisex, come si suol dire in tempi moderni.
Più protagonista ancora di quanto non sia mai stata.
E se il primo atto era la celebrazione di una famiglia e dei suoi sconfinati peccati… il secondo è il viaggio di una mente solitaria e del girotondo di misteriosi personaggi.

Personaggi inediti e non che fanno de 'il cantastorie e la falena' una delle storie più belle mai lette.
Innanzitutto uno scontro sublime, al di sopra delle parti, perfetto, fuori dal tempo, assolutamente da leggere tutto d'un fiato!
Chains, il demone antico e Whistler, il Cantastorie…
pochi tratti per dipingere i personaggi e le situazioni.
Mai come ora si sottolinea l'importanza di questo trasandato personaggio che ormai, per deviazione letteraria, ho l'abitudine di confondere con Doyle. Affilato nei suoi discorsi, reso unico dal suo non aver bisogno di imporsi nella pigra consapevolezza di guidare la partita. E dalla sua grande capacità di far venire voglia di urlare al suo interlocutore.

E poi, a seguito di questo fenomeno comparso e scomparso troppo in fretta dalla 'nostra' serie televisiva, un personaggio unico, destinato a inchiodarci per sempre davanti a questi monitor in adorazione.
Un personaggio, a mio avviso, degno di un Fan Club.
Ma è ovvio che parliamo di lui.
ParLiamo di Maurice.
Intrigante ed infido come un gatto? Probabilmente sì.
E la domanda diviene unica e corale…perchè aspettare tanto per rivederlo?
Dopotutto egli è finalmente una versione maschile di Chains per intrigare anche noi fanciulle... e quindi, permettetemi di aggiungere, con un certo entusiasmo…hip hip urrà!

Personalmente ricordo di essere stata talmente presa da questo primo capitolo per non apprezzare realmente il secondo che ha il grande potere di darci un'idea di come Chains si collochi nel gioco.

Il suo essere a cavallo tra Angel e il Maestro (e approvo la scelta del termine padrone alternativo a maestro) la rende un anello di congiunzione tra il passato che non si rassegna ad esser perduto ed il presente epico di nuove lotte e battaglie.

Gli accenni al sire di Chains sono intriganti. Come è intrigante la scena finale, con lei che si allontana da Angel per poi, parlandogli, rendersi conto di quanto sia giovane. Questo aspetto del loro rapporto soprattutto è una cosa interessante e splendida da rendere. Tante volte Angel diviene con facilità il più antico e sapiente, nel rapportarsi a uomini e , in generale, a personalità sottomesse alle leggi naturali.
Un personaggio più antico di lui, quale Chains, ne aumenta l' importanza (del resto Angel, indipendentemente dagli anni, è un eroe) ma al contempo lo umanizza, rendendo evidente come la sua linea temporale non si sia realmente distaccata molto dal tempo in cui era mortale.
Io 'uso' methos, per ottenere questo effetto. Abbastanza antico da sapere come gira il mondo. Più abile ad accettare le perdite e l'andamento incostante dell'amore.
Chains agisce allo stesso modo. La morte di Darla è per lei un duro colpo, a mio parere, eppure la cosa non la sconvolge. E non per una questione di assenza di anima. Chains è più consapevole di Angel del fatto che anche per loro il tempo scorre. E che anche loro possono finire in polvere.
Io credo possa essere questo questo che permette a Chains di restare a cavallo tra luce ombra; la vita per lei continua ad avere un senso nel suo procedere, senza cadere in un delirio d'onnipotenza come quello del Padrone.
Chains non ricerca tempi perduti credendoli attuali. E non ha paura a sfidare le leggi del mondo vampiresco, uccidendo i suoi simili.
Perché uccidere i suoi simili fa di lei nuovamente un predatore. E non un buono.

Temo di essermi allontanata dallo specifico di questo capitolo.
ma parlare di Chains implica sempre una visione d'insieme che non vorrei mi sfuggisse.
Almeno, diciamo che provo ad avere una visione di insieme. Ma, come è inevitabile, mi manca la sapienza dei secoli…

A questo punto è d'obbligo un'altra riflessione
Io credo che, a partire da questo punto della narrazione, e avanzando, la sfida aumenti di importanza.
Adesso il filone è realmente appaiato alla serie che tutti abbiamo visto e di cui siamo rimasti stregati. Precedentemente, affiancandosi a quelli che erano i flashback, appariva forse più epico, ma meno discutibile. Adesso tutti aspettano di vedere quando Chains e Buffy si incontreranno.
Perchè, come dice Angel, non siamo sicuri per quale delle due patteggeremo :)

Ed ora tralasciamo un attimo questo secondo capitolo, e facciamo un balzo avanti con le nostre riflessioni. Adesso, ad atto finito, sappiamo che, in effetti Chains e Buffy si sono incontrate. A modo loro o, meglio, secondo le regole di Chains.
Ma allora, nell'aspettare questo scontro, e nel sollecitarlo, Franca ammise di pensare al faccia-a-faccia con una certa perplessità.
Una scelta del genere avrebbe inevitabilmente mutato quel corso di eventi ufficiale che tanto non voleva intaccare ( e che, poco alla volta, non ci sembrato più così importante)
Il dissidio sull'incontro buffy-Chains. mi ha obbligato a lunghe riflessioni riguardo a questo mutare del filone che avverrebbe se le due donne si incontrassero.
Allora, affermai che un incontro tra loro era possibile solo se diveniva assolutamente irrilevante per buffy. Come un casuale urtarsi, come accadde a william quando incrociò la prima volta Angel e Darla. E nulla più.
E poi aggiunsi: "…ma probabilmente non darebbe soddisfazione a nessuno! tantomeno alla scrittrice, tanto sarebbe una forzatura.
per cui non ti curare di questi tuoi ammiratori ( me compresa) che smaniano in una rissa tra le ragazze di Angel! la lotta nel fango è divertente... ma non escludo che risulterebbe un po' forzata! :)"
Purtroppo, cari lettori, temo di dover ammettere che Franca mi abbia ascoltato :)

E giunta al decimo capitolo (il terzo del secondo atto), iniziai a pensare che non esistevano abbastanza sinonimi di bellissimo ed elegante per definirlo. E mi rassegnai a finire con il diventare una commentatrice ripetitiva e un po' noiosetta...
Ma andiamo con calma.
Per quel che mi riguarda, se proprio dobbiamo trovare un modo per definirlo, in questa sede, lo chiamerò elegante.
È il capitolo che ci voleva. È tutto dosato e calibrato, ad ogni mossa una contromossa. Divertente e pensieroso, doloroso e confortante.
I personaggi si alternano nei loro stati d'animo, entrando in contatto e poi allontanandosi. Divertente l'arrivo di maurice e ideale il rapporto che istaura con Angel.... egocentrico e vanesio al punto giusto ( e qui permettetemi di dire che sono curiosa di vederlo entrare in contatto con spike... ma soprattutto con cordelia...)
Meravigliosi, infine, i pro e i contro di avere amici demoni dall'olfatto sottile

Con questo splendido ritrovarsi (o trovarsi) il rapporto Chains-Angel è veramente iniziato.
Per la prima volta da quando è cominciata questa saga, lui sembra più consapevole di lei riguardo al loro legame.
Come se sapesse qualcosa più...e questo capovolge quello che ho detto sul capitolo precedente, riguardo all'essere più giovane di lei... dopotutto, a partire da questa conversazione con Whistler, inizia a trasparire l'eroe che è destinato a divenire.
Per quel che mi riguarda, e so che mi sto ripetendo, è nuovamente un capitolo di passaggio. indispensabile e tra i miei preferiti, come l'ottavo. Sono quelli che maggiormente collocano i personaggi in un gioco vasto. E se riescono così bene nel loro intento, è anche per quella città che già di nuovo incombe su di loro.
Talvolta Sunnydale sembra divenire l'unico posto in cui si annida il male, l'unico fulcro su cui concentrarsi.
Per quanto in effetti tendano tutti a convergere in quella città, mi piace rimanga evidente che, comunque, ognuno di loro, venga veramente da lontano con un bagaglio non trascurabile di informazioni. Di ricordi. E infine di emozioni.

E qui, inevitabilmente, parLiamo ancora di Lui… quel lui che non è Angel.
Maurice... che, se non sbaglio, è il 'cugino' impertinente (spero di aver azzeccato la linea parentelare)
Come a prima volta, mi entusiasma all'inverosimile! Non riesco a far altro che pensare a 'quei due' che piombano nell'appartamento… e a Chains che batte la testa sotto il letto...
E, soprattutto, mi piace che Angel, in una situazione del genere, rimanga meravigliosamente granitico, fino all'ultimo splendido scambio di battute in bagno.

Solo una cosa resta in sospeso.. perché Angel continua a parlarle, a vederla, quando, dopotutto, Chains non è altro che un vampiro, come Darla, Dru e Spike?
Può darsi che si tratti solo di istinto.
Potremmo semplificare tutto a questo? semplicemente si fida.
Sarebbe il paradosso dell'eroe solitario. E non mi spiacerebbe, anche perchè adesso la mia parte romantica è molto in superficie e propensa a queste cose.
Oppure... cercando una spiegazione più profonda... ha sempre saputo del legame tra Chains e il ritorno della sua anima. Il segreto più segreto della saga.

E, a confermare questo fondo misterico che percorre tutta la saga, rimane il perché Chains abbia lasciato fuggire Liam al posto che vampirizzarlo.
In effetti, allora, quando lessi il primo capitolo, la cosa non mi stupì veramente. Forse anche perché ero troppo presa a capire questa nuova enigmatica figura, troppo moderna per i tempi in cui si muoveva.
Senza contare il fatto di essere 'cresciuta' alla scuola di anne Rice, basata sul concetto che i vampiri non morsicano tutto quel che vedono.
Hanno un libero arbitrio e decidono come preferiscono, per strategia o istinto.
v Quindi Chains ha risparmiato Liam. E l'ha fatto per motivi che riteneva buoni.
Eppure, tra tutte le possibili opzioni, questo incontro finito così può essere fondamentale.
Come può darsi fosse destino che Liam finisse in pasto a Darla, perchè si compisse il suo destino.
Buffi scherzi dell'esistenza. Null'altro.

Mi affascina quello che si è detto sulle donne di Angel e sul fatto che Chains si collochi in una zona d'ombra. A mio avviso, lei è la donna che mancava al campionario.
Antica più di lui. e con parecchi segreti, più di quanti ne sapremo mai. Nella stessa zona d'ombra del cantastorie... colui che si accompagna ad un vampiro come maurice ed educa il campione...
Chains è un vampiro, ed un predatore. Eppure conosce una forma di moralità se così potremo definirla, che si spiega, con frasi uscite dalle sue stesse labbra, nei primi capitoli. Dove si afferma di aver conosciuto, nel tempo, anche vampiri docili, meno spietati.
Si tratta di questioni caratteriali... e si potrebbe anche insistere, per dare forza a questa teoria, che Spike si collochi anch'egli in una zona d'ombra del genere, da cui percepire con umanità aspetti del reale, rimanendo pur sempre un predatore.
E che,nel caso del nostro platinato, dall'altra parte ci sia pure un'umana, non di certo un vampiro che, anima o no, rimane sempre un vampiro.
E qui si potrebbe addirittura estendere la trattazione al tema sulle regole umane e quelle vampiresche.
Angel, dalla parte dei buoni, non agisce solo seconde regole umane. Conosce il codice dei vampiri e conosce le regole umane.
la zona d'ombra è sempre la stessa.
Ed il fatto di poter essere su due fronti opposti... da un lato Chains e dall'altro Angel. Eppure io credo che esista, nel codice cavalleresco che sembra guidarli, la capacità di riconoscere l'onore del proprio avversario. E di amarlo, come il più caro degli amici, anche se è l'antagonista per l'eternità.

E così, passando da uno splendido scontro tra la protagonista ed il nuovamente malvagio… giungiamo alla grande verità.
Qualunque cosa accada, Chains può sentire Angel, Angelus o Liam.
Non è solo una passione mai estinta. È di più.
Ed io, che nel 'di più', cerco le risposte della mia vita, ho donato parecchio tempo al domandarmi dove si possa giungere attraverso questi componenti del mosaico.
Innanzitutto, partendo dal più scontato, riguardo all'amore.
Chains amava Angelus.
Eppure…eppure, ritengo che, per meglio rendere questo mutare del loro legame, si debba tener presente la citazione stessa con cui si apre il capitolo più bello della loro storia. Della sua storia e di quella di Angel.

"Quando c'è Angel, le luci sembrano abbassarsi sul resto del mondo"

Questa frase, dalle labbra di Buffy, passando per la penna di Franca, segna, a mio avviso, il grande capovolgimento.
Fino a questo punto, abbiamo creduto ciecamente in quell'affermazione di Chains…. Bruciare nel fuoco nero.
Nel fuoco di Angelus.
Eppure.. eppure ora, senza forzature, crediamo nel suo legame con Angel.
Perché?
Il primo è un motivo scherzoso…non mi sembra che Chains sia così aggrappata all'idea di Angelus. altrimenti non festeggerebbe tanto a portarsi Angel a Los Angeles.
E poi, più seriamente… non mi pare che Chains si sia mai pentita dell'aver reso l'anima ad Angelus.
Un'anima che le viene rinfacciata con violenza inaudita, da un Angelus ancora centro del suo mondo eppur così distante.
Nella scelta di Chains di assecondare gli zingari sta un secondo grande quesito.
come mai Chains ha un globo di teshula?
E qui, la mia fantasia è andata decisamente lontano, nuotando allegramente nelle fantasie personali.
Quello per sè, forse? siamo certi che non avesse serbato per sè l'oggetto magico fino a capire che non era destinato a lei?
Lo schema della predestinazione è sempre molto divertente da ricostruire.
È la corrente di informazioni che componiamo inconsciamente nel nostro scrivere. e che, ad un tratto può solo tornare fuori.
Un filo conduttore non sempre evidente dalla sua prima parola.

Chains lascia andare Liam, ma allo stesso tempo è lei ad aver dato il via libera a Darla.
Indirettamente ha dato ad Angelus la compagnia migliore di baldoria.
Lei ed Angelus non avrebbero mai potuto convivere. Lo sapevano entrambi, sin dall'inizio, dopotutto.
Altrimenti Angelus non avrebbe impiegato molto a far fuori Darla.
E poi abbiamo dru.
Dru sa di Chains ed Angelus molto più di quanto non ne saprà mai Darla.
E non è detto che non sappia del ritorno di Darla e del sua nuova vampirizzazione ( ma questo, del resto, è un capitolo non ancora scritto...)
Poi ci sono il globo ed il rituale. Chains li conosce... e che importanza hanno per un vampiro, se l'anima è veramente una cosa da aborrire e di cui liberarsi? perchè conservarli e indirizzarli specificatamente verso quello che, a grandi linee, è un vanto per la specie vampiresca?
Dobbiamo andare avanti? Chains conosce il cantastorie, maurice addirittura ci va in giro assieme (e qui, ho cercato anche di estorcere informazioni a Franca: "non mi verrai a dire che si sono incontrati sulla porta dell'appartamento di Chains per puro caso...")
Il maestro la tiene in considerazione e auspica il suo ritorno tra i ranghi... perchè? ha ucciso il suo sire, aiuta il vampiro con l'anima..
Chains zig-zaga tra la luce e l'ombra.
Niente di lei può essere prevedibile.
Niente dovrebbe stupirci perchè tutto è già stupore.
E dolore. Proviamo dolore insieme a Chains, nel procedere della storia, innanzi alla nuova consapevolezza. Ultimo tassello del mosaico.
Chains non può uccidere Angelus.
E non può che lasciarlo libero, per le strade di Sunnydale, con i suoi rancori e le sue ossessioni.

L' Angelus dei tempi moderni.
Riconosci l'animo che era in lui nel primo atto, lo stesso atteggiamento... ma sai che ora ha il viso di Angel e che lo stravolge con quel sorrisetto.... è strano.
Forse, paradossalmente, non si può più amarlo veramente. Almeno, io, con tutto il cuore, non riesco. Mi affascina, come solo il nero, il buio e la sottigliezza possono fare.
Ma lì termina il gioco. E inizia l'angoscia, la stessa che ricordo di aver provato nel primo fotogramma del suo nuovo io… l'immagine di Angel che si ciba della ragazza e poi soffia il fumo di sigaretta...
Quanto a Chains…
Vampiro fino in fondo, è bene ripeterlo. Ci si potrebbe dimenticare questo piccolo irrilevante particolare dell'assenza dell'anima.
anche se, lo ammetto qui, come lo dissi in una delle mie email, mi sarebbe piaciuto vedere Chains incontrare lo Spike moderno e Drusilla, all'apice del suo splendore.
Non è mai più stata sfavillante come allora...

Il punto migliore? la sorpresa di Angelus che dichiara "tu mi avevi!"
è l'attimo in cui ci si rende conto che anche lui, a modo suo, ha toccato il fondo. Non si può fare a meno di ripensare alla vigilia delle ceneri, alla loro passione come una marea ignara di doversi infrangere su scogliere ben acuminate.
In certi momenti mi rendo conto che i capitoli maggiormente incisivi sono quelli che mi lasciano più perplessa. Ed è allora che, ragionando su quello che è a tutt'oggi il prediletto, mi rendo conto che li ho apprezzati tutti e per motivi ben differenti. Ogni volta c'è stata, nella loro lettura, la stessa sorpresa e la stessa oscurità.
Ed ogni volta è emerso un pezzetto del passato di Chains, di maurice e aspetti nascosti della serie così come la conosciamo.

Lentamente nel procedere dei capitoli, sappiamo dove stiamo andando.
Ancora una volta, ho sperato che il corso degli eventi cambiasse e che Chains, irrompendo nel salone, con atteggiamento degno di una leggenda, ci limitasse la sofferenza di vedere Angel infilzato ad una statua.
Purtroppo, come ci insegna il tempo, gli eventi non cambiano.
Si possono osservare e accettare. E, nel distogliere talvolta temporaneamente lo sguardo da essi, si può notare un retroscena fino ad allora ignorato
Perché mai più, personalmente,potrò pensare ad Angelus senza rammentarlo in quella lenta camminata a fianco di Chains.. e mai più soprattutto, potrò ignorare la follia di Angelus, lacerato irrimediabilmente dall'anima.
Un'anima che, nel tempo, ha finito per violare parzialmente il demone di Angel, non limitandosi solo a tenerlo sotto controllo.
Reprimendolo lo ha esasperato... e questo è un particolare decisamente interessante. Così come l'anima ha consapevolezza delle azioni mentre il demone domina, così il demone resta urlante e incatenato mentre l'anima lo limita.
e non è poi veramente sopito... più che altro bloccato e cosciente.
E qui, in attesa che io mi decida a scrivere un saggio a riguardo, permettetemi un'esclamazione conclusiva: il dualismo Angeliano è sempre interessante!

Giusto nel suo commento a Just Reward, Pedistalite (e Saki prima di lei) ha fatto notare come Angel affermi che spike sia stato il vampiro più feroce , secondo solo a se stesso.
Se stesso, non Angelus.
come se le due parti, nel tempo, non fossero più così scindibili.
E' verso questo che va Angel? una commistione tra le due parti, sempre più forte man mano che passa il tempo?
ma ci stiamo allontanando dal seminato :)

Parliamo ancora di Chains e del suo contatto con Angelus.
più forte quando si tratta di Angelus che quando si tratta di Angel? possibile? oppure filo diretto con la sua anima?
quante domande, vero? me ne ronzano parecchie in testa.
Una cosa è certa.. Nel concludersi del dodicesimo capitolo, passato l'attimo di angoscia innanzi a quel dolore-non dolore di Chains… non vediamo l'ora di veder tornare il nostro eroe !
Perché?
Per vederlo nelle grinfie di quei due due! perchè io, personalmente, dello 'Squisito' non riesco proprio a fare a meno!

E qui, un po' fuori luogo, ho deciso di aprire una piccola parentesi, riguardo a Buffy. Riguardo, soprattutto, ad un dei tanti commenti pungenti che Chains le rivolge.
v Chains che afferma che buffy le sembra difettosa (undicesimo capitolo) splendida definizione, perfetta decisamente come il dialogo che ne consegue.
La buffy condannata o quella idealizzata di molte storie fanno di certo dimenticare quanto lei fosse, a modo suo, così poco eroina tutta d'un pezzo. E che questa sua caratteristica, sin dall'inizio, fosse decisamente il suo bello.
Il suo non riuscire a far combaciare le sue due vite la rendeva una figura decisamente realistica. Intrappolata e inevitabilmente legata.

Un po' appannato, sempre in questo dodicesimo capitolo, a mio dire, il nostro spike. Ma, del resto, le faville le ha fatte ben di più nel corso della serie, che nella puntata conclusiva.
Nella quale, comunque, secondo me, ha detto le sue migliori battute .

Il tredicesimo capitolo è, a mio avviso, privo di commento.
È soltanto un lungo respiro, con il ritmo del cuore.
Un Angel sofferente, una Chains che lo stringe tra le braccia ed ha imparato a piangere per lui.
Una cacciatrice sempre tra di loro, come un pugnale incandescente…
Ed infine, il più bell'abbraccio mai descritto o, più semplicemente, mai sognato.

E con il quattordicesimo capitolo giunge la rivelazione…
la donna in catene... la nostra Chains… ha finalmente un nome che è una scossa elettrica.
l'abbiamo sentito, ne abbiamo respirato l'intimità... e io personalmente, giunta fin qui, con irrefrenabile curiosità, mi aspetto tanti tanti tanti colpi di scena.
Ebbene si, sono così pronta al terzo atto da aver quasi voglia di chiudere tutto e sedermi ad aspettare, aspettare che giunga il primo nuovo capitolo.
Di nuovo Chains, Angel, Maurice… Doyle… e, sopra tutti loro, Los Angeles, con le luci ed i misteri.
Chains è una signora... noi lo sapevamo. E, a quanto pare, non eravamo i soli. Ringraziando il cielo, Angel si è finalmente deciso a mettere insieme i suoi bei modi con una frase che, allo stesso tempo, sancisce una nuova epoca ed un rinsaldarsi di un'amicizia, talvolta fin troppo precaria.
Fossi Spike, mi piacerebbe urlare contro ad entrambi la fatidica frase.
Non potrete mai essere amici. Mai.
Ma chi può dire in quali forme si manifesta l'amore, se non si può cogliere nella sua perfetta essenza e purezza?
Demoni, sempre demoni. E qui, per sancire questa mia ultima grande affermazione, penso che abbandonerò ogni forma di speculazione, limitandomi ad una breve ed emblematica citazione:

"E' quasi comico...Tutti qui, secolo dopo secolo, ad amarci l'un l'altro e a spezzare e ricucire i nostri cuori morti...Essere senz'anima non dovrebbe salvarci da questo circolo vizioso ?".
Maurice si sollevò su un gomito. "L'abbiamo imparato dal nostro sire, ricordi ? Diceva che l'amore non risiede nell'anima, perchè non ha a che fare con la ragione o la coscienza. L'amore è istinto, irrazionalità. Nasce nel sangue. Scorre nelle vene". Mi pizzicò un fianco e si tirò su a sedere. "In parole povere, sorellina, noi, quelli senz'anima, siamo fregati in partenza!".


È tutto, per il secondo atto. Una lunga focosa parentesi che ci accompagna verso il terzo. Il primo, perfetto in sè... il secondo accompagnato dai tormenti di un'anima e di un amore che sappiamo comunque condannato.
Quello tra buffy e Angel, ovviamente... perchè la nostra Chains, con una punta di cinismo non perde occasione per farcelo notare...
Padrone indiscusso della scena, nelle sue comparsate rapide e stilosissime, maurice. capace di non prendere seriamente il granitico eroe e la sua tesissima 'sorella'.
Un Cantastorie serafico nei suoi compiti ed una città in cui ritrovarsi, perdersi, e da cui allontanarsi.
Ed in cui tornare, inevitabilmente.
Per ricominciare.