LA FINESTRA DI FRONTE

AUTRICE: Drusilla

E-mail: ap_drusy@hotmail.it

Titolo: La finestra di fronte

Rating: NC-17

Sommario: Buffy Summers, ragazza di quasi 18 anni si troverà a dover affrontare l’amore in un modo originale ed eccitante allo stesso tempo…tutto grazie alla finestra di fronte al suo palazzo.

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, bla, bla, bla…

 

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Prologo

 

Buffy si stava allenando, non si accorse che lui la stava spiando…questa strana idea gliel’aveva messa in testa sua madre, lei non sapeva nemmeno chi lui fosse…perché la madre non si faceva mai gli affari suoi? Continuò a salire su e giù dallo step e si muoveva a ritmo di musica dance che le pompava nelle orecchie dell’i-pod ultimo modello. Doveva mantenersi in forma e non aveva tempo per uscire ed andare in palestra, faceva tutto a casa nella sua spaziosa camera. Abita in un alto palazzo moderno e insieme alla mamma vive in un appartamento a cui non manca nulla di tecnologico, è grande e minimale.

Buffy chiuse gli occhi e si fece guidare dalla musica, afferrò anche i pesi e sentendo il sudore scendere lungo la fronte aumentò il ritmo delle spinte delle gambe sullo step.

Uno, due, tre, quattro…uno, due, tre, quattro…sudore, calore e fatica corrispondono a grassi bruciati e più piacere nel guardarsi nello specchio.

Un sorriso allargò il suo viso affaticato mentre continuò il suo allenamento.

 

Elisabeth Anne Summers, da tutti chiamata semplicemente Buffy. Ha 17 anni e tra un paio di mesi ne compirà 18. Frequenta il liceo di Sunnydale ed è una bella ragazza: capelli lunghi, lisci e color del grano maturo, occhi verdi e brillanti come due pietre preziose. Le piace andare in discoteca, uscire a fare shopping con la sua migliore amica Faith, e tenersi in forma…è sempre al corrente dell’ultimo mascara uscito sul mercato e del colore di smalto che farà tendenza. E’ una fashion-victim, permalosa, sensibile e attenta osservatrice.

 

La grande vetrata della sua stanza e coperta da una tenda di cotone bianco, è quasi trasparente…su e giù dallo strep, senza fermarsi, senza lasciare un attimo di respiro. “Devo essere splendida” è il suo obiettivo. Più bella di quello che già è. Così non le succederà più di essere respinta da un cretino come Angel. Eh sì, non ci crederete ma Buffy è una ragazza dolce sotto la sua scorza da dura e donna di mondo. Si era presa una cotta mostruosa per Angel, il quaterback del liceo ed era riuscita ad uscirci insieme…l’amicizia era diventata amore, ma poi lui l’aveva tradita con Darla, Harmony, Cordelia e altre troiette del liceo. Il problema? Buffy non gliela dava, eppure lui sembrava perfettamente d’accordo. Le diceva che l’avrebbe aspettata fin quando non si sarebbe sentita pronta, non voleva forzarla e che a lui questa cosa non dava nessun fastidio, anzi si sentiva più importante…certo!!! Nel frattempo però scopava altre ragazze.

Buffy era venuto a saperlo da Faith e l’aveva lasciato il giorno di San Valentino, proprio il giorno in cui aveva deciso finalmente di darsi completamente a lui. Grazie a Dio non l’aveva fatto!!

 

Riaprì gli occhi, sua madre stava blaterando qualcosa la vedeva…era entrata nella sua stanza, afferrò l’i-pod e mise in pausa.

“Buffy, è un’ora che ti chiamo!” si lamentò Joyce.

“Sai che faccio allenamento a quest’ora…” si spazientì Buffy asciugandosi il sudore con un asciugamano rosa.

“Beh volevo dirti che stasera torno un po’ tardi e non preoccuparti sono con le mie amiche della galleria!”

Buffy alzò le sopracciglia “Va bene, ordinerò una pizza!”

Joyce annuì e le mandò un bacio, poi uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.

Buffy ricominciò l’allenamento da dove l’aveva interrotto. Gettò un’occhiata oltre la tenda alla finestra, chiedendosi se…poi si diede della stupida e chiuse gli occhi per tornare a concentrarsi.

 

 

 

CAPITOLO 1

 

“Cosa devo fare con te?” Drusilla gli urlò in faccia, mentre afferrando il primo oggetto che le passò tra le mani lo scaraventò a terra.

Spike restò immobile sulla sua poltrona di pelle nera e guardò fisso davanti a sé. Socchiuse gli occhi mettendo a fuoco la figurina che nell’altro palazzo si muoveva in modo tremendamente eccitante sullo step.

“Ehi, mi vuoi rispondere? Non ti è arrivato l’aumento e la promozione che tanto speravi e adesso come faremo ad andare con gli altri in crociera? E la vasca idromassaggio che mi avevi promesso?” Drusilla era veramente disperata…poverina!

Spike sospirò prima di rispondere “Vorrà dire che per quest’anno rinunceremo alle vacanze”

La donna si posizionò davanti a lui con le mani suoi fianchi “Io sono stufa di questa situazione, quando cambierà qualcosa tra noi? E la promessa di matrimonio te la sei dimenticata? Sono passati due anni e sei diventato un altro! Ti piace di più restare a casa a guardare uno stupido telefilm invece che uscire ed incontrare le persone più influenti di Sunnydale!”

Il platinato si alzò scocciato “Dru, ti ho detto che è un periodo duro, non ti ci mettere con queste stronzate!”

La donna lo prese per le spalle “Tu mi ami?”

Spike distolse lo sguardo dagli occhi violetti della mora e focalizzò lo sguardo su quelle gambe toniche che si agitavano…quel demonietto lo eccitava parecchio. Era da circa un mese che l’aveva notata, e pensare che era stata sempre lì davanti a lui.

Fissando la bionda ninfetta rispose “Non è importante…lo sai Dru…” e cercò di spostarla.

Lei si scansò “Ho capito, stai tranquillo. Adesso torno a casa e spero che ti farai sentire quando ti sarà passata. Ah, ricorda stasera c’è la cena con i finanzieri di Los Angeles sarebbe un’occasione importante per te. Appuntamento alle 21. Spero ci sarai”

Spike si passò una mano tra i capelli, mentre Drusilla lo baciava veloce sulla bocca e si avviava all’uscita dell’appartamento.

 

***

 

“Pronto Faith sono B! Stasera mia madre non c’è…possiamo uscire se ti va?”

“Certo! Andiamo al Bronze? C’è l’entrata libera stasera”

“Benissimo…alle 21 passa da me e poi andiamo insieme” Buffy sorrise e terminò la comunicazione.

Afferrò l’asciugamano e se lo passò sul ventre e lungo la scollatura del top. Poi iniziò a togliersi i pantaloncini, ma si ricordò di un dettaglio. Si avvicinò alla vetrata e tirò le doppie tende, quelle per non far passare la luce. Forse sua madre si sbagliava, ma non le piaceva l’idea di essere osservata da un vecchio bavoso. Bleah!

 

***

 

“Cazzo!” esclamò Spike vedendo che la visuale gli veniva impedita. Si alzò dalla poltrona e si ritirò nel suo studio.

 

William Shelby, chiamato da tutti Spike. 35 anni e una vita alla spalle non facile. Genitori divorziati da quando era in fasce e una sfiducia congenita nel rapporto a due. Un lavoro redditizio ma con poco impatto personale e poca passione. Rubacuori, si era messo la testa a posto con la bella Drusilla, ma da tempo si sentiva stretto in quel suo mondo fatto di uscite con gente ricca e prenotazioni al ristorante più costoso della città. Voleva qualcosa di diverso, qualcosa che lo facesse sentire vivo a tutti gli effetti.

Pensò all’appuntamento che Drusilla gli aveva proposto, sbirciò dietro la tenda ma non vedeva più quella ragazza. Quanti anni poteva avere? Una ventina? Probabilmente sì. Sarebbe stato tutto legale, lei maggiorenne e…

“Ma che cazzo sto pensando!” si disse a voce alta accendendosi una sigaretta e aspirandola a lungo.

 

***

 

Buffy tornò in camera avvolta in un asciugamano che le copriva il corpo. Dopo essersi frizionata, si infilò le mutandine e prese dal cassetto un reggiseno pulito.

Accorgendosi del calore che c’era nella stanza, si avviò alla finestra e tirando appena le tende l’aprì. Prese un respiro a pieni polmoni e tornò al centro della stanza per continuare a vestirsi.

 

***

 

Spike guardava bramoso nascosto dietro la tenda, era bellissima…era dotata di un corpo perfetto e la morbida forma dei suoi seni che spuntavano appena dal reggiseno push-up lo affascinarono. Gli mancò un battito quando si girò dandogli le spalle, la ninfetta indossava un perizoma e potè avere un’ottima visuale del suo sedere alto e sodo. Senza rendersene conto si leccò le labbra e si indurì leggermente nei pantaloni. La bella si tolse il turbante dai capelli e mettendosi a testa in giù, prese il pettine e iniziò a pettinare la lunga chioma.

Quel culo così esposto gli fece venire dei pensieri non proprio puri. Socchiuse gli occhi per focalizzarla meglio. Per un attimo la perse di vista, ma tornò poco dopo e appoggiando una gamba sul letto iniziò ad infilarsi le collant, facendole passare dalla caviglia con attenzione e avendo cura che non facessero smagliature. Iniziò ad infilare la calza anche nell’altra gamba e poi se le sistemò delicatamente in vita. Erano color carne e la fasciavano come una doppia pelle.

Scomparve ancora una volta per poi tornare con addosso una minigonna nera.

“Cazzo!” esclamò Spike accalorandosi.

La bella venne direttamente verso la finestra e la chiuse, lasciando comunque una parte di tenda aperta.

Spike si nascose attento a non essere visto, ricordandosi della figura che aveva fatto qualche mattina prima…

 

Era da poco sveglio e quella era l’ora in cui la sua ninfetta si preparava per andare a scuola. Si era alzato e con solo addosso una vestaglia si era messo sul balcone con una sigaretta in bocca, con la scusa di fumare all’aria aperta si era goduto lo spettacolo della ragazza che si cambiava e preparava. Peccato che la madre della ragazza l’avesse notato e gettandogli un’occhiata di fuoco l’avesse fatto tornare in fretta dentro casa.

 

Spike scacciò quel ricordo concentrandosi su quella ragazzina che provocava in lui quella tempesta di emozioni. Non era un maniaco o un guardone, era davvero la prima volta che si fissava con tanta perversione su una donna. Nemmeno per Drusilla provava un’attrazione simile, o almeno, non negli ultimi tempi. Quale poveta essere il suo nome? Era un’elegante “Mary”, una sportiva “Tracy”, una fatalona “Michelle”, sperava di scoprirlo al più presto.

 

***

 

Buffy finì di asciugare i capelli e indossò una maglietta rosso che lasciava la schiena scoperta. Si sedette sul letto e restò un po’ lì ferma, poi guardò dritto davanti a sé. Sì, dall’apertura della finestra…c’era qualcuno, si alzò di scatto per uscire sul balcone e vedere chi era, ma quando fu fuori la figura non c’era già più.

 

 

 

 

CAPITOLO 2

 

“Faith sei arrivata finalmente!” l’abbraccio Buffy. Aveva passato il tempo ad aspettarla sdraiata sul letto a guardare la tv.

 

“Ciao B!” si diedero un bacio sulle guance. Faith mise le mani sui fianchi e guardò l’amica in segno di approvazione.

 

“Ti piaccio vestita così?” domandò la bionda facendo una piroetta.

 

“Stai benissimo. Brrr, che freddo, posso chiudere la finestra?” Faith fu percorsa da un brivido.

 

Buffy annuì e Faith fece per chiuderla quando notò nel palazzo di fronte uno strano movimento.

 

“Conosci chi abita nell’altro edificio?”

 

Buffy andò vicino all’amica “No, credo ci sia un vecchio che si diverte a guardarmi…roba da pazzi” e scuotendo la testa tirò anche la tenda.

 

Faith si mise a ridere “Dai, andiamo? Il Bronze ci aspetta…”

 

 

***

 

 

Cazzo! Doveva stare più attento, si era fatto beccare di nuovo a spiarla! Stava giocando con il fuoco, lo sapeva. Eppure doveva avere quella ragazzina, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Si prese tra le mani la testa e tornò a spiarla, ma la stanza era buia. Non poteva perderla così!! La cena con Drusilla fu dimenticata in un attimo.

Si avviò in velocità all’ingresso e prendendo una giacca uscì sul pianerottolo. Diede due mandate alla porta e uscì giù strada, si guardò attorno smanioso e non poteva essere più fortunato!!

 

Lei era là a qualche metro da lui che camminava con quel suo sedere alto e sodo, accanto ad una sua amica. Non gli era mai stato così vicino, affrettò il passo e facendo finta di nulla si mise le mani in tasca e decise di seguirle. Ogni tanto si fermava davanti alle vetrine per non dare nell’occhio, ma non la perdeva di vista.

 

Dio!! Era così bella…Spike si indurì leggermente al pensiero dei mille modi in cui avrebbe potuto soddisfarla e dovette calmarsi per reprimere il bisogno urgente di dar sfogo alla sua eccitazione. Intanto la ninfetta continuava a camminare, rideva a tratti e a lui sembrò il suono più bello che avesse mai sentito. Non sapeva quello che gli stava succedendo, ma era qualcosa di davvero incontrollabile.

 

 

***

 

 

“Beh, ti dicevo che ho stasera ho proprio voglia di divertirmi…ti ci vorrebbe un po’ di movimento B! Credo che tu stia diventato frigida…dovresti concederti un po’ di piacere!”

 

Buffy guardò a terra, in effetti, dopo la disastrosa esperienza con Angel non aveva più voluto saperne di uomini, o meglio, aveva avuto qualche flirt, ma nulla di importante…quando sentiva che i ragazzi volevano di più (cioè portarla a letto senza troppi complimenti), lei li mollava subito.

 

“Non me la sento ancora Faith” concluse brevemente Buffy.

 

“Ma guarda che non sono mica tutti stronzi come Angel…e poi che male c’è a qualche ‘cavalcata’ ogni tanto?” e le fece l’occhiolino maliziosa.

 

Certo! Faith era anni luce più avanti di lei, per quanto riguardava ragazzi ed esperienze, ma era una ragazza buona e un’amica fedele, solo un pò ninfomane!! A Buffy venne da ridere a questo pensiero.

 

“Eccoci arrivate!” esclamò contenta Faith e prendendo per mano Buffy, entrò nel locale. Era una serata speciale in cui l’ingresso alla discoteca era anticipato rispetto al normale orario…così che più teenagers potessero partecipare. Erano ormai le 22 e c’era già molta gente.

 

 

***

 

 

Spike si fermò fuori dal Bronze e per un attimo fu indeciso, poi guardando il buttafuori entrò senza esitazione, catapultato in un universo di ragazzini tirati a lucido e di ragazze più nude che vestite. Storse il naso e si domandò cosa stesse facendo lì tra tutti quei marmocchi e se forse non sarebbe stato meglio tornare immediatamente indietro, quando una ragazza gli andò a sbattere contro.

 

“Cosa diavolo…” iniziò girandosi di scatto, ma poi le parole gli morirono in bocca.

 

Buffy imbarazzata alzò gli occhi per vedere chi aveva urtato e la gola le si seccò all’istante “Mi scusi…”

 

Spike rimase imbambolato a guardare la sua ninfetta che gli parlava e Buffy continuò “Mi dispiace”

 

Finalmente riacquistò l’uso della parola “Non si preoccupi signorina…”

 

“Buffy! Mi chiamo Buffy” rispose sorridendo, ma dentro voleva morire. Gli occhi più belli della terra la stavano fissando indagatori. Erano di un colore azzurro profondo, sembravano il perfetto connubio di un cielo d’estate e il mare in tempesta. E poi quel viso da baci e quella cicatrice sul sopracciglio…Buffy continuò a guardarlo, notando i capelli ossigenati e scompigliati grazie all’aiuto del gel.

 

Spike si sentì avvampare, era così dannatamente sexy anche solo con un sorriso sulle labbra, e il suo nome…corto e delicato, suonava così bene.

 

“Beh non c’è stato un gran danno” cercò di mandare avanti un discorso.

 

Buffy cercò di staccare gli occhi da quell’uomo, ma non ci riuscì “Già…mi scusi signore”

 

Spike rise “Ehi, mi fai sentire così vecchio…chiamami Spike, per favore!”

 

La bionda sorrise “Va bene, Spike…adesso devo andare”

 

“E’ stato un piacere” le rispose Spike sfiorandole la mano mentre lo superava.

 

Ecco, adesso aveva un bisogno estremo di andare al bagno!!!

 

 

(fine prima parte!)

 

(seconda parte)

 

Buffy estremamente eccitata con gli occhi lucidi raggiunse Faith.

 

“Ehi B! Ma dove eri finita??” la bruna la guardò di traverso sorseggiò dal bicchiere che teneva in mano.

 

Buffy si sventolò una mano davanti al viso arrossato “Ho visto un tipo da urlo! Cioè ci sono letteralmente andata a sbattere contro…è troppo bello, sai quella strana sensazione in cui lo stomaco ti si chiude e la salivazione è azzerata? Beh mi ha fatto proprio questo effetto!”

 

Faith sorrise e guardò maliziosa l’amica “E chi è? Lo conosco??”

 

“Non credo proprio…non l’avevo mai visto prima. Dio è così caldo…uno sguardo che uccide e ti fa sciogliere piano piano. Immaginati due occhi blu profondi come l’oceano, ma che al tempo stesso ti danno l’impressione di contenere la libertà e l’infinito del cielo…e poi i suoi capelli, completamente ossigenati…mmm” Buffy emise un mugolio di approvazione.

 

“Ehi, ehi B…calmati, non sei mai stata così loquace in 17 anni di vita! Sto tipo deve essere proprio…ops, dietro di te!” e le fece l’occhiolino.

 

Buffy ancora con le palpitazioni si girò di scatto e le sembrò che tutto intorno a lei piano piano fosse scomparso…restava quell’uomo misterioso che la guardava sorridendo appena intimidito. Abbasso gli occhi e un ciuffo di capelli biondi gli coprì lievemente il sopracciglio sinistro e Buffy notò che in quel punto aveva una lieve cicatrice, senza nessun comando razionale si mise sulle punte e porto la mano alla tempia dell’uomo, spostando la ciocca ossigenata.

 

Lui sollevò lo sguardo e lo fissò in quello di lei che gli percorse piano la forma dello zigomo, poi rendendosi conto di quello che stava facendo ritirò la mano velocemente come se si fosse scottata.

 

“Avevi proprio ragione B, occhi profondi che sanno di infinito e libertà! Ma non è certo un nostro coetaneo” le sussurrò Faith all’orecchio prima di lasciarli da soli.

 

Buffy rimase lì in piedi davanti a lui, un lieve rossore si impossessò delle sue gote e desiderò ardentemente che lui dicesse qualcosa per spezzare quell’atmosfera imbarazzante.

 

“Vuoi che io me ne vada?” Spike si sentì improvvisamente in colpa.

 

“No” fu la seria e laconica risposta della giovane bionda, mentre lo prendeva per mano.

 

“Buffy, non credo sia il caso di…” ma fu bloccato dalle labbra di lei che senza chiedere permesso si unirono alle sue.

 

Spike oppose una leggera resistenza, ma successivamente le prese il viso a coppa tra le mani e continuò a baciarla come fosse la prima volta e l’ultima volta in tutta la sua vita. Gemendo assaporò le labbra giovani e morbide della ragazza, le succhiò dolcemente il labbra inferiore e dopo si fece spazio nella sua bocca con la lingua, sapeva di pulito, di ingenuità, di timida innocenza.

 

“Buf-fy” si staccò da lei confuso.

 

“Cosa c’è non lo vuoi anche tu?” chiese con una vocina piccola piccola la bionda.

 

Spike scosse la testa e cercò di rassicurarla “Credo che non ci sia cosa al mondo che desidero di più, ma non posso farlo…tu sei così giovane”

 

“Ho già 17 anni” si impuntò Buffy.

 

Spike spalancò gli occhi spaventato e indietreggiò di un passo “17? Dio, che stupido sono stato…Buffy perdonami, non avrei dovuto…è meglio che io vada”

 

“No! Resta…che problema c’è?”

 

“Non lo capisci? Guardami…non sono un ragazzino…ho 35 anni, non posso!” Spike si guardò attorno nella paura che qualcuno avesse assistito alla scena e alla conversazione con la ragazza.

 

“Cosa?” domandò frastornata Buffy guardandolo negli occhi. Non poteva credere fosse così tanto più grande di lei.

 

“Buffy è meglio che io vada, mi sono comportatola vero idiota, scusami” Spike fremeva per fuggire.

 

La bionda non sapeva che dire, provò a pensare a qualcosa ma, dannazione, nulla le uscì dalle labbra, poi alla fine un lampo di genio “Cancelliamo il bacio e ricominciamo dalle presentazioni. Ciao io sono Buffy Anne Sommerse credo che se ci presentiamo e iniziamo a conoscerci non c’è nulla di male, no?” e gli porse la mano.

 

Lui dapprima titubante strinse la mano della ragazza, dentro si dava del cretino e del maniaco sessuale, ma non poteva più sfuggire e nemmeno lo voleva. Iniziare a conoscerla? Perchè no? “Piacere, io sono William Shelby, per tutti Spike”

 

Buffy gli sorrise e lui non potè fare a meno di notare quanto era radiosa.

 

“Posso offrirti qualcosa da bere?”

 

La biondina annuì e insieme si diressero al bancone della discoteca.

 

****

 

Avevano parlato, si erano un po’ raccontati e adesso Faith la stava riempiendo di domande sulla via di casa. Buffy non la ascoltava, con un sorriso sulle labbra camminava tre metri da terra e in testa aveva solo un paio d’occhi blu.

 

“Ehi B! Dimmi qualcosa!!” la implorò Faith.

 

«Cosa devo dirti?? Mi ha raccontato un po’ di quello che pensa della vita, della società…”

 

“Sì, certo, e magari ha usato un metro di lingua per fare tutti questi discorsi filosofici” la prese in giro l’amica.

 

“Smettila! E’ un uomo profondo anche se adesso che mi ci fai pensare non saprei ripeterti una sola cosa che mi ha detto…forse ero troppo impegnata a vedere come le due labbra si muovevano ad ogni sillaba!! Faceva discorsi strani, difficili…dopo un po’ ho perso il filo…” si crucciò Buffy.

 

“E dimmi, che ci faceva un 35 enne in un locale di ragazzi che hanno 20 anni meno di lui?? Non sarà uno di quei bavosi che vanno con le ragazzine?” si domandò schifata Faith giungendo sotto casa di Buffy.

 

“No, lui è…gentile…è stato molto dolce” Buffy si arrabbiò un poco sentendo quelle parole e si chiese la stessa cosa.

 

“Non lo metto in dubbio, solo…sta attenta! Buonanotte B!” e la lasciò nel portone di casa.

 

 

CAPITOLO 3

 

Erano passati due mesi e Spike aveva deciso di non cercare più Buffy, la spiava a volte dalla finestra, ma nemmeno troppo spesso.

Si era ubriacato di brutto la notte in cui l’aveva conosciuta e il mattino dopo, si svegliò con un orrendo mal di testa nel salone del suo appartamento a terra una bottiglia di bourbon mezza vuota.

Da quel momento aveva deciso di lasciar perdere quella biondina, in fondo, in questo modo si toglieva una bella parte di futuri problemi e non poteva sperare di costruire qualcosa con una ragazza così piccola.

 

Buffy aveva cercato più volte Spike al Bronze, ma ne aveva perso ogni traccia…adesso mentre davanti allo specchio della camera si metteva il rossetto le tornò in mente quel bacio che si erano dati…era stata una stupida a credere di poterlo rivedere e magari di uscirci…lui era un uomo, lei solo una ragazzina…già.

Qualcosa le gioì dentro mentre si sistemava i capelli, stasera doveva essere bellissima la sua festa l’attendeva…finalmente sarebbe diventata maggiorenne!

 

***

 

“Ehi Faith!! Ben arrivata!” Buffy lasciò il resto degli invitati per andare a salutare l’amica. Joyce le aveva prenotato una zone del Bronze e così quella sera fino a mezzanotte potevano entrare solo gli invitati alla sua festa.

Fuori dalla discoteca troneggiava un cartellone con scritto “Happy Birthday Buffy!”

 

“Ciao B! Auguri di cuore!” e dandole un bacio la strinse.

 

“Finalmente diciotto anni, sai quanto li ho desiderati…questa estate potremo andare in vacanza noi due da sole” Buffy faceva già progetti e rideva contenta e spensierata.

 

***

 

“Adesso basta! Non ne posso più, sembri un eterno ragazzino, te ne freghi di tutto e mi tratti come un passatempo…non avrei dovuto permetterti di trattarmi così, lo sai?” Drusilla piangeva mentre Spike davanti alla finestra guardava la finestra buia nel palazzo di fronte.

 

“Dru, te l’ho detto...è un periodo buio, non riesco a programmarmi la vita come fai tu…io vivo di quello che faccio giorno per giorno e se speri che io possa dirti che tra un anno saremo ancora insieme allora ti dovrò deludere”

 

La donna alle sue spalle si asciugò con rabbia le lacrime e nonostante tutto in cuor suo gli diede un’altra possibilità, lo amava davvero..e ormai aveva progettato tutta la vita in funzione di lui con la sicurezza che Spike non l’avrebbe mai lasciata.

Adesso ne dubitava veramente.

 

“Ti concedo un’ultima possibilità” disse infine Drusilla.

 

Quante volte glielo aveva ripetuto, quante lacrime e urla, e poi facevano l’amore un po’ per dimenticare, un po’ per violentare quell’amore che frigido non ne voleva sapere di uscire dalla coltre di ghiaccio in cui era caduto…e quante volte Drusilla fingeva l’orgasmo per farlo sentire importante e dentro si sentiva vuota, e quante volte Spike sapeva che lei fingeva per assecondarlo…

 

Quante volte Spike avrebbe voluto chiudersi in una stanza insonorizzata a urlare per ore e ore…

 

“Va bene, Dru…” Spike continuò a fissare davanti a sé impassibile.

 

La donna gli si avvicinò da dietro e lo abbracciò passandogli le braccia intorno alla vita chiedendogli dolorosamente “Cosa ti manca?”

 

Lui non rispose, si limito a pensare a quella ninfetta che aveva dato uno scossone non indifferente alla sua vita, ai suoi occhi verdi e i capelli biondi…alla sua genuinità e alla sua bellezza. Ecco cosa gli mancava.

 

***

 

“Forza Buffy! Spegni le candeline!!” la incitò Faith mentre gli altri battevano le mani.

 

Buffy prese un profondo respiro e soffiò con tutto il fiato che aveva riuscendo in una sola a spegnerle tutte. Batté le mani felice e i suoi amici le intonarono la canzone d’auguri.

 

***

 

Spike passeggiava per la strada da solo, Dru se n’era andata da un po’.

Dopo aver fatto sesso si sentiva soffocare in quella stanza, aveva finto di dormire e Dru era andata via, subito dopo si era vestito ed era sceso lungo la strada per stare solo e riordinare i suoi pensieri.

Mentre le braccia della donna bruna lo stringevano aveva potuto sentire i gemiti e le urla di Buffy, gli occhi violetti di Dru erano diventati quelli verdi di Buffy e il corpo ormai monotono della mora era diventato quello vergine di Buffy.

Per la prima volta dopo tanto tempo aveva avuto un rapporto soddisfacente con quella donna che ormai non amava più…e c’era riuscito perché aveva pensato a Buffy.

 

“Sono davvero un cretino” si disse camminando a testa alta lungo il marciapiede. Si morse il labbro inferiore con tristezza e rimpianto…

 

Passando davanti al Bronze vide quella scritta sulla porta e ad un tratto tutto il marcio della sua vita venne messo in secondo piano.

 

-Happy birthday Buffy-

 

Poteva essere un’altra? No, certo che no.

Il cuore gli batteva impazzito in petto, poteva essere solo lei.

E il cuore non mente…mai.

 

***

 

Stava mangiando la seconda fetta di torta in piedi circondata da un gruppo di amiche, quando una strana sensazione si impossessò del suo fragile corpo.

Un brivido la percorse dalla testa ai piedi e non potè far altro che girarsi in direzione dell’entrata del locale, spalancò gli occhi tra lo stupito e lo spaventato, tra il felice e l’ansioso.

La forchetta di plastica che teneva tra le mani le tremò tra le dita e con noncuranza si allontanò dalle amiche senza dare nell’occhio e mentre si avvicinava a lui posò il piatto di carta su un tavolino.

 

Spike la vide subito, bellissima e sorridente insieme ad altre ragazze.

Poi dal nulla si era girata e lo aveva puntato, come se avesse avuto la sensazione che lui era lì…lì per lei e adesso gli andava incontro.

 

“Spike” sussurrò guardandolo incapace di allungare un braccio a toccarlo e scoprire se era realtà o solo un brutto scherzo della sua fantasia.

 

Ci pensò lui a farlo facendole una carezza sulla spalla scoperta, un gesto che voleva essere casto, ma che sulla pelle di Buffy bruciò come fuoco e che fece sentire il suo effetto anche su Spike che scosso da quell’emozione la fissò dritto negli occhi.

 

“Buon compleanno piccola”

 

CAPITOLO 4

 

Continuarono a fissarsi, incapaci di parlare, ma godendo solo della vista dell’altro.

Buffy tremava un poco e inumidendosi le labbra parlò “Che strano incontro…ma ne sono felice, grazie per gli auguri” e abbassò gli occhi.

 

“Di nulla, sai passavo di qui e ho visto il cartello fuori dal locale, sono passato solo a salutarti…spero di non aver disturbato”

 

“Scherzi? Mi ha fatto piacere…se vuoi puoi fermarti qui…c’è ancora un po’ di torta e ti assicura che è una delizia”

 

Spike si guardò intorno sentendosi un po’ a disagio “Non credo sia il caso, ci sono tutti i tuoi amici, non voglio portarti via dalla loro attenzione…sei tu la reginetta stasera”

 

Buffy gli sorrise un po’ impacciata, non sapeva che dirgli, se spingersi un po’ oltre o se lasciarlo andare via “Senti…dove stavi andando?”

 

“Faccio due passi…mi aiuta a pensare”

 

“A cosa?” domandò d’istinto Buffy, ma poi se ne pentì “Scusa, non sono assolutamente affari miei…”

 

Spike le sorrise facendole una carezza sui capelli biondi che ricadevano sulle spalle “Non preoccuparti…sai un milione di pensieri mi rimbalzano in testa da un po’ di tempo…preoccupazioni e cose varie, ma non credo sia il momento di parlarne”

 

Buffy annuì “A volte è dura” rispose sperando che quella frase fatta potesse calzare.

 

“Già” disse Spike mettendosi le mani in tasca.

 

Buffy sentì che i suoi amici la chiamavano e guardò Spike deplorante “Mi dispiace, ma devo andare!”

 

Spike le fece un cenno di saluto e iniziò ad allontanarsi, ma lei lo blocco per il braccio con foga “Quando ci rivedremo? Dovrò aspettare ancora due mesi interi ripetendomi quanto sono stupida ad essermi presa una cotta per te?”

 

L’uomo la guardò sorpreso e la trascinò fuori dal Bronze, mentre la gente iniziava ad entrare nel locale…era passata la mezzanotte.

 

La condusse nel vicolo di fianco alla discoteca e la appiccicò al muro, inchiodandole le spalle al muro e chiudendole la bocca con la propria. Sembrava volesse succhiarle l’anima. Buffy dal canto suo era completamente presa da lui e gioiva del contatto della sua pelle con quella delle mani di Spike che la percorsero velocemente.

 

Baciarlo era come buttarsi senza paracadute da una rupe, ma arrivando quasi a toccare terra alzarsi in volo e volare. Il suo tocco era adrenalinico e allo stesso tempo liberatorio. Si sentì eccitata e aveva un bisogno tremendo di possederlo più a fondo, lo voleva. Ora, subito.

 

Spike si inebriò del dolce sapore della ragazza e il profumo del suo balsamo gli entrò a fondo nelle narici, la baciava pieno di passione incapace di fermarsi…la desiderava, si strinse di più a lei e aderendo al corpo di Buffy che si contorceva sotto il suo tocco, emettendo gemiti di approvazione.

 

“Sei così bella…così…” Spike ad occhi chiusi godeva delle carezze che lei gli faceva dietro la nuca e strusciò la propria erezione addosso a Buffy che portò velocemente lì la sua mano, facendo gemere forte Spike che non si aspettava una risposta così audace.

 

“Buffy vieni via con me” la implorò Spike sull’orlo.

 

“Non posso…cosa penserebbero gli altri, ci hanno visti uscire insieme…” Buffy cercava di mantenere un briciolo di razionalità anche se non ne voleva sapere di staccarsi dal corpo di lui.

 

Spike si staccò passandosi nervoso una mano tra i capelli “Cazzo! E’ vero…ti ho rovinato la festa…”

 

Buffy lo abbracciò “No! Tu mi hai fatto il regalo più bello…voglio stare con te stanotte”

 

L’uomo la guardò attentamente e prese il volto della ragazza a coppa tra le mani “Piccola credimi, ci ho provato a lasciarti perdere, a non pensarti, ma mi sei entrata dentro…nelle viscere e non riesco a strapparti via…sei bellissima…stare con te sarebbe stupendo, ma adesso devi tornare dentro e continuare la festa…io verrò a prenderti quando tutto sarà finito…”

 

Buffy annuì convinta, mentre il cuore le batteva fortissimo. Sì, desiderava essere sua in tutto e per tutto “Ci vediamo alle tre qui fuori, va bene?”

 

Spike in tutta risposta la baciò a lungo e con forza quasi a non volersi staccare più “Certo! Ci sarò piccola…” e detto questo continuò “Adesso va, corri…”

 

Buffy lo guardò ancora un attimo “Non so dove ci porterà tutto questo…so solo che mi rende felice ed è abbastanza” detto questo scomparì dietro l’angolo lasciando da solo uno Spike eccitato e agitato.

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO 5

 

Quella notte sembrava destinata a volare via come un battito di ciglia, Buffy passò da un invitato all’altro sempre sorridendo, felice di essere circondata da tutta quell’euforia collettiva…in cuor suo solo un pensiero l’animava e la faceva essere così frizzante e piena di vita: lui.

Quell’uomo che l’aveva affascinata e stregata, l’uomo con il quale stava per andare via…

 

Buffy salutò in fretta gli amici e poi dopo essere passata un attimo in bagno lasciò il Bronze.

L’aria fresca della notte la fece rabbrividire e guardandosi attorno notò Spike che con il finestrino abbassato le fece cenno, lei si illuminò e attraversando la strada correndo lo raggiunse. Si sedette vicino a lui e tamburellò le dita su sedile non sapendo bene come comportarsi, lo desiderava, eppure lui le incuteva un po’ di timore.

 

“Sei raggiante…” iniziò lui sfiorandole il braccio.

 

Buffy abbassò gli occhi “Non ho fatto altro che pensare a te”

 

“Anche io” le rispose Spike girandosi verso di lei e spostandole i capelli dalla spalla, soffio delicatamente sul suo collo liscio e avvicinandola prese a posare baci maliziosi sulla sua pelle, Buffy si sciolse e tutta la tensione piano piano sfumò, lasciando spazio solo a ciò che sentiva. Un gemito le sfuggì dalle labbra e Spike si staccò da lei, lasciandola ancora ad occhi chiusi.

 

“E’ meglio spostarsi da qui, stiamo dando spettacolo…” disse il platinato.

 

Buffy aprì gli occhi di scatto e annuì allacciandosi la cintura di sicurezza.

 

“Dove andiamo?” domandò la bionda guardando fuori dal finestrino la città che scorreva via veloce come sabbia tra le dita.

 

Spike guardava la strada concentrato, e dopo un po’ le rispose con un’altra domanda “Dove vorresti andare?”

 

Buffy alzò le spalle e non rispose.

 

“Andiamo sulla collina fuori città, ti va?” propose Spike.

 

La biondina sapeva che quello era un posto tranquillo e isolato adatto per appartarsi e gli disse che era un’ottima idea, il cuore le batteva furioso nel petto, poteva sentirlo rimbombare nel petto; Spike aumentò la velocità della macchina e ingranò la quarta.

 

La giovane si domandò se poteva fidarsi davvero di quell’uomo, di certo se le fosse successo qualcosa sulla collina nessuno avrebbe potuto aiutarla a questa idea deglutì provando un po’ d’ansia. Spike accese la radio e la mise come sottofondo, Buffy si girò a guardarlo e studiarlo…no, non le avrebbe fatto nulla di male. Lo sentiva.

 

“Cosa hai fatto in queste ore?”

 

Spike abbassò un po’ il finestrino e il vento scompigliò i suoi riccioli biondi “Sono tornato a casa, poi ti sono venuto a prendere, non vedevo l’ora di vederti…so che ti può sembrare strano e che magari ti stai facendo un’idea sbagliata di me, ma mi sei entrata dentro sconvolgendomi come un uragano. Se ti spaventa essere qui con me, sappi che io ne sono veramente terrorizzato”

 

Buffy lo fissò “Ti giuro che sentirtelo dire mi rilassa moltissimo…in effetti sono un po’ agitata, ma non per te…tu mi piaci davvero, credimi. Ma devi sapere che non mi è mai capitato di conoscere un ragazzo così grande e ho paura di fare o di dire qualcosa di inopportuno, o sbagliato, o infantile…ecco forse ci sono riuscita e tu…”

 

Spike fermò la macchina e si voltò verso Buffy mettendole un dito sulle labbra “Sshhh piccola sei perfetta non devi preoccuparti, in non ti giudico, come potrei…mi piaci proprio per la tua genuinità, il tuo modo di arrossire e abbassare lo sguardo mentre ti guardo…il tuo essere vera mi fa impazzire”

 

Buffy si perse nel suo sguardo e anche se era notte e non c’era molta luce i suoi occhi brillavano come due gemme preziose. Erano arrivati alla collina e Buffy si rese conto che non c’era posto in cui avrebbe desiderato di più essere.

 

Si guardarono viso a viso, sincerità e desiderio di appartenenza, paura mista a tensione erotica, curiosità e voglia di darsi…

 

Le labbra di lui catturarono le sue per quello che fu un innocente e timido bacio iniziale, ne seguì un altro in cui Buffy sganciata la cintura si avvicinò di più a Spike e passò le mani tra i suoi capelli induriti dal gel.

Spike le passò la mani sulla schiena inchiodandola a lui senza via di scampo, la desiderava, il fuoco della passione divampò immediatamente senza avviso, lasciando i due amanti scioccati da tanta potenza.

Si staccarono e guardandosi negli occhi lessero tutti e due i medesimi sentimenti: lussuria e passione.

 

Spike abbassò velocemente il sedile di Buffy e lasciandola sdraiare le fu addosso più veloce di un lampo, prese a baciarle il collo mentre la ragazza si dimenava desiderando sempre di più, gemette forte sentendo il caldo del corpo di lui e la fece eccitare più di quanto già non fosse.

 

Si sentiva formicolare la pelle in modo assurdo, sentì le mutandine bagnarsi ad ogni tocco sapiente dell’uomo, sotto di lui si sentiva così piccola, ma con baci e carezze la faceva sentire la donna più desiderabile della terra.

Piano piano Buffy iniziò a sentire più caldo e notò che i vetri erano completamente appannati, sorrise e chiudendo gli occhi si lascio dominare da Spike che aveva preso a solleticarle le gambe cercando di sfilarle il vestito leggero a fiori.

 

Spike tremava di desiderio mentre le accarezzava le gambe, sentiva tutta la passione riempire il suo corpo e la pelle della ninfetta bruciava come fuoco, lo stava facendo andare letteralmente fuori di testa.

Famelico le sfilò il vestito e gli occhi gli si ingrandirono quando la guardò coprirsi appena il corpo “No, non farlo…sei stupenda…” e prese a baciarle e leccarle l’ombelico, Buffy spinse la sua testa contro di sé e gemette spingendo la testa all’indietro. Sembrava una così deliziosa tortura.

 

“Spike…” sussurrò appena presa da quelle nuove sensazioni.

 

Lui si staccò da lei e cercando di fare il prima possibile si tolse i vestiti restando completamente nudo accanto a lei…Buffy lo guardò e se fosse stato giorno l’avrebbe vista arrossire alla vista della sua asta che già spiccava dritta verso di lei…

 

“Fa così caldo…” cercò di giustificarsi Buffy spostando lo sguardo altrove, ma leccandosi le labbra. Spike abbassò di un filo i finestrini e poi raggiunse sul sedile la ragazza che in reggiseno e slip si era rannicchiata lì, quasi in posizione fetale.

 

“Piccola, non preoccuparti se non vuoi…possiamo rimandare”

 

Lei si voltò verso di lui su un fianco e lo guardò intensamente “L’unica volta in cui avrei voluto vivere un momento del genere con il mio ex, ho scoperto che lui, nel frattempo, si era fatto mezza scuola alle mie spalle!!”

 

Spike spalancò gli occhi e le accarezzò i capelli, lei era vergine…ho almeno lui l’aveva percepito. La baciò delicatamente sulla punta del naso facendola ridere un po’.

 

“Io non lo farò, ho scelto te e non ti userò per poi gettarti via…Buffy bisogna essere proprio degli stupidi per rinunciare ad un fiore bello come te”

 

In tutta risposta Buffy gli su buttò al collo riprendendo a baciarlo con foga, Spike si posizionò su di lei e slacciato il reggiseno accarezzò i suoi seni morbidi, tracciò linee immaginarie attorno ai suoi capezzoli rosei e poi seguendo le reazioni di piacere di lei prese a leccare con la lingua le punte. Buffy ansimava mentre sentiva i suoi seni indurirsi e la bocca di Spike divorarla, mosse istintivamente il bacino verso di lui e sentì l’erezione indurirsi contro le sue cosce.

 

Il platinato continuando a lambire la sua pelle con la bocca scese con una mano alle mutandine indugiando per un attimo lungo l’elastico, sentendo Buffy incitarlo, introdusse la mano e accarezzò i suoi riccioli bagnati, scivolò le dita sulla sua femminilità e prese a torturarla mentre lei apriva le gambe per dargli più spazio.

 

“Unngh…Spike!!” urlò Buffy tendendosi come una corda di violino, quella piacevole intrusione in lei la fece tremare di desiderio.

 

“Così stretta, così bella…la mia Buffy” Spike aumentò il ritmo delle carezze sentendola reagire abbondantemente alle sue attenzioni, lui non ce la faceva più a trattenersi, voleva prenderla subito in un colpo sicuro e forte…ma voleva che fosse lei a pregarlo, ad incitarlo, voleva vederla piangere di voglia…

 

“Spikeee non smettere” ora aggrappata alle sue spalle riusciva emettere solo frasi scommesse tra un gemito e un altro.

 

L’uomo le strappò le mutandine con un ringhiando quasi al limite, scese verso di lei e spinse la lingua nel suo canale bagnato e caldo provando un grido di sorpresa e di piacere nella ragazza.

 

“Ti prego Spike…sto per morire” disse sinceramente Buffy.

 

Lui riemerse dai riccioli biondi del suo pube “No, piccola stai per iniziare a vivere davvero…” e poi le prese la clitoride tra le labbra stuzzicandola e lambendola senza fermarsi. Buffy spinse in alto il bacino e la lingua di Spike si ritrovò ad andare un po’ più in profondità, le catturò le natiche con le due mani aperte e la tenne su pompando in lei come un pazzo.

 

“Angggh!! Uuuh…Sto per venire! Spike sto per…” ansimò Buffy senza respiro.

 

Spike si portò una mano sull’asta toccandosi appena, la biondina stava per mandare in orbita pure lui “Mi vuoi? Cosa vuoi che faccia per te?” le chiese leccandosi le labbra umide di lei.

 

“Fa l’amore con me…ti prego…ti voglio” lo implorò Buffy quasi piagnucolando.

 

Spike grugnì spingendosi in lei con foga e sentì Buffy fare resistenza per un attimo, ma appena prese a spingere in lei con la testa nell’incavo del suo collo la biondina si distese accompagnando i movimenti. Sembrava fosse nata per fare l’amore, muoveva quel dannato bacino in modo così naturale e appagante che Spike si sentì quasi all’apice, le morse delicatamente il collo e poi pompò forte uscendo e rientrando in lei che gridava il suo nome.

 

La sentì venire in un momento finale, stremata da tutta quella passione e il cuore sembrava volesse uscirle dal petto. Spike venne subito dopo baciandole il seno. Si accasciò su di lei stanco, sfatto, ma decisamente felice.

 

Buffy accarezzò la schiena nuda di Spike e lo strinse a sé, era certo il regalo di compleanno più bello che avesse mai immaginato.

 

 

 

CAPITOLO 6

 

Il mattino seguente Buffy era distratta e scostante, la professoressa Calendar la interrogò sulla seconda guerra mondiale, ma la ragazza si dichiarò impreparata e subito dopo chiese di andare in bagno. A passo spedito e sotto lo sguardo attento di Faith, Buffy uscì dall’aula. Correndo si precipitò nei bagni e dalla tasca prese il cellulare. C’erano due squilli da parte di Spike, la bionda sorrise e contemplò il cellulare come il più bello dei gioielli, poi prese coraggio e se lo portò all’orecchio.

 

“Pronto?” una voce calda e ferma rispose dall’altra parte.

 

“Sono io…” disse la biondina.

 

“Ehi piccola…ma non dovresti essere a scuola?”

 

Buffy mise il broncio “Ci sono, ci sono…sono uscita per chiamarti…volevo sapere se mi vieni a prendere all’uscita e se possiamo passare il pomeriggio un po’ insieme…” propose Buffy.

 

Spike ci pensò un attimo su e prese l’agendina dalla giacca, c’era scritto -ORE 15.30 Dru- “Piccola, ho un impegno per oggi pomeriggio…a che ora esci da scuola?”

 

“Alle 14…pranziamo insieme?”

 

Spike sorrise “Sì per un’oretta sono tutto tuo…e tua mia…” la voce si fece volutamente bassa.

 

“Suona un po’ come una minaccia” ridacchiò Buffy.

 

“Dipende dai punti di vista” le rispose Spike malizioso.

 

“Non vedo l’ora di vederti…ieri sera è stato…unico!”

 

Spike rimase un attimo in silenzio ancora con l’agendina in mano e pensò a Dru e al fatto che doveva chiudere al più presto con lei…era divenuta un peso.

 

“Sei bellissima passerotto”

 

“Devo staccare ora…ci vediamo più tardi ok? Alla Sunnydale High, davanti al supermercato, va bene? Così non diamo nell’occhio…anche se credo non ci sarebbe nulla di male”

 

“C’è sempre qualcosa di male per la gente…per oggi facciamo così, poi voglio viverti alla luce del sole. Non facciamo nulla di proibito, o sbagliato o amorale…a dopo piccola”

 

La ragazza gli mandò un bacio tramite telefono e poi chiuse la conversazione. Canticchiando si guardò allo specchio del bagno e poi uscì per tornare in aula.

 

***

 

Dru.

Dru.

Dru.

 

La donna che aveva promesso di sposare, la donna che ormai era divenuta un’abitudine e successivamente un corpo caldo in cui venire.

Spike rabbrividì per i suoi stessi pensieri e si sentì colpevole. Era il momento di mettere fine alle illusioni della mora, lui adesso voleva tornare a vivere…

Voleva sentirsi libero di fare tardi senza ricevere rimproveri, voleva comprare un mazzo di fiori per la donna che desiderava senza che questa gli dicesse che erano fiori vecchi, voleva portare la sua ragazza al ristorante ed offrirle la cena senza sentirsi dire che vuole sempre esagerare, voleva fare l’amore per ore e ore con lei senza guardare l’orologio e prendersi un giorno di vacanza per poterla amare completamente.

 

Il tempo di Drusilla era finito, ora c’era solo la giovinezza e la genuinità di Buffy. Ora nei suoi occhi e sulla sua pelle c’erano i sue occhi smeraldo di lei.

 

***

 

Buffy continuava a guardare l’orologio sopra la cattedra, Faith le mandò un bigliettino. Buffy lo prese e lo scartocciò EHI B, SEI STRANA OGGI? TUTTO OK?

La sua risposta fu laconica TUTTO BENISSIMO, QUESTE LEZIONI MI STUFANO.

Ma Faith non mollò l’osso IERI DOPO LA FESTA CHI E’ VENUTO A PRENDERTI?

Buffy strappò un foglietto e rispose MIA MAMMA.

La bruna la guardò di sottecchi e poi sorrise un po’ scuotendo la testa NON CREDO PROPRIO. IERI TUA MAMMA MI HA TELEFONATO SUL CELL CHIEDENDOMI SE FOSSI RIMASTA A DORMIRE DA ME, LE HO DETTO DI Sì PER COPRIRTI…NON MI DEVI DELLE SPIEGAZIONI???

Buffy strabuzzò gli occhi mentre leggeva quello che le aveva scritto la sua amica, impugnò la penna e scrisse velocemente GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE…SCUSAMI MA NON VOGLIO DIRE ANCORA NULLA PER ORA. MA SARAI LA PRIMA A SAPERLO.

 

La campanella di fine lezioni sorprese Faith mentre leggeva la risposta dell’amica e in un attimo la biondina fu fuori dall’aula senza nemmeno salutarla. Faith si precipitò in corridoio per raggiungerla, ma l’aveva persa tra la massa di studenti.

 

***

 

Buffy corse fuori di scuola sgambettando nella sua gonna corta della divisa scolastica. Non le piaceva propria quel completino fatto di camicia chiara e gonna a pieghe grigia, si sentiva un’educanda. Si tolse il laccio dai capelli e li lasciò liberi di svolazzare nel vento. Percorse la via della scuola e svoltò l’angolo, lì a qualche passo c’era il supermercato. Spike era seduta sulla Desoto nera e l’attendeva con gli occhiali da sole e un sorriso largo sulla bocca.

 

Buffy si sciolse a vederlo, era così dannatamente bello, e sexy, e caldo, e bollente…forse era meglio che lei si calmasse un pochino!! Si avvicinò al suo finestrino abbassato e si sporse verso di lui “Ehi bello sconosciuto, ti va di darmi un passaggio?”

 

Spike si tolse gli occhi da sole, guardandola ad occhi socchiusi “Lo sai che non dovresti accettare i passaggi da chi non conosci? Soprattutto se sono uomini più grandi di te…faresti una brutta impressione”

 

Buffy si mise un dito davanti alla bocca continuando quel giochetto “Io sono una brava ragazza…”

 

Spike con la mano le catturò il mento baciandola “No, tu sei una ragazza cattiva e mi piaci così…eccitante e cattiva…” riprese a baciarla con più passione.

 

“Ehm, ehm…sarà meglio che io salga in macchina” disse Buffy arrossendo un poco.

 

Spike si schiarì la gola aspettando che la bella montasse in macchina, poi partì sgommando.

 

“Sei davvero uno stupidino!” sorrise Buffy scompigliandogli i capelli.

 

Lui continuò a concentrarsi sulla strada “Ehi, potrei offendermi passerotto…”

 

Buffy gli tolse gli occhiali da sole e se li mise “Come sto?” tirò giù lo specchietto e si guardò facendo strane smorfie buffe.

 

Spike rise scuotendo la testa “Sei proprio una bambina” poi si rese conto di quello che aveva detto e anche se ingenuamente si corresse “Scusa, non intendevo…”

 

Buffy si irrigidì un attimo, togliendosi gli occhiali “C’è poca da dire se dici bambina…certo non sono vecchia come te!”

 

Spike la guardò un attimo “Mi consideri vecchio?” il suo ego fu ferito.

 

“Potresti essere mio padre” buttò lì Buffy ferita, poi fece mentalmente i calcoli e si corresse “Beh, forse è meglio dire zio…ma anche papà non sarebbe male”

 

Spike schioccò la lingua in segno di disapprovazione “Sì e tu saresti la mia nipotina…”

 

Buffy continuò a stuzzicarlo “Sì la nipotina bambina!”

 

“Dai smettila, non dicevo per offenderti…”

 

“Certo zietto Spike!” insistette Buffy.

 

“Non chiamarmi così…”

 

“Preferisci paparino?”

 

Spike si fermò lungo la strada accostando ad un lato, la guardò negli occhi “Per favore non scherzarci troppo sopra, ok? Non c’è nulla di divertente in tutto questo e non credo che se i tuoi genitori scoprissero che sei stata a letto con il ‘paparino’ sarebbero contenti”

 

Buffy si fece seria e s’incupì “Io vivo con mia madre e a lei non dico certo queste cose… stavo solo scherzando, sei sempre così fiscale?”

 

Il platinato notò gli occhi lucidi di Buffy e l’abbracciò “Scusa piccola, non volevo…è un periodo in cui sto sotto pressione…il lavoro, la casa e altre cose del genere!”

 

“Non credevo te la prendessi così, PAPARINO” rise goliardicamente Buffy.

 

Spike per tutte risposta, mise di nuovo in moto la macchina e gettò uno sguardo all’orologio, avevano tutto il tempo che volevano “Adesso ti farò vedere di cosa è capace il tuo paparino…”

 

Buffy si alzò un pochino la gonna a pieghe e Spike le accarezzò la coscia nuda “Mmmmh, che abbiamo di buono qui…” giunse fino a toccarle le mutandine, ma lei lo bloccò.

 

“No, no…guida su…portami dove vuoi e poi ti farò vedere di cosa è capace una cattiva ragazza!!”

 

Spike si leccò le labbra e ingranò la quarta.

 

 

 

 

 

CAPITOLO 7

 

“Oh baby when you talk like that, you make a woman go mad...” Buffy stava cantando la canzone alla radio mentre Spike guidava e l’accompagnava fischiando.

 

“Ti piace cantare, eh?” le domandò il platinato parcheggiando.

 

Buffy si guardò intorno erano non troppo distanti da casa sua. Fu tentato ad invitarlo a casa, però poi si ricordò che sua madre non lavorava quel giorno.

 

“Sì, ma adoro ballare! Sai io abito qui vicino…” iniziò lei slacciando la cintura.

 

“Ah sì?” domandò lui evasivo. Sapeva di star sbagliando, ma non voleva ancora dirle che l’aveva spiata per settimane dalla finestra e che sapeva esattamente dove abitava.

 

“Sì…ti mostrerei il mio appartamento, ma c’è mamma a casa…”

 

Spike uscì dalla macchina e aspettò Buffy, poi chiuse l’automobile.

 

“Capisco” fu la sua laconica risposta. Si disse che non poteva mentirle…l’avrebbe portata a casa sua e poi sarebbe stata lei a capire il tutto. Almeno sperava.

 

“Che ne dici sei andiamo da me? Ti cucino anche qualcosa se vuoi…avrai fame” propose Spike prendendola per mano, Buffy ritrasse la mano come scottata e lo guardo implorante.

 

“Non vorrei che mia madre mi vedesse, scusa…farebbe pensieri strani…” e continuò a camminare fianco a fianco a lui senza parlare, con gli occhi bassi a terra. Spike sospiro indurendo la mandibola e mettendosi le mani in tasca facendole strada.

 

Dopo un po’ che camminavano Buffy si guardò intorno riconoscendo il suo quartiere “Ma dove stiamo andando?”

 

“A casa mia…”

 

Buffy aggrottò le sopracciglia “Davvero? Da questa parte c’è anche la mia…”

 

“Lo so” si lasciò sfuggire Spike.

 

“E come?” domandò tutto ad un tratto sospettosa.

 

Spike prese tempo “Me lo hai detto proprio tu prima…che c’è passerotto non ti fidi di me?” la guardò che camminava a fianco a lui e provò un desiderio immenso di stringerla tra le braccia.

 

Buffy fece spallucce “E’ strano, tutto qui”

 

“Non è strano, è un segno…”

 

L’uomo cercò di non pensare a quello che gli frullava nella testa, una vocina fastidiosa gli consigliava di lasciar perdere quella ragazzina e di risolvere i problemi con Drusilla prima che fosse stato troppo tardi. Quell’insopportabile ronzio ordinava di non gettarsi a capofitto in una situazione così fuori dalla sua portata…sarebbe stato difficile. Buffy lo prese per un braccio stringendosi a lui come a non lasciarlo fuggire via, non ora che lo aveva trovato. Spike decise di seguire l’istinto. Il domani non importava in quel momento.

 

“Eccoci” proferì arrivato davanti al portone della sua palazzina.

 

Buffy guardò il palazzo di fronte e scoppiò a ridere “Non ci credo!! Io abito proprio nel palazzo accanto! Ti rendi conto?” e lo abbracciò stretto, nascondendo il viso alla base del suo collo.

 

“Ehi piccola, dai saliamo…”

 

***

 

Buffy tremava appena mentre lui apriva la porta d’ingresso e appena Spike lo fece lei si precipitò dentro come un uragano correndo da stanza a stanza senza fermarsi.

 

“Wow, è grande qui...che bella camera che hai…” e poi entrò nello studio sotto lo sguardo deliziato di Spike.

Si affacciò alla finestra e vide la sua camera, sua madre stava riordinando la biancheria da lavare. Buffy spalancò gli occhi e un brivido le attraversò la schiena quando finalmente capì…quella tenda che si richiudeva veloce ogni volta che lei si affacciava, quell’ombra nascosta…

 

“S-pike…” lui le fu vicino e guardò nella stessa direzione. Sì, era questo il momento.

 

“Già, ero io che ti ho guardavo senza farmi vedere o almeno tentandoci…ok, ok…non prendermi per un guardone maniaco…e che…non lo so nemmeno io, mi ha catturato”

 

Buffy era rimasta immobile a guardare verso casa sua “Hai seguito la mia vita da qui? Sapevi esattamente dove abitavo, vero? Da quanto?”

 

Spike si agitò un po’, non riusciva a capire dalla sua voce che cosa le passasse per la testa.

 

“E’ da qualche tempo, non so…da qualche mese prima che ti incontrassi al Bronze. Quella sera ero venuto lì per te…”

 

Buffy si voltò verso di lui di scattò e si allontanò dalla finestra “Mi hai seguito?” alzò un po’ il tono di voce e sprofondò nella poltrona del salotto.

 

Spike la raggiunse “Sì…”

 

La biondina resto in silenzio.

 

“Parla, dì qualcosa!” la pregò Spike in piedi davanti a lei.

 

“Cosa vuoi da me? Se hai architettato tutto così, vuol dire che vuoi qualcosa!” Buffy iniziò ad essere veramente spaventata.

 

“Non ho programmato nulla, un bel giorno mi sono affacciato e ti ho vista…è stato un attimo e ho provato qualcosa…so che può sembrare senza senso, ma per me significa molto…una volta stavi per beccarmi, mi sono nascosto in tempo. Se vuoi saperlo vederti è stata la cosa più bella in 35 anni di vita…”

 

Buffy annuì fissando un punto imprecisato sul pavimento.

 

“Beh mi fa uno strano effetto…perché non me l’hai detto subito?”

 

Spike si sedette accanto a lei “Beh non ti avrei certo fatto la giusta impressione…mi avresti preso un maniaco guardone…non è così?”

 

La ragazza ci pensò un attimo “Sì, è così…ma adesso che me lo hai detto ne sono più felice. Anche se mi fa un po’ effetto”

 

“Buffy, guardami…non ti sto chiedendo nulla. Se voglio stare per te è per quello che vedo, quello che sento quando tu mi guardi, quando mi tocchi…è stata la mia fortuna affacciarmi un mattino presto e vederti bellissima che ti preparavi per la scuola. Non sono qui per prendermi gioco di te o farti del male. Sei libera di andartene se vuoi, non voglio costringerti a fare nulla…una cosa sola: non usarmi come un passatempo”

 

La ragazza lo guardò a bocca socchiusa dopo quella calorosa rivelazione “Non vado da nessuna parte, voglio restare qui con te…ti voglio paparino” gli sussurrò poi avvicinandosi a lui quasi a sfiorargli le labbra.

 

“Anche io e non sai quanto…”

 

Lui la distese sul divano e si tolse la t-shirt nera gettandosi sul corpo della ragazza iniziando a baciare le labbra rosse.

 

 

 

 

CAPITOLO 8

 

 

Buffy non riuscì a lasciarsi andare completamente sotto il tocco magico di Spike, una vocina fastidiosa nella testa non la lasciava libera di darsi senza paure e pensieri. Si spostò appena da sotto di lui.

 

Spike non si perse quel gesto e aggrottò le ciglia guardando la ragazza che guardava lontano. Con le labbra ancora gonfie di baci le diede un bacio sulla punta del naso “Passerotto che c’è?”

 

La ninfetta spostò nuovamente lo sguardo su di lui “Tu sei l’unico, sei l’unico per me…” e si strinse a lui con tutta la forza che aveva.

 

“Ehi, mi strozzi” scherzò Spike capendo che la piccola aveva bisogno di sicurezza e coccole in quel momento. Si posizionò su un fianco contro lo spalliera del divano in modo che Buffy rimasse sdraiata con il viso verso il soffitto, di fianco a lui.

 

“Spike…” sussurrò la ragazza prendendogli la mano e stringendola forte nella sua.

 

Lui si strofinò contro il suo collo dandole piccoli baci e sentendola sospirare.

 

“E’ così bello stare qui con te, senza problemi, senza pensieri. Solo noi due…sono davvero fortunato”

 

Buffy rise lusingata “Beh siamo fortunati tutti e due, non credi?”

 

Spike annuì convinto e riprese a baciarla quando il suo cellulare prese a squillare, facendo sussultare Buffy.

 

“Rispondi…” gli suggerì la giovane, ma lui non ne voleva sapere di sciogliersi da quell’abbraccio, allora Buffy si alzò dal divano prese il cellulare in mano e, prima che Spike potesse dirle qualcosa, rispose.

 

“Pronto?” domandò un po’ seccata. Dall’altra parte ci fu un silenzio dubbioso e poi una voce acuta di donna entrò nelle orecchie di Buffy.

 

“Ma chi parla? Sto cercando Spike”

 

Buffy si staccò il cellulare dall’orecchio e lo porse all’uomo “E’ una donna per te” disse con il broncio.

 

Spike saltò sul divano come una molla e poi guardò l’ora “Cazzo!” pensò “sono le 15.30, sarà Dru!”

 

“Ehi” rispose semplicemente.

 

Dall’altra parte lo accolsero un fiume di parole “Ma dove diavolo sei finito? Non dovevamo vederci?? E poi chi è che ha risposto al telefono? Dove sei?”

 

Buffy guardava curiosa Spike e lui la guardava di rimando un pò imbarazzato, si grattò la testa e si concentrò su cosa dire “Ehm, scusa il tempo mi è volato via. Sono a casa”

 

“E chi c’è lì a casa con te??” domandò gelosa.

 

Spike fece un cenno a Buffy e poi corse nella sua stanza chiudendosi dentro, ma Buffy lo seguì fino alla porta e origliò tutto “Senti Dru, devi finirla di assillarmi così, ok? Mi fai soffocare, è tutto sbagliato tra di noi…”

 

“Brutto codardo! Sei con un’altra vero?”

 

“Con chi sono non ti riguarda, ok? Ho bisogno di aria nuova, nuovi stimoli e avrei dovuto essere lì in questo momento per dirtelo in faccia…la nostra relazione deve finire una volta per tutte”

 

Drusilla rise istericamente “Tu lasci me?? E tutte le volte che ti ho dato una seconda possibilità??”

 

“Nessuno te le aveva mai chieste…”

 

“Sono ancora la tua fidanzata?” la voce le tremò.

 

“Sì, sei la mia fidanzata adesso! Ma ho intenzione di lasciarti…mi dispiace”

 

“Non credo proprio visto che sei già con un’altra sottomano…e io che ti credevo un uomo onesto, sei solo un vigliacco, un traditore…!!”

 

“Senti Dru, questa volta non funzionerà fare sesso e pensare che tutto si sia risolto, non è venendo in te che ritroverò la felicità…”

 

La conversazione durò ancora un po’, ma Buffy con gli occhi pieni di lacrime e il cuore che galoppava agitato si precipitò fuori da quell’appartamento correndo a perdifiato giù per le scale raggiungendo la strada.

Spike aveva una fidanzata.

Buffy gli aveva dato tutto senza timori, che stupida era stata…lui l’aveva presa in giro!

 

***

 

Spike la chiamò ad alta voce ma nell’appartamento non c’era traccia della ragazza, corse allora alla finestra e la trovò là, fiera nonostante le lacrime, lui la guardò contrariato e lei in tutta risposta alzò il dito medio e lo lasciò in bella mostra finchè lui non accennò ad uscire sul balcone, quando lo fece Buffy si ritirò e chiuse le tende.

 

Buffy si sdraiò sul letto e buttò il viso nel cuscino piangendo forte, si rannicchiò stringendo al petto il suo peluche preferito e sentì vibrare il cellulare in tasca, lo prese e quando vide che era Spike respinse la chiamata. L’uomo non si arrese e tornò alla carica la chiamo di nuovo e questa volta Buffy calmando i singhiozzi rispose.

 

“Cosa c’è?” domandò sgarbatamente.

 

“Buffy, amore…che ti prende? Perché sei scappata via così?”

 

“Me lo chiedi anche? Allora oltre che bugiardo sei pure fesso!”

 

Spike sbuffò “Era per la chiamata? Ti giuro che non era nessuno di importante e…”

 

Buffy lo interruppe sbraitando “Cosa dici? Era Dru o qualcosa del genere, la tua fidanzata, ho sentito che tu lo dicevi e poi ho sentito anche del sesso…”

 

“Cazzo!” esclamò Spike “Senti, posso spiegarti tutto…lasciamelo fare ti prego Buffy!”

 

Lei riprese a piangere piano “No, no, no…non voglio più che osi avvicinarti a me, capito? Non seguirmi, né chiamarmi più…ho sbagliato a venire con te”

 

“Ma dai, no…io ho bisogno di te piccola, non puoi dirmi queste cose” era agitato.

 

Buffy non disse nulla per un po’ “Senti lo faccio per il mio bene che cosa ci faccio con un uomo di 35 anni fidanzato?? Io sono giovane e tu ne hai approfittato, non mi avevi detto nulla di questa donna…eppure, lei c’era! Sai, in passato sono stata tradita da un ragazzo che amavo alla follia e ho giurato a me stessa di non commettere più lo stesso errore. Ho pensato che tu fossi diverso, ma ho sbagliato. Adesso voglio solo dimenticare” e senza aspettare una replica chiuse la conversazione.

 

Ricominciò a piangere con il cuore a pezzi e gli occhi gonfi. Spike la chiamò ancora, ma lei non rispose più.

 

*** (fine prima parte)

 

 

 

 

Spike buttò all’aria tutta la casa, ogni cosa che gli capitava sotto mano la sbatteva a terra con forza, senza pensare, senza ragionare. Si ritrovò a piangere amaramente, mentre all’improvviso, tra il dolore e la rabbia, capì il perchè di tutta quella sofferenza.

 

Buffy.

 

Piccola, ingenua, tenera Buffy.

 

Buffy.

 

Lui l’amava.

 

Non credeva che potesse più succedere, ma era proprio così…l’amava più della sua stessa vita. Si sentì improvvisamente vuoto, un uomo senza cuore. Aveva seguito l’istinto senza badare troppo a quella preziosa creatura che aveva per le mani, correndo il rischio di perderla…e così era avvenuto, la conosceva da pochissimo e già era in astinenza della sua vista, dei suoi capelli dorati, dei furbi occhi verdi, per non parlare della sua pelle, delle sue labbra…

 

Si mise a terra, seduto con una bottiglia di bourbon uscita chissà da dove. L’afferrò tra le mani e si scolò due sorsi profondi.

 

Buffy.

 

Provò in un ultimo disperato tentativo a chiamarla.

 

“Basta!” gli rispose la ragazza con determinazione.

 

“Ehi, riccioli d’oroooo…uh, che cretino, vero? Uh, tu così…lontana da tutta la merda che, uh mi ricopre. Tu principessa fatta d’oro e io povero pezzente. Uuuh, ninfetta mia” Spike era alticcio.

 

“Hai bevuto?” domandò lei.

 

“Uh, ih ih credo di sì, cioè sì. Uh, vedi in confronto a voi stupide puttane, la mia bottiglia è sempre fedele e mi da sollievo quando ne ho bisognooo!!”

 

Buffy si preoccupò per lo stato in cui versava Spike “Aspettami lì, arrivo subito e non fare nulla!”

 

La ragazza fu un in battibaleno nel palazzo di fronte, correndo da lui…si accorse di aver lasciato la porta socchiusa ed entrò.

 

Spike era in uno stato pietoso sdraiato a terra. Buffy gli si avvicinò premurosa mettendo da parte l’orgoglio e volendo prendersi cura del suo amato uomo.

 

“Ehi che hai fatto?” gli domandò cercando di tirarlo in piedi, ma era troppo pesante.

 

“Ninfetta sei qui?” e tra le lacrime sorrise “ti amo Buffy, ti amo, ti amo” continuava a ripetere sommessamente.

 

“Sei ubriaco Spike, risparmia la dichiarazione per domani. Adesso è il caso che tu vada a letto…devi dormire un po’…”

 

Spike si alzò a fatica e accompagnato da Buffy che lo reggeva per un braccio raggiunse la sua stanza e crollò sul letto.

 

La biondina lo guardò scrollando la testa e ripensò a quando aveva detto di amarla. Corse in salotto e prese un foglio dalla scrivania, ci scrisse sopra delle lettere e poi la lasciò sul cuscino di Spike. Soddisfatta lasciò l’appartamento in punta di piedi.

 

Il giorno seguente sarebbe stato un dì speciale.

 

CAPITOLO 9

 

Spike si svegliò con un tremendo mal di testa e cercò di alzarsi dal letto. Notò che era ancora vestito e il suo alito sapeva di alcool. Cercò di ricordare qualcosa e gli venne in mente la litigata con Buffy. Vide sul cuscino accanto a lui un foglio, lo prese in mano e lo aprì.

 

-Ti amo anche io-

 

Sorrise leggendo quelle parole e si domandò il perché di quel –anche io-. Non ricordava molto bene ciò che era successo, ma era evidente che le aveva rivelato di amarla. Come aveva reagito? Maledetto bourbon! Non riusciva a ricordare.

Gettò un’occhiata alla sveglia era quasi giorno, ciò voleva dire che aveva dormito per buona parte del pomeriggio e della sera.

 

Si alzò e si diresse al bagno, si spogliò lentamente e si gettò sotto il getto freddo dell’acqua. Aveva decisamente bisogno di svegliarsi del tutto.

 

***

 

Buffy si svegliò presto quella mattina e si precipitò alla finestra. Si stropicciò gli occhi credendo di stare ancora sognando. E poi la felicità esplose nel suo cuore.

 

Spike aveva incollato alla finestra dello studio un cartellone rosso e con il pennarello nero ci aveva scritto un messaggio per lei.

 

-Ehi amore! Stai guardando qui? Allora devo dirtelo TI AMO!!-

 

Buffy non poteva davvero crederci, non si sarebbe mai aspettata un gesto così folle e al tempo stesso dolce. Corse alla scrivania e prese il cellulare e scattò una foto al messaggio, poi lo imposto come sfondo.

Compose subito il numero di Spike, cercando di pettinarsi un po’ i capelli con le mani.

 

“Ciao raggio di sole!” rispose lui comparendo magicamente dietro la tenda.

 

“Ciao! Grazie del messaggio…” cinguettò lei.

 

Lui rise e lo staccò guardandola dalla finestra “Posso vero?”

 

Lei annuì “Ha avuto l’effetto sperato”

 

Spike appoggiò una mano sul vetro “Oggi non hai scuola vero?”

 

“No…hai piani in mente?”

 

Spike si passò la lingua sulle labbra, dettaglio che non sfuggì a Buffy.

 

“Certo piccola. Liberati tutto il giorno, ti passo a prendere tra un po’. Portati un cambio magari…”

 

Buffy si agitò “Dove andiamo?”

 

“Lo scoprirai poi” e riattaccò, salutandola poi dalla finestra.

 

La ragazza gli mandò un bacio e poi andò in bagno a farsi bella.

 

***

 

Stavano in macchina da circa quaranta minuti e non smettevano di ridere e parlare.

 

“Come hai fatto ad eludere la sorveglianza?” domandò lui.

 

“Eh eh…ho detto a mamma che stavo fuori con Faith tutto il giorno, non ha battuto ciglio!”

 

Spike arricciò la lingua “Non sarà lo stesso, ma è una buona scusa…” le poggiò una mano sulla gamba.

 

Buffy intrecciò le sue dita con le sue per un po’, poi si staccò “Dai guida…non vedo l’ora di arrivare”

 

“Ma se non sai nemmeno dove!” la prese in giro Spike.

 

“Ovunque sia, la cosa importante è stare con te…”

 

Lui si intenerì molto a quelle parole e andò più veloce, la voglia di stare solo con lei aumentava ogni secondo di più.

 

***

 

Il telefono squillava a casa Summers. Joyce lasciò i fornelli e pulendosi le mani sul grembiule andò a rispondere.

 

“Pronto?”

 

“Salve sono Faith, posso parlare con Buffy?”

 

La signora Summers aggrottò le sopracciglia “Faith? Ma Buffy non è con te? E’ uscita da tanto ha detto che stava da te tutto il giorno…”

 

Faith si maledì mentalmente e poi cercò di rimediare “Beh sì, ma vede mi sono addormentata e credo che Buffy sia andata in giro per casa perché non la trovo!! Sono proprio una stupida, scusi per averla disturbata!! Ah, eccola laggiù!”

 

Joyce rise “Credo proprio che tu debba riposarti di più la notte!! Senti mi passi un attimo mia figlia?”

 

Faith strabuzzò gli occhi “E’ appena entrata in bagno!! Posso dirle qualcosa io? Perché poi usciamo e non ci trova più qui…”

 

“Ah, va bene…vorrei solo sapere se poi si ferma stanotte da te…grazie e divertitevi”

 

Faith rimase lì con il telefono in mano guardando nel vuoto e disse “Buffy…”

 

***

 

“Ehi, chi è che ti sta chiamando?” domandò con una fitta di gelosia Spike.

 

“E’ Faith” e subito dopo rispose “Ciao!!”

 

Faith non la fece nemmeno parlare l’aggredì con un fiume di parole e la lasciò si stucco.

 

“Oddio” sussurrò Bufy “oddio, hai ragione, scusami…è che non ci ho proprio pensato sono uscita di fretta e…”

 

Spike la guardò curioso.

 

“Va bene Faith, stanotte? Ancora non so…ti mando un messaggio, ciao e grazie!”

 

“Ma con chi sei?” la mora alzò la voce e perfino Spike sentì.

 

Buffy lo guardò un po’ spaventata e lui le fece l’occhiolino.

 

“Sono con Sp…William. Ti ricordi? L’uomo della festa…”

 

“Ah! Capisco…”

 

Buffy la salutò e chiuse la conversazione.

 

Spike si rallegrò erano quasi arrivati. “Problemi amore?”

 

Buffy scosse la testa, rimanendo silenziosa, poi però lo baciò sulla spalla e rimase così appoggiata per un po’.

CAPITOLO 10

 

 

Si mise gli occhiali da sole e scese dalla macchina guardandosi attorno meravigliata.

 

“Che bella! E’ casa tua?” domandò osservando la villa composta da due piani e completamente colorata di vernice giallo opaco. Erano lontani dalla città e lì c’era il mare. Buffy amava andare in estate alla spiaggia, ma andando in macchina ci si metteva sempre tanto.

 

Spike le fu accanto “Certo, è mia…il mio posto segreto…” la prese per mano e condusse lungo la spiaggia “Ti piace qui?”

 

Buffy annuì “E’ fantastico una villa che si affaccia sul mare…io adoro il mare!!” lo lasciò per farsi una corsa sulla spiaggia.

 

Lui la rincorse e Buffy urlò “Aiuto!”

 

Quando la raggiunse rotolarono insieme lungo il bagnasciuga e finirono ansanti per baciarsi. Era inutile negarlo, si appartenevano dal profondo del cuore. Buffy lo strinse a sé con voglia e mise le mani tra i suoi capelli platinati.

 

“Ti amo” gli sussurrò sentendo il cuore battere forte.

 

Spike si alzò sbattendosi un po’ i vestiti per fare andare via la sabbia e le porse una mano aiutandola ad alzarsi.

 

“Perché non mi hai detto di portarmi un costume?” domandò la biondina con il broncio.

 

Spike si morse il labbro inferiore con malizia “Beh, il bagno lo puoi fare comunque…senza nessun pezzo di stoffa addosso”

 

Buffy spalancò gli occhi e si guardò intorno “Qui è privato?”

 

“Sì non può entrarci nessuno, perché piccola?”

 

La ragazza aprì la bocca in un sorriso ingenuo “Per fare questo” e si lasciò cadere lungo i fianchi la gonna di jeans e poi si tolse la t-shirt.

 

“E per continuare così…” si slacciò il reggiseno e sfilò le mutandine, guardandolo accaldarsi alla vista di lei che si spogliava e gli si dava così spudorata e eccitante.

 

Spike sì sentì indurire nei pantaloni e si avvicinò a lei cercando di prenderla, ma Buffy fece qualche passo indietro.

 

Lui socchiuse gli occhi “A che gioco stai giocando?”

 

Buffy rise scioccamente e si immerse fino ai polpacci in acqua e poi con una mano si accarezzò il seno simulando piacere “Ooohhh…”

 

“Ehi mi vuoi fare impazzire?” disse lui osservando il seno perfetto di lei e scendendo più in giù al quel triangolino di peli biondi. La voleva.

 

“Paparino…non vuoi punire la tua bambina cattiva?” gli domandò Buffy toccandosi lì.

 

Spike si era velocemente spogliato e rimase in boxer neri “Certo che ti devo punire. Lì posso toccare solo io…” ed entrò in acqua con lei. Buffy però lo blocco “No, no…prima devi toglierti questi”

 

L’uomo se gli sfilò lanciandoli sulla spiaggia e poi tornò alla sua ninfetta “Ora non hai più scuse, ti punirò per benino….”

 

Buffy si tuffò nell’acqua e iniziò a nuotare, ma Spike era più veloce e la trascinò a sé afferrandola per un piede.

 

“Aaah! Ti ho preso” le disse trionfante. Se la prese vicino e passò la mano sui suoi capezzoli duri.

 

Buffy gli sfuggì ancora stendendosi sul bagnasciuga e Spike ne approfittò per avventarsi addosso al corpo della giovane. Prese a baciarla con passione sulla bocca e lungo il collo. Buffy gli passò le mani sulla schiena e sui glutei sodi sentendo la sua erezione premerle contro la coscia.

 

Spike scese con una mano verso la sua femminilità e iniziò a sfregarle la clitoride, era sudato e desideroso di farla impazzire. Quando iniziò a sentirla mugolare aumentò il ritmo e sentì l’organo di Buffy stringersi attorno alle sue dita quasi ad imprigionarlo dentro di sé.

 

“Sp-spike…entra…entra in me…” lo supplicò la ragazza seguendo con movimenti del bacino le dita magiche di Spike.

 

“Non ancora…non ancora” le ripeté Spike lasciandola per un attimo. Si mise su di lei e affondò senza pensarci un attimo la sua lingua dentro di lei. Facendola urlare di sorpresa e subito dopo di piacere. Spike sapeva dove e come stimolarla, sembra essere nato solo per regalarle piacere. La sua lingua si infilò in lei e scivolò sulla sua clitoride facendola vibrare e ingrossare.

 

Buffy quasi al limite si contorceva sulla sabbia con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta.

 

Spike sentì il suo bisogno della sua donna e posizionandosi su di lei la penetrò forte strappandole un grido. Buffy si adattò subito a lui e gli strinse le gambe sulla schiena.

 

“Sei così grande…dentro di me…” gemette lei.

 

Spike si eccitò ancora di più, gli piaceva durante l’amore che lei gli parlasse così.

 

“Così duro e grande dentro di me…” continuò lei muovendosi con lui.

 

Spike grugnì e prese a spingere come un forsennato “Ungh…….”

 

“Spike…” sussurrò Buffy.

 

Lui non riuscì più a trattenersi e venne in lei urlando il suo nome, Buffy lo seguì a ruota poco dopo appoggiando la testa sulla sabbia esausta sentendo che Spike era rimasto dentro di lei e le aveva appoggiato la testa sul seno.

 

 

 

 

 

CAPITOLO 11

 

Quando decisero di alzarsi il sole picchiava sui loro corpi.

 

“Amore ho un certo languore…” disse Buffy sentendo la pancia brontolare, Spike si alzò da lei e la sollevò da terra.

 

“Devo nutrirti mia piccola…altrimenti come farai a sopravvivere ad un altro round di sesso selvaggio?” le disse all’orecchio.

 

Buffy mugolò e si ritirò un pochino imbarazzata, cercò i vestiti e si coprì. Lui la faceva trasformare, non era mai stata una santa, ma lui tirava fuori il suo lato più primitivo ed erotico. Si rese conto di darsi a lui senza alcuna inibizione e catena. Da una parte ciò la rendeva felice, dall’altra si chiedeva fino a che punto sarebbe arrivati.

 

“Che si mangia di buono?” domandò cercando di smorzare quell’atmosfera.

 

Spika la seguì non curandosi della propria nudità anzi, era felice di notare le gote di Buffy arrossarsi.

 

“Credo che ti cucinerò spaghetti all’italiana e poi un po’ di carne…e credo di avere anche un po’ di gelato in frigo”

 

Buffy annuì e lo prese per mano e insieme si avviarono all’interno della villa.

 

***

 

Dopo essersi fatti una doccia (ognuno per conto proprio!), si resero presentabili e scesero in cucina. Buffy non smetteva di guardarsi intorno, le piaceva da morire la villa di Spike. Era arredata con gusto, forse un po’ troppo barocca per i quadri e i soprammobili, ma in fondo le piaceva.

 

Spike era indaffarato ai fornelli, mentre Buffy aveva apparecchiato per loro due e adesso accanto alla finestra si godeva la vista dell’oceano.

 

“Qui c’è mai stata Drusilla?”

 

Spike si irrigidì e le diede le spalle “No, lei odia il mare e il sole in generale…credo sia una specie di vampiro o cose del genere…” concluse ridendo e contagiando anche Buffy.

 

“Allora meglio che vi siate lasciati…” cercò di provocarlo la biondina.

 

Spike si girò verso di lei guardandola negli occhi “E’ stata la mia fortuna!” e poi tornò a concentrarsi sulla cottura della pasta.

 

“Vorrei poter restare qui per sempre” disse lei aprendo la finestra e affacciandosi sul balcone della cucina. Chiuse gli occhi e ispirò quell’aria frizzante di mare mentre il vento giocava trra i suoi capelli dorati.

 

Un sorrisino spuntò sulle sue labbra quando sentì il braccio di Spike avvolgerla.

 

“Ti amo Buffy”, lei non rispose ma gli strinse la mano la cingeva sul fianco.

 

“Ora rientriamo, altrimenti addio cibo all’italiana!!” rise lui, Buffy lo baciò sulla guancia e poi corse a tavola “Ai tuoi ordini paparino!”

 

***

 

Spike e Buffy si stavano godendo quella tranquillità e spensieratezza, lui non si era mai sentito così, grazie a lei aveva ritrovato quella gioia e serenità che aveva perso…aveva persino iniziato a fidarsi davvero dell’amore, perché Lei era l’Amore.

 

I rapporti passati si erano sempre spenti dopo l’iniziale passione, nessuna era riuscita a tenerselo stretto e adesso con la giovane Buffy si sentiva vivo ed accettato per quello che davvero era: non un uomo benestante in carriera, non l’uomo che apriva sempre il portafoglio dopo una cena in un lussuoso ristorante e nemmeno l’uomo di 35 anni pieno di responsabilità. Lei lo rendeva giovane, allegro, spontaneo e genuino.

 

“Allora oggi che si fa?” domandò Buffy.

 

“Se ti va potremo prendere un po’ di sole e stare all’aperto, è una giornata così bella”

 

Buffy annuì e sentì un trillo conosciuto provenire dalla sua borsa, ingoiò l’ultima forchettata di spaghetti e poi rispose “Pronto”

 

“Buffy…ciao…”

 

Lei spalancò gli occhi e si irrigidì tutta “Cosa vuoi Angel?”

 

“Solo incontrarti…parlare…è successa una cosa terribile” era turbato.

 

“Cosa?” Buffy improvvisamente si dimostrò preoccupata e Spike la guardò interrogativo.

 

“Mia sorella ha avuto un incidente…è morta”

 

Buffy si coprì la bocca con una mano “Noo…Fred…”

 

Anche se con Angel non era andata nel modo sperato e non voleva più averci nulla a che fare, aveva sempre nutrito una simpatia e una sincera amicizia con sua sorella Fred che aveva più di loro un paio d’anni.

 

La biondina iniziò a singhiozzare lentamente “Mi dispiace…quando…”

 

“Ieri…ti prego Buffy, ho bisogno di averti accanto” Angel piangeva al telefono ed era sincero.

 

“Angel, io…non ti sei fatto più vivo…”

 

“Ma questo è troppo grande da affrontare da solo, non me ne frega nulla di tutte quelle cretine con cui sono stato, tu sei stata mia…la ragazza più importante e so di avere sbagliato. Non ci sarebbe un’altra con cui dividere questo dolore. Fred ti voleva bene”

 

Buffy si sentì davvero colpita e quelle scuse di Angel erano gradite, ma inutili…era passato un po’ di tempo e le ferite del suo cuore erano guarite. Non poteva rifiutare.

 

“Quando possiamo vederci?” domandò guardando Spike che si era rabbuiato e guardava altrove.

 

“Stasera, vieni da me…” rispose Angel.

 

“Ci sarò” fu la sicura risposta di Buffy.

 

“Ah, Buffy?”

 

Lei stava per mettere giù, ma si fermò in tempo “Sì?”

 

“Fred ne sarebbe felice…”

 

Lei continuò a singhiozzare “Lo so, a stasera”

 

Chiuse la conversazione e prese un bel respiro, mentre Spike le fu accanto e le accarezzava la testa “Piccola cosa è successo?” era davvero preoccupato.

 

Lei lo guardò con gli occhi lucidi “E’ morta una mia amica…Fred, era la sorella del mio ex Angel…era lui e mi ha chiesto di vederci stasera…era distrutto”

 

Spike la strinse “Mio Dio…mi dispiace da morire. Allora partiamo nel tardo pomeriggio, va bene?”

 

Buffy annuì.

 

“Ma questo Angel…?”

 

“Spike ti prego, non dire cazzate!!” si arrabbiò Buffy spingendolo via.

 

Lui si arrabbiò di rimando “Scusa se mi preoccupo della mia ragazza che rivede il suo ex, di cui peraltro non mi ha mai parlato”

 

Lei gli urlò contro “Non ti deve interessare capito? Lui ha bisogno di sentirmi vicina tutto qui”

 

“Bene!” sbottò Spike.

 

“Bene!” confermò Buffy.

 

 

CAPITOLO 12

 

Il viaggio di ritorno fu terribile. Spike non rivolse mezza parola a Buffy e lei non sembrò curarsene affatto. Era dispiaciuta ma ora il suo pensiero era rivolto totalmente a Fred e le prese una forte malinconia tanto che pianse nell’ultimo tratto di strada.

 

“Forse dovresti avvisare tua madre che torni prima” le disse Spike.

 

“So badare a me stessa” rispose Buffy sfregandosi via le lacrime dagli occhi, Spike sbuffò e non disse più nulla, lasciandola sola con il suo dolore.

 

Dopo interminabili minuti e cartelli fuori dal finestrino Buffy fu vicina a casa. Spike si fermò un po’ più avanti il portone della ragazza e fermò a lato della strada, le consegnò tra le mani il borsone con il cambio che si era portata.

 

Buffy slacciò la cintura prese la sacca e lo salutò velocemente.

 

“Ehi” la chiamò Spike.

 

Lei si voltò guardandolo interrogativa.

 

“Non mi dai nemmeno un bacio?”

 

Buffy si accucciò all’altezza del finestrino e gli deposito un bacio sulla labbra.

 

Un bacio sterile, freddo, senza emozione.

 

“Contento?” detto questo la ragazza si allontanò e Spike sgommò e proseguì lungo la strada.

 

***

 

Joyce stringeva la figlia mentre disperata si lasciava andare e piangeva, piangeva come mai aveva fatto. E per una miriade di motivi: la morte di Fred, l’incrinatura del rapporto con Spike e il pensiero di rivedere Angel dopo tutto quello che c’era stato tra loro. Si sentiva improvvisamente così piccola di fronte a quelle verità e l’abbraccio della madre le fu d’aiuto.

 

“Sono desolata tesoro” le diceva la madre stringendola e aspettando che si calmasse e i brividi smettessero di scuoterla come una canna al vento.

 

“Mamma…” sussurrò Buffy aggrappandosi a lei. Poi si rese conto che era meglio cambiarsi e rendersi presentabile per andare da Angel.

 

“Dici che posso mettere il vestito viola che mi aveva regalato Fred? Oppure è un colore troppo cupo? Eppure a lei piaceva…forse è meglio mettere i jeans con una maglietta…no, è troppo casual non vado mica ad una scampagnata…oddio…mi sento così sola!” esclamò guardando a terra.

 

La madre le disse di calmarsi e di andare a pensarci nella sua camera. Buffy eseguì meccanicamente l’ordine e rimase per molto tempo seduta sul bordo del letto senza muoversi. Un messaggio le arrivò sul cellulare. Era Spike.

 

“Posso accompagnarti?”

 

La risposata fu veloce “No! Grazie”

 

Con un sospiro si alzò e aprì l’armadio che racchiudeva a fatica la valanga di vestiti di Buffy. Mentre cercava qualcosa da mettere, le venne in mente Fred…era una ragazza molto dolce e timida, tra loro era stata subito amicizia e spesso erano usciti insieme tutti e tre. Ricordava con malinconia i pomeriggi a fare shopping con lei e i consigli che le dava per capire il fratello…quando poi aveva scoperto della vita libertina del fratello Fred l’aveva odiato e aveva consolato Buffy, ma quest’ultima si era inevitabilmente allontanata dalla famiglia di Angel. Ogni tanto si sentivano le due ragazze però tra loro c’era sempre il fantasma di Angel e non riuscivano ad essere spontanee.

 

E adesso eccola lì che andava a consolare Angel. Solo un evento così tragico poteva farli riavvicinare.

 

Alla fine indossò una paio di pantaloni neri e una maglia bianca con ricamato un fiore. Passò in bagno e si rinfrescò il viso, poi applicò il mascara e un po’ di fard. Salutò la madre e chiamò un taxi.

 

Arrivò dall’altra parte della città velocemente, pagò l’autista e rimasta sul marciapiede e con il naso all’insù diede un’occhiata al palazzo condominiale in cui abitava Angel. Quante volte era andata da lui per vedere un film e sgranocchiare pop corn davanti alla tv. Perché, perché, perché lui aveva spezzato tutto?

 

Con il magone suonò il campanello e la voce di Angel le disse di salire.

 

***

 

Spike era nel suo appartamento seduto in salotto al buio. Il silenzio regnava in casa e aveva lasciato le tende della finestra aperte per vedere se e quando sarebbe tornata. Lì nell’oscurità nessuno lo vedeva e le lacrime potevano scendere senza che potesse vergognarsene.

 

Perché rovinava sempre tutto ciò che di bello aveva?

 

Improvvisamente sentì bussare animatamente alla porta e senza avere il minimo dubbio si precipitò ad aprire aspettando di trovarla lì fuori.

 

Il sorriso gli si spezzò quando vide chi gli stava di fronte.

 

“Spike” disse a modo di saluto Drusilla e si fece spazio entrando nell’appartamento.

 

Lui sbatté la porta e la guardò mentre lei si accomodava sul divano e si accendeva una sigaretta.

 

“Che c’è? Sembra che tu abbia visto un fantasma” Drusilla lo guardava con disprezzo.

 

“Cosa vuoi? E cosa ci fai in casa mia?” domandò lui restando in piedi a braccia conserte.

 

“E’ semplice…io ti amo”

 

Spike rimase frastornato, non si aspettava certo questo.

 

Drusilla continuò a parlare “Ti amo dalla prima volta che ti ho visto, ricordi? Mi sei sbattuto contro uscendo dal ristorante. Quante ne abbiamo passate insieme? Siamo persone adulte Spike e non si risolve tutto chiudendo le porte in faccia alle persone. Credi davvero che valga la pena di mandare tutto a monte? Avevamo fatto progetti importanti…”

 

“Dru è inutile che cerchi di impietosirmi, non c’è più alcuna possibilità!!”

 

La donna aspirò a fondo dalla sigaretta “Chi è questa donna?”

 

Spike tornò sulle sue “Non ti interessa assolutamente”

 

“Sì che mi interessa e vedrai che se non me lo dici tu lo scoprirò da sola e allora sarà peggio per tutti e due” un ghignò maligno le si dipinse sul viso.

 

“Tu non farai proprio niente!” le urlò Spike.

 

Drusilla finì di fumare la sigaretta e la mise elegantemente nel posacenere cercando di mantenere la calma “Io ti amo e ho tutte le intenzioni di riconquistarti”

 

“Ma cosa ci trovi in uno come me?” le domandò esasperato Spike pensando a quanto aveva fatto soffrire Buffy.

 

“Tutto. Sei dolce, premuroso. Hai sempre cercato di farmi stare bene sei un perfetto gentiluomo e ammetto di avere sbagliato una marea di volte. Ti ho sottovalutato e mi sono solo assicurata di raggiungere una certa posizione sociale per noi due, ma adesso sono qui per chiederti di ricominciare…”

 

Spike scosse la testa “Non potrei mai…Dru tu non sai come mi sento…sono vuoto quando sto con te, non sento più quel fuoco, quella passione…mi sembra essere fatto di ghiaccio”

 

Drusilla si alzò e lo raggiunse abbracciandolo e sussurrandogli all’orecchio “Fa l’amore con me Spike, cancella ogni pensiero dalla tua mente, ci siamo solo noi” lo sentì opporre resistenza, ma poi si sciolse un po’.

 

“No” disse con poca convinzione.

 

“Sì invece. Sì mio amore”

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO 13

 

“Amore io ti amo…ti adoro…” Drusilla lo baciava e cercava di convincerlo a piegarsi sul pavimento con lei. Sentiva il desiderio di lui e voleva averlo lì, non contava nulla se non sarebbero stati comodi.

 

Spike cercò le labbra di Drusilla e per un attimo si gustò quel bacio, ma poi si staccò “Ehi ti ho detto che non voglio”

 

“Ma se mi hai baciata!!” protestò Drusilla togliendosi la maglia.

 

“Che fai? Ho un’altra, lo capisci? Non posso, io…non voglio!” e detto questo la prese per un braccio e la sbatté fuori di casa. Poi con un sospiro cercò di calmarsi e Drusilla colpì la porta con un calcio per poi andarsene, Spike sentì il rumore dei tacchi lungo le scale.

 

***

 

“Pensavo che non saresti venuta” ecco le prime parole di Angel quando le aprì la porta. Buffy guardava in basso e non nascose la sua esitazione quando lui si avvicinò per abbracciarla.

 

“Mi dispiace tanto per Fred” rispose stringendolo appena e senza ancora il coraggio di guardarlo negli occhi.

 

Angel la prese per mano e la portò nel soggiorno, lì un pesante silenzio li avvolse e li rese immobili incapaci di esternare le loro emozioni.

 

Buffy si morse il labbro inferiore e sentì una lacrima calda scivolarle lungo la guancia mentre sentì la braccia di Angel stringerla, si lasciò andare e pianse cercando di far uscire tutto il dolore che aveva dentro. Provò perfino rabbia contro se stessa perché sapeva di non stare piangendo unicamente per la mancanza di Fred, ma, soprattutto, per il rancore provato per Angel, per quel suo modo che la rendeva fragile e vulnerabile. Piangeva perché sentirlo così vicino le fece pensare a come era bello quando stavano insieme prima di scoprire i suoi tradimenti…

 

“Shhh, calmati tesoro. Sono qui…” le sussurrò lui cullandosela tra le braccia e baciandole i capelli dorati.

 

Buffy gradualmente si calmò e si staccò da lui. Si ritrovò a fissarlo negli occhi e quello che vide la spaventò a morte, si pentì di essere così volubile e si sedette in poltrona cercando di pensare ad altro che non fosse l’amore che vedeva negli occhi scuri di Angel.

 

“Per me significa molto averti qui” le disse lui restando in piedi davanti a lei “Significa che nonostante io sia stato uno stupido tu sei più grande, più forte di me…possiede quel dono che non a tutti è concesso…”

 

Buffy seguì con interesse le sue parole.

 

“Tu sei una ragazza fantastica, nessuno mi ha mai trattato con la dignità con cui hai fatto tu. Venendo qui hai dimostrato che tu sai perdonare e non è una cosa semplice. Grazie, grazie di tutto cuore”

 

La bionda si alzò e gli sorrise “Sono qui per Fred, soprattutto per lei…”

 

Angel annuì “Sì lo so, forse mi prenderai per pazzo ma io ci vedo anche il tuo perdono e questo è importante, sai…non mi hai mai dato il modo di spiegare e…”

 

Buffy lo interruppe “Vedi non credo sia il caso di parlare di questo adesso…” le stava riaprendo una dolorosa ferita.

 

Angel la prese per mano e la condusse silenziosamente nella camera di Fred, Buffy arrivò sulla soglia e si guardò intorno quasi aspettando l’invito della ragazza, con un sospiro entrò e si guardò intorno. Era tutto come si ricordava anche se non c’erano più i poster appesi alla parete. Sul comodino c’era una cornice d’argento e vedendo la foto che conteneva a Buffy si strinse il cuore.

 

Erano loro tre abbracciati, si ricordava che l’aveva scattata un turista cinese e quel pomeriggio si erano divertiti da morire. Sentì le lacrime riaffiorare, ma le ricacciò. Perché tutto deve finire? Perché le persone a cui teniamo devono morire?

 

“Come è successo?” domandò Buffy fissando la foto in trance.

 

“Era in auto lungo la provinciale, era sera e stava tornando da una festa, una macchina dell’altra corsia ha sbandato, credo si tratti di un uomo ubriaco e ha preso in pieno la macchina di Fred” la voce di Angel si incrinò “all’arrivo dell’ambulanza respirava ancora, ma lungo il tragitto…” questa volta fu lui a scoppiare a piangere.

 

Buffy si voltò e gli andò incontro, non l’aveva mai visto piangere…per un periodo credeva persino che un essere spregevole come lui non ne fosse capace. Adesso invece cercò di consolarlo, lo abbracciò a lungo, mentre lui non cessava di calmarsi. Buffy sentì il cuore batterle fortissimo quando lui le parlò “Sarebbe tutto più facile se tu fossi ancora mia…”

 

Lei non parlo e rimasero tutti e due in silenzio uniti.

 

***

 

“Buffy stai meglio?” le domandò lui dopo circa un’ora dall’arrivo della biondina.

 

“Ci vuole tempo…per tutto” rispose lei e strinse al petto alcuni effetti personali di Fred che Angel le aveva lasciato.

 

Lui annuì “Senti domani ci sarà il funerale, non ti chiedo di venire…”

 

“Non me la sento di venire ad assistere alla funzione, ma non mancherò di venire alla sepoltura. A che ora?”

 

Angel si fece pensieroso “Credo per le 11”

 

Lei annuì e dopo averlo guardato ancora una volta prese l’ascensore e mentre la porta automatica si apriva notò che Angel la guardava ancora e incrociò il suo sguardo attraverso lo specchio della cabina.

 

 

 

CAPITOLO 14

 

Buffy sì alzò presto il giorno seguente. Sentì che stava per succedere qualcosa…una strana inquietudine la tormentava…preferì recarsi al cimitero un po’ dopo le 11, ma lui era ancora là.

Avvicinandosi lo vide di spalle a capo chino rivolto verso il luogo della sepoltura della sorella, ancora fresco di terra.

Si ritrovò ad osservare le sue spalle larghe e notò che Angel indossava un capotto scuro che lei le aveva regalato quando ancora stavano insieme.

Quasi percependo la sua presenza Angel si girò e incontrò lo sguardo di lei. Buffy si avvicinò a lui e gli si mise affianco.

Guardo a terra e pregò silenziosamente per la sua cara Fred, mentre ad occhi chiudi si rivolgeva al Cielo sentì la mano di Angel insinuarsi nella sua e stringerla, aprì di scatto gli occhi e rimase immobile trattenendo il fiato.

Ricambiò quel gesto così innocente, ma così pesantemente compromettente e lasciò che le sue dita si intrecciassero a quelle del ragazzo.

 

“Credevo non saresti più venuta” disse con voce roca Angel.

 

Buffy faticò a rispondere “Ho voluto aspettare un po’…”

 

“Perché?”

 

“Non lo so…”

 

Angel restò in silenzio accanto a lei mentre guardando la lapide della sorella una lacrima gli scivolava lungo la guancia.

 

***

 

Spike aveva cercato di rintracciare Buffy per tutta la sera precedente ma non era riuscito a parlarle. Cercò di calmarsi e non dare retta a quella vocina che voleva metterlo in allerta per un pericolo sconosciuto.

Solo nel suo appartamento si rese conto quanto Buffy fosse importante per lui e quanto le mancava.

La voleva per sé, tutta sua…per sempre.

Con un sorriso e un’idea in testa, uscì di casa con in tasca il libretto degli assegni.

 

***

 

Uno vicino all’altro lasciarono il cimitero. Buffy teneva le braccia strette attorno al corpo, Angel nelle tasche del cappotto. Il tempo era già velocemente mutato e il freddo si stava impossessando delle città, l’estate lasciava velocemente posto all’autunno.

 

“Buffy ti va di venire da me?”

 

La ragazza scosse la testa “Non posso, grazie. Devo tornare a casa”

 

“Sei sicura?”

 

Buffy annuì.

 

Si fermarono al semaforo.

 

“Allora io proseguo, spero di vederti presto” le disse Angel accennando un sorriso.

 

“Sì. Mi dispiace da morire per Fred”

 

“Lo so, lo so. Sarebbe contenta di vederti con me”

 

“Va be, vado allora. Ciao”

 

Angel la seguì con lo sguardo finchè non svoltò l’angolo.

 

***

 

“Ecco questo è il migliore che abbiamo, sia per il diamante che per la montatura in oro bianco. E’ un anello di gran prestigio e raffinata eleganza”

 

“Lo voglio” annunciò deciso Spike.

 

La commessa sorrise “Bene. Allora le faccio una confezione regalo”

 

“Certo. Credo proprio che le piacerà” disse rivolto alla donna.

 

***

 

Buffy era rientrata a casa qualche ora più tardi, aveva infatti passeggiato per la città e solo alla fine aveva deciso di andare a casa. Quando arrivò chiamò sua madre, ma nessuno le rispose evidentemente non era ancora rientrata.

Andò diretta in cucina e come pensava trovò un biglietto della madre.

 

“Buffy ti ho lasciato la cena in frigo. Stasera torno tardi, non aspettarmi sveglia. Sono ad una cena con le altre colleghe. Baci, mami”

 

La biondina si diresse in camera e aprì le tende della stanza, la finestra di fronte era buia, evidentemente Spike non era in casa.

Cercò di sforzarsi di provare dolore o nostalgia ma non era così. Non sentiva il bisogno di chiamarlo e non voleva vederlo. Richiuse le tende e si coricò sul letto senza togliersi i vestiti e svogliatamente si mise a sfogliare una rivista.

 

Quando guardò la sveglia sul comodino erano le 21 passate e lo stomaco le brontolò, infatti non aveva più mangiato dalla colazione. Si scaldò nel microonde le lasagne all’italiana che le aveva cucinato Joyce e poi mangiò uno yogurt alla pesca.

Stava leccando il cucchiaio quando il cellulare prese a suonare, si precipitò in camera e vide che era una chiamata da un numero privato.

 

“Buffy scendi sono sotto casa tua”

 

La ragazza riappese subito e corse in bagno si lavò il viso e i denti e cambio la maglietta, indossando un top di pizzo viola, sopra mise un maglioncino bianco.

 

Corse giù per le scale e lo vide dentro la macchina. Non sapeva perché ma voleva davvero vederlo in quel momento. Come se in quel momento di dolore lui fosse l’unico in grado di regalarle la tanto agognata pace.

 

Salì in macchina e allacciò la cintura di sicurezza.

 

“Allora che si fa?” gli domandò sorridendo.

 

“Ti portò a casa mia”

 

***

 

Arrivarono veloci al palazzo in cui abitava Angel e dopo aver parcheggiato lui la prese per mano e nell’ascensore la baciò sulle labbra, le porte si aprirono quasi subito e i due ragazzi si staccarono l’uno dall’altro ancora tremanti e impauriti.

 

Entrando in casa Buffy si stupì di riconoscere l’odore di Angel nell’aria accogliente dell’appartamento.

 

Quando lui la portò nella sua camera, Buffy con il cuore gonfio di emozione non potè non dirglielo “Angel, io ho un altro”

 

Lui sollevò lo sguardo “Lo so”

 

“Lo sai?” domandò lei curiosa.

 

Angel accennò un sorriso “Un fiore bello come te non poteva non venir colto da un altro ragazzo…ma non mi importa, chiunque sia, tu sei qui con me ora ed è questo che conta”

 

Buffy non replicò, si sedette sul letto di Angel accarezzando con una mano la coperta morbida.

 

Il ragazzo si sedette sul letto accanto a lei e iniziò ad accarezzarle i capelli dolcemente, passando le dita sulla nuca. Lei mugolò un poco e poi rise.

 

“Ti ricordi ancora che così mi facevi impazzire?” lui per tutta risposta la baciò riempiendole la bocca con la sua lingua calda e esigente.

 

Iniziarono a toccarsi abbracciandosi e pian piano i movimenti sempre più arditi li spinsero a sdraiarsi sul letto.

 

Angel la guardò fisso negli occhi “Buffy io ti amo ancora” e dopo insinuò le mani sotto il suo maglioncino sfilandolo completamente.

 

Buffy fece lo stesso con lui e accarezzò, con il cuore che batteva a mille il suo torace scolpito. Alzò un po’ la testa e iniziò a baciare i suoi pettorali e con la lingua tracciò una linea fino al suo collo, Angel la strinse a se palpandole il sedere e cercò di toglierle il top.

 

La ragazza lo fece da sola e Angel si indurì di più vedendo che sotto i suoi seni erano completamente nudi. Si tuffò sui suoi capezzoli costringendolo a urlare ed incitarlo, Angel aumentò quella dolce tortura passandole la lingua su e giù le sue punte dure.

 

“Ungh….Angel….” gemette Buffy mentre lui stringeva e leccava i suoi seni.

 

Lei gli passò le mani tra i capelli sfregandosi contro il suo corpo. Lo voleva, lo desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo in quel momento.

 

Angel sentì l’esigenza della ragazza aumentare e le sfilò in un solo colpo sia mutandine che pantaloni e guardò estasiato ed eccitato Buffy che gli slacciava il bottone dei jeans e tirava giù la lampo.

 

“Fallo” gli ordinò Angel.

 

Buffy insinuò una mano nei suoi slip e prese in mano il suo pene cha scatto subito sull’attenti. La ragazza lo sfregò con insistenza vedendo le espressioni di piacere passare sul viso del suo angelo. Anche lei stava eccitandosi Angel se ne accorse e affondò le dita in lei trovando quel punto che la fece tendere come una corda di violino.

 

Angel ansimava forte e ad un tratto le tolse la mano dal suo organo e riprese a baciarla con violenta passione, Buffy ricambiò con tutta se stessa e lo strinse aggrappandosi alla sua schiena.

 

“Buffy…Buffy…quanto ti amo” le disse mentre con una mano le stuzzicava la clitoride.

 

“Angel…riempimi di te…anche io ti amo. Non ho mai smesso…ti prego…entra in me” tutta sudata e bagnata di sesso Buffy aprì le gambe e Angel gemendo entrò in lei con un’unica spinta e continuò a danzare su di lei ritmicamente finchè non la sentì tendersi un’ultima volta e urlare il suo nome, lui la baciò delicatamente affondò il viso nel suo collo quando, poco dopo, la raggiunse in paradiso.

 

 

 

 

CAPITOLO 15

 

Buffy riaprì gli occhi rendendosi conto di non aver sognato, accanto a lei stava il corpo muscoloso di Angel. La ragazza si portò una mano alla bocca, soffocando un gemito di frustrazione.

 

Come e perché era lì?

 

Sì certo…lei lo voleva, desiderava Angel…un’ultima volta per sentirlo ancora suo, dimenticando ciò che era successo tra di loro. Buffy si era regalata un tuffo nel passato e a che spese...Gettò uno sguardo all’orologio e si accorse che era tardi, o meglio, era mattina. Precisamente le cinque.

 

Sua madre si era certamente preoccupata non vedendola nella sua stanza a dormire sogni tranquilli.

 

Cercò di uscire dalle lenzuola senza svegliarlo, non aveva nessuna voglia di parlare.

 

Raccolse i suoi vestiti dal pavimento e uscì di corsa da quel posto decidendo di tornare a casa a piedi.

 

***

 

Un forte mal di stomaco la fece rallentare nella via verso casa. Disgusto e rabbia sgorgavano dal suo cuore, a mano a mano che camminava si rese conto dell’enorme errore che aveva fatto. Possibile che fosse così volubile?

E lui, Angel, perché l’aveva cercata? Possibile che avesse capito che Buffy non gli avrebbe detto di no?

Mentre la biondina rimuginava pensò a Spike. O meglio il platinato era la causa di tutti quei pensieri.

 

Si mise a piangere e tirò un calcio ad un cassonetto della spazzatura cercando di sfogare la sua rabbia.

 

Perché era andata con Angel? Come aveva potuto tradire in quel modo Spike?

 

Non amava Angel, perché glielo aveva detto? Perché aveva sprecato un ‘ti amo’ per lui? In fondo era stato solo…solo sesso, ed era così squallido ammetterlo…immaginava di provare per il suo ex chissà che sentimento e invece era stato solo uno scontro di corpi caldi ed eccitati.

La mancanza di Fred l’aveva resa debole e il mare di ricordi che l’aveva investita aveva provocato i suoi danni.

 

Con che coraggio avrebbe guardato di nuovo Spike negli occhi?

 

Si mise a correre forte lungo il marciapiede continuando a piangere. Non si fermò nemmeno quando urtò alcune persone, ma continuò la sua folle corsa, non voleva far altro che cercare di fuggire, scappare da quel mare di emozioni che l’avevano soffocata e ora la stavano uccidendo.

 

Sei stata con Angel. Sei stata con Angel.

 

Era l’unico pensiero coerente che le occupava la mente, quasi inciampò mentre i piedi continuavano a correre sull’asfalto.

 

Sei una puttana, urlava una vocina dentro di lei, mentre da chissà dove si ritrovò davanti una macchina sentì solo il rumore di ruote stridere sull’asfalto, alcune urla e poi scivolò nel buio più totale.

 

***

 

“Donna. Razza bianca. Sui 20 anni. Forte trauma cranico e qualche costola rotta. In arrivo al reparto C”

 

Buffy aprì debolmente gli occhi, ma li richiuse forte quando un lancinante dolore alla testa la colpì, attorno a sé distingueva solo voci sconosciute. Certo, si sforzò di pensare a cosa le stava succedendo, ma un attimo dopo si sentì sollevare e svenne.

 

“L’uomo che l’ha investita a detto che stava correndo lungo la strada e che non l’ha vista spuntare se non all’ultimo secondo, quando ormai era troppo tardi” un’infermiera riferì alla dottoressa capo reparto.

 

“Bene. Adesso per favore prendimi le medicine e facciamole una puntura anti-dolorifica. Questa ragazza ha rischiato davvero molto. Chiedi se hanno già rintracciato i parenti”

 

“Certo dottoressa. Torno subito”

 

***

 

Quando riaprì gli occhi, una luce bianca la colpì dritta in volto, si girò da un lato e si portò una mano alla testa, le doleva molto e ispezionando intorno si rese conto di essere in un letto, in una camera singola e poi alla fine realizzò di essere in un ospedale.

 

Guardò verso la porta e vide un’ombra non ben distinta e poi una voce famigliare “Amore…” e in un attimo sua madre fu accanto a lei.

 

“Buffy, piccola mia…stai tranquilla ci sono qui io, andrà tutto bene”

 

La biondina sentì che stava piangendo e cerco di rassicurarla stringendole la mano con forza, cercò di parlare, ma aveva la gola secca, così inghiottì schiarendosi la bocca.

 

“Mamma non piangere”

 

Joyce strinse la mano della figlia e se la portò alla bocca baciandola “Ho avuto tanta paura, non sapevo dove eri e quando mi è arrivata quella telefonata sentivo che qualcosa non andava”

 

Buffy sentì i ricordi affiorare, Angel, la fuga, la corsa disperata e poi lo scontro.

 

“Come sto?” domandò alla madre.

 

“La dottoressa ha detto che sei stata fortunata, solo una costola rotta e un brutto colpo alla testa, ma hai reagito bene”

 

“Quanto tempo è passato?”

 

“Hai dormito tutto il giorno”

 

Buffy pensò a Spike, chissà se sapeva di lei.

 

“Mamma vorrei avvisare Faith e qualche altra persona” la madre le porse il suo cellulare e le restò accanto.

 

“Vorrei restare sola” la pregò Buffy.

 

La dottoressa entrò nella camera “Ben sveglia signorina. Ha fatto un brutto scontro, ma voglio dirle che il suo fisico reagisce bene alle medicine e che la cura che le consiglio è l’assoluto riposo per almeno un paio di settimane. Si sentirà come nuova. Adesso vi lascio sole” e fece un senne di saluto a Joyce.

 

“Mi aspetti dottoressa devo parlarle” e detto questo la madre uscì lasciandole un po’ di tempo per stare sola.

 

Buffy cercò di razionalizzare il tutto: era in ospedale e la situazione non era drammatica, aveva una flebo al braccio e una fasciatura all’altezza del petto, la testa era integra ma le faceva male.

 

Prese in mano il cellulare di sua madre e si accorse di tremare leggermente, non ci badò e compose il numero di Spike.

 

“Spike, sono io”

 

“Oddio Buffy, è due giorni che ti cerco. Dove sei?” era ansioso.

 

“Vedi c’è stato un incidente, sono all’ospedale, ma sto bene…non preoccuparti”

 

“COSA? Buffy, stai scherzando? Vengo subito da te amore…cosa ti è successo?”

 

Buffy si inumidì le labbra “No! Cioè muoio dalla voglia di vederti, ma c’è ancora mia madre e sono senza telefono. Ho avuto un incidente con una macchina che ha rischiato di investirmi, mi ha colpito, ma non ho nulla di grave”

 

“Dio, piccola…come faccio a non correre da te subito? Chi se ne importa di tua madre? Capirà, è troppo importante per me essere accanto a te” Spike strinse il pugno e guardò la scatolina che aveva davanti, il regalo che avrebbe voluto dare a Buffy.

 

“Aspetta ancora un po’, chiamo Faith e mi faccio portare un cellulare di riserva va bene? Poi ti chiamo” Cercò di essere neutrale, in verità non voleva vederlo dopo quello che…si sentì salire le lacrime agli occhi.

 

“Ti amo Buffy, non temere e appena puoi chiami e sarò lì, te lo giuro. E io che mi ero fatto mille pensieri perversi su te e Angel, che stupido…”

 

Buffy chiuse gli occhi “A dopo” nel momento stesso in cui mise da parte il cellulare, sua madre entrò nella stanza e la guardò amorevolmente.

 

“E’ arrivato un tuo amico. Io vi lascio soli, torno tra un po’, va bene?”

 

Buffy annuì e vide la sagoma di Angel entrare nella camera, lo vide impacciato, con le mani in tasca e attendendo che Joyce uscisse si strinse nelle spalle.

 

“Mi dispiace tanto per quello che ti è successo” esordì sedendosi accanto a lei sul letto.

 

La ragazza sospirò “Angel non credo sia il caso che tu…”

 

“Non parlare amore…io ti starò accanto…” proseguì Angel stringendole una mano nella sua.

 

La biondina non seppe cosa rispondere, che gran casino aveva combinato…la testa prese a farle male e si morse il labbro inferiore.

 

“Vedi Angel, io ho commesso uno sbaglio…io e te…beh, non avremmo dovuto farlo. E’ stato sbagliato e inopportuno”

 

Angel si accigliò “Dimmi che non ti è piaciuto”

 

Buffy abbassò gli occhi “Sai cosa ho provato dopo? Mi veniva da vomitare, mi faccio schifo per quello che ho fatto. E’ stato un tuffo nel passato…sai come sono finita qui? Sono scappata dal tuo letto e correvo senza fermarmi, tra le lacrime e il senso di colpa, correvo perché volevo smettere di sentire quella voce che mi gridava –puttana- nella testa. Volevo solo mandare via quel senso di nausea e non riuscivo a capire come avevo potuto così facilmente tradire l’uomo che amo…”

 

Angel tolse come scottato la mano da quella di Buffy, la guardò scuotendo la testa ripetutamente “Hai detto di amarmi, non me lo sono sognato”

 

“L’ho detto, ma non lo sentivo realmente. Mi dispiace…ma c’è solo un uomo che amo e anche se mi ero illusa di riuscire a provare ancora qualcosa per te, è tutto inutile, io non t-i-a-m-o” scandì Buffy.

 

“Io invece sì e non mi importa se hai un altro…tu mi rendi un uomo migliore, solo con te vedo uno scopo nella mia vita. Buffy pensaci ti prego…dammi un’altra possibilità e non ti deluderò. Saremo la coppia più bella del mondo, tu sarai la mia regina” disse Angel con gli occhi lucidi.

 

“Vattene Angel. Per favore non tornare…mi dispiace tanto per Fred, ma non credo che ci sia altro su cui io e te dobbiamo discutere”

 

Angel si alzò dal letto e prima che Buffy se ne rendesse conto le posò un bacio sulla fronte “Ho provato a smettere, ma non ce la faccio…ti amo troppo”

 

Detto questo si voltò e sospirando raggiunse la porta, solo qualche minuto dopo che il ragazzo era uscito Buffy si accorse di continuare a stringere nel pugno un lembo della coperta.

 

 

CAPITOLO 16

 

 

Alla fine Buffy non telefonò a Faith e non si fece portare un altro cellulare.

 

Spike non passò per l’intera giornata.

 

La ragazza nel suo letto d’ospedale fissava il soffitto da ore, la testa cominciava a non farle più tanto male, ma a tratti aveva delle fitte abbastanza dolorose.

 

Niente sarebbe stato come prima.

 

Non riusciva a pensare che a questa evidente verità. Si sentiva davvero giù e ne aveva tutti i motivi.

 

Aveva una relazione segreta con Spike all’insaputa di tutti, lo aveva tradito con il suo ex e adesso non sapeva come comportarsi con il suo ragazzo, se così poteva ancora essere definito.

 

Insomma, tutto sembrava crollare, tutti i castelli che aveva cercato di erigere erano franati rovinosamente e per questo doveva ringraziare solo se stessa.

 

Era ormai sera e dalla finestra si vedevano i lampioni accesi. Mentre era così assorta nei suoi pensieri, sentì dei passi e di scattò si voltò.

 

“Piccola!”

 

Spalancò gli occhi “Spike!!” e gli sorrise.

 

Lui si avventò su di lei, stringendola forte tra le braccia. Era evidentemente contento.

 

“Prima che mi dimentichi fammi parlare. Buffy scusami se ho dubitato di te e se sono stato geloso inutilmente. Ti amo più della mia stessa vita”

 

“Ehm, mi fai male” cercò di divincolarsi Buffy tremando leggermente.

 

Spike la lasciò “Scusa amore. Ma come stai? Perché non mi hai chiamato?”

 

Buffy lesse dolore e preoccupazione negli occhi blu di Spike e non riuscì a sostenere il suo sguardo, doveva dirglielo adesso? Ma come??

 

“Non ho sentito Faith”

 

“Va bene amore, non c’è problema adesso sono qui. Come è successo?”

 

Buffy si guardò le mani…cavolo, non aveva pensato a cosa dirgli!! In effetti Spike era rimasto indietro di un paio di giorni di notizie e avvenimenti.

 

Quando rialzò lo sguardo su di lui, capì che non ce l’avrebbe mai fatta. Non era così meschina, non poteva mentire all’unica persona che amava.

 

“Spike io non volevo…” certo un brutto modo per iniziare, non presagiva nulla di buono.

 

Lui la fissò attento e Buffy continuò “Sono andata al funerale di Fred e lì ho trovato Angel…io e te non ci sentiamo e avevamo litigato, io ero tanto confusa e Angel mi ha offerto una spalla su cui piangere. Io non so cosa mi è preso ma vedendolo mi sono chiesta se…” si interruppe un attimo.

 

Spike ascoltava immobile come una statua, la mascella in tensione.

 

“Beh, mi sono chiesta se tu facevi davvero per me e…ho ripensato ad Angel a quando stavamo insieme, insomma lui mi ha detto di sentire ancora qualcosa per me e quella notte…”

 

Spike rise istericamente scuotendo la testa “Cosa? Dai continua…quella notte siete stati al cimitero a vegliare sua sorella? Wow, una storia da brivido”

 

Buffy si fece coraggio e lacrime comparvero nei sui occhi verdi “No, niente di tutto ciò. Io e Angel siamo stati insieme a casa sua, abbiamo fatto l’amore”

 

In quel momento uno schiaffo fendette l’aria e Buffy si ritrovò a toccarsi la guancia colpita.

 

“Cosa?” domandò scioccata guardando Spike.

 

Lui ora era in piedi di fronte al letto “Ti aspettavi un applauso? Senti non riesco a capire…cioè non è che stai scherzando? Dai amore…”

 

Buffy iniziò a piangere piano. Tutto era andato per il peggio, cercò ugualmente di rimediare “Io amo te Spike, ti prego credimi. Ti ho voluto dire la verità perché ho rispetto di te”

 

Lui alzò la voce gesticolando “Non dire stronzate, sei solo una bambina, lo sapevo che con te sarebbe stato un casino. Sei una stupida bambina viziata che non si accontenta di farsi l’uomo più grande, pure l’ex dovevi andare a sedurre…complimenti, hai fatto un ottimo lavoro”

 

Si lisciò all’indietro i capelli con entrambe le mani innervosito “Non avrei mai immaginato, io non…” si portò una mano al cuore “questo viveva per te, ogni battito…perché sei andata con Angel? Dimmi perché?”

 

Buffy piangeva con il viso tra le mani “Non lo so, non lo so” biascicò incapace di pensare.

 

Spike girò avanti e indietro nella stanza completamente alterato “Potevi dirmelo, potevi dirmi che sono troppo vecchio per te e che non mi volevi più. Cosa vuoi da me Buffy Summers?”

 

La ragazza cercò di scendere dal letto e tentò di fermare Spike, ma lui la respinse “Non toccarmi, mi fai schifo” e detto questo uscì velocemente dalla stanza lasciandola da sola a gridare il suo nome.

 

***

 

“Signora Summers, l’abbiamo trovata qui per terra accanto al letto, era svenuta e non sappiamo cosa le sia successo…”

 

“Oddio, ma sta male? Cosa le è successo?” domandò preoccupata Joyce toccando la mano della figlia. “Ho appena finito di lavorare e mi sono precipitata qui, all’entrata un uomo per poco non mi travolgeva…”

 

L’infermiera sistemò la coperta sul corpo di Buffy e rassicurò la Joyce “Signora, sua figlia ha molto bisogno di riposo e deve stare lontana da stress e da ansie. Appena si risveglia non le faccia troppe domande, va bene?”

 

La signora Summers annuì e l’infermiera lasciò la stanza.

 

Le sembrava di essere addormentata da giorni quando un bacio sulla fronte la svegliò.

Confusa aprì gli occhi e scorse l’unica persona che aveva davvero voglia di vedere.

“Spike” sussurrò avvicinando il suo viso al suo.

Lui la baciò dolcemente e le sussurrò dolci parole a fior di labbra, Buffy si sentiva felice.

“Piccola non mi perderai mai, io starò sempre con te anche se sei stata a letto con un altro. Anzi se vuoi puoi frequentare altri uomini, l’importante è che non mi fai mai mancare la mia dose di sesso…del resto, sono io ad averti iniziato” ghignò afferrandola per un polso.

 

“Nooo!” urlò Buffy svegliandosi e respirando affannosamente.

 

La madre le fu accanto e la consolò “E’ tutto passato, era solo un brutto sogno. Stai tranquilla, su”

 

Buffy guardò la madre ed annuì, era un incubo, le era sembrato così vero, Spike la odiava così tanto in quel momento?

 

“Mamma quando potrò tornare a casa?”

 

“Ci vorrà ancora tempo Buffy, non hai affrontato una situazione semplice, ora devi solo pensare a riposare”

 

“Voglio la mia camera, il mio letto…” piagnucolò.

 

“Non ti preoccupare tutto tornerà come prima”

 

Buffy sussurrò “Sì” e dentro si sentiva morire.

 

 

CAPITOLO 17

 

Andare avanti a volte sembra terribilmente difficile, ma anche con il dolore più profondo nel cuore le ore, i giorni passano inevitabilmente e più si va avanti più si guarda al passato con meno sofferenza.

Non perché non faccia più male, ma semplicemente perché si è guadagnata una nuova consapevolezza, si riesce a capire che la vita passa e ti lascia libero di cambiare, di migliorarti, di compiere scelte più giuste, e perché no, di non ripetere gli stessi errori.

Sono passati otto mesi e Spike si è trasferito, Buffy rimase ancora qualche settimana in ospedale e al suo ritorno a casa vide, dalla finestra, che gli operai svuotavano l’appartamento di Spike di tutti i mobili e lungo la strada un camion del trasloco avrebbe trasportato chissà dove tutte quelle cose.

 

La finestra di fronte era buia da mesi ormai, evidentemente l’affitto era troppo alto perché nessuno ci si trasferiva. Buffy passava ore delle sue giornate a guardare quella finestra immaginandosi Spike che sbucava e la salutava o le mandava dei messaggi attraverso il vetro. Era entrata in uno stato di apatia, non voleva più andare a scuola e non usciva quasi mai, se ne stava rintanata in camera e escludeva alcun rapporto umano. Sua madre era preoccupata e non era riuscita a scoprire cosa fosse successo realmente alla figlia, così decise di rivolgersi ad uno specialista.

 

“Buffy…” Joyce entrò nella stanza e vide la figlia sdraiata a letto “devo parlarti di una cosa molto importante, oggi pomeriggio andremo a trovare una persona”

 

La figlia si voltò verso la madre e la guardò in modo interrogativo “Chi?”

 

“Uno psicologo”

 

Buffy si alzò come una molla dal letto “COSA? Io non sono mica pazza!!”

 

“Non è questo cara…lui ti può aiutare a stare meglio…ti ascolterà e con il suo intervento potrai sentirti un po’ meglio, fallo per me…” la voce di Joyce si incrinò.

 

“Mamma” sussurrò Buffy “non credo di potercela fare, voglio solo…stare sola e trovare un po’ di calma dentro me…”

 

“Ma quale è il problema? Dall’incidente non sei più stata la stessa…io non ce la faccio a vederti così, ho trascorso i giorni cercando di convincermi che ti sarebbe passata, che era una cosa passeggera, ma adesso…sono mesi che vivi nell’inerzia più totale…perderai l’anno, lo sai?”

 

“Voglio solo stare sola” ribadì voltandosi verso la finestra e dando le spalle alla madre, lacrime iniziarono a scorrerle lungo le guance “voglio stare sola”.

 

Joyce uscì sbattendo la porta.

 

Buffy continuò a fissare un punto indefinito al di là della sua finestra e toccò con la mano il vetro freddo, un lieve sorriso le si dipinse sulle labbra, mentre lo immaginava guardarla.

 

Le sembrava passata un’eternità, stentava a ricordarsi le sfumature dei suoi occhi, il suo sorriso, le sue mani, il calore dei suoi abbracci…piano piano, il ricordo sembrava morire dentro di lei. All’inizio non si era arresa aveva tentato di chiamarlo, ma il cellulare era sempre spento, o forse, aveva cambiato numero. Così era passata alla fase della speranza…che fosse lui a farsi vivo, a cercarla e ha dare un senso a quella sua esistenza che stava precipitando…poi era stato il turno della sconfitta, della solitudine, dell’abbandono…della rinuncia a tutto e a tutti.

 

Buffy sapeva che non avrebbe mai smesso di amarlo e di pensare a lui, ma più si sforzava di tenerlo vivo nella sua mente e più diventava un ricordo dai contorni sfocati. Chiudeva gli occhi cercando di vederlo e il più delle volte c’era un dettaglio di lui che le sfuggiva.

 

Il telefono di casa stava suonando, ma non si mosse da dove era, poco dopo sua madre entrò in camera porgendole il cordless “E’ Faith” le disse.

 

“Pronto” rispose Buffy riportata alla realtà.

 

“Ehi, ciao…è da un po’ che non vieni a scuola…e così ti ho chiamata…”

 

Anche i rapporti con Faith si erano raffreddati, erano sempre state unite più che due sorelle, fino a quando Faith cercando di consolarla le aveva detto che forse era meglio così e che quell’uomo si era solo approfittato di lei. Buffy le aveva urlato contro frasi cattive e non aveva più voluto vederla, non si sarebbe mai aspettata un giudizio così duro, e forse dolorosamente vero, da quella che considerava la sua migliore amica. Egoisticamente Buffy voleva che lei le dicesse che era stato uno stronzo, che era stata tutta colpa sua e che non si meritava una ragazza come lei. Invece, la verità era che Buffy l’aveva tradito e in fondo avrebbe potuto contemplare l’idea che Spike la lasciasse.

Così la bruna e Buffy si erano allontanate e da quando aveva smesso di andare a scuola, circa tre settimane, Faith ogni tanto la chiamava.

 

“Sì, non ne ho più voglia…” si lamentò Buffy sperando che quella conversazione finisse il prima possibile.

 

Faith non sapeva cosa dire e stette per un po’ in silenzio “Che ne dici se domani ci vediamo? Possiamo andare al cinema o…dove vuoi tu”

 

“No, grazie” rispose laconica.

 

“Buffy devi reagire, devi uscire da quella casa in cui ti sei murata!!”

 

“Non ce la faccio, capisci come mi sento? Non so darmi pace”

 

“Posso aiutarti, se hai bisogno di qualsiasi cosa dimmelo…” Faith le voleva davvero bene.

 

Buffy sospiro “Grazie, ci penserò, ok? Adesso devo andare”

 

Faith sapeva che non si sarebbe mossa dalla sua camera, ma rispose “Va bene, non ti trattengo. Ciao”

 

La biondina posò il telefono sul comodino e si coricò a letto, chiuse gli occhi, si sforzò, ma non riuscì a vedere il suo viso.

Tbc..