Il Capezzolo di Vetro di Carmilla

19 Luglio 2004

Anni addietro, quando avevo ancora tempo di leggere, mi capitò sotto le mani un saggio di Harlan Ellison intitolato The Glass Teat (il capezzolo di vetro).
Il saggio riguardava la televisione e i programmi televisivi.
Ma io ho sempre ritenuto che si applicasse a varie forme di espressione e comunicazione.
L’idea di base era semplicissima (ed anche ben scritta, cosa che non guasta mai).
Believe it or not, in un momento successivo, ritrovai il medesimo saggio citato da qualcuno che OVVIAMENTE è molto più qualificato di me in questo campo.

Parlo del Re.

Non Elvis,scemi.

Stephen King.

E, cosa ancora più sorprendente, in modi differenti eravamo sulla stessa linea di pensiero (yeah Baby!).

In sintesi Ellison sosteneva che la Tv vizia.
Vizia i programmi, gli autori di programmi, i registi, gli sceneggiatori, gli attori ma soprattutto chi la guarda.

Il pubblico.

Corollario finale: il latte di questo capezzolo è avvelenato.
Io feci il salto mentale successivo. Cinema e letteratura (ovviamente quella definita “popolare”) si sviluppano sulla medesima falsariga.
Alzi la mano chi in vita sua non ha mai comprato un libro, visto un film o un telefilm e perché no, anche letto una fanfiction solo perché era il prequel o sequel o durinquel (non so se si dice ma mi piace il suono della parola) di una storia che ci è piaciuta.

Salto successivo.

Il problema di una trilogia è…beh lo sapete.

Nel cinema è quasi un classico.

Da Star Wars ad Indiana Jones fino a Matrix il problema è sempre lo stesso.

Come poter fare di meglio?

Ed essere la “seconda parte” di un qualcosa non aiuta.
Neppure un po’.
Ehi Ragazzi, anche i migliori cadono.

In letteratura le cose non cambiano un granchè.
Asimov.
Tolkien.

Regola Numero Uno.
Il Valente Scrittore deve, dico DEVE mantenere le premesse della Prima Parte.
Soprattutto se questa ha avuto accoglienze entusiastiche.
Ed allora il Valente Scrittore che fa?
Pigia il tasto sull’acceleratore.
Intreccio più complesso.
Azione più convulsa.
Personaggi più complicati.
Nel 99% dei casi il risultato è un grosso, dannato pasticcio.

Dopo l’exploit di Favola avevo pensato di aver visto tutti i fuochi d’artificio.

Quanto mi sbagliavo.

Ehi, non fraintendetemi.
L’intreccio si E’ FATTO più complesso.
L’azione E’ più dinamica.
E nessuno potrà mai negare come i personaggi (a partire proprio dai due Principi) non siano più complicati.

Luci ed ombre.
Una città di Angeli Perduti.
Una missione.
Una speranza di redenzione.

Regola Numero Due
Se ha funzionato una volta….lo rifaccio.
E’ la cosa più semplice da fare.
Se il lettore nella prima parte ha gradito l’interazione Buffy-Spike-Angelus/Angel bè..perché non riproporla?
Oddio, nel mentre posso benissimo inserire qualche episodio del tutto esornativo, così solo per allungare un po’ il brodo ma in realtà quella rimarrà LA STORIA.

Sono felice ed orgogliosa di annunciarVi che le Nere Regine NON hanno seguito le Regole Numero Uno e Due per diventare Ricche&Popolari autrici di Fic-seller.

Ed, in tutta franchezza, posso assicurarvi che ad entrambe di fama e soldi non frega un emerito…tubo.

E quindi concludo con la Regola Numero Tre.

Se ti piace…fallo.

E’ la più semplice e, credo, la più difficile delle Regole da seguire.
Perché non porta fama.
Né soldi.
Né altro.
Ma fa scrivere delle cose fantastiche.

La seconda parte della Saga in Nero segna il passaggio di crescita e di maturazione di tutti i personaggi. Anche i due Principi, con tutte le loro incredibili e secolari capacità devono imparare a convivere con il loro nuovo status.
Vampiri.
Con anima.
Non è una strada semplice. Affatto.
Prima devono fare i conti con un passato non facile da dimenticare.
Buffy.
E quella passione esclusiva, eccecante che li ha portati a stravolgere le loro non-vite.
E qui Signori e Signore inizia il Genio.
Sebbene più volte dichiarato nel disclaimer Rogiari e Bersanetti si…ehm “disinteressino” del Canon in realtà i loro personaggi seguono un percorso parallelo a quello del serial.
Angelus viene forzato nel riottenere la sua anima.
Spike, per non abbandonare il suo Gransire, “la sanguinosa spina nel suo sanguinoso fianco”, la PRETENDE.

Vi suona qualche campanello?

Angelus è più antico di Spike.
Più disilluso..disincatato, non so come definirlo…forse più cinico in un certo senso. E sebbene vi sia un prezzo da pagare per questo…intuisce immediatamente quanto di sbagliato vi sia nel rapporto che lo ha legato alla Cacciatrice.
Li separano eoni di esperienza. La sua lucidità non è per questo meno dolorosa per lui. Tutt’altro.
Buffy non è profonda.
Agisce, spesso male, d’impulso.
Ma come potrebbe esserlo d’altro canto?
Mi è piaciuto molto il fatto che in Principi si sottolinei la sua solitudine.
Buffy è SOLA.
Non le è vicino nessuno.
Ne quella che dovrebbe essere la sua migliore amica.
Né sua madre.
Né quello che nelserial passa per essere il perfetto sostituto della figura paterna. L’Osservatore.
E proprio per questo motivo io ho ricominciato ad amarla.
Eh si, mi ero disaffezionata a questo personaggio nella serie.
Le Due Regine, volontariamente ritengo, hanno colmato alcune lacune interpretative del character televisivo.
Ne hanno dato una visione quadridimensionale.

Né Santa.

Né Puttana.

Semplicemente..Buffy.



Dio, quanto Le amo.