PETALI DI LOTO NERO

AUTRICE: Asteria

 

 

Timeline: ATS 5°Stagione - Post Chosen (non si tiene in alcun modo conto dell'ottava stagione a fumetti -.-'')

E' idealmente il seguito di Nel corpo, nel cuore, nell'anima., ma può essere letta anche senza conoscere la precedente. Io comunque riprenderò, nel corso della storia, alcuni eventi accaduti in quella fanfiction.

Rating: NC17

Warning: Direi sempre gli stessi. Qualche parolaccia, scene più o meno spinte.

Pairing: Spuffy

Disclaimer: Mi piacerebbe che Spike e gli altri fossero di mia proprietà, ma purtroppo tutto il riconoscibile (personaggi, ambientazioni, ecc....) è dei rispettivi proprietari. Non sono in alcun modo legata ai proprietari o ai produttori o ai creatori, ma scrivo esclusivamente per diletto e non a scopo di lucro. Non si intende quindi violare alcun copyright.

Commento dell’autrice: A parte un paio di commenti (pochi rispetto alle tante letture), la precedente fanfiction credo non abbia riscosso un gran successo, tuttavia mi è comunque venuta l'ispirazione per un seguito e ho deciso di condividerlo con voi. Si vedrà poi se ne varrà la pena oppure no. Fatemi sapere che ne pensate: ogni critica costruttiva è ben accetta!

 

 

 

 

Prologo

 

 

 

Well, contempt loves the silence

it thrives in the dark,

the fine winding tendrils that strangle the heart

They say that promises sweeten the blow

but I don't need them... no I don't need them.

[My Skin – Natalie Merchant]

 

 

 

Passi leggeri nel buio della notte. Crepitii rimbombano in modo sinistro in un vicolo cieco.

Bassifondi, fumo e odore di morte.

Una ragazza esile, dai capelli biondi, attende nella semioscurità, con un paletto di legno in mano.

La sente iniziare a scorrerle nelle vene, l’adrenalina. E’ quello il segnale, quello l’avviso che le annuncia che è vicino.

Vorrebbe che si sbrigasse a farsi avanti, stanca di aspettare i comodi di un vampiro qualunque, ma sa che la notte è ancora giovane.

Non ha scadenze, lei.

Non ha scrupoli, mai.

Finalmente lo avverte, un rapido fruscio alle sue spalle, e sospira.

“Era ora imbecille, pensavo di dover stare qui ad aspettarti per le prossime due ore...”

Le parole le muoiono in gola, quando lo vede.

Il suo volto...

I suoi occhi cerulei...

Il suo sorriso, simile a un ghigno...

“Spike... cosa..?”

Le labbra del vampiro premono sulle sue, mentre una mano si poggia dietro alla sua nuca, attirandola a sé con tutta l’urgenza di un bisogno primario o di una passione troppo a lungo soppressa.

Buffy cerca invano di opporre un minimo di resistenza a quell’atto improvviso, ancora troppo scossa dal suo inaspettato arrivo, ma il biondo non glielo permette, spingendola contro la parete ruvida.

Frattali di mura, ormai in rovina.

“Shhh... sta zitta, Cacciatrice.

Non c’è molto tempo... non sai mai, quando ti puoi svegliare da un sogno.”

La sua mano scende ad accarezzarle il seno, da sopra i vestiti, poi il ventre piatto ed infine la sua femminilità. I suoi sensi di vampiro possono avvertire la sua eccitazione, celata ancora dal pesante tessuto dei jeans, mentre con un paio di dita va avanti e indietro, all’altezza del cavallo dei pantaloni.

Con l’unghia del pollice cerca il centro del suo piacere, strappandole un gemito strozzato, che le si smorza in gola.

Sensuale. Maledettamente sensuale, mentre con la punta della lingua ricalca il contorno delle sue labbra e lascia poi una scia umida dal mento fino all’incavo dei seni, lasciato scoperto dalla camicetta rossa.

La sente fremere, tra le sue braccia, e sogghigna. Soddisfatto.

“Ti piace, quello che ti faccio?”

La voce roca, quando si accorge che non indossa il reggiseno e può pizzicare tra le dita un capezzolo senza alcun ostacolo.

“Ti piace, quello che senti?”

La mano di Buffy, prima allacciata ai suoi boccoli ossigenati, accarezza ora il suo torace scolpito, potendo avvertire sotto ai polpastrelli la consistenza dei suoi muscoli, mentre con l’altra lo attira a sé, per la natica soda.

“Ti piace, quello che vedi?”

Porta un dito sotto al mento della donna, costringendola ad aprire gli occhi, annebbiati dal piacere e dal suo intenso profumo di cuoio, alcool e tabacco, e gode, vedendo ora la sua espressione sconvolta.

Il suo sguardo, in preda allo sgomento.

Quello che prima era un sorriso, ora terrore.

Gioisce mostrando i lunghi canini sul volto deformato, quando la sente urlare.

Il volto allungato e leggermente ovale, ormai sostituito da quello di un predatore qualsiasi.

I capelli biondi, un ricordo.

Gli occhi del colore del mare, un’impressione.

Il suo tocco, pura, fottuta illusione.

Come aveva fatto a vedere Spike, in lui?

Era ancora il Primo?

O forse era stato quel vampiro, ad assumere le sue sembianze tramite chissà quale incantesimo?

No, era lei ad essere sbagliata.

Sbagliata...

Sbagliata...

La testa le gira su se stessa, annebbiandole la mente e stringendole in cuore in una morsa di spine, ma riesce comunque a reagire, assestandogli un calcio all’altezza dell’inguine per avere il tempo di riprendere il paletto, lasciato cadere a terra nel momento stesso in cui aveva creduto di vedere Spike.

Non fa in tempo ad alzarsi, il vampiro, che la cacciatrice è su di lui, pronta ad impalettarlo.

Un sorriso sadico ed esplicitamente soddisfatto su quel volto deformato, mentre gli pronuncia le medesime parole di sempre. Un attimo prima di ridursi in cenere.

“Non puoi fare a meno di ferire chi ami.”

...

Non puoi fare a meno di ferire chi ami...

Non puoi fare a meno di ferire chi ami...

Un’eco che rimbomba nella sua testa.

Una climax ascendente che si perde in un assordante fruscio di silenzio.

La sua voce che si confonde con il rumore della battaglia, del mondo che crolla... e delle fiamme che ardono sulle loro mani intrecciate.

Un flash. Sguardi, lacrime, fuoco.

E poi nulla.

Solo un urlo, mozzato in gola.

E sudore.

Ovunque.

 

***

 

Buffy si svegliò di colpo, mettendosi a sedere di scatto sul letto mentre il cuore sembrava intenzionato più che mai ad uscirle dal petto.

Si portò una mano al volto, spostando i capelli madidi di sudore con tocco tremante.

La bocca semiaperta, nel vano sforzo di riprendere a respirare regolarmente.

“Tesoro... tutto bene?”

Michael si rigirò nel letto, stringendo appena le palpebre pesanti per il sonno interrotto dal movimento brusco della sua compagna.

La ragazza annuì, osservandolo per un istante in silenzio.

“Va tutto bene. E’ stato solo… un incubo.

Torna pure a dormire, io mi vado a rinfrescare un attimo.”

Aspettò che Michael riprendesse la sua posizione supina e chiudesse di nuovo gli occhi per scendere dal letto e stupirsi quasi di reggersi in piedi e riuscire a camminare fino al bagno: se non altro l’abitudine stava iniziando a dare i suoi frutti.

Erano ormai mesi che a notti alterne faceva sogni del genere e si svegliava totalmente distrutta: qualche volta in preda al terrore, altre annientata dal dolore, altre ancora sconvolta da un’eccitazione che lei si ostinava a giudicare perversa.

Il ricordo di lui non l’aveva mai abbandonata in tutti quei mesi ed evidentemente neppure il suo corpo aveva mai scordato l’effetto dei suoi tocchi, dei suoi baci, delle sue carezze.

Nonostante ora ci fosse Michael accanto a lui e gli assomigliasse terribilmente.

Un’altezza nella norma, folti capelli ossigenati, un fisico pronunciato ed allenato… persino lo stesso atteggiamento a volte strafottente, a volte maledettamente dolce.

Si era sforzata di credere che lo amasse davvero, e non stesse con lui solo perché una brutta copia di Spike, ma dentro di lei c’era sempre quella vocina maliziosa che glielo ricordava, torturandola.

Stronza.

Si tolse dall’anulare il solitario, posandolo sul bordo del lavandino, per poi aprire il rubinetto e lasciar un po’ scorrere l’acqua, nella speranza che poi arrivasse più fredda.

Forse, però, sarebbe stata meglio una doccia gelata.

 

To be continued...