PERCHE’HO SOLO PAURA D’AMARTI

AUTORE: AntonellaSpuffy

RAITING: NC- 17

PAIRING: Spike e Buffy

DISCLAIMER: I personaggi non sono di mia proprietà ma di Whendon & Co.

E' una storia scritta non a scopo di lucro, ecc.

GENERE: AU

RIASSUNTO:Buffy è una giornalista alle prime armi che si ritrova in una città che non conosce. Spike Stratford è la star del momento!

 

Prologo:

 

 

 

Vorrei guardare bene in faccia il tipo che scrive questa robaccia. Insomma, dialoghi sciatti e privi di significato che nonostante tutto, tengono incollati allo schermo milioni di casalinghe frustrate da anni e anni. Praticamente gli attori sono nati, vissuti e.....quasi morti sul set.

 

Si, è vero, ancora nessun decesso è avvenuto, ma siamo a giorni, ve lo assicuro!

 

Guardate questo vecchio incartapecorito che gioca a fare il sexy....avrà più di ottant’anni.....

 

Si, ok, potrei cambiare canale....ma da una parte c’è un documentario sull’accoppiamento delle scimmie, su uno un terribile e angosciante film western, che solo a pensarci mi viene l’artrosi e poi.....il telecomando si è infilato tra i cuscini di questo assurdo divano e non ho proprio voglia di cercarlo. In verità ci sarebbero tantissime cose da fare.

 

I miei scatoloni pieni di cose che in realtà non userò mai, sono ancora sparsi per questo sputo di casa, è quasi ora di cena e dovrei mettere insieme i pensieri per l’incontro di domani....ci penso e....torno a concentrarmi sul vecchio bamboccio!

 

La stanchezza si è di nuovo appropriata del mio fragile corpo!

 

Non so nemmeno se arriverò a domani dato che ho bevuto una birra che era infilata nella cucina del nuovo appartamento da secoli....probabilmente!

 

Immagino già la faccia del mio caporedattore. Bello e affascinante, mi offrirà un caffè poco zuccherato parlandomi del suo giornale che è come una bella famiglia. Almeno lo spero. Questo è il mio modo di esorcizzare gli eventi. In realtà sono anni che mi vedo infilata nel mio bel lettone a scrivere articoli di cronaca mentre la cameriera pulisce uno dei miei numerosissimi bagni.

 

Ma le cose sono andate leggermente in modo diverso. Niente lettone, niente articoli di cronaca, niente cameriera, niente numerosissimi bagni. L’unico servizio che c’è in quest’appartamento è il bagno ideale di un puffo e io decisamente non sono blu.

 

O forse no....la birra di buon annata in effetti potrebbe farmi un brutto effetto. In ogni caso il mio bel sorriso comparso quando un mio zio londinese mi aveva chiamato per parlarmi di questo lavoro è scomparso nel momento che le cose sono diventate lentamente chiare. L’Europa al posto della mia amata America, un delizioso giornale scandalistico al posto di un famoso quotidiano e....rullino i tamburi...questo stupendo appartamento dimensione folletto. Ho già pensato almeno due volte di rimpacchettare tutte le mie cose e fuggire da qui. Il più lontano possibile.

 

Potrei magari inventarmi una grave epidemia oppure dire che tutto ad un tratto ho deciso di dedicarmi alla famiglia. Infondo gli anni avanzano. Sono già ventitre. Ci penso affondo, ma so che mio padre è troppo furbo per crederci e le mie “amiche” riderebbero come matte nel vedermi ritornare dopo due giorni, blu e con una birra dell’ottocento tra le mani. Il vecchio continua a sussurrare parole che non farebbero eccitare nemmeno una di quelle scimmie sull’altro canale. Spero solo che la birra faccia effetto in fretta!

 

 

 

1°Capitolo

 

 

 

Splendido!Le mie calze si sono appena infilate tra i pezzi di quest’assurdo scaffale. Quando finalmente riesco a liberare la gamba una grossa linea trasparente le percorre. Tiro un calcio alla porta del giornalaio e senza acquistare nulla vado via. Odio questa città, odio i suoi negozi e odio questa vita!Ho ancora la lingua bruciacchiata dal caffè di stamattina e ora che avevo deciso di informarmi un po’ di più dei divi di Londra, il giornale che volevo acquistare è riverso sul pavimento del negozio, sotto gli occhi stralunati del giornalaio. Mi sono svegliata con tutta calma visto che l’appuntamento era solo alle sei di questo pomeriggio e ora mi ritrovo a correre come una matta con questo odioso tailleur!

 

Quando finalmente scorgo il grosso palazzo, la luminescente scritta mi fa venire in mente quel ridicolo nome che ha tormentato il mio intero viaggio! Insomma quale mente diabolica può chiamare un giornale scandalistico “ Love Story”? Un nome che ti fa venire in mente l’acre odore degli orribili libri Harmony impolverati di tua nonna o di quei fotoromanzi squallidi dagli attori tristi. Eppure mi hanno assicurato che questo settimanale è molto di moda qui a Londra, nonostante tratti solo e solo di....love story....certo...ci siamo capiti!

 

Un fresca aria climatizzata mi raggiunge il viso quando finalmente la porta dell’ascensore si apre e mi accorgo solo allora, guardando il grosso orologio dell’ufficio, che sono le sei in punto. Mi sforzo di sorridere cercando di ritrovare in me quanta più serenità possibile. Fallisco miseramente appena il mio sguardo ricade sulla mia calza smagliata. Vorrei urlare di rabbia ma non lo faccio perchè la segretaria mi sta fissando da un po’e vorrei farle credere , almeno per ora, che sono una persona sana di mente. Mi guarda e senza accennare nemmeno minimamente un sorriso mi chiede -Buffy Summers? -

 

Io annuisco imbarazzata e mi siedo dove lei mi ha indicato. - La chiameremo il prima possibile-

 

Forse ho sbagliato ufficio. Ma siamo nella redazione di questo patetico giornale o in uno studio medico? Sorrido mentre lei mi serve un caffè senza nemmeno guardarmi. E’ vero, avevo immaginato che a farlo fosse il mio capo, ma per ora va bene così.

 

 

 

-Maledetta-ringhiò a denti stretti dopo averlo sorseggiato.

 

Avevo detto poco zuccherato, non amaro!

 

 

 

La mia pazienza è lentamente scivolata via andando a infilarsi nelle mie calze smagliate. Sono le sette e trenta passate e io sono ancora qui, con questo bicchierino monodose di caffè che non so dove infilare. La segretaria obesa, me ne sono accorta solo quando ho capito quanto fosse stronza, si è praticamente dileguata dopo aver parlato per ore al cellulare. Possibile che anche lei abbia un ragazzo? Ok! Non avevo alcuna intenzione di parlare di questo e non so come mi ci sono infilata, ma infondo c’è poco da dire. I miei ex sono stati tutti dei bastardi. Dal primo all’ultimo, includendo anche quello dell’asilo che mi rubò perfino la colazione, prima di scappare nell’ora di ricreazione con la mia migliore amica. Li ritrovarono dopo ore............ma non è questo il punto!

 

Il fatto è che più io mi convinco che è quello giusto, più loro si dileguano. Si, sono imbranata e vergine e questo è un ottimo biglietto da visita però.....se loro scappano come potrei mai andarci a letto?

 

Ok, se vogliamo dirla tutta ci sono state varie occasioni ma si sono sempre concluse con loro che si rivestivano guardandomi di sbieco e io in lacrime. L’ho detto che sono imbranata no? Forse non sono ancora pronta o stupidaggini del genere che leggo sui giornali, ma la cosa comincia decisamente a infastidirmi. Sto ancora pensando a quello che scappò via col mio cestino della merenda quando un uomo stupendo sbuca dalla porta. Sto cercando di ripulirmi la bava quando lui esclama -Scusami, Buffy giusto?Accomodati pure.-

 

Maledico ancora una volta il giornalaio mentre il mio sguardo torna sulle calze e mi siedo nell’ufficio del mio forse nuovo capo.

 

-Sono Angel Darcy- mi dice stringendomi la mano. -Ma chiamami pure Angel!-

 

Ci metto qualche istante per riprendere conoscenza pensando che a parte il caffè amaro, tutto sta andando secondo i miei piani.

 

-Sei americana giusto? Tuo zio mi ha parlato molto bene di te e spero che diverrai dei nostri.-

 

mi dice sorridendomi mentre io ho la salivazione azzerata. Si, avevo detto bello, ma questo è troppo!

 

-Comunque Buffy, prima di offrirti il lavoro, voglio vedere come te la cavi-

 

-In che senso?- chiedo parlando per la prima volta da quando sono entrata.

 

-Voglio una bella intervista sulla situazione amorosa di Spike Stratford-

 

Sorrido come un ebete chiedendomi chi diavolo sia.

 

- “Panico” è stato il suo primo film sbarcato da voi, ma qui è famosissimo già da tantissimo e le ragazze impazziscono per lui- aggiunge come se io fosse il suo manager.

 

- Stasera è qui fino alle nove, quindi puoi fare un tentativo, poi dovrai muoverti da sola. Hai tempo fino a mercoledì-mi dice mostrandomi il biglietto di un lussuosissimo hotel.

 

Sto ancora elaborando le sue parole quando gli dico -Non credevo che dovessi fare interviste-

 

Lui sorride come al solito <> e mi da il pass del giornale.

 

Annuisco e quando lo vedo alzarsi faccio lo stesso. Mi accompagna sulla porta continuando a fissarmi. Spero almeno di avere i capelli in ordine.

 

-A mercoledì allora!- gli dico mentre salgo in ascensore.

 

-Ciao Buffy- mi dice questo bel cucciolone alzando una mano per salutarmi dalla porta.

 

Vedo il suo sguardo sfiorare tutto il mio corpo per poi soffermarsi sulle gambe. Forse non sarà così brutto lavorare qui, mi dico maliziosa. L’immagine di noi due avvinghiati sulla sua scrivania e la faccia di mia madre quando le dico che sposo il proprietario di una delle maggiori riviste di Londra è già chiara nella mia mente.

 

-Ti si sono sfilate le calze-mi dice indicandomi imbarazzato la gamba.

 

Quando comprendo il significato delle sue parole la porta dell’ascensore si è già chiusa.

 

-Cazzo!-

 

 

 

Per un attimo sono stata tentata nel cercare un’altra letale birra dell’ottocento tra i mobili impolverati. Dopo un’estenuante corsa per tornare a casa mi sono infilata con un mezzo sorriso sotto la doccia. Quando mi sono accorta che l’acqua continuava ad essere gelida avevo già programmato il suicidio. La situazione non è migliorata e tutto il mio splendido refrigerio si è svolto sotto le cascate del Niagara, facendo congelare anche il mio tragico programma.

 

Sono le otto e venti quando corro sulle scale del hotel. Mi era venuto in mente di fermarmi ad acquistare un giornale per capire almeno che faccia avesse questo tizio famoso, di cui ora mi sfugge pure il nome, ma il mio ritardo è cronico e rischio di invecchiare prima di arrivare.

 

Mi infilo di corsa nella hall inciampando e rischiando di rompere il tacco delle scarpe. L’avevo detto che non dovevo mettere questo maledetto tubino nero, ma volevo fare una bella figura e ora mi sento un salame!

 

Voglio tornare a casa!

 

Mostro velocemente il mio pass e con la frase-E’arrivato?-che mi evita di dire il suo nome, mi infilo nella stanza gremita di gente che mi mostra il portiere, dopo avermi rassicurata.

 

Mentre mi calmo cercando di darmi un’ aria più professionale ed esperta possibile divoro una dozzina di tartine. Il buffet è eccezionale e ci piazzerei volentieri una sedia vicino per essere più comoda nel divorare tutto, se non fosse che il cameriere ha cominciato a guardarmi storto.

 

I primi giornalisti dopo una decina di minuti cominciano ad andare via e li sento borbottare che stanno aspettando dalle cinque. Le cinque? Ma se io a quell’ora ero ancora a scassinare la porta del giornalaio!

 

Mi viene quasi l’idea di imitarli ma mi sento troppo in colpa per essere venuta qui giusto per mangiare le tartine e se perdo questo tizio, per mercoledì non so proprio dove cercarlo.

 

Dopo che la sala è quasi del tutto svuotata esausta ed esaurita esco su un balconcino nascosto da sguardi indiscreti, per fumare una sigaretta. Mettiamo le cose in chiaro, non so fumare e penso che non riuscirò mai a capire il meccanismo del fumo che passa per le gola e.....avete capito!

 

E’ solo che quando sono nervosa mi aiuta a rilassarmi e così sedendomi sul davanzale estraggo una sigaretta da un pacchetto che ho da anni e da cui ne mancano solo tre. Dopo pochi istanti comincio a tossire insanamente e tra le strambe convulsioni scorgo una luce molto simile a quella che ho io tra le mani. Qualcuno a qualche metro da me mi sta imitando, ma fuma senza attacchi convulsivi. Sentendo il mio fracasso si gira di colpo e nonostante il buio riesco a distinguere il suo sguardo terrorizzato. Cos’ è successo? Ho i capelli in disordine? Mi si è sfilata una calza?

 

Sono diventata blu?

 

Il ragazzo di cui ora sconvolta, riesco a distinguere i capelli di un assurdo color platino, continua a fissarmi come se volesse scappare da un momento all’altro. Ma è matto? Se mai dovrei essere io a guardarlo di sbieco. Ma che razza di colore è?

 

-Che c’è da guardare?-gli chiedo stizzita al limite. Lui improvvisamente sembra risvegliarsi e distogliendo lo sguardo risponde -Nulla!-

 

La situazione è alquanto imbarazzante e lui nonostante tutto sembra ancora titubante.

 

-Sei anche tu un giornalista?-dico giusto per spezzare il ghiaccio e lui improvvisamente sorride.

 

-Si certo.- aggiunge continuando a fissarmi. Nonostante il buio mi accorgo dei suoi splendidi occhi di ghiaccio e rimango senza parole a fissarli.

 

Qualcosa mi attira in questo tipo, anche se non so cosa, dato che praticamente non l’ho visto neanche bene in faccia.

 

-Per quale rivista scrivi?- mi chiede continuando a sorridere. Ci capisco sempre di meno.

 

-Love Story- rispondo cercando di convincermi che è una rivista famosa.

 

Naturalmente non ci riesco.

 

Lui borbotta qualcosa che non riesco a capire e improvvisamente si muove verso di me.

 

-Sono andati via tutti?- mi chiede mentre viene illuminato dalla luce proveniente dall’interno della stanza.

 

Boccheggio pensando a tutte le lettere dell’alfabeto, ma non riuscendo a trovare un senso alle sue parola. Un uomo magro dalla pelle color d’avorio, braccia muscolose e due splendidi occhi color oceano appare davanti a me.

 

Senza motivo sento il mio cuore sussultare e questa volta sono io a voler scappare. Lui mi fissa titubante e spazientito infila furtivamente la testa nella stanza per assicurarsi che ormai ci sono solo pochi camerieri.

 

-Ti va di mangiare qualcosa?- mi chiede sorridendomi e questa volta io capisco subito.

 

Balbetto qualcosa senza significato e lui finge di aver capito.

 

- Su andiamo. Ho una fame tremenda-. Mentre io come un’ automa mi avvio verso la sala lo vedo avvicinarsi alle due guardie del corpo che sono all’ entrata e dirgli qualcosa. Non so dove diavolo sto andando e non mi interessa.

 

So solo che ho una voglia matta di inseguirlo, di baciarlo, di farci l’amore.....ok, ok, STOP!Basta! Terra chiama Buffy!

 

Ci dirigiamo verso l’uscita di servizio e lui si muove come un rapinatore in una banca.

 

Forse è proprio matto!Ma che importa!

 

Continua a camminarmi a fianco e a guardarsi furtivamente in torno. Passiamo davanti a numerosi bar pieni di gente, ma lui tira dritto. Improvvisamente, senza dire una parola, si infila in uno squallido ristorantino vuoto. Forse è uno di quei posti che nessuno conosce, ma dove si mangia benissimo!La mia splendida, se pur non convincente idea, svanisce nel momento in cui entriamo. Forse squallido non è proprio il termine adatto. Patetico e desolante va meglio.

 

Ci sediamo in un tavolino ben nascosto e io mi convinco sempre di più che è un rapinatore.

 

-Io sono William- mi dice improvvisamente. -E tu?- aggiunge.

 

Vorrei fissarlo senza parlare, ma mi rendo conto che sto facendo la figura dell’idiota, così in un lampo di genio mi ricordo il mio nome e rispondo -Buffy. Mi chiamo Buffy-.

 

-Bene Buffy, di dove sei?-. Il suo sorriso diventa ancora più grande e ammiccante e io mi sto lentamente sciogliendo. Chiamate i pompieri. E’ qui il rapinatore!

 

Portatelo via da me prima che lo violenti!

 

Comunque trovando un briciolo di ragione rispondo-Sono Americana, vengo da New York, sono qui per lavoro....il mio primo lavoro.-

 

Lui annuisce interessato e io continuo . -In realtà dopo la laurea avrei voluto scrivere per un quotidiano, ma visto che non trovavo lavoro mio zio mi ha chiamato per parlarmi di questa rivista per cui lui aveva fatto il fotografo-.

 

Ecco lo sapevo!Per l’imbarazzo sono diventata un fiume in piena e ora non riesco più a fermarmi.

 

-Allora mi sono trasferita qui a Londra, in uno terribile appartamento per puffi con l’acqua ghiacciata!-.

 

Lui scoppia in una sonora risata e mi fa cenno con la mano di continuare.

 

No, è la fine! Vi ho detto che quando sono nervosa soffro di una catastrofica dissenteria verbale?

 

-Il mio capo mi ha detto che per entrare nel giornale avrei dovuto scrivere un articolo su un certo tizio da un film assurdo, che io in realtà non conosco. Ma tu venendo a intervistarlo sai chi è giusto?-.

 

Lui ormai ha le lacrime agli occhi e io mi sento ridicolissima!

 

Ma come mi è venuto di parlare? Ma perchè diavolo non mi è venuto un infarto?

 

Ho rovinato un avvenente futuro con il rapinatore più sexy che io abbia mai visto, con l’uomo della mia vita!

 

-Certo Buffy- mi dice guardandomi in un modo che mi fa morire.

 

-Penso che il tizio dal film assurdo sia Spike Stratford giusto?-.

 

Io esulto ricordandomi che è proprio questo il nome. -Si, si giusto!Ma come avevo potuto dimenticare un nome del genere. Scommetto che per chiamarsi così reciterà come un cane.- dico facendo l’altezzosa.

 

-Si sa poi di questi tempi basta avere un bel faccino per vincere un Oscar-.

 

Lui è ancora più divertito e io sono ancora più imbarazzata. Continua a fissarmi e io continua a specchiarmi in quegli occhi che mi fanno morire.

 

Il mio splendido sogno d’amore termina quando intravedo la sagoma della cameriera al mio fianco. Maledetta!

 

Alzo lo sguardo e la vedo tremante che stringe il blocco delle ordinazioni.

 

Che diavolo vuoi strega?Torna a cucinare!

 

-Scusi posso avere un autografo- dice fissando imbarazzata William.

 

Ma cosa dice questa psicopatica?

 

Sto quasi per tirarle un cazzotto per aver distrutto il mio attimo di paradiso, quando un’idea che mi fa quasi sprofondare mi tocca la mente. William o come diavolo si chiama, comincia a sorridermi divertito mentre firma l’autografo e io capisco che voglio morire!

 

Che voglio tornare a casa per mettere in atto quel suicidio!

 

Mentre il mio colorito passa dal rosso al porpora intenso, le due guardie del corpo che avevo visto all’hotel ci raggiungono.

 

-Tutto bene signor Stratford? Dovremmo andare. Stanno arrivando delle persone e creeremmo troppo scompiglio-.

 

Lui un po’scocciato si alza per poi sorridermi di nuovo. Di me ormai non c’è più niente.

 

Solo la sagoma rossiccia e stralunata di una bimbetta imbarazzata.

 

-Grazie per la bella conversazione Buffy. Vieni domani all’hotel. Faremo quell’intervista di cui hai bisogno. Te lo devo, stasera mi sono proprio divertito!-

 

In un attimo coperto dai due uomini scompare dal locale e poi dal vetro lo vedo infilarsi in auto scura. Rimango a fissare la cameriera che mi guarda come se fossi una dea.

 

Aiuto! Voglio tornare a casa!Si è divertito?

 

Sapessi io!

 

 

 

 

2°Capitolo

 

 

 

E’ inutile Grande Puffo che continui a guardarmi così, non uscirò mai più dal nascondiglio segreto. Rimarrò per il resto della mia vita sepolta sotto una montagna di coperte formato sandwich, a parlare con te, mio nuovo e unico amico.

 

Ieri sera completamente distrutta e inanime mi sono resa conto che non sarei tornata a casa a piedi senza scoppiare in lacrime ricordando la mia tragedia così, arrivata in taxy sotto il mio nuovo appartamento, mi sono fermata al negozio d’animali qui sotto.

 

La mia idea in partenza era quella di acquistare un letale serpente a sonagli e introdurlo nel mio letto nonché nascondiglio. Purtroppo il mio sguardo è stato catturato da Grande Puffo, un povero e noioso pesciolino rosso, che solo e abbandonato in un angolo della vasca, mi fissava triste.

 

Non ho potuto far a meno di vederci una piccola Buffy e visto che avevo bisogno di parlare con qualcuno, ho deciso che lui sarebbe stato la mia vittima. E ora eccolo qui il mio Grande Puffo che per ora è sistemato in un bicchiere da birra, dato che ho dimenticato di acquistare la vaschetta.

 

Per il nome ci ho riflettuto a lungo.

 

In effetti non sapendo se fosse maschio o femmina, all’inizio avevo pensato, rimanendo nel villaggio dei puffi certamente, a Puffetta.

 

Ma non mi sembrava il caso!

 

Insomma lo sanno tutti che era una poco seria. Completamente sola in quel villaggio di omettini eccitati, cos’altro avrebbe potuto fare?

 

E poi si sa che quei marmocchietti erano suoi....il problema era capire chi fosse il padre!

 

Dato che ho sempre sospettato di Grande Puffo, che mi sembrava l’unico in grado di metterla incinta, ho deciso che il cornuto sarebbe stato l’ideale.

 

Smettila di guardarmi così insomma! Non riuscirai a convincermi!Non tornerò mai in quell’albergo. Non mi avvicinerò mai più a quell’uomo. Scapperò per tutta la vita quando saprò che lui sarà a meno di cento metri da me. Voglio morire!

 

Quel maledetto rapinatore travestito da giornalista...cioè attore travestito da giornalista!

 

Mi ha sorriso tutta la sera prendendosi gioco di me e mettendomi in ridicolo. Quell’ebete mi guardava ammiccante per divertirsi un po’ e io idiota quale sono gli ho, non solo spiattellato tutta la storia della mia vita, ma gli ho detto che recitava pure come un cane!

 

Praticamente sono stata capace di far fuori in una sola sera la mia intera carriera lavorativa e la mia unica possibilità di perdere la verginità!Fantastico, da primato!

 

Grande Puffo ha gli occhietti appiccicati al marchio impresso sul bicchiere di vetro e io esco dolcemente dal mio letto-sandwich.

 

Dovrei rimpacchettare tutto e ripartire in questo istante. Sono certa che capiranno.

 

Inutile è rimanere qui ormai.

 

Il belloccio della rivista non mi offrirà mai il lavoro senza quella intervista e Spike Stratford o come diavolo si chiama, ormai ha la sicurezza che sono una psicopatica.

 

Magari se mi avvicinassi mi farebbe stritolare da una delle sue guardie del corpo mentre lui fuma divertito una sigarette.

 

Cavolo!Non riesco fare a meno di pensarci!Già so che tornata in America setaccerò l’edicole in cerca di giornali con sue foto e continuerò a immaginarmi dolci incontri con....quel maledetto bastardo!

 

-Cosa devo fare Grande Puffo?- chiedo al mio piccolo amico ancora seduta sul letto.

 

Lui continua a sbattere il suo viscido faccino sul marchio della birra.

 

-Vado? Su dì di no!Dimmi di restare per sempre qui con te a parlare di quella sgualdrina di Puffetta!-

 

Ancora testate. Sarà psicopatico come me? O forse è un si!

 

Insomma se volesse dire no starebbe fermo.

 

Mi convinco sempre di più di questa teoria mentre lui continua i suoi gesti inconsulti.

 

Per un attimo mi viene il dubbio che voglia suicidarsi dato che è immerso in un bicchiere ricolmo di briciole e giuro: non è un belvedere!

 

Si, è decisamente un si!

 

 

 

Sono le undici passate quando arrivo al di fuori dell’hotel che ieri sera ha assistito silenzioso allo scempio. Sono super nervosa e ho la netta sensazione che il portiere mi cacci fuori a calci.

 

Mi avvicino al bancone della hall e chiedo. – E’ possibile parlare col signor Stratford?- rendendomi conto nello stesso istante, del ridicolo della mia domanda.

 

Infatti l’uomo sorride come per dirmi “Certo che sei proprio cretina, figurati se faccio parlare una come te con il signor Stratford! Ridicola!” ma mi risponde – Mi spiace signorina, Spike Stratford non alloggia più qui-

 

Sto svenendo.

 

E’addirittura scappato per fuggire dalla psicopatica! Si deve essere reso conto dell’invito azzardato e si è dato alla fuga partendo per l’Oceania.

 

Mentre sto per scoppiare in lacrime e per prendere a pugni questo maledetto portiere che non si leva questo sorrisetto dalla faccia, qualcuno mi bussa sulla spalla.

 

Mi volto di scatto trovandomi di fronte un grosso omone e sono costretta ad alzare la testa per guardarlo.

 

Ecco lo sapevo: l’avevo detto che mi avrebbe fatto pestare da una delle sue guardie del corpo!L’unica differenza è che non si è nemmeno abbassato ad assistere alla scena fumando, ma aspetterà il resoconto minuto per minuto, nella sua vasca idromassaggio.

 

- Venga signorina, il signor Stratford l’attende!-

 

Ci metto alcuni istanti per capire il significato delle sue parole dato che sono ancora sulla difensiva, pronta a difendermi da un suo cazzotto. Quando finalmente la mia mente elabora il messaggio, mi compare sulla faccia un sorriso da ebete e prima di sparire nell’ascensore, rivolgo un ultimo sguardo al portiere. Il senso è molto chiaro: “Ridicolo sarai tu, vecchiaccio!”.

 

 

 

Non immaginavo minimamente quanto potesse essere lussuoso questo posto. Il tratto in ascensore mi ha fatto sentire effettivamente un po’in ansia, ma mi rendo conto che il fatto che sia avvenuto con un gorilla non mi abbia facilitato. Quando attraversiamo il lungo corridoio che emana un dolcissimo profumo di detergente, le mie mani cominciano a sudare.

 

Insomma, sto per entrare nella stanza di Spike Stratford e il fatto che fino a ieri non sapessi nemmeno chi fosse non riesce a calmarmi. Il pensiero che tra un po’ vedrò il suo letto mi fa avere uno sporadico flash di noi che lo facciamo! No! Buffy no!

 

Mi intimo di non guardarlo, non guardarlo assolutamente!

 

L’omone dopo aver aperto la porta con una carta magnetica mi fa segno di entrare e si allontana.

 

Mi chiudo nervosamente la porta alle mie spalle e noto subito un grosso cesto di frutta posto sul tavolo centrale. Cerco con lo sguardo qualche particolare curioso e noto che è tutto perfettamente in ordine stranamente.........NO!

 

I miei maledetti occhi l’hanno fatto! Mi volto imbarazzata cercando di cancellare dalla mente quel letto baldacchino con le coperte porpora, ma so che da ora praticamente lo sognerò ogni notte!

 

L’avevo detto che dovevo restare con Grande Puffo!

 

-Tutto bene?- mi dice una voce che con orrore riconosco.

 

-Si, si certo.- balbetto sentendomi ancora più imbranata e quando mi volto è la fine!

 

Ma chi diavolo me l’ha fatto fare di venire!

 

Spike Stratford è davanti a me in jeans chiari e t-schirt nera e mi fissa divertito.

 

-Sicura Buffy?- mi chiede un po’ incerto, ma visibilmente compiaciuto del mio imbarazzo.

 

Sono talmente eccitata dal fatto che lui si sia ricordato il mio nome che dico( e questo giuro è da record) –Niente, guardavo il tuo letto!-

 

Bingo!

 

Allora ora dico io, una persona sana di mente come potrebbe uscirsene con una frase del genere, quando in più ha spiaccicato negli occhi la voglia di violentare quest’uomo e ha lo sguardo come per dirgli “ Fammi tua!”?

 

Vedo con estrema chiarezza il suo sorriso divertito nel momento che si volta verso l’armadio all’entrata e sono sicura che l’abbia fatto a posta per scompisciarsi, senza che io lo possa vedere!

 

Vorrei prendermi a pugni, lo giuro!

 

- Sono venuta per l’intervista...- gli dico in un tentativo di fargli dimenticare la mia orrenda frase di prima.

 

-Certo, naturalmente- mi risponde lui con un’aria a dir poco MALIZIOSA!

 

La mia voglia di stuprarlo è aumentata e questi 23 anni di astinenza si fanno sentire prepotentemente!

 

E’ evidente che il mio tentativo di distrarlo dalla mia uscita precedente è andato a vuoto.

 

-Dimmi Buffy, di che tipo di intervista si tratta?-

 

Mammina, c’ha una voce da panico!Proprio come il suo film!

 

-Domande sulla sua situazione sentimentale- gli dico cercando di far sembrare meno intromettente, la richiesta di farmi praticamente gli affari suoi.

 

-Dovevo immaginarlo- mi dice e stranamente questa volta non sorride.

 

-Nessuno si interessa dei miei film, vogliono solo sapere chi è stata l’ultima modella che ho portato a letto!-

 

E ora che ha?Perchè si arrabbia con me!Non è mica colpa mia se fa film che si chiamano “Panico? E poi......MODELLA???

 

Buffy renditi conto: questo va a letto con donne bellissime, figurati se guarda una che vive in una casa da puffo, senz’acqua calda e con....Grande Puffo appunto!

 

-Mi dispiace per ieri.- mi dice improvvisamente e non so perchè mi da l’idea che abbia voluto cambiare discorso, ma ora ricordandomi dell’accaduto mi innervosisco improvvisamente.

 

Avevo dimenticato, presa dal suo letto e dai suoi pettorali che ieri mi ha preso in giro per tutta la sera.

 

-Infatti!L’ho trovato un modo molto scortese!- gli dico e vorrei uccidermi per come ho alzato la voce.

 

Lui stranamente sembra sorpreso e compiaciuto e io non ne capisco proprio il senso.

 

Mi fissa e sento il suo sguardo attraversarmi tutto il corpo.

 

E questa volta ho i jeans.....c’è la sicurezza che non abbia una calza smagliata!

 

- Perchè l’hai fatto?- gli chiedo cercando di far distogliere i suoi occhi che mi imbarazzano così tanto da sentirmi il viso in fiamme.

 

-Ho approfittato del fatto che non mi conoscessi e poi hai suggerito tu che io fossi un giornalista- mi dice mentre prende un giubbino di pelle dall’armadio.

 

-Si, ma tu l’hai confermato!- gli urlo ancora una volta volendomi strappare le corde vocali.

 

Ma è mai possibile che nemmeno l’imbarazzo mi faccia evitare queste figure di.....avete capito!

 

-Andiamo!- mi dice lui sorridendomi come se non mi avesse nemmeno sentito nonostante io avessi giurato che l’avesse fatto molto attentamente.

 

-Dove?- gli chiedo spaesata.

 

-Non mi va di fare qui l’intervista. Andiamo a fare un giro.- mi dice mentre prende gli occhiali da sole.

 

- Ok - gli dico titubante.

 

 

 

Quando usciamo dalla stanza io mi allontano mentre lui chiude la porta con la card.

 

- Perchè vorrei che qualcuno volesse la mia compagnia perchè sono William, non Spike Stratford- mi dice guardandomi, quando estrae la carta.

 

Io lo fisso stralunata.

 

- Per questo l’ho fatto- aggiunge mentre mi passa accanto.

 

Grande Puffo dove sei?

 

 

 

 

 

 

Allora, rendiamoci conto che la situazione è critica. Sono nell’auto blindata di una delle star Europee più famose del momento che in più è una figo da paura( e questo non penso si possa tralasciare) quando fino a poche ore fa non sapevo nemmeno chi fosse e a cui non so che dannatissime domande fare. La mia smania di rivederlo per calarmi ancora nel limbo delle figure a dir poco catastrofiche, mi ha fatto dimenticare ancora una volta di prendere almeno una minima informazione su di lui. Ma cerco di calmarmi. In fondo ieri non conoscevo nemmeno la sua faccia e questo è un bel passo avanti. In più lui, dopo la splendida figura avrà capito che non so nemmeno se sia etero. Ha no!Questo lo so!Prima ha parlato di modelle....bene!Conosco la sua faccia e so che è eterosessuale!Praticamente potrei fare a meno di intervistarlo.

 

Spike Stratford è seduto al mio fianco e io ho le mani appiccicate ai sedili di pelle delle limousine!

 

Non sapendo che fare guardo l’orologio fingendo che mi interessi che ore sono, ma non so nemmeno come riesco a collegare mezzogiorno al pranzo, dato che la mia mente è praticamente in catalessi!

 

Invidio il mio piccolo Grande Puffo, solo e abbandonato, nel suo tenero boccale di birra mentre inondato dalle briciole e col suo orrido musino attaccato al vetro, fissa la desolante cucina del mio appartamento. Effettivamente non mi sorprenderei di trovarlo riverso sul pavimento e con un biglietto tra le pinne con su scritto: “Ricordami”. Si, forse sta peggio di me. Anche se non ne ho la certezza. In un certo senso anche io ho l’imminente desiderio di razzolar giù da questa macchina, sbattendo la faccia contro l’asfalto cocente,pur di non parlare con quest’uomo.

 

-Allora Buffy, visto che è quasi ora di pranzo, andiamoci a fare questa intervista in un bel ristorantino.Ti va?-.

 

Come non detto!

 

Mi va? Ma se verrei pure in capo al mondo con te!Vorrei solo che non mi guardassi così Spike Stratford però!Sento il cuore che mi sale in gola e ripenso alle tue ultime parole.

 

Povero cucciolo di uomo abbandonato, che vuole che qualcuno lo tratti semplicemente come William!

 

Ma vieni qui tesoruccio, che ti strapazzo io di coccole e......ti strappo tutti i vestiti di dosso!

 

-Come vuoi- dico. I miei pensieri sono sempre leggermente diversi dalle mie parole. Si nota?

 

-Buffy dammi del tu insomma. Ieri stavamo cenando in uno squallido ristorante dove mi stavi raccontando tutta la tua vita e ora mi dai del lei?- mi dice divertito.

 

Oh mio Dio!Tutta la mia vita?Si è accorto della mia dissenteria verbale!Arrossisco sentendo il mio corpo che si scioglie fondendosi con i sedili. Vorrei nascondermi, coprirmi la faccia con le mani,scivolare via da quest’auto che mi fa mancare il respiro!Ma cosa diavolo mi succede?

 

-Non ti stavo raccontando tutta la mia vita!- gli dico alquanto innervosita e imbarazzata dandogli volutamente del tu.

 

-Certo- mi risponde lui con molta calma.

 

-Sono certo che la tua vita è molto di più di quello che mi hai raccontato- aggiunge .

 

Insomma, ma come fa questo tipo a lasciarmi sempre senza parole facendomi sentire una cretina?

 

Non è per il fatto che sia famoso ma....è il suo aspetto, mi confonde profondamente.

 

-E la tua?- gli dico urlandomi come un’ossessa nella mente di star zitta, prima di fare il secondo strike della giornata. Lui mi guarda e riesco a leggere stranamente nei suoi occhi cerulei, la paura di aver capito ciò che voglio dire.

 

Lo sapevo, gli altri concorrenti si volteranno verso di me con la ferocia e la voglia sadica di spezzarmi le gambe .Ma non posso far a meno di urlarlo per la seconda volta nella stanza affollata del mio malato cervello : “Bingo!”

 

 

 

Quando scendo dall’auto dopo un silenzio imbarazzante, spalanco la bocca come un ebete!Ha....Grande Puffo cosa ti sei perso!Tu che sguazzi nel tuo sudicio boccale e io sono fuori al ristorante più lussuoso che abbia mai visto!Leggo velocemente l’insegna scavando nella mia memoria. “Da Frans”? Possibile che esista un ristornate del genere e io non ne sapessi niente.

 

Il bel fustaccio deve essersi reso conto del mio ebetismo e della mia bocca spalancata così mi dice:

 

- E’aperto da pochi giorni, appartiene ad uno dei miei migliori amici.-

 

Io sorrido fingendo di non essere affatto sorpresa, quando penso si legga con estrema chiarezza la mia totale ignoranza. Nonostante lo splendido profumo, appena entriamo nella stupenda e lussuosa sala ricolma di camerieri, il mio stomaco è totalmente chiuso. Anzi, sento anche uno strano brontolio interno che non promette nulla di buono.

 

Spero solo che Spike Stratford non lo senta, mentre io sorrido facendo la sexy!

 

Percepisco tutti gli occhi puntati su di noi nonostante le guardie del corpo abbiano provveduto ad avvertire tutti i camerieri e il luogo mi sembra un habituè di tutti i divi. Mi sembra perfino di ascoltare qualcuno che fa commenti sui miei jeans e ho l’imminente voglia di girarmi per trucidarlo, ma non vorrei dare la conferma a Spike di essere una psicopatica.

 

Anche se in effetti.......... credo che lui abbia già questa certezza!

 

Ci sediamo in una saletta appartata dove c’è solo una coppia di anziani e io mi intimo di calmarmi mentre lo guardo sfilarsi la giacca e mostrare delle braccia che......

 

Allora come diavolo è possibile che ho visto questo tipo da nemmeno un giorno e ho già l’imminente voglia di andarci a letto?Ma non nel modo dolce e carino come avevo sempre immaginato, ricolmo di petali di fiori e luci soffuse. Io a questo gli voglio proprio far del male fisico!Sorrido come una svasata a questi mie piccanti pensieri, fissandolo con l’imminente sensazione di avere la bava alla bocca. Sono ancora nervosa per le domande che non ho, ma la sua presenza è talmente imbarazzante che tutto passa in secondo piano.

 

Penso che se anche ci fosse una bomba nel locale, io penserei solo a mostrargli il mio profilo migliore, mentre veniamo dilaniati!

 

Quando ci sediamo lui è tutto sorridente e il fatto che la mia presenza lo rende felice mi fa fare i salti di gioia!Certo, è la mia mente a farli, ma vi assicuro che sono piuttosto evidenti.

 

I miei occhi luccicano come quelli di una bimbetta davanti ad una torta, continuo a giocherellare con i capelli, ho le gambe che si muovono convulsivamente e ultimo, ma solo per un ordine casuale, il mio stomaco borbotta più di prima. Vedo perfino Spike fissarmi più del dovuto e mi convinco sempre di più che il rumorino è arrivato alle sue orecchie.

 

-Forse sarebbe ora di farti qualche domanda- gli dico sperando che la mia voce copra il “resto”.

 

-Allora Buffy, mettiamo in chiaro una cosa- mi risponde come se fosse arrabbiato e io penso che il mio tentativo sia fallito e che lui mi chieda da un momento all’altro di mettere a tacere il mio dannato stomaco.

 

-Quando sono a pranzo io mangio e basta. Il lavoro viene dopo.- aggiunge sorridendo.

 

Sono così felice di essermi sbagliata che non mi passa nemmeno per la testa di chiedergli allora perchè diavolo mi ha portata qui!

 

Mentre discutiamo un cameriere si avvicina porgendoci un menù e io scorro con l’indice tra le prelibatezze francesi di questo posto. Sono indecisa tra una trentina di piatti....dato che praticamente non so nemmeno cosa siano. Potrei ordinare testicoli di toro e insalata e non saperlo!

 

Bene, va sempre meglio!

 

Non sapendo nemmeno come si pronunci una di queste maledettissime pietanze francesi, faccio la disinvolta e sporgendomi verso di lui che è dall’altro lato del piccolo tavolo, gli indico un piatto a caso.

 

-Io prendo questo- dico entusiasta come se non desiderassi altro da una vita.

 

Pessima idea!Non siamo mai stati così vicini e la cosa mi ha praticamente immobilizzata.

 

I nostri occhi sono a pochi centimetri e io posso sentire il suo profumo. Sono estremamente sicura di non aver mai sentito qualcosa del genere. Sa di inferno e di proibito, sa immensamente di lui.

 

Lui mi fissa e con voce rauca mi dice:

 

-Sei sicura?- soffiandomi sulle labbra il suo respiro che mi fa stringere la tovaglia tra le mani nell’imminente voglia di baciarlo. Spike baciami!Fa di me quello che vuoi!

 

-Non so come qui cucinino il fegato.- Strappami i vestiti!Fammi tua...........

 

COSA? FEGATO?

 

Mi allontano come se avessi preso la scossa e giurerei che lui si è reso conto di tutto per come è divertito!Bastardo!

 

In più, stavo per dimenticare il fegato!Ma che sfiga è questa!Con un milione di possibilità vado a prendere proprio il fegato?Penserà che sono una di quelle che rutta con una birra davanti ad una partita di football o che lascia sempre la tavoletta alzata!No!!

 

-Sei qui e non puoi certamente non mangiare le escargot !-

 

Mio salvatore!Porterai la donzella indifesa lontana dal maligno fegato!Lo amo quest’uomo!

 

In questo istante mangerei tutto al posto del fegato e così annuisco eccitata ancor più di prima!Mentre lui però chiama il cameriere per riferire il suo ordine la mia mente si mette in moto.

 

Escargot? Escargot? Escargot!

 

-Le lumache?- gli grido come risvegliatami da un sogno e tappandomi subito la bocca con una mano .Per fortuna il cameriere si è già allontanato, ma lui mi fissa spaesato.

 

Signori e signori:record mondiale!Il terzo bingo in meno di ventiquattro ore, la terza performance in un giorno, la terza fantastica uscita con la stessa persona, la terza figura di cacca con Spike Stratford!

 

-Dicevamo?- dico con le guance in fiamme fingendo che nulla fosse successo.

 

Ne sono sicura:tra poco chiamerà per me il reparto di igiene mentale!

 

Fortunatamente lui si limita a fare una divertente smorfia con la faccia e a dare MOLTO a vedere che sa che voglio cambiare discorso.

 

- Scivi per Angel Dracy giusto?Bel personaggio quello!- dice divertito, ma facendo una smorfia molto ironica sul nome del mio capo.

 

-Io non mi darei molto da fare per una rivista del genere, non farai molta strada in questo modo- mi dice strafottente.

 

Cosa?Mette in dubbio”Love Story”? Una delle più vendute riviste scandalistiche di Hollywood?

 

Il fatto che io effettivamente pensi che sia una rivista da circo non sembra calmarmi!

 

Insomma è la mia rivista, si spera!Sono stata ferita nell’orgoglio!

 

-Non è una cattiva rivista.- gli dico alterata tanto che la vecchietta poco distante da noi si volta.

 

- E’ un genere un po’ diverso, ma sono certa che riuscirò ad esprimermi. E poi mi lancerà in questo campo- urlò più forte mentre mi sembra di vedere Grande Puffo che sbatte il suo musino contro il boccale per farmi smettere.

 

-Un giorno scriverò per una grande testata!- concludo ricomponendomi.

 

Ora voglio morire!Terra apriti!

 

Quando mi rendo conto di quanto ho urlato vedo la mia faccia attraverso lo specchio alle sue spalle diventare porpora e ciò mi ricorda molto il suo letto!Così dal bordò intenso passo al paonazzo!

 

Lui ha un sorriso stupendo!E’come se si divertisse di gusto quando vado di matto e divento isterica!E’talmente compiaciuto che comincio a pensare che sia lui quello da igiene mentale.

 

Lo vedo cominciare a dire qualcosa quando il cameriere mette a tavola il mio incubo fattosi reale!

 

No!Le lumache no!Grande Puffo!Anche le tue briciole,anche un sorso dal tuo boccale, ma non le lumache!

 

Riesco a vedere il suo sguardo divertito quando afferro l’affare che darà vita allo scempio. Sa esattamente che mi fanno schifo e che non so come mangiarle ne con le mani, ne con questo arnese che sembra un cucchiaio per gelato!Si,voglio un gelato!

 

Cerco di imitarlo guardando i suoi movimenti e il suo elegante modo di portare alla bocca queste schifezze. Comincio a prendere in mano la situazione e arrivata a metà dell’estrazione della lumaca, dopo più di tre quarti d’ora, sorrido trionfante, pensando che ormai gran parte del lavoro è stato fatto e che dopo averne mangiata una saprò come fare con le altre!

 

Magri le ingoierò senza pensarci!Tutto pur di non fare il quarto strike!

 

Mentre penso a tutte queste cose molto interessanti si svolge la tragedia.

 

Tutto in pochi istanti.

 

Chi se lo sarebbe mai aspettato.

 

In un attimo il guscio della mia viscida lumaca mi salta dalle mani per la forte pressione, mentre l’affare di metallo mi cade sonoramente nel piatto. Guardo insieme a Spike con occhi allibiti la sua traiettoria!

 

Dopo essere volata per più di un metro finisce nel calice di champagne della vecchietta di fianco, che sussulta sconvolta.

 

Quarto bingo!Game over! Partita finita!

 

Da suicidio!

 

Non oso nemmeno guardarlo!

 

Sento solo la sua voce divertita che sorprendendomi tanto da farmi mancare il fiato mi dice:

 

-Lo sai Buffy? Mi piaci davvero!-

 

 

 

Igiene mentale!

 

 

 

Continua....

 

 

4°Capitolo

 

 

 

Sto letteralmente raschiando il fondo! In meno di 24 ore ho messo a segno più di un paio di colpi che hanno fatto scendere la mia autostima a terra. No, non è esatto. E’caduta molto più in profondità, in un luogo dove nessuna potrà mai portarla in salvo!

 

Spike Stratford è seduto al mio fianco nella lussuosissima limousine e sono certa, che stia ancora sghignazzando. Sono il pagliaccio di oggi, ecco tutto.

 

Buffy scendi dalle nuvole, questo non ti guarda nemmeno. Nonostante sia infinitamente bello e schifosamente ricco, la mia mente malata se pur di nascosto, con l’imminente paura che io la scoprissi e la facessi fuori, aveva già immaginato un lieto fine.

 

L’inarrivabile attore che resta folgorato per un attimo interminabile dall’imbranata ragazzina della porta accanto, rinuncia a tutto per lei e le fa una dichiarazione d’amore eterno, sul palco degli Oscar....e vissero tutti felici e contenti....

 

E invece ecco come è andata a finire. Ho scambiato l’attore più famoso d’ Europa per un rapinatore, l’ho praticamente violentato con gli occhi dopo aver incamerato per l’eternità l’immagine del suo letto e averglielo naturalmente detto tra il delirio.

 

L’ultimo atto vorrei tralasciarlo.

 

Rimuoverlo per sempre dalla mia memoria a breve e a lungo termine e.....sradicarlo anche dall’oblio. Non si sa mai!

 

Si commenta da solo, no?

 

Perciò passiamo avanti! Odierò quelle viscidissime lumache per il resto dell’eternità!

 

Le mie mani ormai hanno lasciato enormi orme sulla tappezzeria in pelle e io continuo a torturarmi i capelli. Non si può dire che la conversazione sia il suo forte!Potrebbe almeno provarci insomma, invece di girarsi a guardarmi e scoppiare a ridere continuamente. Cafone!

 

Alla sua ennesima risata fragorosa dopo avermi guardata, col viso ancora in fiamme decido di prendere in mano la situazione. Sono sempre una giornalista insomma!O forse è proprio quello il problema!

 

Quando ormai ho già aperto la bocca per parlare e il mio sorriso è ormai spiattellato sul mio bel faccino in segno dell’inizio di una frase, mi rendo conto dell’ennesima bella figura che sto inesorabilmente facendo. E’ sicuramente molto chiaro un concetto ora.

 

Non devo essere certamente andata in quell’albergo per avere l’intervista che mi aveva promesso, se ho pensato di indossare un reggiseno nuovo, piuttosto che portare un blocco e una penna! Perfetto! La mia bocca è ancora aperta, la domanda urla nella mia mente, ma io non ho un diavolo di foglio dove annotarla. Fantastico Buffy.Sei un mito!

 

Lui mi fissa come se aspettasse un nuovo motivo per rendere divertente la giornata. Ormai sa, nonostante mi conosca da un giorno, che non posso ne parlare, ne compiere azioni, senza scivolare nel patetico. Improvvisamente il mio sorriso torna ad allargarsi come non mai, mentre non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Il registratore! Quella impicciona di mia sorella me l’aveva regalato prima di partire e io sono certa di non averlo mai tirato fuori da questa borsa. Spero con tutta me stessa che sia così mentre frugo tra le gomme da masticare, i volantini raccolti per strada, il trucco e oggetti non identificati. Ricordo improvvisamente di quando mettendolo in funzione per la prima volta, mi ero accorta che Dawn l’aveva usato per spiare le mie conversazioni....ma questa è un’altra storia!

 

Il mio viso è pervaso da un’espressione di vittoria. Non mi sentivo così felice da quando avevo vinto quel peluche a quella fiera. Estraggo con fierezza il registratore dalla borsa e fisso il belloccio. “Ho vinto io strafigo!” gli dico con lo sguardo mentre mi sistemo meglio sul sedile.

 

-Bene Spike, abbiamo pranzato insieme, ma dell’intervista nemmeno l’ombra. Forse ora dovresti rispondere ad un paio di domande.-

 

Mi viene voglia di fargli uno sguardo di superiorità, ma l’agghiacciante ricordo dell’evento”rimosso e cancellato dalla mia mente” non me ne dà certamente la forza e il fatto che abbia mangiato praticamente solo un creme caramel., non mi aiuta!

 

Spike Stratford ora mi sorride. Sembra molto felice della mia presa di posizione e questo un po’ mi fa perdere il dolce gusto della vittoria.

 

-Certo Buffy, mi sembra giusto- mi dice versandosi del vino preso nel minibar dell’auto e porgendomene un bicchiere.

 

-Allora....- dico accendendo il registratore anche se non ho nemmeno la certezza che si usi così. Per fortuna si illumina una spia rossa e io torno a respirare. Alla cassetta non ci penso. In questo momento è decisamente un particolare irrilevante.

 

La mia mente si muove alla ricerca di domande vaghe che non facciano capire troppo, che non so nulla di lui.

 

A parte il fatto del suo nome e che sia eterosessuale naturalmente!

 

-Cominciamo dall’inizio- gli dico sperando di non sparare cazzate!

 

-Parlami dei tuoi amori passati- gli dico con la faccia di una che sa tutto di lui. Il fatto che lui sappia che ieri non conoscevo nemmeno la sua faccia, non mi sembra importante certamente!

 

Lui mi fissa e con estrema naturalezza mi dice:

 

- L’amore non esiste, è molto semplice.-

 

Io senza rendermene conto spalanco gli occhi.

 

-Non fraintendermi- mi dice sorridendomi e cercando in modo decisamente fittizio, di rassicurarmi .

 

-Per qualcuno c’è ma non certamente per me- aggiunge versandosi altro vino.

 

-Due si incontrano, fanno un bel po’ di sesso piacevole e decidono che si amano-

 

Non riesco a fare a meno di arrossire alla sua ultima affermazione, mentre le mie mani tornano a sudare attorno al registratore.

 

-Se si sposino o no questo è irrilevante. Dopo un po’ si fanno male. Si feriscono fino in fondo. Non era amore, quello non c’è, è una bella metafora inventata da qualcuno per trovare una giustificazione a questa vita che non sa di nulla- mi dice e io riesco a leggerci una tremenda se pur profonda vena di risentimento.

 

-Scrivono canzoni, libri!E’ quella la fase creativa. La straziante, angosciante sofferenza post-amore!- mi dice sarcastico e non riesco a fare a meno di provare rabbia.

 

-E poi si odiano, si odiano per sempre!- ora non sorride, decisamente no .

 

-Non ho mai incontrato l’amore e mi auguro di non incontrarlo......Lo auguro a tutti quelli che conosco. Sono già circondato da cose false.-

 

Nell’ultima battuta, di questa terribile caduta di stile, di questo fantoccio odioso, il mio dito preme il tasto ”STOP”per mettere fine a questa buffonata e decisamente scivolare nel....ennesimo strike!

 

-Non dovresti stoppare la registrazione- mi dice prima che io possa cominciare.

 

-Questo non basta!Non gasarti, non farai nessuno scoup. Lo sanno tutti quello che penso.-

 

Questo è decisamente troppo. Per chi diavolo mi ha presa?

 

Ora che lo guardo comincio a capire. Pensa che lo stia inseguendo imbarazzata da ieri sera per avere uno straccio di articolo, pensa che io sia una di quelle pronte a tutto pur di far carriera. Improvvisamente mi fa pena!

 

-Senti non so chi ti credi di essere, ma il fatto che io ieri non conoscessi nemmeno la tua faccia dovrebbe darti una bella risposta!- gli dico mentre lo guardo sbalordirsi completamente sotto le mie parole, che questa volta non hanno alcuna voglia di fermarsi.

 

Guardami Grande Puffo!

 

-Non so cosa ti sia successo e non mi interessa, ma se i soldi fanno questo effetto preferisco avere sempre il conto in banca esaurito- aggiungo perdendo anche il mio leggero filo d’ironia che mi contraddistingue.

 

-Pensi di aver detto la cosa più difficile e coraggiosa del mondo mentre sei solo un idiota!- gli urlo così forte, tanto che la finestra scorrevole che ci tiene separati dall’autista, comincia lentamente ad aprirsi.

 

Lui stranamente si accomoda ancora meglio sui sedili come per godersi lo spettacolo.

 

Vuole ridere ancora del suo pagliaccio....bene!Lo farò ridere di gusto!

 

-Forse le altre donne sono rimaste sbalordite da queste cazzate che odorano di macho sperando di conquistare il bel tenebroso per fargli cambiare idea-

 

Ora mi fissa particolarmente incuriosito, ma non posso far a meno di notare quanto sia sconvolto dalle mie parole.

 

-Se vuoi morire solo in mezzo ai tuoi soldi fa pure.....- gli dico mentre ormai l’autista ha gli occhi su di noi.

 

-Ma grazie.....non augurarlo anche a me.- aggiungo con una freddezza ed un velo di sarcasmo che sbalordisce perfino me stessa.

 

-Giri a destra. Casa mia e lì- indico con un tono involontariamente ancora sgarbato all’autista.

 

Sono fiera di me stessa nonostante abbia una gran voglia di piangere.

 

Non so di che. In quest’istante non mi interessa dell’intervista persa e del fatto che tornerò a casa a mani vuote. Ora è l’ultimo dei miei pensieri.

 

So solo che sono in macchia con uno sconosciuto che non mi piace e che voglio scendere.

 

So solo che ho odiato il suo cinismo e le sue parole.

 

So solo che sono le stesse a cui infondo ho paura di credere.

 

So solo che sono i miei incubi peggiori.

 

So solo che il fatto che sia qualcun altro a crederci, mi fa terribilmente paura.

 

 

 

Sento i suoi occhi su di me mentre infilo il registratore nella borsa e ho come l’imminente impressione che voglia parlare ma....per una volta è lui quello che non sa cosa diavolo dire.

 

Apro velocemente la portiera quando l’autista si ferma sotto il mio nuovo appartamento e scendo senza nemmeno voltarmi a salutare. Giro intorno alla grossa auto che non sembra finire mai e spero con tutta me stessa che si allontani, perchè non voglio che mi veda cedere.

 

Quando sto infilando le chiavi nel piccolo portone sento il suono del finestrino che si abbassa e la sua voce mi raggiunge facendomi stranamente battere più velocemente il cuore.

 

-Stasera c’è una festa importante. Vorrei che tu mi accompagnassi Buffy - mi dice serio mentre io, di spalle, sto piangendo senza alcun senso di rabbia.

 

Sbarro gli occhi non afferrando pienamente il messaggio.

 

-Passo a prenderti alle otto- aggiunge mentre il finestrino si chiude, tanto che le ultime parole si perdono nell’aria.

 

Mi volto quando l’auto si è già allontanata.

 

No, non diciamo idiozie!Succede solo nei film non fare in tempo a fare e a dire.

 

Non mi sono voltata in tempo perchè non volevo farlo.......

 

 

 

Diciamo che questa situazione sta prendendo una piega che non mi piace. Ho seguito questo tizio da copertina folgorata dai suoi occhi e dai suoi muscoli. Sono scivolata nel patetico sfociando in qualche tratto nel macabro e non so nemmeno come e perchè. Le sue frasi ciniche risuonano stranamente ancora nella mia testa. Voleva farmi del male. Ho sentito la sua voglia di distruggermi, di distruggere il buono che aveva visto in me. Nonostante tutto continuo a non capire. Non capisco perchè sto facendo una doccia e mi sto preparando per uscire, quando non ho nessun motivo per farlo. Non ho alcun motivo per andare ad una festa di cui non conoscerò nemmeno un invitato, compreso il mio accompagnatore.

 

Ho come l’impressione di non sapere di Spike Stratford, più di quanto sapessi ieri mattina. Improvvisamente il pensiero di rimanere sola con lui mi provoca una starna sensazione che per una volta, non so proprio come catalogare. Mentre il getto dell’acqua mi raggiunge il viso e poi i lunghi capelli biondi, ho nella testa la sporadica immagine delle sue labbra. Senza alcun senso sento le sue mani scivolarmi sui fianchi e tremo dentro. E poi mi bacia. Sento la sua bocca, la stessa che ha riso di me, mi ha incantata e ha sparato a zero su tutto. Ho paura di diventare una di quelle sbalordite dalle sue parole, ho paura di voler far di tutto per conquistare il bel tenebroso.

 

So che non ci sarà nulla. So che ne’ io, ne’ lui prenderemo nemmeno per un istante in considerazione di stare insieme.

 

Quella è un’altra storia.

 

Quello è solo un sogno che farò una notte dopo averlo rivisto, mentre sono in un bar, in un programma televisivo. Ma ora, in quest’ istante, sento di volerlo.

 

Di volere il suo corpo e basta.

 

Con un gesto frenetico colpisco la maniglia della doccia che ferma di scatto il getto.

 

Rimango per qualche istante a gocciolare nuda. So che mi sto mettendo in una situazione che non mi piace. So che sto pensando anche troppo a qualcuno che a stento sa che esisto e il fatto che mi senta terribilmente ridicola, non mi aiuta.

 

 

 

Grande Puffo continua a fissarmi. Effettivamente stasera non gli ho rivolto molte attenzioni e mi sento in colpa. Dovrebbe però ritenersi fortunato. Dopo averlo visto galleggiare inanime per qualche istante sullo spesso strato di sudiciume col rischio di affogarlo o addirittura farlo scivolare nelle condutture del lavabo, ho cambiato l’acqua al suo boccale. Per quanto riguarda la vaschetta.....insomma non esageriamo!

 

So che non vuole che io vada a quella festa e non gli do torto. Questa volta non ho nemmeno una scusa plausibile dato che l’intervista ce l’ho. Se è vero quello che ha detto Spike non farà molto colpo sul signor Darcey, ma stranamente ora è l’ultimo dei miei pensieri.

 

Senza senso ho come l’impressione che per mercoledì avrò altro da aggiungere.

 

Cercherò di captare ogni sua parola fin quando non avrò un vero scup, come dice lui.

 

Infilo con cura il vestito che avevo conservato per il più grande avvenimento di Londra e non mi passa nemmeno per un istante l’idea di indossarne un altro.

 

La seta nera stenta a scivolare sulla mia pelle ancora umida, sistemo nervosamente le spalline sottili e giro ancora a piedi nudi per un po’, indosserò i sandali solo al momento di scendere dato che sono alquanto pericolosa quando ho i tacchi.

 

Quando mi accorgo che sono le otto il mio cuore senza senso si mette a battere freneticamente.

 

Ho come l’impressione che il campanello suoni da un momento all’altro e contemporaneamente ho lo strano timore che non si presenti. Sento che può farmi del male, ma non come tutti gli altri.

 

Sento che i suoi soldi gli permetterebbero di ridere di me, di prendermi in giro senza rimorsi.

 

Ma questo non basta a fermarmi.

 

 

 

Quando sono passati pochi minuti dalle otto e io ho già deciso di affogarmi nel lavabo ancora ricolmo dell’acqua di Grande Puffo, il campanello suona per un paio di volte. Con uno scatto non molto agile mi infilo le scarpe e spegnendo a stento le luci, mi precipito giù. Prendo una brutta storta per le scale, tanto che mi metto a imprecare a denti stretti....ma questo era scontato.

 

Quando chiudendo il portone alle mie spalle mi volto scorgendo la grossa auto da cui poche ore fa sono scesa, sento che il mio viso si infiamma e il mio cuore batte all’impazzata.

 

Non voglio vedere il suo sguardo nel momento che si poserà su di me. Comincio ad odiare questa situazione di imbarazzo. Scorgo l’autista rimettersi a sedere e chiudere la portiera e quando io sto per aggirare l’auto per salire, il suo profumo mi fa fermare il cuore.

 

Spike Stratford in giacca e cravatta è sceso dall’auto tendendomi aperta la portiera, con uno splendido sorriso sul volto.

 

Ora, per la prima volta, mi rendo conto di averlo visto un milione di volte sui giornali.

 

Come non posso averlo riconosciuto?

 

Mi ero ripromessa di restare impassibile, ma non posso fare a meno di sorridergli mentre mi infilo nell’auto.

 

-Mi dispiace per prima- mi dice mentre io sto appena assaporando il suo odore che ha inondato la limousine. Sobbalzo senza rendermene conto alle sue parole che mi sorprendono continuamente.

 

-Sei bellissima- aggiunge porgendomi una rosa bianca. Le mie mani tremano quando tocco il fiore e mi chiedo come possa essere così.

 

Il mio viso è praticamente in fiamme quando gli rispondo:

 

-Grazie- balbettando come mio solito.

 

Ho già dimenticato tutto.

 

 

 

Quando dalla limousine comincio a scorgere le mille luci che inondano la villa, non mi sento per niente a mio agio. Mi sento terribilmente fuori luogo.

 

-La festa è di un mio caro amico- mi dice lui, mentre io continuo a fissare l’immensa abitazione.

 

Per una volta lui non è il centro delle mie attenzioni.

 

-Si- balbetto incerta. Improvvisamente ho una gran voglia di correre da Grande Puffo.

 

Deve essere la sua punizione per non avergli comprato quella maledetta vaschetta!

 

-Forse non è stata una buona idea portarmi con te- sussurro con lo sguardo ancora rivolto alla villa, senza nemmeno accorgermene. Troppo tardi. Il suo viso si è già rivolto verso di me e io imbarazzata continuo a fissare fuori.

 

Aspetto titubante le sue parole e già immagino che mi rassicurerà con le solite frasi di circostanza. O forse si renderà conto dell’enorme errore e mi riporterà a casa. Tutto può essere.

 

Ma mi sconvolge e comincio ad aver paura del fatto, che sappia sorprendermi in questo modo.

 

Senza nemmeno guardarmi appoggia delicatamente la sua mano sulla mia.

 

Mi volto di scatto per guardarlo fissare l’immenso giardino. Ha ancora la mia mano nella sua.

 

E’ la prima volta che mi tocca.

 

 

 

Le luci sono talmente forti nel grosso salone che appena entrata ho l’istinto di coprirmi gli occhi. Forse sono ancora stravolta dato che Spike Stratford non mi ha lasciato più la mano da quando eravamo in auto e la mia comincia decisamente ad essere sudata.

 

Anzi, credo che tra poco si dissolverà sotto il suo tocco.

 

Vedo un uomo distinto guardare verso di noi e illuminarsi di uno stupendo sorriso.

 

Assomiglia vagamente al mio vecchio professore di matematica e questo non è un buon segno.

 

Si avvicina a noi a grandi passi, vedo i suoi occhi scrutare ogni centimetro di me. A metà della sala mi accorgo che il suo sguardo si è posato sulla mia mano ancora nascosta in quella di Spike, il suo sorriso sembra tramutarsi in strana titubanza, ho anche l’impressione che si sia fermato per qualche istante. Di colpo rivolgo gli occhi a Spike che come me ha notato tutto, i suoi occhi cadono sulle nostre mani e di colpo si allontana da me, come se rendendosi conto solo allora di tutto, avesse preso la scossa.

 

Rimango di pietra senza parlare.

 

Non volevo nemmeno che mi toccasse e ora mi sembra che sia stata io a costringerlo.Bastardo!

 

-Questo è Rupert Giles- mi dice per la prima volta da quando ci conosciamo in tono distaccato.

 

-Mio manager nonchè mio grande amico- aggiunge sorridendo all’uomo e stringendogli la mano.

 

-Lei è Buffy....- dice rivolto all’amico, mentre i suoi occhi mi guardano per completare la frase.

 

Non sa nemmeno il mio cognome e questo mi sconvolge infinitamente.

 

Mai come ora, ho voglia di correre a casa.

 

Ma cosa diavolo ci faccio qui?

 

-Summers. Buffy Summers- rispondo per riparare questa situazione disastrosa.

 

L’uomo ci fissa compiaciuto.

 

- E’molto da te Spike. Portare con te una ragazza di cui non conosci nemmeno il cognome- dice divertito fissandomi.

 

-Spero di conoscerti meglio Buffy - aggiunge con un tono che mi da la nausea.

 

Cosa? I miei occhi si infiammano e tutto il mio imbarazzo si dissolve. Per chi mi ha preso?

 

Una di quelle che il signor Spike Stratford si porta a letto, porta a un paio di feste e poi passa agli amici?

 

Sto già per urlare a questo vecchiaccio che sono una giornalista e per tirargli un bel cazzotto in faccia quando Spike facendogli un cenno veloce mi allontana da lui.

 

-Sta scherzando Buffy. Non ti scaldare- mi dice quasi innervosito.

 

Bene!Già è infastidito dal mio comportamento. E’tutta colpa sua.

 

E’lui che mi ha portato a questo schifo di festa. Io non ci volevo nemmeno venire.

 

-Ha ragione- dico dandogli volutamente di nuovo del lei, mentre lui mi guarda sconcertato.

 

-Sono così stupida da aver passato la giornata con un perfetto sconosciuto, da aver accettato l’invito ad una festa in cui sono terribilmente fuori posto, di essere venuta con uno che non sa nemmeno il mio nome.- dico in tono molto calmo.

 

Ora voglio proprio andar via!Lui mi guarda stupefatto.

 

-Sono così stupida da aver visto qualcosa di buono in te e da essermi scaldata per una schifosissima battuta- aggiungo mentre mi volto uscendo.

 

Percorro a passi veloci il salone per poi uscire sull’atrio.

 

Non so è perchè sia venuta con lui, ma sento tutti gli occhi su di me.

 

Non mi passa nemmeno per un attimo l’idea che possa seguirmi e comincio già a pensare a come chiamare un taxy.

 

 

 

Continua......

 

6°Capitolo

 

 

 

Ho una gran voglia di dimenarmi tra le mie convulsioni post-fumo, ma la mini borsetta non mi ha permesso di portare con me quella che sarebbe stata la sesta sigaretta della mia storia.

 

Mi muovo nervosamente sul marciapiede di questo lussuosissimo isolato mentre vorrei prendermi a pugni da sola. Stupida Buffy che fa pensieri sconci su una star che nemmeno sa come si chiama.

 

Improvvisamente mi sento una teen-ager dagli ormoni in subbuglio e una spassosissima fantasia. Mi sembra già di sentire la sua risata sexy mentre sorseggia dello champagne in compagnia di quel pervertito con gli occhiali.

 

Do un poderoso calcio a un bidone posto lì vicino immaginando di colpire quel suo bel faccino da figo, quando una voce mi raggiunge le spalle.

 

-Mi dispiace Buffy- mi dice con quel suo tono sublime, mentre il mio cuore ricomincia a battere dimenticando già tutto. Infame che non è altro. Insomma almeno provaci a far vedere che sei offesa.

 

Non mi volto. E’unico modo per mantenere ancora un po’di distanza. So già che se mi girassi a guardarlo, comincerei a sorridere come un ebete. Dopo poco però lo sento sospirare.

 

-So che è la seconda volta che te lo dico in meno di un’ora- aggiunge e per la prima volta mi sembra che non sappia cosa dire.

 

-Davvero non volevo ferirti. Rupert è fatto così, non è cattivo, ma si può fraintenderlo-

 

Bene ha detto proprio la cosa giusta. Il ricordo del vecchiaccio mi ha fatto nuovamente stizzire e questa volta mi volto molto volentieri per mostrargli la mi “cordialità”. Noto subito il suo viso imbarazzato. Evidentemente non si aspettava il mio sguardo killer.

 

- Spike non è colpa tua- gli dico con lo stesso tono di come se dicessi “Fai un altro passo e ti faccio fuori”.

 

Lui mi sembra indietreggiare intimorito, ma io continuo.

 

-Evidentemente ho perso un po’la cognizione della realtà- aggiungo con un sorriso cinico.

 

-Io sono una giornalista e tu un attore. Ho l’intervista che mi serviva e ciò vuol dire che il mio lavoro è terminato. – lui ora accusa il colpo.

 

-Non sarei mai dovuta venire con te. Questo non è un luogo adatto a me- aggiungo sorridendo e questa volta sono stranamente calma.

 

-No Buffy, no- mi dice lui gesticolando, cercando di giustificare le mie parole.

 

-No Spike mi hai frainteso. Non mi stavo commiserando- aggiungo mentre finalmente, quel maledetto taxy che avevo chiamato più di mezzora fa, accosta.

 

-Sono felice che non lo sia- aggiungo mentre leggo nei suoi occhi lo stupore più totale.

 

Ed ecco che Buffy tira e.....gol!

 

-Buonanotte Spike- aggiungo mentre mi volto.

 

Riesco già a vedermi nel mio grosso lettone. Riesco già a vedere la sua immagine su un qualche giornale e il mio cuore che batte al ricordo di questa serata. Ma non tutto va come pensi.

 

Spike Stratford improvvisamente mi blocca un braccio.

 

-Permettimi di accompagnarti- mi dice con un tono che mi fa arrossire in un lampo. I suoi occhi sono a pochi centimetri da me. Il suo tocco mi inebria. Posso vedere con estrema chiarezza la sua magnetica bellezza. E ho ancora quella voglia. Quella voglia che mai nella vita è stata tanto pazza e reale. Ho solo voglia di farci l’amore. Di farci l’amore tutta la notte.

 

-No, non è il caso, davvero. Il tuo amico si dispiacerà- aggiungo e questa volta sembro davvero io quella scontata e poco convinta.

 

- Tornerò alla festa in un attimo. Ti prego, desidero solo accompagnarti a casa. –

 

Che colpo basso! Come diavolo faccio a dire di no all’uomo con cui ho sognato fino a pochi istanti fa di passare la notte, o forse con cui sto pensando di farlo anche ora, mentre lui mi implora?

 

So già che l’autogol è inevitabile quando accetto con un cenno della testa.

 

Questa serata non promette nulla di buono.

 

 

 

Dopo pochi minuti sono nelle limousine su cui ero esattamente un’ora fa. Bella conclusione Buffy. Davvero. A dir poco magnifica. Spike da indicazioni al suo autista e io penso ad un possibile argomento di discussione. So benissimo che non ce ne sono. So benissimo che se non è questo il momento della verità, non lo sarà nessuno.

 

- Perchè fai questo?- gli chiedo accorgendomi del suo sorriso.

 

E’evidente che si aspettava questa domanda.

 

-Non c’è niente sotto Buffy. E’tutto come lo vedi.- mi risponde con estrema naturalezza ma mi convince ben poco.

 

-E come dovrei vederlo?- rispondo titubante.

 

-Ci conosciamo per caso e io data la situazione ti faccio un favore facendomi intervistare. Passiamo una giornata piacevole e io così ti chiedo di accompagnarmi ad una festa- mi risponde sicuro.

 

Bene!E ora cosa gli dico?In effetti è tutto come lui ha descritto ma....io so bene che c’è altro sotto. Insomma quelle battutine e l’intervista e il pranzo e le lumache e la limousine e......INSOMMA io voglio che ci sia altro sotto.

 

-Non era questa l’impressione- aggiungo silenziosamente, mentre mi viene subito voglia di mordermi la lingua.

 

-Ha si! E qual’era?- mi chiede lui divertito.

 

Complimenti!E ora cosa gli dici!Forse che avevo pensato che l’attore più famoso di Londra volesse avere una storia con me?

 

Abbasso lo sguardo non sapendo davvero cosa dire. Lui continua a fissarmi.

 

-Su insomma Buffy, dimmi a cosa avevi pensato- aggiunge ancora più divertito e io mi accorgo per la prima volta che mai nessuno era stato così bravo a farmi stare male più volte in così poco tempo. Ho l’imminente sensazione che voglia ridere di me, che voglia divertirsi ascoltando le mie fantasie ridicole. E questo tozza maledettamente con i suoi gesti di poco prima.

 

-Hai ragione Spike. E’tutto molto semplice. Non far caso a quello che dico- rispondo cercando di riparare le mie parole precedenti. Mi sento terribilmente stupida. So perfettamente che ha pensato a me. Sono certa e me ne rendo conto solo ora, che lui voglia ben altro ma non riesco a tirarmi fuori. Non ho modo di dirglielo e se lo facessi passerei per un’idiota.

 

Penso che la giornata sia già piena così.

 

Mi sento senza senso stranamente umiliata.

 

Forse questa è davvero l’ultima volta che vedrò da vicino Spike Stratford.

 

Mentre i miei pensieri corrono veloci contorcendosi con il mio cuore, l’auto apposta fuori casa mia. Faccio nervosamente il gesto di salutare, ma lui mi fa capire che vuole accompagnarmi alla porta.

 

Infilo la chiave con le mani che mi tremano. Insomma, ma cosa diavolo avrà questo tipo?

 

Perchè mi stravolge, mi sconvolge, mi stupisce, mi spaventa in questo modo?

 

Spero solo che Grande Puffo sia ancora vivo!Ho l’imminente bisogno di urlare con qualcuno!

 

-Buonanotte Spike. Grazie per l’intervista- dico mordendomi le labbra.

 

Lui mi sorride senza parlare. Non scherzo quando dico che mi tremano le gambe.

 

Quando dico che ho paura, ho terribilmente paura di quello che mi brucia dentro.

 

Ancora silenzio.

 

-Nulla è come lo vedi, nulla è molto semplice Buffy- mi dice avvicinandosi pericolosamente, tanto che il mio nome lo pronuncia soffiandomi sulle labbra e poi....mi sconvolge ancora.

 

Mi sconvolge come mai nessuno. Lievemente , come un soffio, Spike Stratford appoggia le sue labbra sulle mie. Un istante. Indelebile.

 

Io socchiudo gli occhi e quando li riapro, quando l’istante infinito è passato, lui sta già risalendo nell’auto.

 

 

 

7° Capitolo

 

 

 

Non ho chiuso occhio. Ho passato tutta la notte a pensare a lui. E se pure mi sono addormentata per qualche istante, l’ho sognato. Quell’uomo mi perseguita!Sta diventando la mia ossessione. In un lampo ho la sensazione lieve e umida delle sue labbra delicatamente appoggiate alle mie. Un fremito mi stranisce tanto da farmi ritrovare nel buio della mia stanza a sussurrare il suo nome. Scatto in piedi arruffandomi i capelli disordinati mentre intravedo la mia immagine attraverso lo specchio. Un mostro! Ecco cosa sembro. Un viscido ibrido sbucato fuori da un film horror anni ottanta: attori con vestiti indicibili e pellicola di pessima qualità!

 

Mi stiracchio mentre apro le tende per far si che la luce entri nella mia tenera e disordinata casa da puffo. Cerco con lo sguardo il mio piccolo amico anche se ho un po’paura di incrociare i suoi viscidi occhi. Ma i pesci dormono?

 

Non ne so molto sicura. So solo che quando sono tornata senza avere nemmeno il coraggio di salutarlo era in questa posizione, quando stanotte mi sono alzata per fare la pipì lo stesso e ora non mi sembra sia cambiato molto. Un dubbio mi assale!E se fosse morto? Eppure ricordo che i pesci quando muoiono galleggiano sul bordo dell’acqua, mentre lui è volgarmente disteso sul fondo del boccale, stravolto dalle briciole del mega biscotto che gli avevo propinato ieri sera. Mi avvicino e colpisco con le unghie il bicchiere. Ed eccolo: sguscia via piroettando tra il sudiciume.

 

Ora lo riconosco. Grande Puffo è tornato!

 

-Quello che è successo ieri non ti piacerà molto- gli dico mentre mi verso del latte.

 

-Il figo da paura mi ha prima trattata malissimo- lui sbatte il suo orrido musino.

 

-Ma poi mi ha chiesto scusa e....- lo vedo alquanto incuriosito.

 

-Mi ha baciata- aggiungo con occhi sognanti. –Ma non preoccuparti, non è stato nè alla “Via col vento”, nè come il primo bacio tra Joey e Pacey-

 

Lui ora mi fissa alquanto allarmato e così io cerco di rassicurarlo.

 

-No, no, non intendevo che fosse stato più spinto, tipo genere porno, “40 giorni e 40 notti” dopo che Josh Artnett decide di farlo- aggiungo mentre addento uno di quei mega biscotti che lui conosce molto bene.

 

-E’stato.....- Com’è stato? Infondo non sono sicura di saperlo neanche io!Non ricordo nessun film dove si dia un bacio così!Sublime mi viene da dire!

 

Ecco il lato positivo di avere un amico pesce. Puoi terminare le frasi a metà senza sentirti in colpa!

 

 

 

Sono ancora in pigiama quando termino di trascrivere la mia “famosa intervista”. Naturalmente ho tralasciato i miei stupefacenti interventi e mi sono riascoltata almeno un centinaio di volte la sua voce che pronuncia il mio nome. Semplicemente sexy!Nonostante lui abbia detto che tutti sanno quello che pensa dell’amore, non mi va molto di rendere noto questo articolo. E’come se lo sentissi solo mio. E’come se Spike Stratford appartenesse ora più a me che agli altri.

 

Mentre i miei pensieri vagano per questi pascoli ridicoli il telefono squilla. Mi catapulto tra i cuscini del divano perchè già so che non può essere che lì. Quando però rispondo non riesco a sentire nulla dall’altro lato, tranne lo squillo precedente. Solo dopo pochi istanti mi rendo conto di star impugnando il telecomando così lo spingo in aria e mi immergo nell’oblio del divano.

 

A chiamarmi è la segretaria malefica del mio fantastico giornale. La odio!Mi dice che il signor Darcy mi aspetta tra un’ora e ha chiesto vivamente la mia presenza.

 

Solo allora mi accorgo che oggi è mercoledì!

 

 

 

No so quello che mi stia accadendo. Comincio ad aver paura dell’effetto che mi sta facendo quest’uomo dato che questo è il risultato. Per fortuna oggi le mie calze non sono smagliate. Per ora. Scivolo davanti l’obesa segretaria che mi lancia uno sguardo killer al quale rispondo con un occhiataccia altezzosa. “Ieri ho baciato Spike Strtford: muori cicciona! “.

 

Il signor Darcy mi apre elegantemente la porta facendomi accomodare. Non penso di aver fatto molto colpo su di lui l’altra volta e non capisco proprio il perchè di questo suo comportamento.

 

-Buongiorno, ho qui l’intervista che mi aveva chiesto. Il signor Stratford non si è voluto sbilanciare più di tanto- gli dico rendendomi conto di quanto piacere mi dia pronunciare il suo nome.

 

Lui sorride entusiasta. –Sono sicuro che avrai fatto un ottimo lavoro- mi dice mentre afferra l’intervista. Contrariamente però non sembra nemmeno badarci molto. Il suo sguardo vola sulla pagina senza nemmeno posarcisi. Eppure continua a ridere. Comincio ad essere dubbiosa.

 

Sarà che si ricordi ancora delle mie calze mentre cercavo di fare la sexy?

 

-Da un’occhiata Buffy- mi dice mostrandomi qualcosa che mi fa letteralmente saltare il cuore in gola.

 

La foto di me e Spike che scendiamo dalla limousine è spiattellata sulla prima pagina del mio giornale e il titolo è il colpo fatale: ”La nuova donna di Stratford”!!!!!!!!!

 

Sto svendendo. Con la salivazione azzerata corro a leggere l’articolo all’interno.

 

Ci sono altre due foto che ci ritraggono insieme e mi rendo conto che sono state scattate nel giardino del pervertito, con poche righe:

 

“Nonostante il bel divo si sia ripetutamente dichiarato un uomo che non crede nell’amore, lo vediamo in compagnia di una nuova ragazza. L’identità della bella biondina è ancora sconosciuta ma molti già ipotizzano che sia una delle sue solite conquiste. Che invece questa volta sia quella buona?”

 

Le mani mi tremano. Non so se essere più sconvolta dal fatto di essere sulla copertina del giornale scandalistico più famoso di Londra come la ragazza di Spike Stratford o che si stiano già facendo ipotesi sulla nostra storia. Nostra storia? Noi non abbiamo alcuna storia.

 

-Bene Buffy.Vedo che stai facendo un ottimo lavoro- mi dice Angel.

 

-No, le posso spiegare- cerco di giustificarmi io sentendomi il viso in fiamme.

 

-Non preoccuparti Buffy, non c’è nulla di male. Come vedi ne abbiamo ricavato anche un bell’articolo. Tu sei libera di fare quello che vuoi.- mi dice sicuro.

 

-La ringrazio per non aver rivelato il mio nome- dico balbettando.

 

-Bhe Buffy, non farti idee strane. L’ho fatto solo perchè così l’articolo avrebbe intrigato di più, almeno per ora- mi risponde.

 

-Comunque data la bella amicizia che è nata tra voi- aggiunge sottolineando in un modo che non mi piace per niente la parola”amicizia”.

 

-Penso che potrai fare molto meglio di questo-

 

-Ma pensavo...-cerco di difendermi io.

 

-Questa può farlo chiunque, mentre tu potrai certamente chiedere di più. Sono certo che Stratford ti farà volentieri qualche confessione-

 

Davvero non capisco dove voglia arrivare.

 

-Non preoccuparti. Rivediamoci tra una settimana e poi deciderò per questa assunzione- mi dice liquidandomi.

 

Comincio a capire le sue parole quando ormai sono fuori dal suo ufficio.

 

Non voglio rivedere Spike Stratford. Non avrei voluto mai cercarlo ancora.

 

Non dopo quello che è successo. Più o meno.

 

In più ciò che mi ha chiesto Angel Darcy non mi sembra così bello come lui vuol farlo sembrare.

 

Chiamo a casa per controllare la segreteria e quando sento che c’è un messaggio per me, il mio cuore batte a mille. Sfortunatamente la voce di mia madre cancella ogni bella fantasia!

 

Non mi aspettavo che mi chiamasse infondo. O forse si. Perchè dovrebbe farlo?

 

Dopo pochi minuti sono già fuori al suo albergo.

 

 

 

Continua.........

 

 

 

 

8°Capitolo

 

 

 

La situazione comincia decisamente a sfuggirmi di mano!Sono senza uno straccio di lavoro poichè il mio capo continua a farmi solo sguardi ammiccanti e continue provocazioni senza decidere nulla, il mio coinquilino è un pesce psicopatico e ho una pseudostoria immaginaria unilaterale, con l’attore più famoso d’Europa!

 

 

 

Vorrei tanto evitarmi la già vista scenetta col portiere dell’hotel dove alloggia Spike, ma quando io mi accingo a intrufolarmi nell’ascensore come una ladra, lo sguardo allarmato del vecchio mi fa subito cambiare idea. Che poi mica ho capito perchè questo vive in un albergo....

 

 

 

Bha, misteri gloriosi!

 

 

 

-Posso aiutarla signorina?- mi dice l’uomo come se mi vedesse per la prima volta!Ma diavolo ci siamo scannati solo ieri mattina, perchè fingi di non conoscermi idiota?

 

 

 

-Senta, sa benissimo che conosco il signor Stratford, quindi potrebbe farmi passare senza troppi preamboli?- dico seccata. Il bamboccio vestito da pinguino continua a sorridere senza rispondermi e ora mi accorgo che fissa imbarazzato qualcosa alle mie spalle. Mi volto vedendo uscire una ragazza super protetta dai suoi bodyguards che sguscia via col viso coperto da enormi occhiali da sole. Naturalmente è inutile cercare di capire chi fosse. Ho già dimostrato ardentemente le mie grandi conoscenze in materia!Bene!Ci mancava solo la top-model!

 

 

 

Adesso il portiere pensa a tutti tranne che a me.

 

 

 

- Hei - urlo dimenando una mano davanti al suo volto per attirare l’attenzione.

 

 

 

-Capisco che ha una storia segreta con quella specie di Cindy Crofford ma potrebbe prestarmi un po’d’attenzione- gli dico spazientita.

 

 

 

-Non scherzi in questo modo signorina, faccio il mio lavoro- risponde irrigidendosi.

 

 

 

E così il suo lavoro sarebbe sbavare dietro le clienti?Ma questo per fortuna non glielo dico. Vorrei ancora salire su da Spike e non penso che la mia ironia faciliterebbe le cose.

 

 

 

-Aspetti un attimo- mi dice afferrando il telefono e componendo un breve codice.

 

 

 

-Signor Stratford c’è la stramba signorina di eri mattina, la faccio passare?- dice lanciandomi uno sguardo di sfida.

 

 

 

Arrossisco mentre percepisco chiara la bella risata di Spike nel sentire l’aggettivo che mi ha propinato il pinguino. Maledetto! Ecco qualcun altro da inserire nella mia lista nera: la cicciona del giornale e il malefico pinguino imbalsamato.

 

 

 

-Vada pure- aggiunge seccato e io mi volto stizzita senza rispondere.

 

 

 

 

 

 

 

Fisso il numero di bronzo affisso fuori dalla sua stanza!Come avrei potuto dimenticarlo?

 

 

 

Trecentoquattordici ripeto nella mia mente. Naturalmente non mi importa della guarda del corpo che mi guarda titubante dall’altro lato del corridoio.

 

 

 

Aspetto un bel po’ dopo aver bussato. Sento i suoi passi e il cuore accelera. Come al solito.

 

 

 

Poi due occhi color oceano spalancano la porta. I suoi capelli luccicano per il sole che la finestra alle sue spalle fa entrare nella stanza. Sorride. Bello, bello come solo lui sa essere.

 

 

 

E ho ancora nella mente la sua bocca. Esattamente come ieri notte. Lieve e indimenticabile.

 

 

 

-Buongiorno Buffy, entra pure- mi dice. Io vorrei dirgli mille parole ma riesco solo ad entrare senza parlare.

 

 

 

Naturalmente i miei occhi non possono fare che una cosa: fissare indecenti il suo letto!

 

 

 

Quanto mi era mancato!Pensieri sconci mi attraversano la mente e sento il viso praticamente in fiamme quando mi accorgo che lui continua a guardarmi.

 

 

 

-Da quale lato dormi?-

 

 

 

Complimenti Buffy, hai vinto l’oscar per la frase più imbarazzante e deficiente che tu potessi mai dire!Ora puoi scegliere tra un viaggio premio o una batteria di pentole!

 

 

 

Ma perchè diavolo non imparo a stare zitta!Com’è che ogni pensiero mi deve necessariamente uscire dalla bocca sottoforma di cazzata?

 

 

 

In effetti le coperte porpora sono arrotolate da ogni lato e visto che sono curiosa.....diamine Buffy....SMETTILA!

 

 

 

Lui si avvicina sorridendomi. Forse vuole cacciarmi via. In effetti io caccerei via me stessa.

 

 

 

O forse vuole baciarmi. Magari....cioè...NO!

 

 

 

-Mi muovo molto di notte- mi sussurra accarezzandomi il viso.

 

 

 

Bene ora ne ho la conferma. Quest’uomo vuole farmi venire un attacco di cuore.

 

 

 

Complimenti Spike Stratford: ci sei appena riuscito!

 

 

 

Oscillo imbarazzata la testa come per cancellare la mia imbarazzante uscita precedente e la sua a dir poco eccitante risposta. Mi confonde, mi stranisce , mi rende praticamente piena di lui.

 

 

 

-Scusa per l’improvvisata ma è successa una cosa molto grave- dico cercando di darmi un tono.

 

 

 

-Davvero?Devo preoccuparmi?- mi chiede e ho come l’impressione che sia serio per la prima volta da quando ci consociamo.

 

 

 

-No, no scusa non volevo allarmarti- mi giustifico imbarazzata, forse ho davvero esagerato.

 

 

 

-Per me non ha importanza, domani nessuno se ne ricorderà. E’più che altro importante per la tua immagine.- dico seria e preoccupata. Ma lui già sorride.

 

 

 

-Ti riferisci ai giornali?- mi dice indicandomi una grossa catasta di riviste

 

 

 

Ai giornali?Perchè ce ne sono altri? Panico! Afferro elettrizzata alcune di quelle maledette riviste scandalistiche mentre lui mi segue con lo sguardo.

 

 

 

-Ogni mattina mi portano tutte le testate che mi citano- mi spiega mentre io come un ossessa giro le pagina.

 

 

 

- Buffy non preoccuparti. Sono tre foto uguali per tutti. I fotografi devono averle vendute a tanti.- mi spiega mentre afferra il telecomando.

 

 

 

-Mi dispiace Spike, non volevo crearti problemi- dico imbarazzata.

 

 

 

-Forse sarebbe meglio non vederci più- Ora davvero non so più cosa aggiungere.

 

 

 

Non so cosa dirà e ne ho paura. Ho paura che mi dica che è meglio così. E’meglio sparire. Diventare solo uno stupido ricordo. Il mio ricordo, non il suo certamente.

 

 

 

Lui mi sorride. Osservo i suoi muscoli celati dall’aderentissima maglietta nera. Le sue gambe si perdono nei suoi jeans scuri e nei suoi anfibi. Sembra tutto tranne che un miliardario. Sembra solo un ragazzo. Uno stupendo uomo che ti giri a guardare. Per cui si può solo perdere la testa. Di cui non ti puoi certamente scordare.

 

 

 

E penso a chi è stata con lui. A chi si è avvolta con lui nelle sue lenzuola, a chi ha sentito vibrare la sua lingua nella sua bocca. Perchè non è qui?Come ha potuto allontanarsi dai suoi occhi?

 

 

 

-Se per te non è un problema Buffy, non lo è certamente per me. Domani mi affibbieranno un flirt diverso e dopodomani un altro ancora.- mi dice senza guardarmi.

 

 

 

-E poi non facciamo nulla di male. Abbiamo solo un bel rapporto professionale.-

 

 

 

Questa volta si gira a guardarmi. Rapporto professionale?E allora perchè mi sorride malizioso se tutto questo è solo un dannatissimo rapporto di lavoro?

 

 

 

Si avvicina a me che sono ancora in piedi, sulla porta. Fremo mentre posso percepire il suo meraviglioso profumo, lo stesso che mi ha aperto il cuore ieri sera.

 

 

 

- E’meglio che vada Spike- dico mordendomi le labbra mentre la distanza tra di noi diminuisce sempre di più.

 

 

 

-Sto solo complicando la mia situazione professionale- aggiungo volendo pensare a Darcy ma....lui è sempre più vicino e la mia mente, il mio corpo sanno solo lui.

 

 

 

Sorride e delicatamente mi carezza il viso. Io lo fisso sgranando gli occhi.

 

 

 

Ogni nostro contatto mi fa vibrare. Sono completamente alla sua mercè.

 

 

 

-Non andare Buffy. Sta con me anche oggi.- aggiunge avvicinando il suo viso al mio tanto da farli sfiorare. Continua ad accarezzarmi dolcemente. Io sono immobile. Sento che la temperatura è aumentata tanto da sentirmi svenire. Ho solo voglia di sdraiarmi, di far cessare questo implacabile vuoto sotto ai piedi. Sono terrorizzata da lui e dai suoi gesti. Da tutto quello che può farmi.

 

 

 

-Lasciami andare Spike- ripeto mentre impercettibilmente inarco il viso contro il suo.

 

 

 

-Mi spaventi- sussurro in un fremito.

 

 

 

Non baciarmi Spike. Non ancora una volta. Non saprei più tornare indietro.

 

 

 

-Resta con me Buffy- sussurra lui nel mio stesso modo e per la prima volta ho un presentimento:

 

 

 

che anche lui si senta esattamente attratto da me, come io lo sono da lui.

 

 

 

-Almeno fino a stanotte- aggiunge.

Tbc..