Commento alla "DONNA IN CATENE" (F.Bersanetti)

Chains, ovvero l'antitesi di Mary Sue
secondo Rogiari.
03 dicembre 2003

Ci sono mille buone ragioni per leggere "La donna in catene", l'ammirevole saga di Franca Bersanetti.
Per dirne una, è scritta benissimo.
Inoltre, è coinvolgente, sensuale e sensuosa, ammaliante….ed intrigante.
Poi, rappresenta un'autentica rarità nel mondo delle fanfiction: ha come protagonista un personaggio originale che vive di vita propria, senza ricadere nel più terribile degli stereotipi: quello di Mary Sue.
Chi è Mary Sue, questa sconosciuta?
Ai primordi delle fandom fu Star Trek: furono proprio le storie sottilmente slash dei rapporti tra il capitano Kirk ed il dottor Spock ad ispirare i fan nel creare un nuovo, stupefacente genere letterario: la fanfiction. Joss Whedon, il creatore di Buffy, ha addirittura incoraggiato i fan a scriverne, e dissuade con precisi obblighi contrattuali i suoi autori dal leggerne, nel timore di possibili plagi. Del resto, il patrimonio umano e letterario formato dai contributi dei fan in tutto il mondo è talmente ricco e variegato da poter suggerire più di un "prestito" ad opera di stanchi, magari demotivati autori…(personalmente, ho rilevato numerosissimi esempi di idee apparse prima nelle fanfiction che nella serie: ad esempio, nella seconda parte della saga "Dancing Lessons" - War -, il primo amore di Dawn è un coetaneo vampiro che lei polverizza [si veda "All the Way"]). A dire il vero, ho anche letto molte fanfic migliori della serie (soprattutto negli ultimi, controversi anni).
Purtroppo, non tutte le fanficton sono di qualità: alcune presentano errori grammaticali, altre sono scritte in modo sciatto, altre ancora - formalmente perfette - sono afflitte da gravi errori concettuali… o sono semplicemente noiose.
Il vero rischio però non sta quasi mai nel plot: la natura stessa della serie rende virtualmente possibile qualsiasi intreccio (una volta pensai, personalmente, ad una serie di viaggi Spuffy nel tempo, e non solo nell'epoca vittoriana, come di solito accade quando Buffy incontra William…).
Nossignore. Il vero problema sta nella caratterizzazione dei personaggi.
Spesso, coloro che rispondono ai nomi di "Buffy", "Angel", "Spike", "Willow", non hanno nulla - o ben poco - a che spartire con gli originali. Il rischio è particolarmente forte nelle fanfiction cosiddette "alternative". Esempio (tratto da una vera fanfiction, da me scovata sul web, ma non chiedetemi il link, perché non l'ho più): "Pretty Woman, dove la prostituta dal cuore d'oro si chiama Buffy, ed il finanziere Angel". Ma ho peccato anch'io, per cui non aggiungo altro.
Ma c'è un pericolo ancora più terribile in agguato: la temibilissima sindrome di Mary Sue.
Oh, finalmente ci siamo arrivati, dirà il lettore, è mezz'ora che divaghi.
Un attimo di pazienza.
Dicesi Mary Sue quell'espediente narrativo narcisistico e di bassa lega che consiste nell'inserire nel racconto - apparentemente in "canone" con i principi della fandom - un personaggio originale che rappresenta …l'autore. Di solito, se l'autrice è donna, Mary Sue è bella, giovane, coraggiosa, amata da tutti, perfetta, ed oscura di solito i protagonisti. Non di rado muore tragicamente.
Lessi tempo fa un'atroce fanfic americana dove una cacciatrice dell'ottocento, orribile esempio di Mary Sue, rapiva il cuore di Spike strappandolo a Buffy. Why? Perché? Aborro le Mary Sue. Non è mai chiaro perché tutti gli altri personaggi le amino, visto che sono l'apoteosi della noia. Solo gli autori veramente sensibili sanno creare personaggi originali femminili (e maschili) di autentico spessore e fascino senza cadere in questa trappola: in Italia, me ne vengono in mente solo tre (ma pecco sicuramente per difetto, perché ho letto poche fanfic italiane…) e precisamente Saki (nella saga di "Slayers" ed anche in altri lavori più antichi), Franzjoseph (con il sublime, ironico e folle conte Vigio) e ….Franca Bersanetti.
Chains è un personaggio originale che - vivaddio - non è una Mary Sue. Sebbene siano suoi gli occhi attraverso i quali vediamo l'evoluzione secolare di Angelus e degli altri protagonisti del Buffyverse, Chains non incombe come specchio di perfezione. Anzi, sono proprio le sue contraddizioni a renderla mirabilmente umana. La sua sottile ironia, la sua passione disperata per Angelus…vivaddio, non è una perfetta maestrina dalla penna rossa…bensì un demone dal cuore pieno di passione e di oscurità.
Si badi bene, "Buffy the Vampire Slayer" stesso presenta alcuni agghiaccianti esempi di Mary Sue: tra tutte, spiccano la Lara Croft dei poveri (Sam, la moglie di Riley), e la cacciatrice de noiantri (la sbiadita, adolescenziale Kennedy). Nemmeno in ATS le Mary Sue latitano: penso alla prima fidanzata di Wesley, la ricca Virginia, e ad un personaggio tutto sommato simpatico ma a serio rischio di Marysuismo (non a caso amata, vezzeggiata e baciata da tutti i maschioni della serie: proiezione dello stesso Joss?): Fred. La stessa Willow, soprattutto nelle prime stagioni, presentava tracce della malattia.
Come arginare il morbo della Mary Sue? Non facile. Io, personalmente, cerco di evitare, ove possibile, il ricorso a personaggi originali: quando proprio devo, ricorro a personaggi maschili (il medico di "Vi presento Carmilla", oppure il direttore del casinò in "Nozze a Las Vegas"), o comunque fictionary (la Carmilla di Le Fanu).
Ma la Mary Sue - ahimé - è sempre in agguato. Vigilate, gente, vigilate!
E leggete i lavori dei colleghi citati, dove il morbo è tenuto strenuamente sotto controllo….e se non altro vi fate delle buone e sane letture…

….e
comunque SPIKE E' MIO!
(Rogiari in un acuto attacco di
Marysuite….)