"Commento e Introduzione grafica a 'Favola in Nero' di Franca B. e Rogiari" di Saki

09 Febbraio 2004

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Lo sapevo.
Naturalmente lo sapevo. Sapevo che sarebbe stata una poesia scura eppure luminosa, stupore e tremore (per citare un genio come la Nothomb).
Partendo dal presupposto che l'avevano scritta insieme Franca B. e Rogiari, due delle menti più brillanti e prolifiche che abbia avuto la fortuna di incontrare, mi sarei dovuta aspettare quello che ho letto.
Eppure Favola in nero mi ha travolto comunque:
crashing like a tidal wave.
Nelle loro parole ho trovato tutto quello che mi aspettavo e tutto quello che non mi aspettavo. Il noto e l'ignoto, il vecchio e il nuovo, la citazione e l'originale, mescolati eppure perfettamente distinguibili.
Sono stata catturata dalla prima sillaba all'ultima, rapita come da una melodia arcana e piena di oscuri segreti. A metà del primo capitolo ero già conquistata.
Ma forse è meglio che scenda nello specifico...e allora...

Prologo
La citazione iniziale di Joss Whedon “Io non guardo pornografia, io scrivo pornografia” è un autentico colpo di genio. Rivela il percorso sotterraneo della serie scritta dalla Mutant Enemy, la sua chiave di lettura meno diffusa eppure più evidente. Da sempre la figura del vampiro e il suo morso ineffabile e mortale sono stati letti e interpretati come una metafora sessuale. Del resto il romanzo gotico nasce proprio per dare sfogo alle fantasie e ai comportamenti socialmente meno accettabili, in primis quelli legati alla sfera sessuale dell'individuo.
Parliamo di un'Inghilterra ancora molto lontana dalla liberazione sessuale, una società borghese ancora poco sviluppata, preda del perbenismo e della soffocante morale vittoriana. Una società che ha mandato al "macello" una figura geniale e rivoluzionaria come Oscar Wilde.
Tornando al nostro Joss il significato della sua battuta (ma gli inglesi lo chiamerebbero un chiaro esempio di wit, un motto arguto che nasconde sotto l'apparente semplicità e ilarità un senso molto profondo e spesso cinico) diventa chiarissimo: Buffy the Vampire Slayer è un'unica grande metafora delle paure e delle ansie legate alla crescita e alla perdita dell'innocenza, soprattutto nell'ambito della sfera sessuale. Ecco allora che il titolo del primo capitolo "Innocence" è da questo punto di vista esemplare e rimanda proprio al prologo che ha il tono e il ritmo di una favola, ma un senso molto meno consolatorio. E qui c'è già un altro rimando, quello al titolo dell'opera stessa "Favola in nero". In fondo BTVS non è altro che questo: una favola virata in colori oscuri eppure seducenti.
Buffy la bella principessa avvinta dall'incantesimo di un gruppo di uomini cattivi (è troppo ardito leggervi un riferimento arguto alla Mutant Enemy?) deve essere risvegliata dal bacio di un principe come nella miglior tradizione fiabesca europea (Vladimir Propp insegna). Ma ecco che si apre il bivio, l'inaspettato: il bacio farà risvegliare la principessa o la farà cadere in tenebre ancora più fitte di quelle del suo sonno consolatorio?

Capitolo 1
Innocence
Il risveglio simbolico di Buffy all'inizio del primo capitolo, che non a caso sente gli odori e i suoni delle terre in cui è nata la Prima Cacciatrice, ci trasporta in un universo alternativo, un Buffyverse dove tutto ciò che la Mutant Enemy aveva metaforicamente accennato diventa esplicito e acquista il sapore del vero. Ciò non significa che le metafore e il parlar per simboli si perdano per strada. Anzi, se possibile le chiavi di lettura e le narrazioni sotterranee diventano ancora più fitte e intricate. Quasi ci si perde in questa selva narrativa, quasi si desidera di perdersi per non uscirne più.
All'improvviso ci troviamo davanti una Buffy più tormentata, ma senza dubbio più vera e perché no, anche più simpatica. E Xander, l'amato Xander delle prime due stagioni torna a noi in tutta la sua scintillante arguzia. Sì, avete capito bene, ho detto arguzia. Perché Xander Harris non era da principio lo "stupido del villaggio" in cui scelte sceneggiative poco felici lo hanno gradatamente trasformato. Tanto meno era l'uomo intransigente e "tagliato con l'accetta" che si è visto nelle ultime serie. Xander Harris è un ragazzo con un passato e una realtà famigliare tormentata, salvato da un acuto senso dell'umorismo che gli permette di sdrammatizzare anche le situazioni più disperate. E' forte. Più forte di quanto appaia. Tanto forte da riuscire da solo a salvare niente meno che una Cacciatrice, lui, un ragazzo come tanti. Ma è proprio questo il punto. Xander non è un ragazzo come tanti. Racchiude dentro di sé una purezza che nessun altro possiede, non la candida Willow, non l'apparentemente risolta Buffy, non il tranquillo Oz. Xander è il più luminoso esempio di quella innocence di cui ci parla il titolo. Certo questo non significa che non abbia passioni o desideri. Ma non concepisce il pensiero di uscire fuori dagli schemi, la sua relazione con Buffy è graduale e conserva sempre, nonostante tutto un certo grado di pudore, ecco perché quando Buffy userà sul ragazzo il suo nuovo potere femminile, Xander ne uscirà sconvolto e leggerà, giustamente, nei gesti della ragazza la fine di un rapporto che forse non sarebbe mai dovuto cominciare.
E in fondo anche questo è in linea con il personaggio: un ragazzo costretto alla precarietà di una famiglia spezzata, all'impossibilità di vivere in condizioni socialmente accettabili, non può che rifugiarsi istintivamente nella normalità, non può che inseguire e aggrapparsi anche solo inconsciamente a quell'innocence di cui si parlava.

Ma Buffy è un'altra storia. Il rullo di tamburi la tormenta, come un suono insistente che pretende di svegliarla. La ragazza cerca di ignorarlo, si rifugia nel rapporto con Xander che lei stessa definirà "confortante". Ed ecco allora che dalla notte "qualcuno arriva e la invita a svegliarsi".
E qui non c'è dubbio, assistiamo al miglior incontro Spike/Buffy che si sia mai letto (o visto se è per questo).
Difficile dire chi davvero sia la preda tra i due, perché nonostante l'ostentata sicurezza, Spike mostra come sempre le sue "origini romantiche", o se vogliamo, il suo cuore. Un cuore che dovrebbe essere morto da centoventinove anni e che invece continua a tradirlo e a perderlo. Un cuore che di certo Buffy non ha ancora scoperto.
Come il più consumato gentiluomo la invita a sedersi accanto al lago e noi li vediamo così, due creature dal fascino oscuro e scintillante avvolte da una leggera bruma sullo sfondo di un campo di lapidi bianche che si rifrangono su una superficie di acque calme e fredde. Ed è qui, mentre siedono l'uno accanto all'altra come due innamorati, che Spike mostra a Buffy per la prima volta il suo vero volto e al contempo le sue vere intenzioni. C'è qualcosa di estremamente poetico nel suo rivelarsi di fronte a lei, nel suo parlarle in modo diretto eppure sottilmente ironico. Comincia così il primo duello verbale dei due "nemici mortali", un duello che funziona anche (come già nella serie originale) come una sorta di schermaglia amorosa, un preliminare per ciò che seguirà. Ma dato che non sono "uomini cattivi" a raccontare questa storia Spike va fino in fondo e bacia Buffy. Un bacio nuovo, il bacio del primo risveglio. Primo, perché Buffy si sveglierà più di una volta nel corso della storia.
E per citare uno che di passioni sotterranee ne sapeva più di quanto non sembri "la sventurata rispose".
Buffy accetta il bacio del vampiro e con esso il cambiamento. Ma questo bacio funziona solo da catalizzatore di un processo che era già cominciato. I suoni della savana, le inquietudini, le pulsioni, sono già dentro Buffy. Spike le porta lentamente alla luce e conferisce a Buffy una nuova consapevolezza di se stessa. Questo è il primo risveglio. E una volta svegliata la realtà di Buffy cambierà in maniera inesorabile. O meglio è lo sguardo di Buffy che cambia.
Xander mangia noccioline e guarda la tv salutandola senza troppo entusiasmo e viene da chiedersi dov'è finito l'eroico ragazzo a cui Buffy si concedeva con gioia all'inizio del capitolo. La verità è che il ragazzo è sempre lo stesso, solo che la prospettiva da cui lo guardiamo è diversa. Adesso in campo è sceso Spike e di fronte a noi (come di fronte a Buffy) si è aperto un universo di nuove possibilità e di segreti desiderosi di essere svelati.

Ma non è solo Buffy ad essere cambiata. Spike ha cominciato a cambiare nel momento esatto in cui ha posato gli occhi su di lei. E la visionaria Drusilla lo intuisce, o forse lo sa con certezza.
"lei sarà la morte per te", dice al suo distratto compagno. Ma quel corsivo che evidenzia la parola morte ci suggerisce che non si tratterà di una morte fisica. Di fronte a Buffy è la "persona" (inteso nel senso teatrale del termine, nel significato dunque di "maschera" "personaggio") di William il sanguinario a disfarsi lentamente e in un certo senso a morire.

Il secondo dialogo tra Spike e Buffy è a dir poco folgorante, una pioggia di battute una sull'altra e una Buffy che tiene testa a Spike e che anzi suscita la sua divertita ammirazione. Una semplice transazione d'affari che come ammette Buffy non senza difficoltà, assume però i connotati di un corteggiamento.
E in una scena splendidamente ironica Spike porterà a termine la sua opera di seduzione addirittura in una chiesa (aconfessionale....molto politicamente corretto come nota lo stesso Spike). E chi ha visto la settima stagione non può che sorridere al mirabolante contrasto con il contratto e tragico incontro dei due in una più classica chiesa alla fine di "Beneath you".
"Ti insegnerei a ballare" dice Spike a Buffy e la nostra cacciatrice disambigua immediatamente la metafora, con cui invece la Mutant Enemy ci ha tenuto sul filo per sei stagioni, replicando:
"E' una metafora per quell'altra cosa?"
Come dire, ci voleva tanto a capirlo?
Spike conferma mentre Buffy ci stupisce accettando la danza che il vampiro propone. Ma del resto è quello che fa (molto più inconsciamente anche nella serie originale, per questo nella quinta stagione Spike potrà dire "non abbiamo mai fatto altro (che ballare").
Qui però la danza dei nemici mortali sarà più vera, più reale e forse più più sincera.

Capitolo 2
Passion
Ci siamo. La danza è cominciata. E fin dal primo passo ci rivela che sarà una danza complessa e sinuosa, una danza di passione oscura e vertiginosa. Buffy è di nuovo al buio, come all'inizio del primo capitolo, ma in questo caso l'oscurità è indotta da una benda. La differenza non si ferma qui. Mentre in "Innocence" dall'oscurità si emergeva per tornare e aggrapparsi alla luce, in questo caso si compie il percorso inverso. "Passion" disegna un tortuoso percorso che la costringe ad affrontare l'oscurità che inconsapevolmente ha sempre conservato dentro di sé, un'oscurità che deve imparare a conoscere e che già desidera, attraverso Spike.

Ma qui si apre un bivio e risulta più chiaro che mai quanto Spike e Buffy siano in realtà diversi. Nella sua ricerca di se stessa la ragazza usa il vampiro senza preoccuparsi delle conseguenze. ("Buffy fissò il cellulare arrabbiata con lui e con se stessa. Addirittura furiosa.Ma già sapeva che ci sarebbe andata, ed al diavolo le conseguenze.") Conseguenze che arrivano puntuali quando all'apice di un amplesso Buffy dice a Spike di essere "sua". La ragazza non capisce l'enormità della sua affermazione, ma per Spike tutto cambia ("Avevano lottato, si erano allenati, a corpo libero, con la balestra, con i coltelli. Avevano fatto l'amore. E lei aveva detto che era sua.Erano passate solo ventiquattro ore, e la sua non - vita era sconvolta."). E la cosa è chiarissima quando di fronte alle perplessità di Buffy ("oggi siamo amanti, pur senza alcuna garanzia che questo rapporto non finisca con la morte di uno di noi due") Spike risponde con un sorriso amaro ricordandoci le parole di Drusilla ("Sono quasi certo che finirà così") . Da questo momento ogni gesto di Buffy è una ferita per lui. I baci che gli concede e in cui lui assapora il gusto di un altro uomo, il sesso senza sentimento che gli regala, proprio quando lui di sentimento comincia a mettercene anche troppo, l'assenza di dolcezza nei gesti di lei. Tutto lo tormenta, tutto lo perde. Fino a che tutto diventa insopportabile, quell'amore toppo grande per essere messo a tacere lo costringe ad allontanarsi. E Buffy, la ragazza che sotto le sue mani si è trasformata in donna, lo lascia andare e si prepara a perdersi definitivamente nell'oscurità.

Capitolo 3
I only have eyes for you
Non è un caso se questo capitolo si apre con un nome.
Angelus.
E' quasi una dichiarazione di intenti, non solo di Buffy, che fa del nuovo vampiro la sua nuova priorità, ma anche della storia stessa che a partire da questo punto prende una nuova svolta e ci annuncia un nuovo risveglio.
Il primo incontro tra Buffy ed Angelus avviene attraverso una foto. La cacciatrice rimane folgorata dal demone col viso d'angelo, l'epigono di Lucifero, l'angelo più bello di tutti, ma anche il più oscuro.
Oscuro come i luoghi che Buffy sta gradualmente scoprendo, dentro e fuori di sé.
Dall'immagine ingiallita dal tempo si passa all'immagine disegnata dalle parole di Joyce e poi all'odore afrodisiaco che impregna il sonno di Buffy con il suo gusto proibito e potente.
Mentre l'incontro con Spike è stato improvviso e inaspettato, il contatto con Angelus è graduale e preannunciato. L'attesa è snervante, mentre i segni si accumulano uno sull'altro. Immagini, suoni, odori, sapori, gesti, mille frammenti che costruiscono lentamente il ritratto dell'angelo nero.

E mentre Buffy si lascia avvolgere sempre di più dalla tenebrosa perfezione di Angelus, Spike che aveva sempre pensato di desiderarne almeno un pezzetto se ne allontana, comincia a rifiutarla inconsciamente per guardare verso nuovi orizzonti.

Tutto culmina nell'incontro in camera di Buffy. Una stanza che fino a quel momento era rimasta "immacolata". Gli incontri con Spike erano avvenuti in spazi sotterranei e polverosi, lontani dalla realtà quotidiana. Angelus invece si insinua nella vita diurna di Buffy, facendo calare su di essa la sua oscurità, ripercorrendo quasi con sarcasmo i gesti e le azioni del suo "cucciolo".
Angelus non vuole uccidere Buffy, vuole ammaestrarla, proprio come ha fatto con Spike. Ed è nelle vesti di maestro che le si propone, imprigionandola lentamente nella sua ragnatela di inganni e perdizioni.
Ma Buffy è già prigioniera, ancora prima di vederlo, ancora prima di toccarlo. E' prigioniera del suo mito, della sua forza e dell'oscurità che riconosce anche dentro se stessa.

Capitolo 4
Birthay


Buffy e Angelus

Questo capitolo comincia con una bugia. Una delle tante. Una bugia che insieme alle altre ha il potere di isolare Buffy sempre di più dal mondo che conosceva, dalle persone a cui era legata.
Prima di entrare nella casa di Angelus, la ragazza guarda il suo quartiere, le case dai colori pastello, le forme edulcorate, il cielo azzurro e dice addio per sempre a tutta quella luce per scoprire il potere dell'oscurità.
E' questo potere che Angelus vuole svelarle perché :"l'oscurità ha più di una dimensione, più di una sfumatura, una profondità insondabile. Non si può semplicemente osservarla al riparo della barricata opposta, bisogna andarle incontro, lasciarsi prendere tra le sue braccia, percepirne il respiro e i colori. Se vuoi combattere davvero l'oscurità, prima devi assaggiarla e capire se il suo sapore ti piace. E se ti piace, forse, avrai una possibilità di vincerla". Niente di più vero, tanto più che l'oscurità è alle radici del potere delle Cacciatrici come Dracula ci aveva rivelato nella serie originale e come Angelus conferma in questo racconto. Del resto come diceva saggiamente Francis Bacon :"Perché la luce possa risplendere in tutta la sua brillantezza, l'oscurità deve essere presente".
Sotto gli occhi dilatati di Buffy, Angelus comincia le sue lezioni e in una scena che ricorda le atmosfere e il lirismo di "L'amante", il vampiro rivela alla cacciatrice il segreto della sua femminilità, e l'enorme potere racchiuso nel suo corpo mentre lo deterge con una reverenza quasi mistica. Un potere che è legato al sangue, potente veicolo di connessione tra mondo umano e demoniaco. ("Il sangue, Buffy. Questo ci unisce. Con il sangue le donne creano, con il sangue noi vampiri distruggiamo, ma il sangue è alla base del potere di entrambi. La radice. La fonte") L'unione tra Buffy ed Angelus è quanto mai devastante per la ragazza, due poteri così grandi, due corpi così forti, due oscurità così profonde. Non a caso all'apice della passione Buffy vede un cielo nero cadere su di lei e inghiottirla. La luce, la stessa capacità di concepire l'esistenza del giorno vengono strappate dalla mente di Buffy e quando la ragazza incontrerà di nuovo sua madre non sarà solo la sua età anagrafica ad essere inesorabilmente cambiata.
La perdita dell'innocenza è definitiva tanto che neanche un rituale innocuo come quello di spegnere le candeline su una torta di compleanno può essere guardato allo stesso modo.
Buffy conosce ormai il potere e il pericolo dei suoi desideri ed ecco allora che l'innocente frase "Allora la lascerò spegnere" si rivela in tutta la sua profondità.
Perché come la ragazza ha imparato sulla sua pelle certi desideri ti cambiano per sempre.

Capitolo 5
Beauty and the beasts
Innanzi tutto geniale l'aggiunta del plurale nel titolo. In effetti inquesto frangente Buffy scoprirà la natura più animalesca dei suoi due"vampiri del cuore".

Con questo capitolo siamo costretti, insieme alla protagonista, adaffrontare il lato meno visibile ma forse anche più radicato di Angelus eSpike.
Fulminante il dialogo iniziale in cui Spike sottrae all'incontro tra Buffy ed Angelus ogni poetica illusione: l'uso di aggettivi crudi, la sistematicità con cui Spike rifiuta ogni tentativo da parte di Buffy di "elevare" ciò che si è consumato tra lei e Angelus oltre il mero atto sessuale, le accuse velate che trasudano da ogni frase, tutto contribuisce a questo effetto dissacratorio.
Eppure, nonostante tutto, questo incontro "a posteriori" ci riserva una nota di profonda dolcezza. E come sempre la dolcezza viene dalla creatura da cui meno dovremmo aspettarcela.

Non c'è dolcezza nell'indifferenza e nell'ostinazione di Buffy, non c'è dolcezza nelle recriminazioni amare di Xander o nelle insinuazioni di Cordelia, ma quanta dolcezza invece nel
modo in cui Spike sostiene la finzione che apparentemente lo lega a Buffy?
Spike asseconda la convinzione di Xander che si riferisce al rapporto tra lui e Buffy come a "una cosa seria" non tanto per vantarsi o per mettere la ragazza in difficoltà, ma perché questo da un senso di pace all'innamorato deluso e rigettato.
Spike non si finge il "fidanzato" di Buffy per interesse o per convenienza, ma perché sa meglio di chiunque altro cosa significhi soffrire per amore.
E quanta amara ironia nel suo ripetere a Buffy "Ti distruggerà", nel suo ammonire la ragazza sui pericoli e le dolorose insidie del lato oscuro della passione. In questa sua continua insistenza possiamo leggere le cicatrici lasciate da una passione che ha bruciato lui per primo (e infatti Spike ammette di fronte a Buffy di avere provato sulla sua pelle la crudele
passione di Angelus). Le sue descrizioni del "modus operandi" di Angelus sono fin troppo chiaramente autobiografiche.
Ma in questa frase ripetuta si può forse intravedere anche il destino futuro di Spike. Quando dice a Buffy "Ti userà in ogni modo che vorrà, userà il tuo grembo, il tuo sangue, il tuo spirito, e la tua forza. E di te, dopo, resterà ben poco. Ed implorerai di dartene ancora." Non possiamo fare a meno di rivedere davanti agli occhi lo Spike della sesta stagione di BTVS e
forse le parole che il vampiro usa per descrivere il suo grandsire non casualmente si applicano anche al comportamento della cacciatrice.

Del resto, come ammette lo stesso Spike più tardi, la fiamma di Buffy lo ha bruciato, proprio come ha fatto la fiamma nera di Angelus molto tempo prima.
Bella anche l'idea dell'incontro "alternativo" con Harmony che rimane sempre e comunque il surrogato di Buffy, per dirla con Spike "bionda e carina, ma meno intensa".

E poi la scena clue. Quella in cui Buffy deve affrontare i demoni che si annidano nei corpi immortali di Angelus e Spike.
Ed è proprio attraverso Harmony che le dà l'occasione di vedere in profondità, non solo dentro i due vampiri, ma soprattutto dentro se stessa. Perché di fronte a uno spettacolo che è insieme dolore morte sesso e tortura, Buffy è sconvolta sì, ma anche affascinata.
E qui viene in mente l'attrazione tutta umana per gli spettacoli "mostruosi" (qui si fa riferimento all'accezione originale del termine di origine latina, quella che definisce un evento o un'immagine che suscita meraviglia e stupito orrore). Il romanticismo gotico ha costruito su questo concetto la chiave del suo successo e una storia di vampiri è quanto mai ideale per rimetterlo in gioco.
Naturalmente si tratta di un'attrazione che ha non poche ripercussioni sullo spirito dell'osservatore e infatti Buffy si sente mancare il terreno sotto i piedi. Il punto è che il suo mondo all'improvviso non è più dipinto in un nitido bianco e nero, ma è avvolto da una nebbia grigia e rarefatta che rende i contorni delle cose indistinti.

Capitolo 6
New moon rising
Stupenda la descrizione del lento sorgere della luna prima vista attraverso gli occhi di Giles e poi attraverso quelli di Spike e infine attraverso quelli di Buffy. Ognuno di loro reagisce al meraviglioso spettacolo in modo diverso. Ognuno di loro riversa nella descrizione il proprio stato d'animo.
E poi il dialogo tra Spike ed Angelus in cui emerge chiaramente la profonda differenza dei due vampiri perfettamente e mirabilmente riassunto nel loro rapporto con il concetto di "speranza". Come sottolinea Angelus, Spike crede ancora che ci sia speranza (non solo per Buffy, ma anche in senso generale),mentre a lui il concetto di speranza è del tutto estraneo.

E poi l'ingresso di Darla, inaspettato, dirompente. Quanto la reazione di Buffy che contro ogni previsione decide di salvare la creatura che sarebbe destinata ad uccidere. Il legame con Angelus è già più forte di ogni dovere o proposito razionale. Ed è in modo del tutto istintivo e molto poco razionale che Buffy combatte la sua battaglia contro il suo alter ego in negativo, la bella e letale Faith. Non è seguendo gli insegnamenti di Giles, ma affidandosi a quelli di Angelus che riesce a guadagnare una prima, se pur precaria, vittoria contro la cacciatrice perduta. E questo è già tutto un programma....

Capitolo 7
Sleep tight


Spike e Dru

Per la seconda volta, Angelus varca la soglia della camera di Buffy, ma in questo caso è la ragazza stessa ad accoglierlo e nasconderlo volutamente nel suo piccolo mondo.

E' qui in realtà la prima vera violazione.
La prima volta Angelus era entrato nella camera da letto di Buffy non invitato, si era insinuato nella sua casa e nel suo mondo con sotterfugi e parole melliflue.
Ora invece è Buffy stessa a trascinarlo, letteralmente, al centro del suo mondo (simbolicamente nella camera da letto in cui è cresciuta). E lo fa nonostante abbia visto con i propri occhi la bestialità della natura del vampiro.
In questo senso è solo ora che si consuma la vera violazione dell'ordine costituito, è solo ora che Buffy viola fino in fondo gli schemi in cui è vissuta, è solo ora che abbraccia compiutamente l'oscurità.
Ed ecco allora che la cacciatrice si addormenta sul cuore immobile del vampiro, in un'immagine di aberrante perfezione.

Aberrante, la stessa parola che Giles usa per definire la cacciatrice perduta Faith, ignaro che sta al contempo definendo anche la sua pupilla.
Ed è aberrante il dialogo tra Buffy e Giles tutto giocato sulla contrapposizione degli aggettivi usati dall'osservatore per definire Buffy e degli insulti più o meno velati rivolti a Faith. La tremenda ironia risiede nel fatto che l'immagine che Giles costruisce con le sue parole accorate
non corrisponde più in alcun modo a Buffy (e qui ci si potrebbe chiedere se vi abbia mai corrisposto o se fin dal principio sia stata solo un'immagine fittizia creata da una mente ottenebrata dall'affetto), mentre l'immagine che l'osservatore costruisce di Faith corrisponde pericolosamente a quella della nostra "eroina".

Giles avrà un brusco risveglio, ad un certo punto?

Il risveglio di Spike, in tutto e per tutto simile a quello della bella addormentata nel bosco (con tanto di uccellini che cinguettano) è una scena che ho adorato. Così come la sensualità consolatoria del suo rapporto con Drusilla che non riesce comunque a cancellare del tutto l'immagine dell'altra...

E in ultimo, il dialogo tra Buffy ed Angelus, in cui la ragazza pur non comprendendo la natura del legame vampirico si abbandona alla soffice oscurità degli occhi del suo angelo ribelle anche se non casualmente gli chiede di "ingannarla".

Capitolo 8
Bad girls
Inutile ingannare se stessi (un suggerimento che Buffy dovrebbe prendere alla lettera). Io amo il sindaco. Mi piaceva anche nella serie originale e in questo capitolo torna in tutto il suo malvagio splendore.

Lo trovo un cattivo esemplare proprio perché è affascinante: il male è pericoloso soprattutto perché è attraente ed è proprio in questo senso di attrazione che risiede il vero senso del peccato (da quello originale in poi).

Sono molto curiosa di esplorare più a fondo le vere motivazioni di Darla, non ce la vedo come semplice impiegata della Wolfram e Hart...

Comunque sono contenta che anche in questo Buffyverse ritorni la profezia dello shanshu....

Nel frattempo, in perfetta sintonia con il discorso sul fascino del male, Buffy si lascia sempre più avvolgere dall'oscurità. Il ballo con Faith da questo punto di vista è esemplare, ma riprende anche il concetto di danza come metafora di altro (sesso, legame, combattimento...).

Divertentissima l'idea della voce della coscienza di Buffy che parla con l'accento profondo e ritmato di Spike. E se guardiamo la cosa un po' più a fondo non dovremmo essere troppo stupiti: paradossalmente Spike è rimasto in un certo senso la voce della ragione in mezzo al delirio in cui Buffy si sta perdendo.

La chiusura del capitolo è quanto mai rivelatoria. Una Buffy che si finge normale, sotto la luce del sole, ma che non può nascondere a se stessa la propria inquietudine. Un'inquietudine che dipinge lentamente il suo mondo di nero.

Capitolo 9
Lies my parents told me
La scena iniziale tra Spike e Angelus mi ha colpita.
Il fare paterno e accondiscendente di Angelus, l'ostentata indifferenza di Spike che nonostante tutto non riesce a reprimere l'amore per il suo grandsire. E poi la capacità di Angelus di quietare Spike con la stessa facilità con cui riesce a farlo infuriare.
Un momento quasi quotidiano eppure così sorprendente perché quelle che osserviamo nell'intimità di un salotto sono creature infernali, demoni che dovrebbero essere votati alla distruzione del mondo. Ecco allora che questi gesti chiaramente abituali e così dolcemente sommessi ci colpiscono con una forza inaspettata.

Geniale l'incontro tra Joyce ed Angelus e ancora di più la successiva riflessione sul ruolo e le colpe dei genitori, del resto già preannunciate nel titolo.
Mi viene in mente Aya, amica e collaboratrice, quando parlando degli errori dei genitori dice che in sala parto consegnano alle neo-mamme e ai neo-papà un identico (e inefficace) manuale di istruzioni perché è statisticamente impossibile altrimenti che tutti i genitori commettano gli stessi identici errori.
A parte gli scherzi la frase "i genitori, una razza infelice geneticamente programmata per sbagliare" è quanto mai tristemente fondata.

Darla è come sempre bella e letale, ma soprattutto disincantata. Se Angelus ha smesso di sperare, Darla ha smesso di vedere il lato poetico della vita.
Del resto non c'è da stupirsi se consideriamo anche chi era in vita. Ecco allora che l'affascinante vampira bionda deride l'improbabile legame tra Buffy ed Angelus citando l'opera più lirica e romantica di Shakespeare, Romeo e Giulietta. In questo brevissimo e acido riferimento si disvela tutto il senso di disillusione che pervade questo personaggio. Eppure intuiamo che ancora in una cosa riesce a credere: nel suo legame con Angelus.
Ecco allora che insinua, suggerisce, insulta, cercando di provare a Angelus, ma soprattutto a se stessa che quel legame è tanto profondo quanto indissolubile. Qualcosa per cui vale la pena continuare a sopravvivere.
Impietosa la reazione di Angelus che rinfaccia a Darla il suo passato e anche il suo presente e le sbatte in faccia il suo rifiuto.

E il risveglio solitario di Spike che sottolinea ancora di più il suo graduale cambiamento. Un cambiamento di cui forse neppure lui si rende totalmente conto ma che di certo lo fa sentire molto più solo.

Capitolo 10
Something blue
Non qualcosa di blu, ma qualcosa di triste e malinconico. In Italiano forse non esiste un termine che possa rendere giustizia al tipo di atmosfera emotiva suggerita dall'aggettivo blue. Del resto si parla di un termine che ha ispirato addirittura un intero filone musicale, il Blues.
E' attraverso il monologo interiore di Spike che ci addentriamo in questa atmosfera melanconica (e come non sentire in sottofondo la voce di Ella Fitzgerald o le liriche di Luis Amstrong?).
La sua riflessione sulla solitudine delle creature che camminano sulla terra, sull'impossibilità di trovare risposte riguardo il senso della vita, sulla fragilità e la potenza dell'amore.
Il mondo è una vasta landa desolata in cui vivere per anni, anni e anni...eppure Spike desidera vedere cosa il destino riserva a lui e a coloro che gli sono legati. Determinazione. Ecco la parola chiave. Spike è la determinazione fatta persona. Bellissima la rivisitazione della famosa massima di Cartesio, " Cogito ergo sum (penso dunque sono) " , in una fatta su misura per Spike. " Voglio ergo sono".
Io credo che in questa sua determinazione, in questa sua incrollabile volontà possa nascondersi la chiave del suo cambiamento e forse in un certo senso del suo riscatto. Senza dubbio sarà la volontà individuale a formare il destino di Spike.
Molto importante è la frase successiva: "una volta fatta chiarezza sui suoi veri obiettivi, nulla poteva fermare William the Bloody"
Il punto del discorso è tutto qui e in un certo senso anche il destino del personaggio, nel momento in cui Spike capirà ciò che vuole davvero si impegnerà in ogni modo per ottenerlo. Come aveva sapientemente detto Angel nella sua presentazione di Spike durante la reale seconda stagione "Una volta che inizia qualcosa non c'è niente che possa fermarlo".
Ma il nodo centrale è: cosa vuole davvero Spike? Cosa inizierà?
Io credo che neppure lui a questo punto della storia lo sappia, ma noi possiamo intuirlo,
vero?

Geniale il dialogo con Buffy, tutto un sottointeso, tutto una battaglia verbale e poi mi piace questa Buffy insolitamente preoccupata...

Inutile dire che non ho trattenuto una lacrima nel leggere queste parole.
"Non sono un essere che possa aspirare alla grazia, Buffy. Non c'è Paradiso per i dannati, non lo vorrei nemmeno...ma tra le tue braccia ho avuto fede...fede in qualcosa di effulgente". Proprio come Buffy non è riuscita a trattenere una lacrima ascoltandole.
Questa frase da sola vale un centinaio di libri che ho letto ultimamente.

E la voglia di vivere di Spike, così evidente nei suoi occhi pieni di desiderio e attesa, le speranze di Buffy così improbabili eppure per questo così dolci, il desiderio di un demone di poter tornare ad essere un uomo, solo per amore di una ragazza. Cose che colpiscono nel profondo e poi quella citazione dal musical (ancora una volta, con più sentimento) che ci fa
intravedere qualcosa di luminoso in tutto questo buio...

Capitolo 11
Dear boy


Angelus, Dru e Spike

Bello il riferimento a Marylin. In effetti Darla me l'ha sempre ricordata con la sua decadente innocenza.

E sbaglio o qui si sta profilando un po' di Faith/Angelus?
Mhhh qui gatta ci cova...
Per quanto riguarda Lindsey...beh, io l'ho sempre trovato un personaggio moooooolto affascinante... Ma paragonarlo ad Angelus...Faith andiamo non delirare!!!

Stupendo il momento in cui lo sguardo di Darla si ammorbidisce per diventare quasi vulnerabile, così rapidamente da dare l'impressione di un'illusione ottica...

E bellissimo il parallelismo tra i risvegli di Faith ed Angelus, così antitetici eppure così simili. E' proprio a partire da questo parallelismo che si costruisce il loro incontro...

L'immagine di Spike e Drusilla rannicchiati, come bambini impauriti, contro il corpo di Angelus è sublime e di una dolcezza sorprendente.
E la riflessione silenziosa che Angelus fa su William è quanto mai toccante, proprio perché costruita "per differenza". William è e sente tutto quello che Angelus non è più e non è più in grado di sentire.
E poi la stigmatizzazione: William è il gentiluomo , Angelus il ragazzo sbagliato.
Affascinante chiasmo. Ancor più affascinante perché la definizione stereotipata di Angelus ci ricorda un titolo in particolare: Bad Girls. E ancor di più un personaggio in particolare: Faith.
Ecco allora che le due linee parallele cominciamo lentamente a sovrapporsi...

L'incontro tra Faith e Angelus è selvaggio e irrazionale, così diverso da quello tra Spike e Buffy, ma anche da quello tra Buffy e lo stesso Angelus. In un certo senso si può interpretare attraverso le parole di Spike: "se vuoi la passione, devi anche essere preparato a subirne le conseguenze". Ecco, l'incontro tra Faith e Angelus è passione pura e senza freni.

Capitolo 12
Touched
Willow comincia a emergere in tutta la sua problematicità.
Già si intuiva nei brevi accenni, nelle descrizioni dai tratti rapidi eppure così precisi, che questo personaggio aveva molto da nascondere e il commento ironico di Buffy è quanto mai rivelatorio: "il potere ti da alla testa Will?"
E il successivo comportamento della ragazza, la sua leggerezza nell'invadere la privacy della Calendar, il fascino per il proibito...tutti elementi che suggeriscono una svolta nella storia...
Fatto che è confermato dal ricordo dell'interludio con Xander...

Fantastico (immaginate che lo stia urlando mentre saltello su e giù per la stanza) il meeting Joyce-Liam O'Connor-William Shelby-Buffy!!
A parte che mi ci è voluta un'eternità per riprendermi dalla sorpresa iniziale (mi sentivo molto in sintonia con Buffy in quel momento) è stato bellissimo vedere come anche in questo universo alternativo Spike e Joyce si cercano, si trovano e scoprono una profonda sintonia...
Il sindaco è come sempre "rifulgente" nella sua oscura bellezza e il suo intuito è acuto come sempre. Lui ha subito capito che Darla è troppo legata ad Angelus per ucciderlo (ma cos'hanno in testa quelli della Wolfram e Hart???)...anche se a dire il vero Spike aveva accennato al fatto che non riteneva Darla una minaccia seria (la famiglia è la famiglia...).
E naturalmente concordo in pieno con la sua riflessione "anche quando il demone ci invade resta sempre l'umanità di fondo. Ed è quella la nostra più grande forza...ed insieme la nostra maggiore debolezza".
Non si è mancato di notare la sua ossessione per la pulizia...molto intrigante...

Willow, la piccola Willow soggiogata da un potere più grande di lei. Mi piace molto il personaggio in questa versione (del resto una delle poche cose che ho amato nella sesta stagione è stata Dark Willow...)

E in chiusura wow! Menage a trois (scusate la mancanza di accenti )
Bello il parallelismo con la situazione di Harmony (ci avrei giurato che la cosa non sarebbe finita lì...). E poi scusate ma il mio cuore Spuffy ha esultato quando Buffy ha scelto Spike, anche se per il mio vampiretto preferito è solo la classica vittoria di Pirro...
Però il momento in cui Buffy guarda negli occhi blu di Spike e vede qualcosa che non avrebbe immaginato, qualcosa che non la fa sentire degradata per l'esperienza che sta vivendo con i due vampiri, qualcosa che le fa intuire che per il vampiro biondo non si tratta solo di sesso... Ecco questo è uno di quei momenti da incorniciare.

Un po' come l'uso di un titolo come Touched per un episodio come questo, quando si dice il dolce sapore dell'ironia...

Capitolo 13
Seeing red
Occhi puntati su Willow e quanta sotterranea ironia nel riutilizzo di un titolo, "Seeing Red", in cui è contenuto il nomignolo che Spike aveva a suo tempo affibbiato (nella serie originale) alla nostra streghetta assetata di potere?

Proprio come Buffy prima di lei, Willow comincia a discendere lungo un pericoloso declivio che si perde in un'oscurità dal potere prepotente.

"E' tutta una questione di potere" come diceva la stessa Willow alla fine della sesta stagione...e in questo capitolo la cosa è più che mai evidente.

Willow desidera il potere ma ha difficoltà ad ottenerlo (simbolico il rientro improvviso della Calendar che le sottrae il potere sulla classe),
Buffy ha il potere legato alla sua missione ma ne ha scoperto uno molto più forte e invasivo a cui non riesce a resistere.
Jenny Calendar si sottomette al potere del legame con la propria stirpe.
Il sindaco e Darla cercano di sottrarsi potere l'un l'altro.
Il potere di Spike e Angelus ha fatto fuggire i demoni minori da Sunnydale e si potrebbe continuare...
Ben studiato l'attacco di Darla contro Angelus, Dru e Spike e soprattutto il colpo di scena finale...eh eh per un attimo ci ho creduto...
E studiato benissimo il piano del sindaco!!! Molto artistico, come ha commentato lui stesso parlando con Faith.

E finalmente una Buffy che butta alle ortiche missione, dovere e schemi prefissati per amore!

Mentre per Willow è sempre e comunque una questione di potere. Ecco questo è forse il momento dove c'è la divaricazione più profonda tra lei e Buffy: la cacciatrice agisce per amore e chiede aiuto alla strega in nome della loro amicizia, le chiede addirittura pietà e compassione, Willow agisce per dimostrare di non essere una nullità, per dimostrare di essere insospettabilmente potente.

Il pianto di Darla è tanto inaspettato quanto commovente. Come avevo già detto quando i cosiddetti cattivi piangono ci colpiscono con grande forza, quando chi non dovrebbe avere sentimenti ce ne mostra anche troppi non possiamo fare a meno di riflettere.
E la frase che ci svela il crollo emotivo di Darla è quanto mai azzeccata: "le lacrime stavano impreziosendo il suo sguardo azzurro"
Impreziosendo.
Sì, l'emozione impreziosisce il personaggio di Darla, lo arricchisce e gli dà spessore.

E il dialogo finale tra Buffy e Willow, con la strega pregna del suo nuovo potere, grondante di hubris...e non dimentichiamo che, come insegnano i classici, il peccato di hubris dell'uomo (che potremmo tradurre come peccato di orgoglio o di superbia, si ha hubris nel momento in cui l'uomo si crede superiore agli dei e agisce irrispettosamente nei loro confronti) viene sempre punito...

Capitolo 14
Fool for love
Il capitolo si apre con una riflessione sull'impossibilità per l'occhio umano di cogliere i cambiamenti infinitesimali che segnano il passaggio da buio a luce e viceversa. Non è una riflessione gratuita naturalmente, primo perché viene da Willow, personaggio quanto mai centrale in questi capitoli, e secondo perché ci svela metaforicamente uno dei nodi centrali di questa storia: il passaggio da luce a buio è radicale eppure impercettibile perché si compie attraverso miliardi di cambiamenti condensati in uno spazio temporale brevissimo, ecco allora che la discesa di Buffy e Willow nell'oscurità è fatta di piccoli gesti, piccole e apparentemente insignificanti scelte quotidiane, non c'è un momento evidente in cui si realizza il passaggio da luce a buio per le nostre due antieroine, c'è piuttosto una somma di momenti che tutti insieme rendono questo passaggio inevitabile e forse incontrovertibile.

Bella la rivisitazione della scena del morso di Angelus, così piena di significato e di ambiguità. Qui ancora di più, perché Buffy si sta donando a una creatura davvero oscura, una creatura che, ne è convinta, non prova nessun sentimento amoroso per lei. Ecco allora che il suo sacrificio è ancora più pregnante, è un gesto di puro amore che come tale non chiede nulla in cambio e accetta allo stesso tempo qualunque possibile conseguenza. Anche la morte.

Ma Buffy dopotutto si sbaglia e Angelus compie a sua volta un gesto assolutamente inatteso. Di fronte a un bivio sceglie la terza via, quella nascosta, quella più compromettente, quella più inaspettata.

Salvando Buffy rimette in gioco tutto. Tutto quello che credevamo di sapere su di lui, come sottolinea acutamente anche Spike...

Capitolo 15
I've got you under my skin
Nelle vene di Angelus scorre il sangue di Buffy, ma in quelle della cacciatrice scorre già l'essenza stessa del Flagello d'Europa, da chissà quanto tempo.
Mai come in questo caso le liriche di Frank Sinatra sono state usate propriamente.
I've got you under my skin... Che in italiano sarebbe come dire "mi sei entrato nel sangue"
Ecco Angelus è decisamente entrato nel sangue di Buffy, tanto che nel mezzo del castello di bugie in cui ormai vive la ragazza, lui è diventato un paradosso sensato (splendida e puntuale citazione di uno dei momenti Buffy/Angel più belli nella serie originale)

Ma il momento Buffy/Angel più bello in assoluto è quello descritto subito dopo. Due creature che si incontrano nel modo più profondo, che condividono non solo i loro corpi ma tutto il loro mondo interiore. E sento in sottofondo Dancing di Elisa, mentre non riesco a trattenere una lacrima di fronte a un demone che ha dovuto vivere più di un secolo prima di poter ascoltare le parole "ti amo"...prima di poter credere che significassero qualcosa, anche per lui.
E allora bisogna ripeterle quelle parole e ripeterle ancora, ripeterle fino a quando non hanno riempito tutti quegli anni in cui sono mancate.
E c'è una poesia di Prevert che mi viene alla mente "Questo amore". Perché è tutto così intenso e doloroso, così pieno di gioia e ansia. Questo è un amore che fa paura, agli altri e a se stessi.

Ed è per paura che Angelus si ritrae, si rifiuta una felicità che viene da una fonte inaspettata e inaccettabile. Non posso, non devo... Sussurra il vampiro al risveglio prima di indossare di nuovo e forzatamente la sua maschera di indifferenza e crudeltà.
Ma è tardi, la breccia è già aperta. E' tardi, soprattutto per lui. Perché si può ingannare un'innamorata, si può ferirla a morte, ma non si può ingannare se stessi, anche se ci si può ferire a morte con le proprie mani.

Capitolo 16
Souless
Senz'anima. Ma chi davvero ha un'anima in questo guazzabuglio intricato di vite? E soprattutto cosa significa avere un'anima?
Di certo non essere necessariamente "buoni" o aderenti alle regole sociali.
Ce lo dimostra pienamente Willow, sempre più a briglia sciolta, sempre più inebriata dal potere che ha sugli altri (Xander in primis) e in senso generale.
E ce lo dimostrano personaggi come Wilkins e Lindsey. Ah e a proposito.
Lo adoro. Adoro Lindsey. La sua entrata è magnifica!
E poi il modo in cui tiene testa al sindaco fa molto "Wolfram e Hart"...

Mi è piaciuto anche lo scontro verbale tra Spike e Angelus e soprattutto la constatazione di Spike : "Angelus aveva l'amore di Buffy, lo sapeva. E lo buttava via".
E nelle parole di Dru leggiamo la distanza definitiva tra Spike e Angelus: "Solo gli stolti vanno là dove gli angeli hanno paura di entrare".
Direi che non c'è bisogno di elaborare...diciamo solo che mi viene in mente una questione di anime...

Sempre sull'onda di questa frase Spike si precipita dalla persona che Angelus sta evitando, Buffy. Mentre Angelus corre ad uccidere Jenny Calendar in un susseguirsi di eventi ed effetti sorpresa che lascia senza fiato.

Terribile l'ostinazione con cui Buffy spinge Willow a compiere il rituale degli zingari.
"lo voglio per me ad ogni costo. Sono pronta a tutto, anche a ridargli un'anima".
Buffy pretende di costringere Angelus ad amarla, si bea nell'ipocrita sillogismo "non mi ama perché senz'anima non può, se avesse un'anima non potrebbe non amarmi"
Eppure lei meglio di chiunque altro dovrebbe sapere che l'anima non è fatta di sola luce. E poi lei si è innamorata di Angelus, come può sapere con certezza che amerà la sua versione "animata"?
Ma non si fa domande, Buffy. Buffy vuole. Buffy pretende con egoistica ostinazione. Non pensa ad Angelus, Buffy, non pensa al mondo. Solo a se stessa e a placare il suo intimo dolore.
E presto è già troppo tardi.

Capitolo 17
Becoming 1
Un altro pianto. Un pianto doloroso e quanto mai inaspettato. Tanto che quando Spike lo vede istintivamente capisce tutto. Capisce soprattutto la tremenda portata di quello che è accaduto.
E noi con lui.
Noi che già sappiamo, ma che ancora non avevamo visto, che non avevamo compreso fino in fondo. Noi che ci precipitiamo al fianco di Spike per strappare Angelus dal bacio mortale del nuovo sole. Noi che rimaniamo attoniti, proprio come lui, di fronte ad occhi diventati irriconoscibili.

Senza neppure rendercene conto entriamo nella storia e la viviamo dall'interno, sentendo sulla pelle tutte le dolorose emozioni che la percorrono. Quelle di Angelus scaraventato nello spazio di una notte in un abisso in cui le sue vittime lo assordano con le loro grida. Quelle di Drusilla, inestinguibili e folli come la paura e l'orrore. Quelle di Spike, così potenti e controverse che lo costringono a fingere di non sapere fino a che è possibile.

Ed è con gli occhi pieni di lacrime di Drusilla, con quelli pieni di colpa e perdizione di Angelus, con quelli orribilmente sorpresi di Spike...è con questi occhi che vediamo Buffy pienamente cosciente delle sue scelte eppure totalmente ignara delle loro conseguenze.
O forse sarebbe più corretto dire totalmente indifferente alle loro conseguenze.
Perché la Cacciatrice è morta. Di lei è rimasta solo "una ragazzina totalmente, crudelmente innamorata".
Ecco questa è senza dubbio la frase cruciale nella descrizione della "nuova" Buffy. Una Buffy che si comporta esattamente come una ragazzina ostinata ed egoista, una Buffy a cui non interessa nient'altro che soddisfare il proprio desiderio per Angelus. Non solo non le importa del mondo, ma neppure le importa nulla della creatura che dichiara incessantemente di amare. "Voleva il suo uomo e per averlo era disposta anche a distruggerlo e a ricostruirlo".
Solo questo segue Buffy, il proprio volere.
E così quando Spike le chiede un motivo per giustificare l'atto che ha condannato Angelus lei riesce soltanto a replicare con un'altra domanda: "dov'é".
Buffy che è stata posseduta pretende ora di possedere. Non si accontenta di quello che il suo amante oscuro può darle, lei "vuole ciò che vuole" per parafrasare un famoso adagio.
E il confronto con Spike è teso e dirompente, vibrante di passioni contrastanti.
Fino alla rottura finale. La minaccia di morte. Una morte definitiva e senza ritorno. E che sia Spike a fare questa minaccia è poeticamente ironico. Lui che ha sempre cercato di salvare Buffy, anche da se stessa. Lui che ha sempre creduto che ci fosse una speranza per la sperduta cacciatrice bionda. Lui che ha cercato di allontanarla da Angelus perché era pericoloso.
Mentre adesso è chiaro ai suoi occhi dolorosamente aperti e ai nostri che quella veramente pericolosa era Buffy.
E allora aveva ragione Angelus (anche se con ogni probabilità non aveva compreso le implicazioni della sua stessa convinzione) a dire che per Buffy non c'era più speranza.

E quanto è doloroso seguire Spike nel suo folle viaggio di ritorno. Spike, piegato dalla consapevolezza di aver dato il proprio cuore a una creatura che non riesce più a riconoscere...una creatura che forse non ha mai davvero conosciuto. Spike soffocato dalla consapevolezza di aver più o meno volutamente contribuito a spezzare la propria famiglia.
"Una famiglia scomoda. Folle. Perversa. Ma pur sempre la sua"

Ma certi legami forse non possono essere spezzati. E così in un dialogo commosso e contratto Spike ed Angelus si accorgono con improvvisa paura di essere contemporaneamente "più lontani e più vicini di quanto non fossero mai stati".
Bellissima la casuale eppure così significativa simmetria delle lacrime negli occhi dei due vampiri e delle bruciature quasi identiche sulle braccia. Una visione esteriorizzata di un legame tutto interiore.
Un legame ancora più evidente nell'insistenza ostinata di Spike a vedere un "noi" dove forse un noi non c'è mai stato, dove di certo un noi non c'è più.

Capitolo 18
Becoming 2


Spike e Willow

Straziante l'addio a Jenny Calendar. Jenna della tribù dei Calderash. Non solo per le parole accorate di Giles, per i suoi occhi pacati pieni di lacrime, ma soprattutto per il monologo sotterraneo di Buffy che fa rabbrividire per la sua ostinata freddezza.
"Quanto gli ci voleva a scendere a patti con la sua anima...Era già passato un giorno e mezzo dall'incantesimo" Un giorno e mezzo.
E una giovane donna morta. Una vita di opportunità spezzate.
E una serie di legami inesorabilmente distrutti.
Ma di fronte al totale e crudele amore di una ragazzina, queste cose sembrano non contare nulla.
Ecco, la determinata ostinazione di Buffy è spaventosa.
Molto più della crudeltà estetizzante di Angelus. Molto più della follia di Drusilla.

L'incontro tra Spike e Willow...beh, chi mi conosce bene sa quanto amo le dinamiche di questa coppia...
Bellissima la descrizione che Spike fa del modo di rapportarsi ai vampiri (e al loro lato oscuro) di Buffy:
"Scopava i vampiri, ma Cielo che non si sapesse! Eravamo persone ai suoi occhi...persone dotate di brutti denti ed un cattivo carattere...piccoli difetti di cui bisognava liberarsi, in fretta, per non farci stonare, tra gli altri, al ballo della scuola"
Folgorante e assolutamente vero.

E ho AMATO il fatto che Angelus e la sua anima si siano precipitati da Darla, abbiano pianto tra le sue braccia invece che tra quelle di Buffy.
Darla che cerca di illudersi fino all'ultimo (bel parallelismo con Spike) e quando non può più negare allontana Angelus in un moto di istintiva repulsione (e qui la differenza, perché Spike invece non accetta di perdere Angelus, lo tiene metaforicamente stretto a sé).
Ho AMATO il fatto che Angelus sia andato da Darla non tanto per chiudere il cerchio (spingendola ad ucciderlo) ma per affidarle Spike e Drusilla.
Ho AMATO il fatto che ascoltando il sangue di Jenny, Angelus sia andato da Giles per avere aiuto.
E naturalmente ho AMATO il momento Angelus/Cordy. E' inutile questi due sono fatti per stare insieme. Lo so lo so sono di parte, io ho sempre tifato per Angel e Cordelia fin dalle prime stagioni di BTVS perciò....
Vorrei solo sottolineare una frase che sembra davvero uscita dalla bocca di Miss Cordelia Chase:
"Sperava anche lei sinceramente di non rivederlo.Lei aveva un'intera vita davanti: finire il liceo, sposare Brad Pitt e diventare una star"
Geniale.

Come geniale è il colpo di scena che riguarda Spike (anche se devo dire che avevo già intuito dove voleva arrivare)...
Comunque c'è di bello che lascia Giles a bocca aperta...
Spike vuole un'anima.
Vuole.
Del resto l'avevamo detto che il suo destino sarebbe stato determinato dalla sua volontà...
E il motivo per cui la vuole è quanto di più tragicamente commovente si potesse pensare.
Non vuole un'anima per spirito di redenzione, per conquistare qualcuno, per sentirsi umano o vivo. No. Spike vuole un'anima per non lasciare solo Angelus "in quest'avventura" e per non essere a sua volta lasciato solo. Quando si diceva di legami che non possono essere spezzati....

Terribile il confronto tra Buffy e Joyce. Due mondi inesorabilmente chiusi e incompatibili.

Bello il sogno di Buffy....sarei quasi preoccupata se non avessi piena fiducia nelle mie scrittrici preferite...§^___-§

Il "risveglio" di Spike invece mi ha lasciata senza fiato. Tutto quel dolore, ma soprattutto tutto quell'estremo senso di inutilità. E la consapevolezza che il gesto che ha fatto, per quanto di immensa portata, non lo salverà dalla solitudine, una solitudine a cui la stessa anima che ha volutamente cercato lo condanna. Un'anima che come in un chiasmo ben studiato si rivela il vero dono oscuro per lui.

Perché in fondo che ne sa Anne Rice di vampiri?

Capitolo 19
Redefinition
Come sempre il titolo è quanto mai esplicativo. E' in atto una ridefinizione. Non solo per Angelus, non solo per Spike, ma per tutti i personaggi di questa favola in nero. In effetti a essere ridefinito non è il singolo personaggio, ma l'intera situazione.
Buffy è ancora cieca, la vista annebbiata da una passione egoista e ostinata. Intravede la luce nuova e vibrante che emana da Angelus, ma chiude gli occhi, finge di non vederla, cerca disperatamente di affermare la propria definizione della situazione: Angelus è tornato da lei ed è suo e tutto ciò che è stato fatto è stato fatto per amore.
Ma Angelus rifiuta questa definizione, rifiuta di farsi ingabbiare nella visione della ragazza: "Non è amore questo" dice a Buffy in uno sfogo dolente. "E' possesso, prevaricazione..." continua e in un momento di inquietante lucidità paragona la giovane Cacciatrice ad Angelus e al suo modus vivendi e riduce il suo sbandierato amore a niente più che un'ossessione infantile. E davvero Buffy assomiglia una bambina il cui giocattolo preferito è irrimediabilmente andato in pezzi. Una bambina che si rifiuta di separarsi dal suo cucciolo, che pretende di lasciare le cose come stanno, mentre tutto è irrimediabilmente cambiato. Una bambina che non vuole capire e che vuole, vuole disperatamente qualcosa senza neppure riuscire più a capire cosa esattamente.
Angelus lo conferma con spietata tenerezza: "Cosa vorresti?...Che dovrei fare? Restare chiuso qui, nella tua cameretta come un bravo cagnolino?"
Buffy insiste, ostinata, ma la verità è che non solo non sa cosa vuole, ma neppure sa più con chi ha a che fare: "neanche mi conosci" le dice Angelus poco prima di lasciarla.
Eppure anche il predatore che non sa più cacciare, anche il Flagello che non desidera più devastare, anche quel poco che resta dell'antico vampiro sanguinario non può fare a meno di ammettere di amare la Cacciatrice, la sua nemesi. Ma a volte "l'amore non è sufficiente".

E l'anima? L'anima è sufficiente? E' sufficiente a cambiare completamente strada? A votarsi al bene?
Faith pare convinta di no. Lei l'anima ce l'ha da una vita eppure si è volontariamente votata al male e ne assapora ogni giorno il gusto agrodolce.
Guardandola Lindsey può sorridere e definirla promettente. Ecco allora che la situazione è di nuovo forzatamente ridefinita. Fino ad ora l'anima ci è stata presentata come qualcosa in grado di cambiare tutto, perfino il mondo in certi casi (pensate ai discorsi sulla balancing of power...), ora ci viene detto che l'anima non serve a niente. La stessa situazione cambia a
seconda degli occhi attraverso cui la guardiamo...

E questo è ancora più evidente nel momento in cui gli occhi scuri di Angelus incontrano quelli cristallini di Spike.
Perché di fronte alla specularità delle situazioni, di fronte all'assurda ironia del destino, si può anche ridere. Ridere per non piangere, ridere perché resta da fare solo quello, a parte morire forse.
E si può pensare che forse l'anima non è una maledizione, non è un oggetto di cui dotarsi per non essere lasciati indietro...forse è una possibilità.

E forse è davvero qualcosa in grado di cambiare tutto. Lo capiamo quando Spike e Buffy si dicono addio, nello stesso luogo in cui avevano parlato per la prima volta. Perché le cose sono sempre al loro posto e la natura fa il suo corso lento e inesorabile, eppure tutto è fuori posto,
fuori onda, fuori atmosfera.
E finalmente anche Buffy comprende. Non la terribile crudeltà della propria passione che lei si ostina a chiamare amore. Non le scelte di Angelus. Non le parole di Giles che finalmente ha aperto gli occhi sulla realtà. Comprende che la situazione non si piega alla sua semplicistica definizione. Perché tutto è stato ridefinito e lei non ha il potere di controllare tutte le definizioni o le scelte. Tanto che di fronte alle richieste di sua madre, di fronte alle domande a cui ha sempre risposto con ostentata sicurezza, rimane silenziosa e attonita.
E mentre Spike e Angelus tornano a nuova vita, lei si sente come morta.

Capitolo 20
Destiny


Angelus e Spike

Esiste un destino? O tutto è lasciato al caso? E' tutto deciso ancora prima che veniamo al mondo o di fronte a noi si aprono migliaia di sentieri ugualmente percorribili?
E ammesso che un destino esista come possiamo comprendere quale sia?
Spike aveva creduto che il suo destino fosse Drusilla (bella citazione dall'episodio Destiny di ATS season 5), ma questo destino dai lunghi capelli scuri si è rivelato quanto mai fragile e fugace, proprio come la sua cacciatrice bionda.
"era nato per volere e ancora non desiderava di essere nulla", una frase lapidaria che pur nella sua elegante semplicità ci illumina sul confuso e doloroso stato interiore di Spike. Perché non volere, non avere una direzione, è per lui ancora più terribile che provare un costante e infinito
senso di colpa.
E poi l'incontro con Whistler che il destino pretende di conoscerlo in tutte le sue sfumature, che pretende di svelarlo e affibbiarlo sulle spalle dei due vampiri.
Lottare per il bene.
Tutto semplice, tutto facile?
Neanche per idea. Spike non è il tipo che si arrende a un Potere superiore o che si lascia coinvolgere in piani su cui non ha avuto diritto di veto.
E' già tardi, suggerisce Whistler, avete già cambiato rotta. Angelus sembra catturato dall'idea, affascinato, sembra vedere in questo "destino" da benefattore una nuova speranza, una speranza capace di fargli dimenticare seppure per un istante le sue mani sporche di sangue.
Spike rifiuta questa via d'uscita, espiare non è nel suo stile (molto in linea con il personaggio di Joss che rimprovera sempre a Angel di perdere tempo a rimuginare).
Eppure è lui a intervenire quando un'innocente è in pericolo. E' lui a fare il "primo salvataggio" con perfetta e sincronica maestria. Ma con le mani che tremano di fronte alla realtà che si definisce lentamente davanti ai suoi occhi e a quelli di Angelus.
"E' stato più forte di me" dice al suo gransire, che immediatamente comprende una verità inquietante e rassicurante al tempo stesso: "Non siamo soli in questa cosa". E non si tratta solo dell'ovvia constatazione che lui e Spike condividono un destino comune, ma della più profonda comprensione che un destino esiste, così come esiste qualcuno che forse muove tutti i
fili, qualcuno i cui reali piani sono imperscrutabili.
Le parole di Spike negano e al tempo stesso confermano questa idea: "Lo so, ma giuro che farò sempre comunque a modo mio"
E così la favola si conclude, con i due neri principi che si incamminano sulla strada del loro destino. Mentre la principessa li guarda allontanarsi, solitaria eppure viva.
Forse più viva che mai.

E qui finisce la lezione come saggiamente citano (da Dancing Lessons) le nostre autrici chiudendo una serie intricata di richiami e percorsi paralleli che arricchiscono questa bella favola. Perché come dice Eco: "un libro è sempre un libro di altri libri".

Saki