WHEN LOVE IS FOREVER……….

AUTRICE:  AliceShelby (Ale)

 

Subject: Buffyverse, in seguito alla quinta stagione di Angel...ignorate i fumetti..

 

Pairing: Spuffy

 

Raiting: Nc17 (of course)

 

Genere: Divertente, romantico. Forse anche un pò triste, ma non lo so..

 

Summary: E se Buffy scoprisse che Spike è vivo???Riusciremo ad avere il loro bel finale???

 

Disclaimer: L'autrice non scrive a scopo di lucro. Non possiedo nessun personaggio, appartengono tutti a Joss Whedon, alla Mutant Enemy e alla Fox…

 

 

 

 

Los Angeles, California

 

 

Il telefono squillava incessante senza che nessuno si curasse di rispondere.

Nello studio della Wolfram and Hart non c'era mai un attimo di tranquillità.

Nel salone principale decine e decine di persone si affaccendavano avanti e indietro in stanze immense con tra le mani dati e documenti che nessuno si sarebbe ricordato di guardare. La segretaria del capo, Harmony, era impegnata in una vivace conversazione con un demone del caos che cercava Angel ostinatamente. Quest'ultimo era ad una riunione da tre ore con dei vampiri che volevano, come ogni dicembre, la loro carne fresca per i rituali di inizio anno.

Spike guardava tutto questo divertito seduto nella poltrona sorseggiando il suo bourbon coperto dal vetro riflettente. Il telefono sulla scrivania del boss continuava a squillare ma lo ignorava deliberatamente. Dopo dieci squilli però anche il rumore più delicato e ricercato diventa insopportabile. Al'ennesima chiamata lascia controvoglia il suo bicchiere di bourbon e si avvicina alla cornetta per rispondere.

-Studio legale Wolfram and Hart, con chi ho l'onore di parlare che rompe le palle da mezzora?- domanda secco Spike sedendosi nella poltrona del vampiro moro.

Dall'altra parte della cornetta si sente un brusio leggero e qualche urla. Poi una voce tetra.

-Voglio parlare con Angel-

Spike sospira afferrando una penna e girandosela tra le dita.

-Momentaneamente non è disponibile. La farò richiamare- conclude la conversazione diretto, senza nemmeno farsi dire il nome. Sbuffa imprecando contro tutti questi scocciatori quando il telefono riprende a squillare. Con uno sguardo truce lo fissa sperando che capisca il limite della sua pazienza e la smetta. Ma niente. Continua imperterrito a squillare. Lentamente Spike gira attorno al tavolo arrivando al filo del telefono e con un gesto secco lo stacca. Immediatamente il silenzio si spande per la stanza ed il vampiro lo assapora chiudendo gli occhi.

Si malediceva ogni giorno per essere tornato in quello studio per ben due motivi. Il primo era il caos incessante che aleggiava e che sembrava dovesse durare per sempre. Il secondo era il suo proprietario. Angel. Il vampiro moro era di sicuro l'ultima persona che volesse vedere dopo la sua morte e la prima che invece gli era toccata. Da quando era tornato non c'era stato giorno in cui non provasse ad andarsene ma il suo essere un fantasma glielo aveva impedito. Solo dopo, grazie all'arrivo di un pacco misterioso, era riuscito ad avere il suo corpo. Era ritornato ad essere un vampiro. Con l'anima, ma pur sempre un vampiro. Ed era soprattutto in giornate come questa che odiava quello studio legale. La verità è che sarebbe voluto ricomparire tra le braccia della sua amata cacciatrice. Ma era andato dove il medaglione lo aveva portato. Cioè a Los Angeles, da Angel. Angel che in tutti questi mesi gli aveva impedito di chiamarla sostenendo che si fosse rifatta una vita. E quale delusione poi a Roma? Quando vennero a conoscenza della sua relazione con l'Immortale? La sua donna era andata avanti. Ora doveva farlo anche lui. Eppure sembrava così difficile dimenticare la sua riccioli d'oro, la sua...

Il flusso dei suoi pensieri si era bloccato all'ingresso di Wesley nello studio. Si erano osservati un istante e poi il vampiro era ritornato a bere il suo superalcolico.

-Angel non è ancora rientrato dalla riunione?- chiese sedendosi nella poltrona accanto.

Spike scosse il capo continuando ad osservare l'inglese. Indossava un completo di tweed che mostrava senza possibilità di errore il suo stato d'appartenenza. Gli occhiali poi erano il colpo finale.

-Credo avrà da fare per molto ancora- rispose infine l'ossigenato dopo un esame accurato.

Wesley si sfilò gli occhiali per pulirli. Spike lo osservò fare quel gesto che aveva visto fare mille volte ad un altro inglese, ad un altro osservatore. Giles. L'osservatore di Buffy, l'uomo che aveva cercato di ucciderlo. Sospirò ripensando a Sunnydale. Quanto gli mancava quella città. Quando Angel gli aveva detto che era stata distrutta e che era stato proprio lui a farlo non ci aveva creduto. Ma poi, arrivando davanti al cratere, non aveva potuto negare l'evidenza. Tutti quei posti, tutti quei ricordi erano andati scomparsi per sempre. La sua cripta, la casa di Buffy e Dawn, la casa dove avevano fatto sesso per la prima volta. Era andato tutto scomparso. A causa sua e del medaglione. Il maledetto medaglione che gli aveva tolto la vita ma che l'aveva salvata agli altri. Chiuse gli occhi contraendo la mascella. Doveva smettere di pensarci. Lei era andata avanti. Ora doveva farlo anche lui.

Ti amo...

Quanto gli mancavano quelle due parole. Quanto avrebbe voluto risentirle ora.

Non è vero. Ma grazie per averlo detto.

E soprattutto, quanto avrebbe voluto che fossero vere. Eppure non aveva potuto fare a meno di notare gli occhi lucidi mentre gliele diceva. Che...? no, Spike devi smetterla. Si è innamorata dell'immortale. Andrew è stato chiaro. Basta pensare a lei.

-Spike, hai ascoltato almeno una parola di quello che ho detto?- domanda Wesley penetrando nella sua mente.

Il vampiro si volta a guardarlo rimettendo a fuoco la stanza.

-No- gli risponde scuotendo il capo.

Wesley sospira sistemandosi gli occhiali sul naso.

-Ho detto che ho esaminato i dati di ieri sera- spiega mettendosi comodo sulla poltrona.

-E?- chiede Spike accendendosi una sigaretta.

-Erano organizzati. Sanno quello che fanno. Hanno in mente qualcosa. E stavolta è qualcosa di grosso- gli spiega sfogliando il plico di dati che ha in mano.

Spike lo guarda dubbioso.

-E tu riesci a capire queste cose attraverso dei grafici?- chiede scettico il vampiro ossigenato.

-Bè, si- ribatte l'osservatore.

Spike alza il sopracciglio sorpreso.

-Se lo dici tu. Tanto dobbiamo aspettare Soul Boy per parlarne-

In quel momento Angel entra nella stanza seguito da Fred e Gunn. Chiude la porta dietro di se per evitare di essere disturbato durante la riunione. Non appena vede il biondo ossigenato alza gli occhi al cielo e sospira.

-Che ci fai qui Spike?- chiede acido.

-C'è una riunione. Eccomi- ribatte l'altro sorridendo.

Angel si siede alla scrivania ed incrocia le braccia fissando il vampiro con disapprovazione.

-Oh non guardarmi così. Procediamo? Sembra importante- incalza Spike.

Angel sospira e lascia correre voltandosi verso Wes. Questo si alza e tossisce per trovare la voce.

-Ho esaminato i dati dell'attacco di ieri sera. Ci dobbiamo preparare per qualcosa di grosso ragazzi. Perchè loro si stanno organizzando e dovremo farlo anche noi. Da questi grafici emerge che sono molto schematici e preparati, come se seguissero uno schema, degli ordini ben precisi. E questi ordini sono destinati a qualcosa di grosso- conclude teatralmente.

Angel si appoggia contro lo schienale della sedia e chiude gli occhi. Nella stanza tutti gli occhi sono puntati su di lui tranne quelli di Spike che ne approfitta per aprirsi una birra. Al rumore del tappo che cade a terra i presenti si voltano a guardarlo.

-Che c'è? Avevo sete- esclama come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Angel riapre gli occhi e si alza andando verso la finestra. Le mani dietro la schiena sono tese, nervose. Osserva la città dall'alto del palazzo. Scorre tranquilla, senza aver capito la gravità della situazione.

-Dobbiamo capire che intenzioni hanno e radunare un piccolo esercito- dice serio in volto, -Ci servono armi nuove e nuove idee. Devo sapere cosa vogliono, come lo vogliono ottenere e quando-

Wesley lo fissa posando i fogli sulla scrivania.

-E come?- domanda Fred.

Spike fissa gli occhi su di lei. La dolce Fred. È stata l'unica a preoccuparsi quando da fantasma finiva all'inferno. L'unica a cercare una soluzione per riportarlo indietro. Era la prima ragazza che vedeva come un'amica e non come qualcuno con cui scopare. Tranne Briciola ma allora non era una ragazza. Briciola. Chissà come stava...

-Io parlerò con i soci anziani- dice Gunn, -Posso vedere se sanno qualcosa-

-Io e Wes ci occuperemo di armi ed incantesimi- esclama Fred avvicinandosi all'osservatore che arrossisce in volto.

Spike ed Angel si guardano con disprezzo per un secondo per poi distogliere lo sguardo.

-Io e te cercheremo notizie- dice infine il vampiro moro.

La stanza si svuota completamente lasciando soli i due vampiri. Angel si lascia cadere pesantemente sulla sedia osservando l'agenda piena mentre Spike gli si mette davanti. Le due mani poggiate sul legno liscio e le gambe leggermente aperte.

-Spike che cosa vuoi ancora? Vattene- gli intima il moro.

-Non abbiamo parlato- gli ricorda Spike.

Angel sbuffa alzando gli occhi al cielo.

-E di cosa?- chiede alzando il tono di voce esasperato.

-Di quello che è successo in quel teatro- gli spiega il biondo.

Le mani di Angel si fermano dalla ricerca di qualcosa. Alza lentamente lo sguardo incastrandolo in quello del suo childe. Perchè in fondo, anche se non l'ha vampirizzato lui, è lui quello che gli ha insegnato tutto.

-Cosa c'è da dire? Hai vinto. Basta. O vuoi fare battute sarcastiche ancora?- domanda secco.

-Non mi riferivo alla vincita. Anche se ora che mi ci fai pensare...- comincia Spike sorridendo.

-Zitto Spike. Arriva al dunque-

Spike sospira e si siede nella poltrona davanti a lui.

-Intendevo quando ti ho detto perchè non puoi guardarmi- gli dice fissandosi gli anfibi neri.

-Bè cosa c'è da dire?- chiede Angel con una punta di astio.

-Mi dispiace. Ho detto delle cose non molto...amichevoli-

Angel lo fissa scusarsi. Vede i suoi occhi vagare verso terra cercando un dettaglio che lo attiri. Osserva le sue mani tremare per lo sforzo. Sorride.

-Non devi scusarti. Hai ragione. Tu per me sei anche quello- lo rassicura pentendosi immediatamente.

Spike lo fissa sconvolto per questo piccolo gesto d'affetto.

-E cos'altro sono per te?- chiede ansioso.

-Bè, sei la mia spina nel fianco qui a Los Angeles, il vampiro che si è innamorata della cacciatrice che amavo io, quello che mi salva la vita quando sono nei guai-

Gli occhi scioccati del vampiro biondo vagano per la stanza in cerca di qualcosa che gli sveli il trucco.

-Perché mi dici questo?- chiede curioso.

-Perché mi sono stufato di lottare anche con te. Devo affrontare un'altra apocalisse e non voglio litigare con l'alleato più forte che ho. E comunque sei il mio childe. Che ci piaccia o no- gli spiega schiettamente.

Spike sorride e si alza per andare verso la finestra dove pochi minuti prima era affacciato l'altro vampiro.

-Secondo te è questa l'apocalisse di cui parla la profezia?- chiede a bassa voce, per evitare che questo timore si divulghi, che la speranza venga rotta dalle persone.

Angel sospira.

-Ci ho pensato sai?- gli risponde alzandosi e andandogli vicino.

-E cosa credi?- domanda senza voltarsi ma solo percependo la sua vicinanza.

-Che non posso continuare a sperarlo ad ogni apocalisse che incontro- conclude.

-E chi credi sia il vampiro di cui parla?- chiede ancora il biondo.

Una macchina lentamente si stacca dal parcheggio e si immette nella strada. La osservano allontanarsi e poi svoltare l'angolo.

-Non lo so. So solo che spero si scopri presto perchè continuare così è straziante- gli confida.

Spike finalmente si volta a guardarlo.

-Preferisci sapere che sono io piuttosto che aspettare?- domanda sbalordito.

Angel annuisce. -Almeno smetterei di soffrire-

Spike ride avvicinandosi alla porta.

-Eccolo che riemerge Soul Boy. Sempre pronto a piangerti addosso. Bah!- esclama chiudendosi la porta alle spalle.

Angel sospira fissando la porta chiusa. Ritorna alla scrivania e si china per aprire l'ultimo cassetto, quello con la chiave che solo lui ha. L'unico segreto. Dentro tira fuori il libro della profezia e sospira sfogliandone le pagine. Negli ultimi fogli degli appunti che riconducono alla persona a cui si riferisce. Sfoglia quei geroglifici sconosciuti e richiude il libro. Non si è accorto di Wes che è entrato. Richiude il libro nel cassetto e chiude a chiave. Alza gli occhi verso il suo collega.

-Non glielo hai detto?- chiede l'osservatore indicando con la testa il cassetto.

Angel chiude la mascella per poi rilassarsi.

-No, non ancora- risponde versandosi un bicchiere di sangue di maiale.

-Perché?- domanda l'altro non capendo.

Angel sorride.

-Ci sono delle indicazioni precise per la profezia su cosa deve e non deve fare. E quando Spike ha delle regole è il momento in cui le infrange. E se la profezia non è su di me ma è su lui...Bè che si avverasse allora, non voglio rinunciare per niente- esclama convinto il vampiro moro.

Wes sorride prendendo un bicchiere di scotch.

-Ammettilo che gli vuoi bene- esclama scherzando.

Angel si volta con un sopracciglio alzato.

-E' il mio childe, sono costretto-

A questa frase Wes scoppia a ridere maggiormente.

-Sisi, come ti pare- esclama uscendo dalla stanza.

Angel sorride. Il suo childe tornerà ad essere un bambino vero mentre lui sarà costretto ad essere un vampiro per l'eternità. Sospira e si avvicina al telefono. Alza la cornetta e solo allora si accorge che è staccato. Un imprecazione gli esce dalle labbra.

-Spikeeeee!!!!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

New York, New York

 

 

Buffy se ne stava accovacciata sulla poltrona come ogni sera davanti alla televisione. La sua vita era cambiata molto da quando Sunnydale era andata distrutta. Non era più la Prescelta, l'Unica, ma c'erano tante cacciatrici sparse per il mondo che le permettevano di condurre una vita semplice, normale. All'inizio la novità le era sembrata entusiasmante, anche se la morte di Spike le rendeva i giorni vuoti ed afosi. Si era iscritta all'università della città portando avanti quegli studi che aveva dovuto abbandonare a causa della lotta contro i vampiri. Ora poteva alzarsi la mattina ed andare a lezione, lavorare il pomeriggio e vedere un film dopo cena con sua sorella. Dawn...non le parlava da quel giorno. Si era chiusa in un silenzio soffocante. Tornava a scuola all'ora di pranzo e si chiudeva in camera sua con il suo panino. Con Buffy non parlava. All'inizio la sorella maggiore cercava di ricostruire un legame ma non c'era stato verso. Dawn era irremovibile nella sua rabbia e le avrebbe portato rancore per molto molto tempo. La sua colpa era stata quella di non aver portato in salvo Spike quando poteva. E non c'era giorno che non si malediceva lei stessa per quello.

Sospirò spegnendo la tv ed andando verso la cucina. In piena notte spesso si svegliava non riuscendo più a dormire. Le mancava la caccia, il brivido dell'inseguimento e della lotta. Allenare le giovani cacciatrici non le bastava per placare questo suo lato oscuro, come lo chiamava lui.

Prese una Coca dal frigo e lo richiuse con una botta osservando il buio riprendere possesso della stanza. Al piano di sopra la sorella dormiva placidamente. Spesso sognava ancora il suo papà, come le aveva riferito Willow. Buffy chiuse gli occhi sentendo una lacrima scenderle lungo la guancia fino a posarsi sul mento. Spike era stato come un padre per Dawn quando lei non c'era, si era preso cura di lei, certe volte non nel modo più ortodosso, ma a modo suo le era stato accanto. E lei gli voleva bene, come ad un genitore.

-Devo smetterla di pensarci continuamente- si dice alzandosi dallo sgabello della sala.

-A cosa pensi continuamente?- domanda Dawn senza guardarla negli occhi.

Erano le prime parole che le rivolgeva da più di un anno. Buffy la guarda attentamente. Ha gli occhi stanchi e spenti. Le occhiaie sono evidenti sotto gli occhi e i capelli non sono curati come una volta.

-Alla scuola. Sai penso sempre alla scuola- le mente stampandosi in faccia un sorriso finto.

Si volta a gettare la lattina nel cestino e sente Dawn sedersi sullo sgabello.

-Smettila di mentirmi- la prega estenuata.

Buffy si volta. Per la prima volta vede sua sorella esprimere una qualche emozione che non sia per il vampiro biondo. Ed anche se questa è rabbia nei suoi confronti ne è felice.

-Pensavo a lui- le svela veloce temendo di cambiare subito idea.

Dawn spalanca leggermente gli occhi grandi e si morde il labbro inferiore. Sospira sentendo il petto tremarle sotto il peso delle lacrime e dei singhiozzi.

-Già, lui- dice asciugandosi una lacrime dispettosa.

Buffy le si siede accanto e le appoggia una mano sulla gamba.

-Non credere che non ci pensi mai. Anche se non lo nomino, anche se sembro felice, mi manca da morire. Ogni momento. Non passa giorno senza che pensi almeno una volta a come sarebbe la mia vita, la nostra vita, se lui fosse ancora qui con noi. Ma fa male. E non posso più continuare a piangere. Lo capisci?-

Dolcemente le accarezza una guancia ricoperta ora dalle lacrime lasciate libere.

-Eppure sembrano non finire mai- geme la sorella minore prendendosi il viso tra le mani e lasciandosi andare in un pianto liberatorio.

-Lo so piccola. Lo so- la rassicura.

In quell'istante il telefono comincia a squillare spezzando il momento tra le due sorelle. Buffy sospira e le da un leggero bacio sulla testa prima di andare verso il mobiletto di legno scuro posto dietro le scale. Afferra la cornetta e risponde neutrale.

-Pronto casa Summers-

Dall'altra parte si sentono delle voci concitate e dei passi veloci. Buffy alza un sopracciglio come le aveva insegnato lui. Con un dito gioca col filo mentre attende una risposta.

-Buffy, grazie al cielo stai bene- le dice la voce affaticata del suo osservatore.

Giles si trovava in Inghilterra. Dopo la fine del Primo era ritornato nella sua città natale rientrando a far parte del Consiglio degli osservatori. Ogni tanto si sentivano ma erano chiamate di lavoro, nient'altro. Da quando aveva tentato di uccidere il vampiro il loro rapporto si era incrinato per poi spezzarsi del tutto con molto dispiacere da parte di entrambi.

-Cosa succede signor Giles?- domanda pacata Buffy sedendosi in uno scalino sotto gli occhi incuriositi della sorella.

-Abbiamo ricevuto almeno dieci attacchi in zone del mondo diverse. Andrew mi ha informato. A Roma sono state uccise tre cacciatrici senza che potessero fare niente. Lo stesso a San Diego, a Parigi e qui a Londra. A Los Angeles sono riuscite a salvarsene due mentre a Miami una soltanto. E tutte nello stesso modo- le spiega preoccupato l'osservatore.

Buffy si massaggia la testa con il palmo sospirando.

-Mi sta dicendo che in varie parti del mondo le cacciatrici sono state attaccate e tutte nello stesso modo?- chiede confusa.

-Non solo. Anche nello stesso momento- le spiega mentre di sottofondo si sentono dei fogli.

-E chi può essere stato?- domanda scioccata.

-Non lo sappiamo. Faith a Los Angeles sta andando da Angel. Anche loro sono stati attaccati. Non appena saprà dirci qualcosa ti chiameremo- la informa deciso.

-Ok. Mi chiami presto signor Giles-

Buffy conclude la conversazione sbattendo la cornetta sotto lo sguardo di Dawn. Il cuore le batte veloce, nella mente una leggera confusione. Da una parte è furiosa per quei mostri che stanno disturbando la quiete che faticosamente si è guadagnata e che ha ottenuto grazie al sacrificio del suo Spike, dall'altra è felice di tornare a combattere qualcosa. Scuote il capo facendo un gran respiro.

-Cosa succede?- domanda Dawn avvicinandosi alla sorella agitata.

-Le cacciatrici sono state attaccate da qualcuno organizzato e potente. Dobbiamo aspettare novità- le dice schiettamente. Ormai era finito il tempo in cui doveva nascondere alla sua sorellina queste cose.

-E tu cosa farai ora?- chiede Dawn perplessa.

Buffy ci riflette qualche momento. La sua vita lì era più che monotona. Andare all'università la mattina e tornare a casa la stancava e la annoiava come niente prima. Sospira.

-Voglio andare dove posso sapere qualcosa- le risponde seria.

Dawn la fissa sedendosi sulle scale accanto a Buffy.

-E dove si va quindi?-

Buffy la fissa negli occhi. La sorella ha usato il plurale inserendosi nella battaglia. Deglutisce esaminando le varie possibilità. Alla fine decide di accontentarla e di portarla con se.

-Andiamo con Faith a Los Angeles. Andiamo da Angel-

Un'ombra passa sul viso di Dawn. Osserva la sorella maggiore attentamente per qualche secondo per poi chinare lo sguardo.

-Non voglio vedere Soul Boy- le rivela sottovoce.

Buffy si scuote sentendo il nome che la ragazza ha dato al suo primo vero amore.

-Soul Boy?- chiede esterrefatta.

-E' il nome che gli aveva dato Spike- le spiega gesticolando.

Buffy scoppia a ridere rammentando il profondo astio tra i due vampiri. Poi, incurante dell'ora, afferra il telefono e compone il numero di Los Angeles. Al secondo squillo una voce femminile e sensuale le risponde. Arriccia le sopracciglia scettica e chiude gli occhi.

-Cerco Angel- dice secca.

Dall'altra parte la donna chiama il vampiro informandolo che lo vogliono al telefono.

-Pronto?- risponde dopo qualche minuto lui con la solita voce carezzevole.

Buffy sente il sangue gelarle nelle vene per un istante e poi riprendere a circolare normalmente. Il suo primo amore stava dall'altra parte dell'America da molti anni ormai ed era vivo in lei il bacio che si erano scambiati prima di salutarsi. La rabbia di Spike era una cosa che non avrebbe mai potuto dimenticare.

-Ciao Angel. Come stai?- domanda ritornando una liceale timida.

-Buffy, ciao- esclama il vampiro riconoscendola. -Io sto bene. Te? Qui siamo impantanati fino all'osso del collo con tutti questi attacchi. Immagino che Giles ti abbia informata- le dice ansioso.

Buffy percepisce la sua ansia e la collega agli attacchi ricevuti. Sospira capendo come ora sia un momento critico per tutti.

-Si, mi ha detto. È un vero enigma. Cosa sai?- domanda tornando a pensare a chi potrebbe essere.

Angel sospira e Buffy se lo immagina passarsi una mano tra i capelli.

-So che non sono umani ma non so cosa sono. Potrebbero essere qualunque cosa a questo punto. Forse c'è altro dopo il Primo, qualcosa di più potente, di più pericoloso. E qualsiasi cosa sia, ora si è svegliato-

-Angel con un volo dovrei stare lì per domani. Puoi prendermi all'aeroporto?- gli chiede gentilmente immaginando già il suo sorriso nel vederla.

Angel tossisce deglutendo rumorosamente.

-Vedi Buffy, abbiamo molto da fare qui, non credo che...- comincia il vampiro a disagio.

Buffy si siede nuovamente sugli scalini.

-Angel potrei dare una mano- insiste la cacciatrice.

-Sta già arrivando Faith per quello-

La ragazza spalanca la bocca scioccata. Non si sarebbe mai aspettata un simile comportamento dal vampiro moro.

-Cosa mi stai nascondendo?- chiede stranita.

Sospiro. Inghiottisce. Buffy immagina che stia sudando.

-Niente Buffy, cosa ti fa credere che io...nasconderti qualcosa? Ah ah. Ma come ti viene in mente una cosa simile?- le risponde nervosamente.

I pugni della ragazza si stringono stritolando la cornetta.

-Angel o mi dici cosa stai nascondendo ora per telefono ed hai così la probabilità che io non ti uccida e che abbia smaltito la rabbia durante il volo, oppure lo scopro quando sono lì domani e non voglio dimezzare i miei alleati ora- gli spiega diretta.

-Buffy io non credo tu voglia saperlo per telefono- le dice arreso.

-Angel decidi- gli intima la cacciatrice.

-Te lo mostro domani. Credimi non vuoi saperlo per telefono. Vieni domani e ti mostro cosa ti nascondo. Ma prima di uccidermi, sappi che ci sono dei motivi per cui non ti ho detto della sua presenza-

Della sua presenza? Una persona? Angel le stava nascondendo una persona? Perché?

-Chi?- chiede semplicemente.

-Buffy...-

Il suo nome è pronunciato come una preghiera, un sussurro.

-Chi Angel?-

Dall'altra parte silenzio. Poi Buffy sente una porta aprirsi e dei passi. Sente Angel intimare all'ospite di uscire ed andarsene ma questo ride. Poi parla.

-Con chi stai parlando Soul Boy?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Los Angeles, California

 

 

-Con chi stai parlando Soul Boy?- domanda Spike osservando il suo sire schiacciato contro la scrivania in una conversazione complicata.

Alla sua domanda Angel alza gli occhi a guardarlo con un tale odio che le gambe del vampiro biondo cedono. Si lascia cadere sulla poltrona di fronte al moro ed attende.

-Vattene adesso- lo avverte tra i denti.

-Chi è?- domanda Spike alzandosi e mettendoglisi davanti con le braccia incrociate.

Angel ringhia trasformandosi. Il viso si riempie di rughe che gli sfigurano la faccia. I denti si allungano e gli occhi si fanno gialli. Spike osserva impassibile la scena trasformandosi a sua volta.

-So farlo anche io sai?- lo sbeffeggia avvicinandosi. -Ora dimmi chi è, amico- gli ripete serio.

Angel appoggia la cornetta sul tavolo alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi al biondo.

-Vattene se non vuoi che spacchi il tuo bel faccino-

Spike scoppia a ridere divertito.

-Ti devo ricordare chi ha battuto chi al teatro?- lo deride ghignando.

-Stavolta è diverso. Io desidero vincere più di te- gli ringhia contro Angel.

Spike si piega sulle gambe preparandosi all'attacco. Il vampiro moro lo fissa stringendo i pugni e colpendolo violentemente al viso. Spike si piega in due sotto il peso della mano e si scopre il naso sanguinante. Sospira e con un violento calcio manda l'avversario dall'altra parte facendolo sbattere contro il muro. Angel chiude gli occhi sentendo i sensi vacillare. Vede il biondo avvicinarsi alla scrivania ed alza una mano per fermarlo. Sospira e poi sviene sentendo il sangue scivolare dalla testa alla schiena.

Spike si siede alla scrivania ed alza la cornetta. La avvicina piano all'orecchio temendo la voce dall'altra parte. Perchè Angel dovrebbe nascondergli una telefonata? E perchè aveva insistito così tanto per mandarlo via? E poi perchè gli sembrava così importante per lui saperlo?

-Pronto?- dice infine prendendo un bel respiro mentre si massaggia la mascella ancora dolorante per il pugno del moro.

Sente un sospiro ed un gemito dall'altra parte. Poi dei singhiozzi.

-Chi parla? È tutto ok?- chiede indeciso.

Buffy sente la voce del vampiro e le gambe la abbandonano lasciandola cadere a terra. Le lacrime scendono copiose sul suo viso ma non si cura di fermarle.

-Pronto? Ma si può sapere chi è?- ripete il vampiro scocciato.

-Spike...- è un debole sussurro quello che sente. Ma potrebbe riconoscere la sua voce anche solo attraverso una singola lettera. Il cuore gli si gonfia nel petto e sente la testa girargli. La sua Buffy era dall'altra parte della cornetta e dopo più di un anno dalla sua morte veniva a sapere che era vivo.

-Buffy- dice solamente. Ed il suo nome le appare così dolce sussurrato da lui che si placa leggermente.

-Spike, sei proprio tu?- domanda la ragazza speranzosa.

Spike sorride sentendo la sua riccioli d'oro piangere per l'emozione.

-Si passerotto. Sono io- la rassicura delicatamente, come se la sua voce dovesse raggiungerla ed accarezzarla.

-Come?-

Spike sospira. Con che coraggio le avrebbe detto che era ritornato da più di un anno ma che non aveva avuto il coraggio? Che all'inizio era un fantasma ed Angel non l'avrebbe informata nemmeno se avesse minacciato di ucciderlo? Che poi, una volta riavuto il suo corpo, l'avevano vista felice con quell'essere sudicio dell'Immortale ed avevano deciso di lasciar stare? No, non poteva dirle tutte queste cose, ne tantomeno per telefono.

-Ci sono molte cose da dire passerotto. Ma ne parleremo di persona. Vuoi?- propone insicuro della sua risposta.

Buffy si asciuga gli occhi respirando rumorosamente. Tira su col naso e sorride.

-Spike mi sei mancato così tanto- gli dice tornando a piangere singhiozzando.

Il vampiro biondo sente il cuore spezzarsi. Sentire la sua principessa piangere era una cosa a cui non era preparato. Non si aspettava questo da lei. Ma cosa si aspettava? Non lo sapeva nemmeno lui. Ormai aveva rinunciato all'idea di vederla ancora ed ogni possibile sua reazione era scomparsa dalla sua testa. Semplicemente non sperava più di rivederla ormai.

-Anche tu passerotto. Moltissimo- le risponde sincero il vampiro biondo.

Un silenzio passa tra i due ma è uno di quei silenzi che vale più di mille parole. Ognuno sente il piacere di ritrovare l'altro, riassapora la presenza e la sicurezza che gli trasmette.

Poi un boato a rompere quell'idilliaco momento. Si sente il vetro della stanza fracassarsi e cadere a terra. Spike alza lo sguardo turbato e vede un enorme demone entrare dalla finestra. Fuori il cielo di Los Angeles ha cambiato colore. La notte stellata si è trasformata in un cielo sanguigno e spaventoso. Il sole è scomparso ed al suo posto un enorme drago svolazza sputando lingue di fuoco. Il vampiro biondo spalanca gli occhi osservando allibito la scena. Il demone si scaglia contro Angel che, a terra ancora svenuto, non riesce a difendersi.

-Scusami passerotto. Devo andare- le dice velocemente pur sentendo un gemito di protesta.

-Spike, che succede?- domanda preoccupata la sua cacciatrice.

-Credo che sia arrivata amore- le dice prendendo da sotto il tavolo una spada di quelle del suo sire.

-Cosa?- chiede Buffy sconvolta.

Spike deglutisce. Dall'esterno provengono grida e ruggiti. Il drago continua a solcare il cielo indisturbato seminando distruzione. Angel se ne sta inerme tra le braccia del demone entrato prima dalla finestra. Pensa a Fred, indifesa nel suo laboratorio.

-La fine del mondo amore-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

New York, New York

 

 

Buffy chiude la conversazione con gli occhi leggermente spalancati. Sente lo sguardo della sorella su di se ma non riesce a muovere un muscolo. Spike, il suo Spike, era tornato in vita. E stava da Angel. Risentire la sua voce le aveva rimesso in circolo il sangue scaldandole il corpo ormai freddo. E non solo il sangue. Si sentiva dolcemente eccitata dopo aver sentito la sua voce chiamarla amore e passerotto. Non l'aveva chiamata dolcezza, forse si riservava di farlo di persona. Un lieve sorriso solca il viso della ragazza che si mette una mano sul cuore per sentirlo battere freneticamente. Spike era tornato. Una serie di pensieri le passarono nella mente aggiungendo confusione a quella che già c'era. Non capiva per quale motivo Angel glielo aveva tenuto nascosto ma le sembrava irrilevante. Ma perché Spike lo aveva fatto? Perchè proprio il vampiro che diceva di amarla non le aveva detto di essere tornato? Questo proprio non lo capiva ed irrilevante non lo era affatto. Sospira abbandonando tutte quelle domande in un angolo recondito della sua mente. Si volta verso Dawn che la fissa imbambolata.

-Spike..lui è tornato- le dice fissando il vuoto tra lei e la sorella.

Dawn indietreggia come colpita da una fucilata. Solo che il proiettile è una bella notizia. Delle grosse lacrime riempiono i suoi occhi per la seconda volta nell'arco di un'ora. Con una mano si tiene alle scale sorreggendosi per la paura di cadere. Buffy la guarda sorridere e le va incontro. Si stringono in un dolce abbraccio scoppiando a piangere. Poi la cacciatrice torna in se e sospira.

-Devo chiamare Giles- dice ad alta voce.

-Come mai?- domanda Dawn ancora scioccata ma felice.

-Sta succedendo quello che temevamo- le spiega componendo il numero velocemente.

Giles risponde al secondo squillo. Nella sua voce il fiatone di chi ha corso.

-Signor Giles, dobbiamo chiamare i rinforzi. A Los Angeles è scoppiata l'apocalisse. Un'altra- lo informa allarmata. -Dobbiamo andare lì. Io devo andare lì. Spike ha bisogno di me- dice d'un fiato rendendosi conto ora del rischio che corre il vampiro.

-Spike? Buffy ma stai bene?- domanda l'osservatore allarmato.

Buffy sbuffa velocizzando la conversazione.

-Si, sto bene. Non sono pazza, Spike è tornato. Sto partendo per Los Angeles ora. Ci risentiamo- gli dice seccamente chiudendo la chiamata.

Buffy afferra il borsone posato nel ripostiglio e sale le scale andando diretta in camera sua. Dawn la segue ponendole mille domande che la cacciatrice non sente, troppo presa a pensare al vampiro ossigenato.

Nella sua mente milioni di possibili morti possono aver colpito il vampiro. Si immagina continuamente di arrivare troppo tardi, giusto il tempo per vederlo polverizzarsi davanti ai suoi occhi. Scrolla il capo cercando la concentrazione fino a trovarla.

-Prepara le tue cose Dawn. Ti porto da Janice-

Dawn si imbroncia per un attimo per poi cedere. Lascia la sorella a preparare le sue cose e torna a sistemare le sue. Sospira già sapendo che non la porterà mai nel bel mezzo di un'apocalisse. Soprattutto non ora che deve avere la mente concentrata sul vampiro. Spike era ritornato vivo. Si doveva ancora abituare a questo.

Buffy chiude la borsa con un gesto secco. Dentro solo poche cose, qualche vestito e le armi più utili. Sospira prendendo la busta con i suoi risparmi ed infilandoli nella borsa. Lascia da parte qualche soldo per la sorella e scende di sotto a preparare le ultime cose.

Dawn la raggiunge poco dopo con il bagaglio già pronto.

-Allora, stai attenta ok? Sarò di ritorno presto. E non sola stavolta- le promette baciandole la fronte.

Buffy prende la borsa e il suo piccolo bagaglio e si dirige verso la porta prendendo le chiavi della macchina. Mentre sta caricando le sue cose in auto sente le braccia della sorella stringerla in un abbraccio che da tanti mesi aspettava. Si volta e la sente piangere sulla sua camicia bianca. La culla per qualche minuto e poi la allontana per guardarla negli occhi.

-Stavolta non lascerò che gli succeda niente. Te lo prometto Dawn- le dice trovando la sicurezza nelle sue stesse parole. Non avrebbe lasciato gli accadesse nulla. Spike era in salvo, sarebbe stato in salvo non appena avrebbe messo piede nella città perchè ci avrebbe pensato lei a proteggerlo.

-Stai attenta anche tu- la prega dolcemente andando verso la casa della sua amica Janice.

Buffy mette in moto la macchina e guida verso l'aeroporto. Non appena entra la confusione l'assale e con questa il panico di non arrivare in tempo. Travolge alcune persone che stanno facendo tranquillamente la fila al check-in e si getta contro l'hostess. Questa la fissa con una punta di disapprovazione e senso di superiorità che manda Buffy sui nervi. Stringe i pugni trattenendosi e sospira.

-Voglio un volo per Los Angeles. Ora- intima la ragazza al bancone.

Questa la fissa un secondo per poi rivolgere la propria attenzione al computer davanti a lei.

-Abbiamo un volo tra venti minuti- la informa professionalmente.

Buffy sorride gioiosa e lo prenota pagando con la carta di credito. Cinque minuti dopo sta correndo verso il gate dove hanno già cominciato ad imbarcare i passeggeri. Solo quando riesce a sedersi sulla poltrona dell'aereo si calma rilasciando tutti i muscoli del corpo e lasciando gli occhi chiudersi. Non aveva dormito mai stanotte troppo presa ad annoiarsi e a sentire la nostalgia della caccia. Ora i vampiri l'erano venuta a cercare e lei si stava preparando accuratamente per loro.

 

 

Los Angeles, California

 

 

Spike stava lottando con tutte le sue forze ma davvero non ce la faceva. Pur avendo davanti a se cinque demoni non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine della sua riccioli d'oro. Ci aveva provato. Eccome se ci aveva provato. Ma senza alcun risultato se non quello di distrarsi ancora di più. Il demone davanti a lui sogghigna divertito dalla faccia seccata del vampiro.

-Io non riderei se fossi in te- lo avverte Spike accendendosi una sigaretta placidamente, come se il mondo intorno a lui fosse il tranquillo paesaggio delle Bahamas.

-E perchè non dovrei farlo?- domanda quello sgranchendosi le mani pregustando il piacere di spaccargli l'osso del collo.

-Perché sto per ucciderti idiota-

Il demone scoppia a ridere e si mette in posa da combattimento.

-Non sai nemmeno qual è il mio punto debole pivello- lo deride sfacciatamente.

Spike afferra la spada per terra e si fionda verso il mostro infilzandolo dritto nel petto. Questo lo fissa scioccato per poi passare lo sguardo alla spada dove comincia ad uscire del liquido grigiastro.

-Ma come...?- chiede il demone stupito.

Spike tira una boccata dalla sigaretta e con un calcio lo butta a terra.

-E' sempre il cuore il punto debole di tutti. Sempre il cuore- gli rivela prima di finirlo con un calcio dritto alla testa.

Prende la spada e la estrae dal corpo inerme del demone e la pulisce contro un pezzo di stoffa trovato lì vicino. Angel accanto a lui continua la battaglia con gli altri dopo essersi ripreso dallo svenimento.

-Sempre il solito sentimentale Willy-

Spike stringe la mascella ermeticamente sentendo i denti strusciarsi contro. Si allontana dal suo sire e comincia a salire le scale del palazzo della Wolfram and Hart alla ricerca di Fred. Questa se ne sta tranquilla poggiata contro il muro a combattere con una sola mano tre vampiri. Il suo aspetto è quello di Illirya. Fred era cambiata. La dolce ragazza che si era presa cura di lui era stata sostituita da un demone emerso da un sarcofago vecchio almeno duemila anni e che ora possedeva il corpo della ragazza. A volte si scambiavano le maschere facendo emergere o l'una o l'altra ma Spike lo sapeva che Fred era morta quel giorno quando il demone aveva preso il suo posto ed ormai non sperava più di riaverla indietro.

-Ehi blu, come va?- chiede affiancandola nella lotta.

Blu era il soprannome che le aveva dato dopo averla conosciuta a causa dei suoi capelli e degli occhi blu. Anche se aveva ucciso la sua unica amica da quando era tornato, avevano instaurato un rapporto di amicizia. Non si rompevano le scatole ma sapevano che potevano contare l'uno sull'altra. E questo era molto più di quello che aveva avuto con persone che conosceva da decenni.

-Mi annoio. Muoiono così presto- gli dice con il tono di chi sta facendo una cosa monotona da ore.

Spike scoppia a ridere uccidendo un vampiro.

-Sei terribile. Mi copri le spalle?- le domanda fissando la cima del palazzo.

Illirya alza lo sguardo seguendo quello del vampiro fino a soffermarlo sul drago alato che volteggia in cima. Sospira neutrale.

-Ok. Angel si arrabbierà se vede che gli rubi il drago- lo avvisa buttando con un incantesimo indietro cinque vampiri in un colpo solo.

-Angel non è la star di questa battaglia. Almeno non l'unica- le dice facendole l'occhiolino.

-Vi comportate in modo così...infantile- dice dopo aver cercato la parola giusta.

Spike la fissa un secondo negli occhi ritrovando per un attimo la vecchia Fred sotto tutto quel sangue e quella polvere. Ma è un attimo. Scompare velocemente come è apparso. Sospira e comincia a salire le scale. A tre a tre, piano dopo piano, fino ad arrivare alla fine. Esce fuori spalancando la porta e rivelando immediatamente al drago la propria presenza. Questo è attirato dai suoi capelli ossigenati e comincia a sputare fuoco verso la sua direzione. Con una mano Spike cerca la balestra che aveva legata attorno alla vita. Sospira rimpiangendo i vecchi fucili. Vede il drago avvicinarsi sempre di più e si prepara a scoccare il primo colpo. Quando è abbastanza vicino spara colpendo l'occhio destro. Esulta felice mentre vede il grande uccello gemere di dolore ed allontanarsi per riprendere posizione. Si para dal fuoco dietro ad una parete e prepara un nuovo colpo. Si accovaccia a terra ed aspetta. In fondo è anche questa l'arte del combattimento no? Aspettare. Avrebbe aspettato tutta la notte pur di uccidere quel mostro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aeroporto di Los Angeles California

 

 

Buffy atterra nel bel mezzo della notte. Le ore di volo sono passate lente che neanche dormire è bastato a velocizzarle. Non appena mette la testa fuori dall'aereo lo spettacolo che si trova davanti è raccapricciante. Il cielo non ha la tonalità consona a quell'ora della notte ma è rosso sangue. La città è immersa nelle fiamme e i palazzi distrutti sono più di quelli che ancora sono in piedi. Si volta a guardare il resto dei passeggeri che sorridono indicando qualcosa in alto. Buffy li fissa sconvolta chiedendosi come facciano ad essere così calmi dopo aver visto quello che li attende. Poi capisce. Loro non possono vedere quello che sta accadendo. Due mondi paralleli sono entrati in contatto come quando Glory voleva aprire il portale col sangue di sua sorella. Solo chi aveva poteri particolari poteva vedere le due realtà incontrarsi e lottare.

Sospira mettendosi in cammino verso l'esterno. Con il bagaglio esce dall'aeroporto e si guarda intorno alla ricerca di un mezzo per raggiungere lo studio legale del vampiro moro. Poi, da lì, trovare Spike. Questo era il suo piano. Ma ora gli serviva una macchina.

Osserva un giovane ragazzo dirigersi verso un parcheggio coperto isolato. Lo segue a distanza senza farsi vedere. Quando ha raggiunto ormai la sua auto lo colpisce leggermente alla testa lasciandolo cadere a terra svenuto. Delicatamente lo appoggia con la schiena contro il muro e sale in auto. Mette in moto e lascia il parcheggio diretta verso il centro della città.

Non appena arriva lo spettacolo è ancora più agghiacciante. L'intero edificio è precario e da tutte le entrate stanno cercando di penetrare mostri e vampiri. Sospira cercando freneticamente la testa ossigenata del vampiro ma non lo vede da nessuna parte. Uno strano demone all'angolo protegge la porta da vari vampiri eliminandoli annoiata. La fissa cercando di ricordarla ma di lei nessuna memoria. Poi capisce. Angel le aveva raccontato della sua scienziata Fred che era stata posseduta da un demone e presuppose fosse lei. Alza le spalle. Non le importa. Non ora.

Le si avvicina cominciando a combattere contro due demoni dalle corna lunghe ed appuntite.

Illirya la osserva. E capisce. Capisce perchè il vampiro con gli strani capelli psichedelici si è innamorato di lei. La osserva combattere contro quei mostri esaminandola attentamente.

-Sai dov'è Spike?- domanda la cacciatrice senza preliminari.

-Buffy- dice una voce dietro di se.

La ragazza bionda si volta per trovarsi davanti il suo ex ragazzo. Angel vestito con il classico completo e la giacca di pelle. Sorride vedendolo.

-Angel. È un putiferio qui- gli dice tentando di alleggerire la tensione.

Angel la fissa. È ancora più bella dopo due anni che non la vede. Due anni. Osserva i suoi lineamenti dolci. Gli occhi guardano freneticamente a destra e a sinistra alla ricerca di qualcosa. Poi capisce. Non è qui per la battaglia. È qui per lui. Per Spike. E sorride. Perchè si rende conto che la cacciatrice non gli appartiene più. Ora appartiene ad un altro e deve lasciarla andare. Anche se quest'altro è Spike.

-Dov'è?- domanda Buffy al vampiro stavolta.

Angel sorride alzando gli occhi verso la cima del palazzo.

-A fare l'eroe- le risponde cinicamente.

Buffy alza la testa e solo allora nota l'enorme drago che svolazza sulla cima dell'edificio. Spalanca gli occhi e comincia a correre verso le scale. Illirya si scansa per farla passare per riprendere poi a difendere l'entrata. Buffy si precipita il più velocemente possibile verso l'ultimo piano. Sembra non sentire le scale troppo presa a correre per raggiungerlo. Ma perchè doveva sempre fare l'eroe? Qual'era il motivo di tanta stupidità? Voleva forse morire di nuovo?

Non appena arriva alla porta la spalanca. L'aria le sferza il viso tirandole indietro i capelli. Passa in rassegna tutto il terrazzo senza scorgerlo da nessuna parte. Poi vede un'ombra accovacciata dietro il muro e sospira. Se non altro è ancora vivo. E poi lo vede. Spike esce fuori dal suo nascondiglio per sparare l'ultimo colpo e cecare il drago completamente. Ma quando si volta gli occhi gli passano sopra una figura piccola vicino alla porta. Abbassa la balestra voltandosi verso l'ingresso e la vede. Con una ventata gli arriva il profumo e si lascia cullare da questo. Il drago approfittando del momento si avvicina minaccioso fino ad essere a pochi metri dal vampiro che assorto fissa ancora la sua cacciatrice.

Buffy vede la distanza tra i due diminuire e le fauci del drago sputare fuoco contro il biondo immobile davanti a lei. Si precipita contro di lui gettandolo dietro il muro e proteggendolo dalla fiamma. Fissa il suo volto e lo trova bellissimo. La bocca è spalancata e gli occhi leggermente umidi. Sorride accarezzandogli uno zigomo ferito.

-Volevi farti ammazzare?- domanda sorridendo.

Volevi farti ammazzare?

Cavolo Buffy, tra le tante cose che potevi dire hai scelto quelle migliori. Volevi farti ammazzare? Si, molto azzeccato. Sospira sconfortata e lo vede sorridere.

-Ora non più amore- le dice uscendo fuori e colpendo il mostro ferendogli l'ultimo occhio rimasto sano.

Il drago si allontana guaendo mentre Spike torna nuovamente dalla ragazza che lo attende ansiosa.

-Perché sei qui passerotto?- domanda accovacciandosi accanto a lei.

Buffy lo guarda piegando la testa di lato in quel gesto uguale al suo.

-Ti amo- gli dice solamente.

Gli occhi di Spike si allargano di stupore. La bocca forma una piccola "o" e le mani cominciano a tremargli.

Ti amo.

Aveva desiderato così tanto udire nuovamente queste parole dette dalle sue labbra che, ora che lei gliele ha dette, non gli sembrano vere. Chiude gli occhi sbattendo le palpebre. Il cuore gli scoppia nel petto ed avrebbe cominciato a battere velocemente se solo non fosse stato un vampiro. E le sorride. Il suo viso si calma aprendosi in un sorriso. Buffy lo fissa e sorride a sua volta.

-Ti amo anche io dolcezza-

Le accarezza una ciocca di capelli e poi si scansa indietro uscendo allo scoperto e richiamando il drago. Questo si avvicina attirato dalla voce e vola infuriato verso di lui. Il vampiro afferra la spada gettata di lato e si prepara a sferrare l'ultimo colpo. Con una sferzata decisa e sicura taglia di netto la testa al drago che cade inerte sul tetto del palazzo. Di colpo il cielo si riapre rivelando le stelle che vi erano sotto. I demoni cominciano a scappare rifugiandosi nella propria dimensione. Il drago era il portale e nessuno lo aveva capito. Probabilmente nemmeno Spike che lo aveva cercato solo perchè era il mostro più grande e voleva la fama. Egocentrico.

Illirya smette di combattere. Ormai nessun vampiro vuole salire le scale per raggiungere il tetto. Angel anche si blocca osservando la quiete ritornare a regnare sovrana. Alza gli occhi verso la sommità dell'edificio dove ormai nessun drago svolazza più. Il suo childe non ha fallito. Nemmeno stavolta. Spera che non sia morto. Spera che possa diventare un bambino vero alla fine di tutto questo.

Spike se ne sta immobile con tra le mani ancora la spada. Da questa cadono pesanti gocce di sangue scuro che gli macchia gli anfibi vecchi. Buffy si avvicina lentamente arrivando a strusciare la sua maglia con la propria giacca. Sorride mestamente fissando il suo vampiro che ha salvato, di nuovo, il mondo.

Spike si volta per guardarla. La luna è spuntata e le accarezza i capelli creando giochi di luce adorabili. La pelle sembra diafana alla luce della notte e gli occhi sono ancora più belli. Alza una mano per accarezzarle il viso. Sente il calore sotto le dita e socchiude gli occhi assaporandolo e riportando alla mente le notti d'amore. Poi una fitta. Un dolore al petto inaspettato. Seguito da un secondo dolore ancora più forte. Spike si piega in due vomitando in un angolo. Buffy si china ad aiutarlo preoccupata. Lo fa sdraiare a terra facendogli poggiare la testa sulle sue gambe. Gli apre con uno strappo la camicia esaminando il petto che è senza un graffio. Spike geme di dolore. Si tiene il petto con una mano mentre l'altra tiene una delle sue.

-Spike, vedrai che andrà tutto bene. Te lo prometto- lo rassicura accarezzandogli la testa sudata.

Gli occhi del vampiro si posano sui suoi. Buffy si specchia in quei due oceani notando per la prima volta quanto possano essere belli.

-Buffy io...-

E poi il vampiro sviene. La sua testa scivola di lato e la mano che prima stringeva quella di Buffy perde forza lasciandosi cadere inerte a terra. Buffy spalanca gli occhi chinandosi a sentire il cuore. Poi si ferma dandosi della stupida per quel piccolo gesto sciocco.

E mentre sta chinata a pensarci sente quello che mai si sarebbe aspettata di sentire.

Il battito di un cuore.

 

La corsa in ospedale fu tempestiva. In cinque minuti Buffy l'aveva portato al piano della Wolfram and Hart dove un gruppo di esperti aveva sistemato la zona ospedale per esaminare il nuovo caso. Ora varie persone in camice bianco si affaccendavano attorno a lui senza proferire parola per farle sapere come stesse. Il battito era regolare. Le pulsazioni eccessive ma comunque era un battito regolare le avevano detto. Non sapeva se calmarsi o agitarsi. Li vedeva iniettare strane sostanze nelle vene del paziente senza che nulla cambiasse. Angel se ne stava in disparte ad assistere alla scena provando un moto di gelosia e di pena verso il suo childe che stava in piena trasformazione. L'aveva detto ai dottori. Gli aveva detto della profezia ma questi l'avevano guardato con aria di sufficienza per poi ritornare a lavoro. Così aveva abbandonato l'impresa e si era seduto in un angolo aspettando come il resto delle persone. Dawn l'aveva chiamata pochi minuti dopo agitata per non aver ricevuto sue notizie. Dopo averla tranquillizzata le disse che doveva raggiungerla perchè la sua vacanza a Los Angeles sarebbe durata più del previsto ma non volle dirle il motivo. Aspettava di avere davanti la sorella per informarla della trasformazione di Spike.

-Abbiamo un nuovo sintomo- dice di colpo un medico prendendo tra le mani lo stetoscopio appeso al collo e cominciando ad ascoltare il petto di William.

Buffy si alza di scatto dalla sedia per avvicinarsi al biondo ancora inerte sul letto.

-Cosa succede?- domanda allarmata fissando ad uno ad uno i visi attorno a lei.

Angel anche si alza e si avvicina silenziosamente ascoltando il vociare dei medici.

-Vede signorina? Lo vede il suo petto? Respira- le spiegano scrivendo nella sua cartella.

Un moto di stupore riempie il cuore di Buffy che si sente felice notando il leggero alzarsi ed abbassarsi del vampiro biondo. Era qualcosa di meraviglioso per lei vedere quel petto muoversi. Quando facevano sesso e si lasciava poi cadere sul petto dell'amante sentiva il fiatone di lui. Sorrideva a questo suo vizio umano che non aveva mai voluto togliersi. Ora non avrebbe dovuto fingere ma sarebbe stato reale. Il suo respiro.

Angel sentendo le parole dell'uomo alza le mani in cielo imprecando.

-Sta tornando umano. Gliel'ho già detto io. Tra un po' prenderà anche colorito- li avverte ritornando a sedersi.

Buffy si avvicina al vampiro e gli si siede accanto. Sospira intrecciando le mani e guardandolo attentamente. È bello. Gli occhi sono stanchi ed il corpo consunto. I vestiti sono strappati in più punti e da varie ferite sgorga del sangue. Afferra delle garze e del disinfettante e si volta per pulirlo.

-Allora Angel. Spiegami- gli dice senza incastrare il suo sguardo con quello di lui.

Angel si muove sulla sedia cercando di trovare una posizione comoda per quella situazione scomoda. Deglutisce prendendosi la testa tra le mani e cercando le parole adatte a spiegare un comportamento così ingiusto ed infantile.

-Mi dispiace. All'inizio era solo un fantasma e credevamo sarebbe scomparso presto. Andava e tornava dall'inferno e...- comincia per essere subito bloccato.

-Inferno?- domanda la cacciatrice senza fiato.

-Si. Lui scompariva e quando ricompariva diceva di essere stato all'inferno. All'inizio non ci credevamo ma poi, vedendo lo stato in cui versava quando tornava, abbiamo finito per credergli e preoccuparci per lui- le spiega lentamente.

Buffy annuisce col capo guardando Spike. I medici si spostano ancora da una stanza all'altra facendogli nuovi esami senza ottenere risultati. Riconcentra l'attenzione sul vampiro moro.

-E poi cosa è accaduto?- chiede continuando a medicargli le ferite.

Angel sorride.

-Poi è tornato corporeo. Gli è arrivato un pacco e quando Harmony l'ha aperto una luce intensa l'ha investito ridonandogli il corpo. Non siamo mai riusciti a capire chi l'avesse inviato-

-E perchè a quel punto non mi hai chiamata? Perchè lui non mi ha chiamata?- chiede esternando tutti i suoi dubbi.

-Vedi, ero venuto a Sunnydale da te e tu mi avevi cacciato dicendomi che Spike era nel tuo cuore. Era una cosa che non potevo sopportare. Per anni il tuo cuore era stato solo mio. Persino quando stavi con il soldatino mi appartenevi, ti appartenevo. Ma poi ti sei allontanata e per chi? Spike. Questo è stato un duro colpo per me. Andiamo era...Spike. E quando me lo sono trovato in ufficio ho pensato che lui ti amava e che tu amassi lui. E l'ho odiato-

Buffy soppesa ogni parola ascoltando attentamente il tono che il vampiro usa. Sospira percependo il dolore di Angel nel rivelare quelle cose proprio a lei.

-Ma poi le cose sono cambiate. Perché?- domanda gettando nel cestino le garze sporche di sangue.

-Perché per mesi gli ho impedito di chiamarti dicendogli che ti eri rifatta una vita e che doveva andare avanti solo perchè non volevo che voi due..tornaste insieme. E quando siamo venuti a Roma, lì abbiamo avuto la certezza che ti eri davvero rifatta una vita. Senza di noi. A quel punto siamo stati obbligati ad andare avanti-

Buffy chiude gli occhi ripensando alla sua permanenza a Roma con l'Immortale. Ricorda il giorno in cui si sono conosciuti e quello in cui finalmente, dopo mesi di finzione, era riuscita ad ucciderlo. A quel punto era tornata in America per ritornare alla sua vita lontana, dal soprannaturale.

-Non avrete creduto veramente che io...?- chiede scioccata.

Angel alza un sopracciglio fissandola.

-Buffy ti abbiamo vista ballare con lui. Sembravi davvero felice. Spike dubitava ma poi abbiamo parlato con Andrew e lui ci ha detto che lo amavi. E cosa dovevamo fare noi?-

Angel si alza di scatto dalla sedia. Si affaccia alla finestra sospirando massaggiandosi le tempie. Buffy lo raggiunge.

-Fingevo per ucciderlo. Dovevo mentire a tutti altrimenti mi avrebbero fatto saltare la copertura. Angel mi dispiace se per tutto questo tempo tu speravi ancora in noi ma ormai non c'è più niente. Resti il mio primo vero amore ma il mio cuore ora è suo- dice indicando il corpo di Spike.

Angel sospira chiudendo i pugni. Annuisce col capo e ritorna a sedersi temendo un mancamento.

-Non ti preoccupare. Ora la profezia si è avverata e non su di me, bè avevo smesso di sperare quando avevo scoperto che non sarei mai tornato ad essere un uomo- le spiega sincero.

Buffy sorride stringendolo in un abbraccio caloroso.

-Spiegami questa profezia- gli chiede gentilmente Buffy staccandosi dall'abbraccio.

-In un antico libro era presente questa profezia dove si diceva che un vampiro con l'anima in lotta contro il male che salva un numero non indifferente di anime avrebbe avuto diritto di ritornare mortale. Solo qualche mese fa abbiamo trovato il pezzo mancante dove si specificava che fosse lui-

Un rumore si sente dal macchinario attaccato al corpo di Spike. Buffy ed Angel si voltano contemporaneamente a guardare in quella direzione non riuscendo a decifrare il segnale. Un medico entra nella stanza e sorride. Si avvicina al macchinario e lo spegne. Stacca i vari aghi dal braccio del biondo e compila dei fogli sulla cartella di Spike. Buffy fissa la scena allibita con gli occhi leggermene spalancati.

-Cosa succede dottore?- domanda dopo qualche minuto di estenuante attesa.

Il medico si volta per guardarla con un sorriso confortevole in viso.

-Sono comparse le attività cerebrali- li informa radiosamente.

Angel grugnisce voltandosi.

-In Spike? Impossibile- ironizza sedendosi.

Buffy lo fulmina con lo sguardo per poi focalizzare la sua attenzione al dottore.

-Cosa significa di preciso?- chiede.

-Che il paziente è finalmente tornato tra noi- la rassicura.

Buffy sposta lo sguardo dall'uomo in camice a Spike un paio di volte prima di fermarlo sul medico.

-E perchè non si sveglia?- chiede preoccupata.

Il dottore scoppia a ridere avvicinandosi alla morta.

-Oh signorina non si preoccupi. Sta solamente dormendo- le spiega brevemente per poi lasciare la stanza chiudendo la porta dietro di se.

Buffy sospira abbassando il capo sconfortato. Era ritornato umano ed ora stava beatamente dormendo in un letto d'ospedale facendo stare tutti col fiato sul collo? Si, questo era proprio dal suo Spike. Si avvicina al letto e gli prende una mano sentendola calda. Sorride felice sedendosi sul bordo del letto. Angel indietreggia fino alla porta per poi uscire salutandola con un cenno del capo con la solita aria da cane bastonato. Buffy si lascia scivolare sul letto appoggiando la testa sul suo petto e sentendo il leggero tum tum del cuore dell'ex-vampiro. Ci poggia una mano sopra e chiude gli occhi lasciandosi, per la prima volta dopo quella lattina di Coca, andare al sonno. Si addormenta con l'odore di Spike sotto il naso ed il battere del cuore nelle orecchie.

Sulle labbra un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stanza d'ospedale, Wolfram and Hart, Los Angeles, California

 

 

Un raggio di sole illumina il suo volto disturbando il suo sonno profondo. Borbottando si volta dall'altra parte maledicendo Angel per non aver messo delle tende a quelle grandi vetrate. Ma come al solito il vampiro moro non l'aveva ascoltato troppo impegnato a fare sempre tutto l'opposto di quello che lui gli suggeriva. Sospira mettendosi comodo e tirando la coperta fino a sotto il mento. Sentiva un leggero freddo e si chiedeva quanto dovesse aver bevuto la sera prima per far si che un vampiro sentisse freddo. Sospiro concentrandosi sul sogno che stava facendo. C'era la sua Buffy e lui stava combattendo contro un fottuto drago che continuava a sputare fuoco da tutte le parti.

Ti amo le aveva detto lei velocemente, come se avesse paura di perderlo. Assaporò ancora una volta il suono di quelle parole prima di lasciarle andare via insieme al suo viso. Doveva smettere di sognarla continuamente. Non poteva restare attaccato così tanto al passato ma doveva decidersi ad abbandonarlo. E forse avrebbe trovato il modo per tornare ad essere felice. Felicità... non sapeva neppure com'era essere felice. Non se lo ricordava. Era decisamente passato troppo tempo dall'ultima volta in qui aveva provato un sentimento simile.

Una ventata d'aria fresca gli sferza contro la schiena rizzandogli i peli. Rabbrividisce coprendosi di più finché non si blocca di colpo. Se era entrata una ventata di aria fresca significava che la finestra era aperta e che il sole che gli sbatteva prima poteva bruciarlo. Con uno scatto si alza dal letto gettandosi di lato. Con la fronte crucciata osserva la tenda svolazzare ed impreca rimproverando lo stupido che ha lasciato aperta la finestra non curante della precarietà del vampiro sotto i raggi solari. Poi il suo sguardo si ferma sull'orologio appeso alla parete celeste. Le dodici e mezzo. Significava che il sole era già sorto da almeno sei ore senza che lui prendesse fuoco. Sbalordito si alza restando coperto dal letto che gli permette di avere una piccola zona d'ombra. Lentamente sposta lo sguardo per la stanza osservandola. Le pareti sono di una tenue tonalità di celeste. Alla parete un quadro raffigurante una spiaggia deserta dove una grande bufera disturba le onde. L'orologio bianco scandisce i minuti che passano trasmettendogli una leggera sensazione di ansia. Il letto è di ferro, classico letto di ospedale. Sul comodino delle medicine con una caraffa d'acqua e dei bicchieri. Fissando l'acqua limpida si accorge di avere sete. Dubbioso si avvicina e si riempie un bicchiere. Quando l'acqua scende per la gola una piacevole sensazione si sparge per il corpo. Alzando le spalle posa il bicchiere sul comodino e ritorna a fissare l'ambiente intorno a se. La porta bianca non ha scritte o targhette che gli indichino dove si trovi. Sospira avanzando quando si accorge di essere scalzo. Abbassa gli occhi su di se e vede che indossa una tunica corta di un colore sbiadito. Si volta di schiena alla finestra quando una seconda ventata lo colpisce freddandogli la schiena ed il sedere. Sobbalza portandosi una mano dietro sentendo di essere nudo. Con gli occhi leggermente stupiti ritorna nel letto per coprire le sue nudità e cerca qualcosa per chiamare chiunque sia dall'altra parte della porta bianca. Mentre sta esaminando cinicamente un piccolo telecomando sente delle voci. Parlano di interventi e medicinali. Capisce di stare in un ospedale e sospira. Deve essere successo qualcosa altrimenti perché sarebbe lì? L'ultima volta era stato a causa della cacciatrice impazzita che gli aveva reciso entrambe le mani. China lo sguardo sulle due cicatrici indelebili che si porterà a vita. I medici dello studio legale erano stati professionali e gli avevano riattaccato le mani permettendogli una mobilità ed una sensibilità pari a quella di prima. Scrollando il capo torna a concentrarsi sul telecomando e spinge il pulsante in alto convinto che sia per chiamare l'infermiera. Ma non appena lo fa lo schienale del letto si abbassa completamente ed inaspettatamente togliendogli l'appoggio e facendogli sbattere la testa contro il muro.

-Ouch! Ma porca...- comincia massaggiandosi la nuca quando la porta si apre rivelando il suo sire.

Angel entra nella stanza fissando negli occhi il biondo che continua a toccarli il capo infastidito.

-Come stai?- domanda prendendo una sedia e sistemandosi accanto a Spike.

-Che è accaduto?- chiede l'altro cercando di tirare su lo schienale per sedersi ma non ottenendo risultati positivi.

Angel sorride allungando una mano e prendendo di mano il telecomando e regolandogli il letto. Spike emette un "o" di stupore per poi ritornare rigido.

-Non ricordi nulla?- chiede il vampiro accavallando le gambe.

Spike nega incastrando i suoi occhi in quelli del moro. A sua volta Angel sospira giocando con l'anello nella mano destra.

-Siamo stati attaccati ieri notte. Si è aperta una dimensione infernale ed abbiamo combattuto tutta la notte- riassume brevemente omettendo l'arrivo di Buffy e l'avverarsi della profezia.

-E perchè sono in un maledetto ospedale?- chiede seccato.

-Spike non noti niente di diverso in te?- chiede l'altro evitando di rispondere alla sua domanda.

Spike corruccia lo sguardo un attimo riflettendoci su.

-Mi sono svegliato col sole addosso. Lui non..non mi bruciava. Ed avevo sete. E...- si blocca mentre un barlume di speranza si accende in lui.

-Si Spike- dice solamente il vampiro fissandolo attentamente.

Spike spalanca gli occhi. Si guarda le mani e si tocca il viso. Poi poggia una mano sul proprio petto sentendo il leggero battere del cuore. Delle lacrime gli si formano negli occhi e scivolano sulle guance leggermente arrossate.

-Sono diventato umano- sussurra come se, dicendolo, possa scomparire.

Angel si alza e si avvicina alla finestra restando nella zona d'ombra.

-Si William. Sei diventato un bambino vero-

 

-Sono diventato umano..- sussurra tra se.

Le parole di Angel gli sono rimaste impresse. Sente nelle orecchie il battere frenetico del suo cuore. Il bisogno di ossigeno nei polmoni finalmente lo costringe a respirare e non a fingere il solito alzarsi ed abbassarsi del petto. Di fretta si alza dal letto scostando le coperte. Alla vista del suo sedere nudo Angel lancia un gemito di protesta ed allunga la mano a coprirsi gli occhi. Spike si volta guardandolo scetticamente.

-Ah, ed ancora ah. Come se non l'avessi mai visto- gli dice rimbeccandolo.

Angel gira lo sguardo dall'altra parte sentendo la vergogna aumentare.

-Cosa Spike...non...io...ma che dici- esclama torcendosi le mani.

Spike si avvicina languidamente. Negli occhi una luce furba e la testa piegata di lato.

-Mi stai dicendo che non ti ricordi quello che mi facevi?- domanda già conoscendo la risposta.

Angel deglutisce chinando lo sguardo verso le scarpe. Si sofferma a guardare il bordo. È un bordo...preciso..e il colore è...scuro..e...

-Che non ti ricordi come gemevi?- insiste Spike.

Angel comincia a sudare agitato. Sono belle scarpe quelle. Le aveva pagate almeno duecento dollari. Erano di marca anche se non le più indicate per un vampiro che lotta tutti i giorni contro mostri e demoni vari.

-Che non ricordi come ti piaceva?- incalza il biondo.

Angel di scatto si alza dalla sedia che cade con un tonfo secco a terra. Tra i due passa il silenzio. Il moro lo fissa rivivendo nella mente i ricordi delle notti passate col suo childe. Il biondo lo fissa ghignando sapendo cosa sta passando nella sua mente.

-Si che me lo ricordo- risponde allentandosi il nodo della cravatta.

Spike ghigna. Poi si allontana con un passo mettendo qualche metro tra loro. La tensione si allevia ed Angel riprende a respirare normalmente.

-Ehi sire! Calmati! Ti si prenderà un infarto così- gli dice ridendo ed avvicinandosi allo specchio.

Angel si passa una mano tra i capelli arruffandoli. Sospira cercando di calmare il tremore delle mani. Le fissa senza riuscire a frenarle. Con dei grandi respiri cerca di calmarsi ma fallisce. Sente lo sguardo del suo childe bruciare su di se.

-Zitto Spike!- gli intima minacciandolo con un ringhio.

-Come mai ti agiti tanto?- gli chiede inclinando la testa ed arricciando le labbra.

Spike fissa il suo sire con attenzione. Riesce a sentire la sua agitazione. Pur essendo tornato umano il loro legame non sarebbe scomparso così facilmente. Potevano avere chilometri a dividerli, continenti, ma sarebbe rimasto il suo childe e lui il suo sire. Che questo gli piaccia o meno.

-Quello che ho fatto a te...è crudele- gli dice soppesando le parole.

-Crudele?- domanda Spike perplesso.

Angel annuisce ritornando a sedersi dopo aver sistemato la sedia.

-Tutto quello che ti ho fatto è stato crudele. Drusilla ti aveva vampirizzato perchè eri entrato nel suo cuore dal primo momento in cui ti aveva visto. Ma lei era mia e non sopportavo l'idea che un pivello come te me l'avesse portata via. Lei continuava a dire che le stelle le avevano detto di vampirizzarti ma io sapevo che si stava allontanando da me a causa tua e non per colpa degli astri. Ti ho odiato fin dal primo istante. Quando siete arrivati ed ho visto il legame che vi univa, avrei voluto ucciderti con le mie stesse mani. Ma non l'ho fatto perchè lei ne avrebbe sofferto. Così ti facevo soffrire. Mi facevo Drusilla mentre eri a caccia e puntualmente facevo in modo che quando tornavi ci trovassi insieme. Ma non mi bastava. Vedere te che soffrivi perchè prendevo la tua donna non mi dava la soddisfazione che volevo. Così ho cominciato a prendere te. Ero violento, freddo e distaccato. Ti usavo brutalmente e poi ti gettavo via. E più tu cercavi di ribellarti, più io ci provavo gusto. Essere dentro di te, possederti, mi dava l'idea di averti sotto il mio controllo, sotto il mio potere. Mentre sapevo perfettamente che eri un animo ribelle ed irrequieto e che non saresti mai stato mio. Quello che eri..io ti ho reso in quel modo. Il mostro, William Il Sanguinario l'ho creato io. Per questo anche se non ti ho generato sono il tuo sire-

Spike lo fissa boccheggiando. Nella mente tutte le volte che era stato preso con la forza da Angelus. Stringe i denti ripensando a quel periodo di vita. Le emozioni dentro il suo petto sono troppe da non riuscire a controllarle. Con una mano cerca il letto per tornare a sedersi temendo che le gambe lo abbandonino.

-Tutto questo è...- comincia cercando il termine giusto.

-Sbagliato?-

Spike lo fissa deglutendo.

-Non credevo di sentire queste parole da te- gli rivela sincero.

Angel sorride amaramente.

-Ed io non avrei mai creduto di dirti tutto questo- gli risponde sentendo l'anima bruciare nel petto.

Si guardano senza riuscire a trovare le parole per continuare. Poi Spike spalanca leggermente gli occhi. Angel lo vede e li spalanca a sua volta.

-Non penserai che io...-

-Ehhh!!! Che schifo!- urla Spike agitando le mani davanti al corpo come per allontanare una visione.

Angel si alza come ustionato e si allontana indietreggiando.

-Oh signore. Non pensare che io voglia di nuovo...ero perverso e malato..ed Angelus- gli dice serio.

Spike deglutisce osservandolo.

-Che eri perverso lo so bene- risponde ridacchiando.

Angel arrossisce chinando gli occhi.

-Chiudiamo qui il discorso. Io volevo solo che tu...che tu capissi. Non ne parliamo più ok?- propone speranzoso.

Il biondo lo fissa.

-Per la prima volta sono completamente d'accordo. Questa conversazione non esce da qui- promette coprendosi con le coperte.

Annuiscono nello stesso istante guardandosi negli occhi per sancire la promessa fatta.

-Credi che dovremmo stringerci la mano?- domanda Angel fissando la sua.

Spike lo guarda dubbioso incerto su cosa fare.

-Forse- dice infine allungando la sua.

Angel si avvicina a passi lenti e lunghi fino a trovarsi sul bordo del letto. Allunga una mano per stringere quella dell'ossigenato. Quando si stanno per sfiorare si guardano per poi ritirarle velocemente.

-Queste cose non sono per noi- dice il biondo borbottando.

-No, no. Affatto. Allora io...vado. Ci vediamo Spike- dice aprendo la porta.

-Arrivederci Angel- risponde il biondo buttandosi sul letto. Chiude gli occhi sospirando. Da quando si era svegliato quella era stata la sua prima conversazione ed anche una delle più difficili di tutta la sua esistenza. E centoventi anni di vita non sono pochi. Rammentare il rapporto che aveva col suo sire gli aveva suscitato uno strano senso di inquietudine. Ricordare le volete che lo aveva costretto in quel letto a sottomettersi come un animale. Erano questo. Due animali. Senza razionalità, solo la ferocia e l'incoerenza. Volevano prevalere l'uno sull'altro. E puntualmente vinceva sempre lui. Solo una volta era riuscito a batterlo. Quella volta al teatro quando il suo desiderio era più forte di quello di Angel.

Socchiude gli occhi stanco. Da fuori la porta si sentono dei passi leggeri, femminili. La porta si apre ed una folata di vento porta al naso di Spike un profumo di vaniglia. Apre gli occhi trovando sulla soglia la sua cacciatrice. Buffy lo vede sveglio per la prima volta da quando ha scoperto che è tornato umano. Le parole le muoiono in gola e boccheggia restando immobile con la mano ancora sulla maniglia. Dopo qualche minuto si avvicina e si siede sulla sedia occupata prima da Angel. Lo fissa attentamente. È cambiato da quando era un vampiro. La pelle è più rosea ed è scomparso quel leggero pallido che lo rendeva una statua di cera. Il petto si alza e si abbassa sotto il respiro e si può vedere il pulsare del sangue dell'aorta che resta marcata sul suo collo. Il fisico è rimasto lo stesso pur avendo perso un po' della forza che aveva grazie ai suoi poteri. I muscoli sono duri e tonici. Le braccia emergono dal camice in tutta la loro virilità e Buffy scommetterebbe che le spalle sono muscolose come prima. Le mani giacciono ferme sulla coperta e la bocca è semiaperta in attesa di dire qualcosa. La cacciatrice fissa i suoi occhi su di esse desiderando porvi le sue labbra e deglutisce impedendo all'istinto di prendere il sopravvento. Si asciuga le mani sui pantaloni cercando le parole da dire.

-Se continui così amore li scolorirai- le dice infine lui rompendo il silenzio.

Buffy si blocca capendo solo in quell'istante di aver sfregato le mani per vari minuti senza fermarsi. Alza il viso e gli lancia un sorriso radioso.

-Come stai Spike?- chiede infine incastrando i suoi occhi in quelli di lui.

Li osserva attentamente. Sono ancora più blu di prima. Con la vita sembrano essersi riempiti di una nuova luce, più intensa, che li rende speciali. Sembrano avere delle pagliuzze d'argento che li sfumano fino al bordo blu notte. Il suo corpo si tende mentre sente l'eccitazione aumentare. Si sistema sulla sedia e deglutisce cercando di ritrovare un po' di contegno.

-Oh, devo ancora abituarmi al fracasso insopportabile che fa il mio cuore, ma per il resto sto bene- le risponde sorridendo.

Spike la osserva ridere. Sofferma gli occhi sul suo viso, leggermente smunto per il combattimento. I capelli sono spettinati ma riescono a cadere in dolci boccoli come al solito. Una leggera sfumatura d'oro li fa brillare al sole che le illumina il viso. Gli occhi sono arrossati forse per la stanchezza. Indossa gli stessi vestiti che le aveva visto addosso durante la battaglia con il drago. Lentamente fa scivolare una mano sopra la sua poggiata sul materasso. Incrociano gli sguardi per poi abbassarli arrossendo ma senza sottrarre le mani da quel contatto confortevole.

-I medici dicono che stai bene. Che puoi andare a casa- gli spiega Buffy fissando il pollice di lui che, lentamente, accarezza la sua mano.

Spike si sofferma a soppesare le sue parole. Una casa...era da quando aveva abbandonato la sua cripta che non aveva una casa. Era stato per un pò nello scantinato di Buffy ma non riteneva che stare incatenato 24 ore su 24 potesse essere definito stare a casa. E quando era ritornato in vita non aveva avuto bisogno di una casa. Il suo vagare sottoforma di fantasma gli aveva fatto risparmiare i soldi di molti affitti. Solo dopo era andato in un piccolo appartamento fatiscente che gli aveva procurato Lindsay. Ma ora lui era morto e con lui era scomparso l'appartamento.

-Capisco- risponde solamente ancora impegnato nei suoi pensieri.

Buffy lo osserva aggrottando le sopracciglia.

-Sicuro di stare bene?- chiede insistentemente.

Spike sospira grattandosi la nuca sorridendo.

-Si, sto bene. Devo solo abituarmi- la rassicura poco convinto.

Passano vari minuti e nessuno dice più nulla. Nella mente di Buffy si susseguono vari dubbi: perchè non mi ha chiamata? Perchè non dice nulla? Perchè non mi dice che mi ama? Forse mentiva prima credendo che sarebbe morto?

-Non mi hai chiamata- dice infine esternando il dubbio maggiore.

Spike tossisce. Finalmente era venuto fuori il suo tallone d'Achille. Non l'aveva chiamata. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare questo ma sperava di poterlo fare il più tardi possibile ed ora godere solo della presenza della sua amata cacciatrice. Sospira cercando con cura le parole giuste da dire.

-Ero un fantasma. Non potevo chiamarti. Non sapevamo nemmeno se sarei riuscito a restare o se sarei finito all'inferno- le spiega sinteticamente.

Buffy lo fissa incrinando un sopracciglio.

-Non mi riferisco a quello. Intendo dopo, dopo aver ottenuto il tuo corpo-

-Io avevo paura. Paura che tu non mi volessi più. Angel non faceva altro che ripetermi che eri andata avanti, che non mi volevi più, che mi avevi dimenticato. Cosa dovevo fare io? Quando mi ha detto poi che stavi in Italia e che veniva da te sono voluto venire anche io. Non sopportavo l'idea che lui ti vedesse ed io no. Era terribile. Sull'aereo pensavo a cosa avrei potuto dirti. Immaginavo la tua faccia nel vedermi. Ti vedevo felice venirmi incontro e sorridere radiosa. Eri radiosa perchè io ero tornato. Tu mi amavi. Io amavo te. Era un'immagine perfetta-

Buffy si morde il labbro inferiore sentendo la tristezza nelle sue parole. Percepisce il suo dolore e lo prova a sua volta.

-E poi?- chiede sentendo gli occhi lucidi.

Spike sospira.

-Poi ti abbiamo vista. Stavi con l'Immortale. Ballavi con lui. Eri divina. Stupenda. E soprattutto felice. Io ti guardavo e vedevo la tua gioia. Dio Buffy non puoi immaginare come mi sono sentito. Ero bruciato sentendo per ultimo te che mi dicevi di amarmi. Era stato bellissimo lì. Ma guardandoti a Roma avevo capito fosse solo un dannato contentino che mi stavi dando solo perchè stavo per morire. Ed abbiamo rinunciato. Abbiamo deciso di farti andare avanti. Da sola. Senza di noi. Lui si è rifatto una vita finalmente lontano da te. Ma io...io non ci riuscivo. Ti vedevo sempre. Eri la mia ossessione-

Le parole di Spike le entrano nella testa portandole un infinito dolore. Sospira abbassando gli occhi a terra verso le mattonelle. Mordendosi un labbro cerca le parole giuste per spiegargli che si erano sbagliati, che non era innamorata dell'Immortale, che era tutta una finzione per poterlo uccidere. Ma le parole non gli vengono. Spike la guarda curioso con la testa leggermente piegata di lato. Attende paziente che dica qualcosa.

-Spike io...- comincia finalmente la cacciatrice alzando gli occhi.

Spike legge in questi il suo dolore e alza una mano per fermarla.

-Buffy non devi dire niente. Insomma lo capisco. Io stavo per morire e tu mi hai voluto fare questo dono. È stato bellissimo. Peccato che sia tornato. Non era programmato vero amore?- chiede lasciando trapelare dallo sguardo tutto l'amore per Buffy.

La ragazza geme lasciandosi scivolare sulla sedia.

-No Spike..- comincia ancora.

-Amore non devi- ripete l'ex vampiro.

Buffy si alza dalla sedia scocciata. Questa cade a terra con un tonfo sordo creando un immediato silenzio nella stanza. William osserva la cacciatrice sorpreso, le sopracciglia leggermente alzate.

-Spike smettila di fermarmi e lasciami spiegare ok?- gli dice arrabbiata.

Spike accetta fissandola ancora scioccato. Si accomoda nel letto sentendo i muscoli delle gambe atrofizzarsi. Sospira piegando poco le ginocchia. Poi incatena i suoi occhi in quelli di lei ed aspetta. La ragazza prende un respiro e si avvicina alla finestra. Il sole stava tramontando portando via la luce e lasciando la notte nelle mani del buio. Il cielo era arancione fino al blu. Una leggera striscia di rosso sangue le ricordava il sangue che aveva procurato stanotte. Chiude gli occhi trovando la concentrazione per poi voltarsi verso il vampiro.

-Dopo la tua morte, eravamo a pezzi. Io e Dawn. Non sapevamo cosa fare. Quando succedeva qualcosa eri tu che piombavi nella nostra vita e mettevi ordine. Quando è morta mia mamma, quando sono morta io. Hai sempre pensato te a tutto. Ma ora eri morto anche te. Ci trovavamo senza una casa, senza un posto dove andare o qualcosa da fare. Avevamo solo un pulmino della scuola ed un borsone con i pochi vestiti che avevamo salvato. Non pensavamo sarebbe andato tutto distrutto. Giles disse che le cacciatrici di tutto il mondo si stavano svegliando e mi propose di andare con lui. Tornava a Londra. Andammo con loro. Io presi il compito di allenare le nuove cacciatrici e Dawn continuava la scuola. Giles era rientrato nel Consiglio degli Osservatori. Ma non bastava. Allenare quelle ragazze non mi bastava per dimenticare. Ero stata mesi a piangere per te e le cose non accennavano a cambiare. Dawn non mi parlava ritenendomi la responsabile della tua morte. Poi Giles mi disse che c'era un demone in Italia che stava preparando qualcosa. Avrebbe potuto mandare chiunque. Faith stava lì vicino ma lo disse a me. Per darmi qualcosa da fare, qualcosa contro cui combattere. Mi diede qualcosa per non pensare. Io mi ci aggrappai con entrambe le mani e portai Dawn a Roma con me. Qui l'Immortale era popolare e soprattutto protetto. Il piano di arrivare ed ucciderlo non funzionava. Dovevo avvicinarmi a lui. Cominciai a fingere il ruolo della cacciatrice stanca che si lascia corteggiare dal lusso. Lui si avvicinò a me e cominciò a fidarsi. Forse gli piaceva l'idea che una cacciatrice fosse in sua balia. Mentii a Dawn, ad Andrew, a tutti. Dovevo portare a termine quell'operazione senza dire niente a nessuno perchè sapevo che lui mi spiava. Quando finalmente riuscii ad avvicinarmi abbastanza lo uccisi. Una volta ucciso potei dire tutta la verità a tutti ma non pensai che questo fosse importante per Angel e non dissi mai nulla a lui. Se sapevo di te sarei corsa qui immediatamente come ieri-

Il silenzio piomba nella stanza non appena Buffy finisce di parlare. Le parole continuano a fluire nella mente di Spike come un fiume in piena. Tutte le cose sull'Immortale lo confondono. Sospira chiudendo gli occhi per assimilarle attentamente. E così non lo amava veramente ma stava solo facendo il suo lavoro. Aveva detto che sarebbe andata subito da lui. Aveva detto che sarebbe corsa da lui come aveva fatto l'altra sera. Quindi lo amava? Era per questo che si era precipitata a Los Angeles? Per lui e non per la battaglia? Queste domande lo uccidevano. Gli ronzavano nel cervello brucando. Come una mela. I bruchi gli mangiavano la materia grigia danneggiandola irrimediabilmente.

-Io non..- comincia a dire sentendo le parole confuse.

Buffy lo fissa. Legge la confusione nei suoi occhi. Sorride avvicinandosi percependo i suoi dubbi. Il suo vampiro non era cambiato nella trasformazione in umano. Aveva avuto paura per un istante di perderlo. Sapeva che Spike era completamente diverso da William ma il suo amore era tutto per il primo. E comunque aveva imparato che era molto più umano di chiunque altra persona avesse mai conosciuto. Forse William non era scomparso con la vampirizzazione ma era solo diventato meno timido e più forte. Sorride pensando al tenero ragazzo castano che aveva visto nelle foto che lui teneva nascoste in un quaderno nella cripta. Lo aveva lasciato quando si era allontanato dopo aver tentato di violentarla. Quando lo era andato a cercare aveva visto Clem al suo posto. C'era andata la sera dopo e l'aveva trovata vuota. Aveva setacciato ogni luogo cercando indizi per capire dove fosse diretto ma niente. Non aveva trovato nulla. Solo qualche vestito, lo spolverino ed un quaderno. Nero, rilegato in pelle. Lo aveva aperto e da questo erano cadute delle fotografie in bianco e nero. In una era ritratto lui. I capelli castani legati dietro la testa. Il viso era spigoloso come ora ma leggermente più angelico, più innocente. Si poteva leggere nei suoi occhi la sua purezza. Era proprio questa purezza ad aver attratto Drusilla. La seconda ritraeva lui con una donna più grande. La somiglianza era evidente nella forma del viso e nella dolcezza dello sguardo. Buffy aveva capito fosse sua madre. Aveva rimesso le foto dentro ed aveva sfogliato qualche pagina. Aveva letto poesia dopo poesia piangendo sentendo il dolore del povero William rifiutato dalla borghese Cecily. Solo quando aveva letto le parole dette da lei si era morsa la lingua e si era spiegata l'infinito dolore nei suoi occhi. Erano le stesse che aveva detto anche lei per lasciarlo. Poi lo aveva posato dove lo aveva trovato ed aveva aspettato. Clem aveva detto che sarebbe tornato. E lei ci aveva creduto. Pochi mesi dopo era ricomparso. Pazzo. Aveva ripreso quello che gli mancava per essere amato da lei. L'anima lo aveva reso folle e debole, in balia del Primo. I ricordi di quel periodo le facevano tremare il cuore nel petto. Lui che la guardava felicemente sorpreso quando gli diceva che credeva in lui, Spike che la stringeva in quella casa sgangherata, la notte passata ad abbracciarsi la sera prima del combattimento, gli occhi di lui quando gli aveva detto finalmente che lo amava..

Non è vero, ma grazie per averlo detto...

Si blocca scattando in avanti repentinamente. Aveva finalmente capito. Spike non le aveva davvero creduto. Pensava fosse uno stupido modo di renderlo felice prima di morire. Scosse il capo maledicendolo. Lo fissa ora. Attende scettico che dica qualcosa. Sembra aver rinunciato a dire qualsiasi cosa.

-Sei uno stupido!- gli dice aggredendolo piantandosi davanti al letto con le mani sui fianchi.

Spike la guarda nuovamente sorpreso. Arriccia le sopracciglia chiedendosi cosa la sua donna stia per dire, per cosa lo stia per incolpare. Sospira spostando il cuscino dietro la schiena senza staccare gli occhi da quelli di lei. La guarda crucciata davanti al suo letto. Le mani sono sui fianchi come sempre quando entrava nella sua cripta dopo che aveva combinato qualcosa. Le labbra sono leggermente sporte in avanti formando una leggera smorfia. Vorrebbe baciarla ma si trattiene. Il petto le si alza violentemente come se avesse corso. Attende.

-E come mai di grazia?- chiede cinico.

Buffy deglutisce sentendolo così distante, così pieno di rancore.

Spike si maledice per il tono che ha usato e, soprattutto, per le parole. Stringe le mascelle. Ormai è tardi per dire qualsiasi cosa, tardi per rimediare, per tornare indietro. Si può solo andare avanti.

-Vai a quel paese Spike- gli dice voltandosi per uscire dalla stanza.

Ci aveva provato. Aveva provato a dirgli che lo amava ma a lui non interessava. Evidentemente la rabbia aveva battuto l'amore ed ora non riusciva più a vederla. Una lacrime scese dalla guancia e lei la maledì per essere sfuggita dal suo controllo. Non voleva farsi vedere debole da lui. Doveva aspettare di essere fuori dalla sua vista per lasciarsi andare. Avrebbe pianto accasciata contro il muro per averlo perso per sempre ma l'avrebbe fatto senza essere vista.

-Buffy aspetta-

La sua voce la blocca. A sentirla una seconda lacrima percorre la scia della prima cadendo a terra infrangendosi in milioni di piccole parti di dolore. Deglutisce stringendo i pugni ed asciugandosi gli occhi. Poi si volta cercando dentro di se un pò di contegno.

-Si?- chiede cercando di sembrare neutrale.

Spike la guarda. Si asciuga le lacrime con una manica della maglietta. Sorride vedendo la sua cacciatrice debole come una volta. Più cercava di apparire forte e più lui capiva la sua debolezza. Gli altri non erano in grado di vederlo. Vedevano solo la cacciatrice perfetta dedita alla lotta che non si spezza per niente al mondo. Spike l'aveva vista piangere piegata in due dal dolore. Aveva visto la cacciatrice lasciare il posto alla ragazza che per sette anni non aveva vissuto dovendo assolvere al suo compito di "paladina del bene". Aveva detestato trovarla triste. Aveva detestato i suoi amici per non riuscire a capirla, per non aver visto di cosa aveva bisogno.

-Scusami per prima. È che..sono agitato. Io sono tornato umano stanotte e mi è tutto così strano. Anche bere è una cosa nuova per me. E vedere te ora è come ritornare indietro. Ho cercato così tante volte di dimenticarti ma non ci sono mai riuscito. Ti avevo accantonata. Ed ora è come se si fosse aperta una diga d'amore e di ricordi- le spiega sorridendo vagamente.

Buffy si avvicina piano e si siede sul letto accanto a lui. Da fuori la finestra si sente la confusione della città. I clacson delle macchine interrompono il silenzio. Persone che tornano a casa dopo una lunga giornata di lavoro si avvicendano sul marciapiede. Tornano a casa dai propri mariti, dai propri figli. Lei tornava da lui.

-Non ti ho mentito-

È una frase secca, diretta. Piena di sottintesi ma per loro due estremamente chiara. Spike la guarda attentamente. Gli occhi di lei sono limpidi, trasparenti. Cerca di leggervi dentro e trova le stesse cose della parole pronunciate quella volta, mentre la terra crollava e la sua pelle ardeva.

-Dillo di nuovo, ti prego. Ho così bisogno di sentirlo amore- la prega afferrandole una mano nella sua.

Buffy sente il calore della sua pelle. Si lascia accarezzare da questo. Sorride. Spike era tornato umano. Questo apriva la porta a mille orizzonti. Avrebbero avuto tempo per esplorarli tutti. La cosa importante è che l'avrebbero fatto insieme. Voleva Spike nella sua vita ed avrebbe lottato per questo. Stavolta non si sarebbe lasciata scappare la persona che amava solo per paura. Stavolta voleva viverla completamente, voleva immergersi in questo amore insieme a lui.

-Ti amo William-

Aveva usato il suo nome. Non l'aveva chiamato Spike ma William. Aveva censito il loro amore con questa parole, con il suo nome. Sorrise. Una volta lo odiava. Gli sembrava poco virile. Ma sulla sua bocca lo amava. Finalmente sentiva le due parole che aveva aspettato per anni. Ed erano sincere, senza paura che siano dette per cortesia o per beneficenza. Lo amava. Lo amava davvero. Aveva scelto lui.

Il suo cuore impazzì aumentando i battiti freneticamente. Se fosse ancora attaccato ai macchinari sarebbero sicuramente impazziti.

Alza gli occhi specchiandoli nei suoi.

-Ti amo anche io dolcezza- le dice allungando una mano.

Buffy la prende avvicinandosi a Spike. Si allunga per accarezzargli il viso caldo. Sente sotto le dita la perfezione dei suoi zigomi, i suoi occhi e poi le sue labbra. Si avvicina e finalmente poggia le proprie contro quelle di lui. È dolce e non affamato come tutte le altre volte. Lentamente si sfiorano tornando a conoscersi dopo mesi che non si vedevano. Spike apre le sue lasciando uscire la lingua per accarezzare quelle di lei. Queste si aprono per lasciarla entrare accarezzandola con la sua. Buffy di scatto si appende al collo di lui divorandolo e lasciandosi finalmente andare. Spike sorride sulle sue labbra accarezzandole la schiena. Quando si staccano sono senza fiato e si guardano con le fronti appoggiate l'una contro quello dell'altro. Sorridono entrambi radiosi. Buffy continua a guardarlo sdraiandosi piano accanto al corpo muscoloso di lui. Spike la guarda ancora sorridendo allargando le mani per accoglierla. Lentamente i loro corpi aderiscono ritrovandosi. Si sistemano alla perfezione immediatamente. Una mano di lui va sotto il suo collo per incrociarsi con l'altra davanti al seno di Buffy. Dolcemente le bacia il collo e la spalla mentre lei geme soddisfatta. Incastrano le gambe l'una in quelle dell'altro sentendo il sole scomparire del tutto ed il silenzio entrare nella città e nelle case di Los Angeles. Non c'era nient'altro da dire. Adesso si erano ritrovati e potevano tornare ad essere felici. Insieme.

 

TBC...