ADDICTED

AUTRICE: Kaikan (Manu)

 

Subject: Buffyverse, ambientata nella seconda stagione, ci sono gli episodi ma sono sparsi. Leggendo capirete il mio deliro.

 

Pairing: …

 

Raiting: Nc17 (come se non fosse ovvio)

 

Genere: Divertente, Romantico, Situazioni per adulti.

 

Summary: E se quando Buffy conosce Spike in School Hard, ne rimanga leggermente…addicted, ovvero assuefatta, dipendete. E se lo sognasse sempre, in qualsiasi situazione e soprattutto in qualsiasi modo?

Beh io ci ho pensato e lo sto scrivendo. Leggi se ti interessa.

 

Disclaimer: L'autrice non scrive a scopo di lucro. Purtroppo per noi, Buffy possiede il protagonista maschile (che culo!). Però purtroppo per me e per voi, io non possiedo il protagnosita maschile (che sfiga!), appartengono tutti a Joss Whedon, alla Mutant Enemy e alla Fox…e fortuna per lei...a Buffy.

 

 

Prologo

 

 

Due corpi si muovevano nell’oscurità della stanza. Il rumore della tastiera del letto, intaccava il silenzio che si era creato tutto attorno. I gemiti della donna erano musica per l’uomo che continuava a spingere ininterrottamente, dentro di lei. I loro respiri si confusero insieme. I loro corpi erano legati così intimamente, che non si riusciva a distinguere dove iniziasse uno o finisse l’altro.

“Più forte…” mormorò lei “Più veloce!” ordinò.

L’uomo eseguì il dolce comando con piacere, mentre i suoi capelli brillavano nella luce della luna.

“Ancora più veloce…ti prego” lo pregò lei.

Il letto iniziò a cigolare sotto le ponderose spinte, i corpi iniziarono a muoversi freneticamente l’uno contro l’altro. L’uomo seppellì la testa tra i seni di lei, mordicchiando i capezzoli che sporgevano.

Improvvisante la donna si inarcò sul letto, stringendo le gambe dolorosamente attorno ai fianchi di lui, mentre veniva travolta dall’orgasmo migliore della sua vita.

 

 

Buffy si alzò a sedere di scatto in mezzo a letto. La respirazione corta, il corpo in fiamme, un lago tra le gambe. Si passò una mano gelida sul viso, facendola scendere sul collo, per trovare un po’ di sollievo. Si sentiva un fuoco, ma quello ormai succedeva da una settimana. Scombussolata scese dal letto dirigendosi in cucina. Voleva un bicchiere d’acqua…o forse una vaschetta di ghiaccio?

Ancora non lo sapeva, voleva solo qualcosa che la rinfrescasse. Forse doveva comprarsi un condizionatore e piazzarselo in camera, se quei sogni continuavano ad ossessionarla, si sarebbe sciolta nelle lenzuola prima o poi.

Non riusciva più a sopportare quei sogni. Come poteva provare attrazione per un essere del genere? Quell’essere che alla serata genitori insegnanti, l’aveva quasi uccisa. Se non fosse stato per sua madre, in quel momento si sarebbe trovata sottoterra. Beh che si aspettava? Lui era un grande maestro vampiro, non poteva certo invitarla a prendere un caffè.

 

‘Dannato lui e la sua dannata bellezza. Dannato il suo sorriso… dannati i suoi capelli…dannati i suoi zigomi…dannati i suoi occhi…dannati i suoi pettorali…Uhmm i suoi squisiti pettorali…

No! Smettila! Non pensare a quelli! Non porterà a nulla di buono’

 

‘E tu domani devi andare a scuola, incontrare i tuoi amici, fare ricerche per sconfiggerlo, devi andare di ronda, sperando di non incontrarlo… ma cavolo lui è così sexy…’

 

‘Oh avanti Buffy smettila, non è l’uomo più bello del mondo. Oddio sono pazza parlo da sola, la vuoi smettere?’

 

Buffy si bloccò con il frigorifero aperto, era completamente uscita fuori di testa. Faceva dei discorsi mentali da sola, e si rispondeva anche! Oh ma gliela avrebbe pagata, oh se gliela avrebbe pagata.

 

Doveva solo concentrarsi per ucciderlo, e buttarlo alle spalle, come altri mille vampiri.

 

Ah, già… forse era meglio non immaginare più che facesse sesso con lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1

 

 

[N.B Preso in prestito alcuni dialoghi della puntata School Hard]

 

Buffy scese dalla macchina di sua madre, come ogni giorno davanti al Sunnydale High. Willow e Xander già l’attendevano seduti sui gradini, parlottando sicuramente di come era stata eccitante la serata al Bronze.

Se avessero saputo quanto era stata eccitante la sua nottata, l’avrebbero fatta ricoverare. Perché lei non sapeva nulla di quelle cose. Certo i film, le lezioni di educazione sessuale, i discorsi che spesso faceva con Willow e Xander, erano stati molto istruttivi. Ma lei effettivamente non sapeva molto, non aveva mai fatto l’amore con nessuno, non era mai andata oltre il bacio.

 

Ma nelle sue fantasie…lei sapeva fare molto, eccome…

 

Scosse la testa, cercando di riprendere possesso dei suoi pensieri. Non era il momento di pensare a quel succhia sangue. Si avvicinò ai suoi amici e lì salutò con un sorriso.

“Ehy, Buff” la salutò Xander alzandosi in piedi “Dormito bene?”

 

Dannazione!

 

Più cercava di stare lontana da quel sogno, più qualche idiota - povero Xander - glielo faceva riaffiorare. Sentiva ancora le sue mani su di se, che le percorrevano tutto il corpo. Le sue spinte che la facevano gemere di piacere, i suoi baci che le toglievano il fiato…

BASTA!

Si schiarì la gola, prestando attenzione ai suoi amici “Si, dormito bene. Voi?”

“Splendidamente” sorrise Willow entusiasta “Oz mi ha accompagnato a casa col suo furgoncino. E mi ha chiesto se voglio uscire con lui! Sono così felice!” disse iniziando a battere le mani contenta.

“Sono felice per te Will” sorrise Buffy, mentre tutti e tre si dirigevano verso l’entrata.

Non potevano iniziare una giornata di scuola, senza passare da Giles, a sentire se c’erano novità sulla bocca dell’inferno. Poi Buffy doveva illustrargli cosa era successo in pattuglia, se aveva visto qualcosa di funesto. Da quando Spike era arrivato in città, Giles era sempre più apprensivo nei suoi confronti. Specialmente dopo quello che aveva detto Angel.

 

‘Non si ferma finché non ha portato a termine il suo lavoro ’

 

Beh forse Giles non aveva torto ad essere preoccupato. Aveva avuto una prova di quello che Spike era capace di fare, alla serata genitori insegnanti. Ma da quella volta non l’aveva più visto in giro. Chissà dov’era finito…era andato a nascondere la testa sotto la sabbia, per essere stato messo KO da una donna di quarant’anni? Ridacchiò a quel pensiero, mentre attraversavano i corridoi già ghermiti di studenti, che prendevano i libri per le prime lezioni del mattino. Sempre in silenzio, e rimuginando sui suoi pensieri, entrò in biblioteca seguita da Xander e Willow.

“Buongiorno” lì salutò il signor Giles da dietro il bancone, senza alzare lo sguardo al libro che stava leggendo

“Buongiorno a lei” lo salutarono i tre, prendendo immediatamente posto al tavolo che c’era posto nel mezzo della stanza. Tavolo che in quel momento, era ricoperto da libri di ogni genere. Buffy ne prese uno a caso e ne lesse il titolo:

 

Diario dell’osservatore Richardson.

 

“I diari degli osservatori?” domandò Willow precedendola “Che cosa sta cercando signor Giles?”

Giles attraversò la biblioteca, in una mano il libro che stava leggendo, e nell’altra una tazza di tè.

“Informazioni su Spike” lì informò appoggiando la tazza sul tavolo “Quello che ci ha detto Angel è poco. Abbiamo bisogno di sapere bene chi è il nostro avversario”

“Beh sappiamo che è forte” sbuffò Xander “E che lui e Angel si conoscono”

“Si, ma non è abbastanza Xan” lo ammonì Willow.

Buffy non disse nulla, continuò a fissare Giles, che leggeva il libro con faccia preoccupata.

“Se solo riuscissimo a parlare con Angel…” mormorò Willow pensierosa.

“Potete chiedere a me” disse una voce dall’entrata.

Tutti si voltarono verso la nuova arrivata, Queen C era sulla soglia con un sorriso smagliante. Avanzò nelle sue bellissime scarpe firmate, e prese posto affianco a Willow.

“Vedo spesso Angel di questi tempi. Lo incontro sempre per strada. Ieri sera è stato così gentile da accompagnarmi a casa”

Buffy aggottò le sopracciglia confusa “Cordy…tu sai che Angel è un vampiro vero?”

“Certo che lo so”

“E continui a filargli dietro?” domandò sconcertato Xander.

“Beh da quello che ha scoperto Giles, è un vampiro buono. Ed è un gran figo, di certo non me lo lascio sfuggire. Se tutti i ragazzi fossero come te Harris, la terra sarebbe condannata”

“Ehy! Cosa stai insinuando..”

“Ragazzi!” lì ammonì Giles, portandosi una mano agli occhi “Cordelia, saresti così gentile da riferire ad Angel che ho bisogno di parlargli a proposito di Spike?”

Cordelia si alzò in piedi con un sorriso da 45 carati “Ne sarò più che felice” poi si avviò verso la porta “Harris non te la prendere, non è colpa tua se sei nato così” e detto questo lasciò la biblioteca.

Xander strinse i pugni arrabbiato, come si permetteva quella figlia di papà di prendersi gioco di lui?

“Su Xander non te la prendere, non riesce a vedere la bellezza interiore” lo consolò Willow, accarezzandogli la spalla.

“Sarà meglio andare in classe” convenne Buffy alzandosi in piedi “Torneremo più tardi signor Giles. Così ci illustrerà le novità”

“Sperando di trovarle”

“Noi confidiamo in lei!” esclamò Xander “Lei gestisce il potere supremo dei libri”

Giles aprì la bocca per ribattere, ma i tre ormai erano usciti, lasciandolo lì da solo con quello che aveva in mano.

 

****

 

Le lezioni quel giorno erano state una tortura per Buffy, o erano state pesanti semplicemente perché un vampiro malvagio ed estremamente sexy, non le lasciva in pace i suoi pensieri. Willow l’aveva richiamata all’attenzione un sacco di volte, destandola dai suoi sogni ad occhi aperti. E alla fine si era dovuta rassegnare e seguire quello che i professori dicevano. Ora invece si stava dirigendo verso la biblioteca, come aveva promesso al signor Giles.

Willow e Xander erano lì già da un pezzo, lei si era dovuta trattenere col professore di scienze, per un compito extra. Come se non avesse già altre cose a cui pensare. Tra la caccia, lo studio, l’allenamento, il non rimanere uccisa- quello era un fattore fondamentale-, cercare di tenere all’oscuro della sua missione sua madre, e molte altre cose, il professore di scienze doveva romperle le uova dandole compiti extra.

Sbuffando entrò in biblioteca, trovando tutti già seduti al tavolo. Cosa analoga, c’era anche Cordelia che sfogliava un libro che sicuramente le aveva dato Giles.

“Oh Buffy sei qui..” constatò Giles.

“Già eccomi qui. Buffy Summers che non ha una vita sociale, ma ha dei compiti in più di scienze” disse ironica Buffy, lanciando lo zaino a terra, sedendosi immediatamente sul tavolo.

Giles la fissò di sbieco scuotendo la testa, sapeva benissimo che gli dava fastidio, il fatto che si sedeva sul tavolo pieno di libri.

“Novità?” chiese per cambiare argomento.

“Non ancora purtroppo” mormorò Giles, sfogliando distrattamente “Ma sono ottimista. Del resto ho letto nemmeno la metà dei libri. La risposta è sicuramente lì dentro” sorrise incoraggiante.

“Wow…come sono felice” mormorò Buffy chiudendo gli occhi.

Giles stava per ribattere qualcosa, quando Willow saltò in piedi.

“Trovato! Trovato!” esclamò tutta contenta.

Giles le si avvicinò con un sorriso “Brava, Willow” si congratulò “Posso…” domandò tendendo la mano.

Con un sorriso la ragazza dai capelli rossi, gli passò il libro riprendendo posto.

Giles prese posto affianco a Cordelia, sistemandosi gli occhiali sul naso. Buffy rimase in attesa di spiegazione.

 

“Spike…meglio noto come William il sanguinario, veniva chiamato così perché torturava le sue vittime con arpioni per le ferrovia. Oh, ma che simpatico” commentò Giles in modo sarcastico “Wow, una buona notizia: non ha nemmeno 200 anni. E’ più giovane di Angel. Oh cavolo…” mormorò.

 

“Cosa?” chiese allarmato Xander scattando in piedi.

Buffy per nulla turbata, appoggiò le mani dietro di lei per farsi leva.

“Spike..ha combattuto contro due cacciatrici nell’ultimo secolo e…”

“E cosa signor Giles?” domandò Xander “Non ci tenga sulla spine”

Giles si tolse gli occhiali “Le ha uccise entrambe…” mormorò cominciando a pulire le lenti in modo impaziente.

Tutti voltarono la testa verso Buffy, che non sembrava affatto turbata. Se ne rimaneva lì quasi del tutto stesa sul tavolo senza dire una parola.

“Perché mi guardate tutti?”

“Buffy…non sei preoccupata che Spike sia qui per ucciderti?” domandò Willow.

“Perché dovrei? Anche il maestro lo voleva, e si vede che fine a fatto” scrollò le spalle Buffy “E poi se mi uccide prima di consegnare il compito mi fa anche un favore. Mi risparmia una D” ridacchiò per fare dell’ironia.

Ironia che non venne colta da nessuno. Il silenzio calò nella biblioteca, finché la porta non si aprì. Tutti si voltarono verso il nuovo arrivato.

Cordelia scattò in piedi, andandogli incontro. Angel salutò tutti con gesto del capo.

“Deduco che avete trovato informazioni su Spike” disse mettendo fine al silenzio.

“Tu-tu lo sapevi?” domandò titubante Xander.

“Eravamo ancora in giro insieme. Quando ha ucciso la prima, durante la rivolta dei Boxer. Ma io avevo già l’anima all’epoca, infatti non l’ho trovai per niente divertente”

Poi il suo sguardo si sposto verso Cordelia, e le sorrise dolcemente.

“Sono stata al Bronze ieri sera…” iniziò lei incrociando le braccia “Avevi detto che forse venivi”

“Tu hai detto che non eri sicura di andarci” mormorò Angel.

“Volevo fare la preziosa” rise Cordy “Ha avuto storie da quanto? 200 anni? E non sai cosa intende una ragazza quando dice ‘forse’?”

Angel sorrise inclinando la testa di lato. Gli altri lì fissarono come se fossero impazziti, mentre Buffy rimuginava sulle parole che aveva letto Giles.

 

“Spike..ha combattuto contro due cacciatrici nell’ultimo secolo e…le ha uccise entrambe…”

 

Chissà come le aveva uccise, si domandò Buffy.

 

”Spike…meglio noto come William il sanguinario”

 

William…che nome dolce. Pensò Buffy sorridendo. Anche se ora di dolce non aveva niente, o meglio quasi niente. Ma quel quasi lei non l’aveva ancora testa, ma se ci si metteva d’impegno.

 

‘Basta! Smettila! Perché pensi sempre e solo a quello?’

 

Ecco, aveva ricominciato a parlare da sola. Doveva essere ricoverata, se lo sentiva.

 

Stava per alzarsi e andarsene, quando qualcuno sfondò la finestra dietro di lei. Immediatamente balzò in piedi pronta a combattere, trovandosi davanti il suo incubo permanete: Spike.

 

“Buonasera cacciatrice” ringhiò lui “Sono venuto a farti una visita”

“Avevi voglia di morire?” gli domandò lei, mettendosi in posizione di combattimento “Siamo cinque contro uno. Cosa pensi di fare?”

“Non mi sottovalutare, piccola…” mormorò lui con un ghigno. E improvvisamente la biblioteca venne invasa da una quindicina di vampiri. “Pensi ancora che volevo morire?” le domandò, poi si voltò verso i suoi segaci, urlando “Teneteli occupati!” ordinò “Io mi occupo della cacciatrice…” disse arricciando la lingua dietro i denti e, Buffy - dannata lei - lo trovò eccitante.

“Pensi che te lo renderò facile?” gli domandò retorica Buffy, indietreggiando.

“No, ma mi piacciono le sfide!” ringhiò Spike, balzando in avanti per attaccarla.

Si scambiarono qualche colpo, poi Spike riuscì a metterla al muro e schiacciò il corpo contro il suo.

“Ho qualche progetto per te…prima di ucciderti…” mormorò Spike contro il suo collo “Credo che ti piacerà”

“Ne dubito” disse poco convinta Buffy.

“Oh come ti piacerà” ridacchiò lui, prendendola in braccio di peso.

Buffy provò a dibattersi, ma lui era riuscita a bloccarla in modo che non potesse sfuggirgli.

“Dove mi stai portando?” urlò cominciando a scalciare.

“Dove nessuno potrà disturbarci! E ora smettila di muoverti” l’ammonì trasportandola dietro gli scaffali.

Dopo un tempo che per Buffy parve interminabile, Spike la mise giù. La cacciatrice si guardò in giro cercando di trovare una via di fuga, anche se di fuggire in realtà non ne aveva tanta voglia. Prima che potesse pensare a qualsiasi altra cosa, Spike le si gettò addosso. Buffy provò a schivarlo senza successo, lui la prese facendola stendere a terra senza delicatezza, e subito le salì sopra per immobilizzarla.

“Sai cosa sta per succedere gattina?” mormorò Spike, leccandole la gola.

“Si…” deglutì Buffy, lo sentì sorridere contro la sua gola.

Spike tutto si sarebbe aspettato, tranne che Buffy gli afferrasse i capelli tra le mani per attirarlo a se, e schiacciasse la bocca contro la sua. Preso alla sprovvista, non ricambiò, ma quando sentì la lingua della cacciatrice eseguire il contorno delle sue labbra, la divorò completamente.

Il bacio si fece esigente ogni attimo di più, Spike portò le mani ai seni di lei impastandoli tra le mani. Mai si sarebbe immaginato, che la cacciatrice si sarebbe arresa tra le sue braccia in quel modo.

“Cacciatrice…” mormorò Spike sulle sue labbra, slacciandole velocemente la camicetta per poter scoprire il suo seno perfetto.

“Oh Spike…” gemette lei, quando le mani freddi di lui entrarono in contatto con i suoi capezzoli “Prendimi Spike…sto morendo per te!”

Lui non disse una parola, abbassò la testa sul suo seno, per succhiarle un capezzolo con forza. Buffy si inarcò schiacciandoglielo in bocca.

Improvvisamente entrambi erano nudi, e Spike era posizionato nella sua entrata, mentre gli ghignava in modo sexy.

“Sto per scoparti cacciatrice” ridacchiò “Non mi fermerò lo sai?”

“Non voglio che ti fermi!” gridò Buffy, mettendogli le mani sul sedere “Prendimi prima che mi sciolga!”

Senza un’altra parola Spike spinse forte dentro di lei, facendola urlare di piacere.

 

 

BAM!

 

Buffy cadde all’indietro sul tavolo, le sue braccia non avevano retto. Tutti si voltarono a guardarla perplessi.

Il volto della cacciatrice era un fuoco, aveva le guance rosse, il fiato corto e ansimava leggermente.

“Buffy…ti senti bene?” domandò Willow preoccupata.

Buffy provò a parlare ma nessuno suono ne uscì, aveva il cervello in vacanza. Così si schiarì la gola, per riprendere possesso del suo corpo.

“Si-si. Sto bene” balbettò “De-devo tornare a casa. Mia madre mi aspetta per cena” saltò giù dal tavolo e per poco non rotolò a terra.

Le sue gambe erano diventate gelatina, si sentiva calda ed eccitata. Aveva un fuoco tra le gambe, e ringraziò il cielo per aver indossato i pantaloni quella mattina. Con passo titubate arrivò al suo zaino, e se lo caricò in spalla.

Cordelia la stava fissando con un sopracciglio alzato, e un’espressione perplessa. Senza degnarla di uno sguardo, si diresse con le gambe molli verso la porta. Angel si voltò immediatamente a guardarla, nell’istante stesso in cui gli passò di fianco.

 

Cosa diavolo…

 

Era un vampiro, con super olfatto e tutto il resto. Buffy era…era eccitata. Poteva sentire l’odore della sua eccitazione forte e chiaro, e si chiese perché. Non gli sembrava che stessero facendo dei discorsi eccitanti.

La fissò finché non sparì dietro la porta, poi si voltò a guardare Cordelia che lo fissava con occhi innamorati.

Forse era il caso di lasciar perdere, forse era il caso di dedicarsi alla sua pseudo ragazza.

 

...TBC...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 2

 

[N.B Preso in prestito alcuni dialoghi della puntata Lie to me]

 

Appena arrivata in casa, Buffy salutò la madre con un ciao forzato, e corse in camera sua per spogliarsi. Aveva bisogno di una dannata doccia gelata. Si tolse i vestiti a tempo di record, ed entrò nella doccia altrettanto velocemente. L’acqua fredda che le scorreva addosso, le portò sollievo immediato. La sua pelle calda trovò un po’ di pace, da tutto quel fuoco. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa alle mattonella. C’era mancato poco che quel giorno, non si mettesse a gemere il nome di Spike, in presenza dei suoi amici. Era la prima volta in assoluto che lo sognava ad occhi aperti. Quando era sveglia aveva delle immagini veloci, del suo corpo muscoloso che si muoveva sinuoso per controbattere i suoi colpi, residui della serata genitori insegnanti. Era l’unica volta in cui l’aveva visto combattere. Ma questa volta…aveva fatto un sogno in piena regola. Con tanto di dialoghi e botto finale.

 

Ma cosa aveva nel cervello? Le scimmie urlatrici?

 

No, non erano le scimmie che urlavano, era il suo corpo e a quanto sembrava anche lei, ogni volta che lo Spike dei suoi sogni, spingeva dentro di lei.

 

BASTA!

 

Smetti di pensarlo! Concentrati su qualcos’altro… tipo il compito di scienze che devi consegnare. Pensa agli insetti, e ad altri animali disgustosi.

Si, appena finita la cena, si sarebbe messa a fare la ricerca. Sarebbe uscita un po’ di ronda e poi si sarebbe infilata a letto, sperando di non sognare.

“Buffy è pronta la cena” l’avvertì sua madre, da dietro la porta.

Con un sospiro, chiuse l’acqua e afferrò l’accappatoio appeso poco distante. Era ora di recitare la parte della bambina senza problemi. Come avrebbe voluto raccontare a sua madre, della sua missione. Ma il signor Giles era stato categorico: meno sa, meglio è.

Non tanto per lei, che doveva sempre inventarsi scuse assurde, per quello che succedeva d’anomalo in quella città, e quasi sempre era coinvolta sua figlia. Ma sulla bocca dell’inferno niente era normale.

Senza far aspettare oltre, si diresse in camera sua per mettersi il pigiama. Odiava far finta di prepararsi per andare a letto, e poi doversi rivestirsi per andare a caccia. Ma del resto era in punizione, per colpa di quello che Snyder aveva detto a sua madre. In punizione per un mese e mezzo, se non potava a casa risultati soddisfacenti. L’avrebbe murata proprio tre le mura di casa. Con un sospiro rassegnato scese di sotto, dove sua madre aveva imbandito l’isola della cucina come tavolo per la cena. Prese posto e Joyce le servì una coscia di pollo con le patatine. Spesso di sera non mangiava mai, tanto sua madre non c’era e lei non si preoccupava di cucinarsi. Ma quando sua madre perdeva tempo dietro ai fornelli, il minimo che poteva fare era darle soddisfazione e mangiare tutto. Iniziarono la cena in silenzio, mentre sua madre di tanto in tanto lanciava uno sguardo alla televisione, che trasmetteva le notizie della sera.

 

“E’ stato trovato il copro senza vita di una bambino, nei pressi del parco”

 

“Mio dio che orrore” commentò Joyce, bevendo un sorso d’acqua “Ormai non si può stare più sicuri nemmeno in casa propria”

“Eh già” convenne Buffy, portandosi alla bocca una patatina.

“Come è andata a scuola oggi, tesoro?” eccola lì, la conversazione che agitava Buffy più di qualsiasi altra casa.

 

Come è andata a scuola? Che doveva dirle?

 

‘Abbiamo fatto ricerche su un famoso vampiro, che è qui in città per uccidermi, ah e tra le altre cose, tu l’ha colpito con un accetta perché ha provato a mordermi ’

 

Ma in quel momento Buffy optò per la risposta tradizionale: “Bene, tutto come al solito. Il professor Finch mi ha dato una ricerca da fare. Per confermarmi il voto “

“Solo a te?” chiese sospettosa la madre.

“No, a un po’ di persone. Sembra che non sia sicuro dei voti che ha messo” scrollò le spalle “Ci metterò poco a farla. Avevo intenzione di iniziarla addirittura stasera. Però non so se ne ho la forza, sono davvero stanca” disse fingendo uno sbadiglio.

Joyce la guardò con un sopracciglio alzato “Fatto ginnastica oggi?” domandò con una risatina.

Buffy annuì, bevendo un sorso d’acqua.

“Immaginavo, non sei mai stata molto sportiva” disse Joyce, mangiando un pezzo di pollo.

“Mhm…” mormorò Buffy con la bocca piena.

Se solo sua madre avesse saputo. Poco atletica? Ma se riusciva a tirare un calcio rotante all’indietro, che un giorno aveva quasi rotto il naso di Giles. Al pensiero gli venne da ridere, povero il suo osservatore. Un inglese di vecchia data, che provava ad allenare la sua cacciatrice.

Puntualmente gli arrivavano calci in faccia e sui denti, ma lui non si arrendeva. Continuava imperterrito nel suo lavoro.

 

‘Io sono l’osservatore, è mio compito addestrare la mia cacciatrice’.

 

Okay a suo rischio e pericolo, aveva commentato lei con un’alzata di spalle.

Appena finì di mangiare, Buffy si alzò in piedi portando il piatto vuoto al lavandino.

“Credo che andrò di sopra a fare la ricerca”

“Bene tesoro. A letto per le undici” l’ammonì la madre.

“Crollerò prima” le assicurò Buffy con un sorriso.

 

Alle undici iniziava la sua nottata. E Buffy aveva già deciso, di fare un salto al parco.

 

****

 

Buffy passeggiava per le strade di Sunnydale, con il suo fidato paletto in mano. Aveva aspettato che sua madre si mettesse a letto, poi come al solito, era scivolata fuori nella notte. Ed ora eccola lì, sola con i suoi pensieri (pensieri traditori) aggiunse tra se. Con un sospiro e camminò per qualche metro, poi sentì una voce in lontananza. Si avvicinò al rumore che sentiva nitidamente, nascondendosi con discrezione dietro un albero. Poi vide un bambino correre via spaventato. Aggrottò le sopracciglia, vedendo Angel parlare con una strana donna, o meglio vampira, vestita tutta di bianco. Curiosa di sentire quello che si dicevano, si avvicinò senza fare rumore ma abbastanza da poter sentire.

“Il mio Angel” disse la strana donna.

“Ciao, Drusilla” rispose Angel fissandola intensamente.

“Ti ricordi la canzone che mi cantava sempre mia madre? Era bella” gli domandò Drusilla, portandosi una mano al cuore.

“Me la ricordo” rispose Angel con faccia triste.

“Certo che te la ricordi” rise Drusilla.

“Drusilla, vattene. Ti offro una possibilità. Prendi Spike e vattene”

Sentendo il nome di Spike, Buffy si fece più attenta. Che centrava Spike, con quella vampira ossuta?

“Altrimenti mi farai del male?” chiese Drusilla avvicinandosi, in modo sensuale. Se Angel avesse detto una parola, quella vampira si sarebbe spogliata, dandosi a lui senza riserve. Lui abbassò lo sguardo colpevole, mentre Drusilla sorrideva.

“No, no, non puoi. Non puoi più”

Angel continuò a tenere la testa bassa, e rispose in un bisbiglio “Se non te ne vai, andrà a finire male, per tutti noi”

“Il mio caro ragazzo ha perso la testa, non è vero?” domandò Drusilla, alzando le mani al cielo “Per lei” continuò.

Buffi rimase ancora più sconcertata, il mio ragazzo? Conosceva quella donna?

Angel alzò la testa di scatto “Chi?” domandò a denti stretti.

“Quella ragazza. L’amica della cacciatrice. Sento la sua puzza nel tuo cuore” mormorò Drusilla portandogli la mano al petto, proprio sul cuore che ormai non batteva più “Poverina. Non immagina quello che l’aspetta”

Buffy aggrottò le sopracciglia, dalla sua posizione, sembrava che la vampira stesse per baciare Angel.

“Questa storia non può continuare, Drusilla. Deve finire” rispose invece lui con voce tormentata.

Drusilla si alzò sulla punta dei piedi, accostando le sue labbra a quelle di lui “Oh, no, cucciolo mio. Questo è solo l’inizio” mormorò infine, prima di indietreggiare di qualche passo.

Si fissarono per un tempo interminabile, poi Drusilla se ne andò camminando all’indietro, continuando a fissarlo intensamente. Appena sparì dalla visuale, Angel alzò lo sguardo al cielo prendendo un profondo respiro, poi si voltò andandosene dalla parte opposta.

Buffy rimase immobile a fissare il punto dove i due, stavano parlando pochi secondi prima. Era molto, ma molto confusa. Con un sospiro, riprese la sua strada diretta al cimitero.

Quella sera era una noia, nessun vampiro nel giro di chilometri e lei avrebbe tanto voluto tornarsene a casa. Ma Giles le aveva dato un orario, dopo quello poteva tornarsene a casa. Guardò l’orologio e con un sospiro entrò nel cimitero, avrebbe fatto solo un giro veloce, e poi sarebbe volata a casa. Tra le sue calde coperta ad abbracciare mister Gordo.

 

****

 

Come ogni mattina Buffy scesa dalla macchina di sua madre, dirigendosi verso Xander e Willow che già l’attendevano. Lì salutò distrattamente, dicendogli che si sarebbero visti in classe. Doveva chiedere una cosa al signor Giles, ma voleva farlo senza testimoni. Il suo cervello aveva lavorato tutta la notte, cosa strana - che lavorasse - su quello che aveva visto al parco. Non riusciva a togliersi dalla testa Drusilla. Un po’ perché Angel si era comportato in modo strano, da quando era arrivato Spike in città, ma la frase che aveva detto, l'aveva lasciata un po' sconcertata.

 

“Drusilla, vattene. Ti offro una possibilità. Prendi Spike e vattene”

 

Cosa aveva a che fare Spike con quella vampira? E una domanda che non si era mai posta, perché Angel infondo era buono e aveva un’anima. Perché Angel conosceva Spike? Perché quando sentiva il suo nome diventava immediatamente più triste del solito? Solo una persona poteva avere tutte quelle risposte, e si stava dirigendo proprio da lui. Entrò in biblioteca dove il signor Giles stava discutendo con la signorina Calendar.

“Buongiorno, Buffy” la salutò cordialmente Jenny.

“Buongiorno” disse burbero Giles, andandosi a sedere.

“Buongiorno a tutti e due” disse un po’ confusa Buffy.

“Che ti porta qui a quest’ora?” domandò l’inglese “Ormai abbiamo scoperto chi è Spike”

“Si, beh…” si interruppe pensando se continuare o no. La signorina Calendar sapeva tutto della sua missione, era stata molto d’aiuto contro il maestro, tanto che quando i suoi seguaci avevano tentato di riportarlo in vita, si era ritrovata a testa in giù, sopra quelle ossa schifose. Ah lì si vedeva il prezzo da pagare per lottare contro il male.

“Volevo chiederle una cosa…” iniziò Buffy, andando avanti e indietro “Ieri sera ho visto una persona, o meglio dire una vampira”

“L’hai uccisa?” chiese Giles, senza in realtà prestarle tanta attenzione, sfogliava distrattamente un libro.

“Si chiamava Drusilla”

A quel nome l’osservatore alzo la testa di scatto, Jenny la guardò con occhi spalancati.

 

Bene, almeno aveva ottenuto la loro attenzione.

 

“E’ impossibile…” mormorò Giles alzandosi in piedi “Mi hanno detto che è morta…”

“Uccisa da una folla inferocita a Praga” continuò Jenny.

“Beh ha quanto sembra le hanno detto male. Ieri camminava libera per la città, credo abbia ucciso lei quel bambino l’altra sera”

“Wow questa si che è una sorpresa” constatò Jenny “Non avrei mai immaginato una cosa del genere”

“Okay, abbiamo capito che è una sorpresa, la vampira è tornata dall’oltretomba. Ma la mia domanda è: chi è Drusilla?”

Giles si tolse immediatamente gli occhiali per pulirli “E’ l’amante di Spike” disse senza pensarci due volte “Stanno insieme da un secolo, non vanno mai da nessuna parte senza l’altro. Hanno portato strage in molti paesi..”

Buffy era ferma a: 'E’ l’amante di Spike'

Andiamo! Cosa poteva trovarci uno sexy come lui, in quella cosa ossuta che non si reggeva in piedi? Spike l’aveva delusa molto, pensava avesse dei standard più alti, che gli piacessero altri tipi…tipo lei, ma solo per fare un esempio.

“Ah…” disse pensierosa Buffy.

Se è l’amante di Spike, perché quando l’aveva vista parlare con Angel lei era pronta a farselo sotto l’altalena? Amante poco fedele…doveva aggiungere Giles nei suoi libri. Ora solo un altro aveva le risposte, e quello era Angel. Doveva parlare con lui.

“Beh, è meglio che vada. Prima di fare tardi a lezione. La ringrazio signor Giles, signorina Calendar” salutò entrambi, prima di trotterellare fuori dalla porta.

 

****

 

Una nuvola di fumo avvolse Buffy mentre entrava nel club. Si fece largo tra una moltitudine di teenager, non ci volle molto per scorgere la testa rossa di Willow. Lentamente e facendo zig zag tra gli adolescente, riuscì ad arrivare a destinazione. Era da quando sua madre l’aveva messa in punizione, che non ci andava, ma quella sera doveva. Era sicura che Angel si sarebbe presentato, perché Cordelia ci sarebbe stata di sicuro.

“Ehy, Buff! Che sorpresa. Che ci fai qui?” domandò Xander, apparendo dal nulla.

“Ho deciso di prendermi una pausa, da morte e vampiri” sorrise Buffy, sedendosi affianco all’amica “Ovviamente mia mamma non lo sa” ridacchiò.

“Naturalmente!” rise Xander “Vuoi qualcosa da bere?” domandò dolcemente, non si arrendeva mai. Buffy gli aveva chiaramente fatto capire che tra loro non ci sarebbe stato nulla, ma lui continuava a provare. Specialmente per quello strano ballo, post-uccisione del maestro. Non era veramente lei, l’influsso del maestro torreggiava su di lei, facendola comportate come miss zoccola dell’anno. Anche se in quel momento, con i sogni che faceva, forse lo era davvero. Stava per rispondere alla domanda di Xander, quando vide Angel al bar, parlare con Cordelia. Era il caso di fare un discorsetto con lui.

“Non preoccuparti. Vado io ho voglia di sgranchirmi le gambe. Ma ti ringrazio molto” senza un’altra parola, si alzò in piedi dirigendosi a passo lento verso il bar. E sentì un po’ della conversazione tra i due.

“Che hai fatto ieri sera?” domandò Cordelia “Non ti ho visto qui”

“Beh niente di particolare…” disse Angel con un’alzata di spalle.

“Proprio niente? Avrai fatto qualcosa di interessante”

“No, sono stato a casa a leggere..”

“Ah…” disse Cordelia “E stasera invece cosa…” non riuscì a finire la frase, che Xander le prese la mano.

“Vieni a ballare con me!” le ordinò trascinandola via.

Angel rimase perplesso per un momento, prima che un sorriso gli si dipingesse sulle labbra. Non doveva essere geloso di Xander, era suo amico e si divertivano. Lei lo amava e lui amava lei.

Buffy si schiarì la gola, attirando l’attenzione del vampiro. Angel si voltò a guardarla, chiedendo spiegazioni con lo sguardo.

“Quindi ieri sei stato a casa a leggere…” disse Buffy guardando il suo bicchiere. Angel rimase ancora in silenzio senza dire una parola “Che strano…” continuò fissando lo sguardo al suo “Credo di averti visto al parco in compagnia”

Angel la fissò in modo sospettoso “E’ questo è un tuo problema?” le domandò.

“Diciamo che tengo a Cordelia. Lei non mi considera precisamente una sua ‘amica’” disse facendo segno con le mani di fare le virgolette “Ma le voglio bene. Non voglio che soffra, e che specialmente tu” disse puntandogli un dito sul petto “La faccia soffrire. Non se lo merita” Angel strinse la mascella, ma poi distolse lo sguardo colpevole “Non voglio giudicarti, Angel. Ma ti prego non farla soffrire”

Angel abbassò lo sguardo “E’ difficile per me parlare del mio passato. Specialmente di Drusilla”

“Trova il modo di farlo, ti prego” lo pregò Buffy “Perché quella che ne soffrirà di più sarà Cordy”

Poi senza dire una parola se ne andò, decisa a tornare a casa, aveva fatto quello per cui era venuta. Angel rimase a fissare il punto dove era sparita Buffy, mentre la sua anima si dibatteva. Aveva ragione doveva dirle di Drusilla, ma ne avrebbe mai trovato il coraggio?

Pronto a dire tutta la verità, Angel aspettò la ragazza al bar. Pochi minuti dopo la fine della canzone, Cordy tornò da lui tutta accaldata.

“Mi dispiace” si scusò ridendo “Ma Xander quando ci si mette è proprio un idiota”

“Non preoccuparti” rispose Angel, cercando di essere il più naturale possibile, ma non ci riuscì.

“Va tutto bene?” domandò lei sospettosa.

“Non tutto” mormorò Angel “Ti va di fare due passi con me?”

Cordelia annuì, ma dentro di se urlava di paura. Quando si iniziava con quelle frasi, non c’era nulla di buono nell’aria. Scusandosi un secondo, si diresse al tavolo prendendo il suo giaccone. Angel l’attendeva già davanti alla porta.

Uscirono nella notte, e camminarono in silenzio per alcuni minuti. La tensione era palpabile, Angel stava cercando le parole giuste, per parlarle del suo passato. Mentre Cordelia aveva paura che lui la lasciasse.

“Okay!” disse improvvisamente lei, fermandosi in mezzo alla strada “Se devi dirlo dillo”

“Cosa?” domandò confuso Angel.

“Che mi vuoi lasciare” mormorò Cordelia.

E per qualche inspiegabile ragione, Angel scoppiò a ridere di gusto. “Ma che ti salta in mente?” domandò sorridendo, per poi avvicinarsi di qualche passo “Perché mai dovrei lasciarti?”

“Non lo so. Ma stai facendo mister-mistero e non mi piace affatto”

Angel sempre col sorriso, le accarezzò dolcemente la guancia, per poi attirarla a se “Non ti lascerei mai. Per nulla al mondo. Sono tuo, per sempre”

Cordelia lo fissò intensamente, prima di suggellare quella promessa con un bacio. Erano presi nel loro momento, quando Angel sentì l’urlo di un bambino in lontananza.

“Dannazione!” imprecò staccandosi da Cordy “Drusilla…” lo sentì ringhiare la ragazza “Torna al Bronze” le ordinò “Vengo a prenderti subito” disse cominciando a correre in direzione del frastuono.

Cordelia rimase immobile dove si trovava, combattuta sul da farsi. Dopo qualche minuto di esitazione, corse nella direzione che aveva preso il suo ragazzo. Quando arrivò quello che le si presentò davanti, non era proprio lo spettacolo che si aspettava.

Angel era fermo in mezzo al parchetto, mentre una donna vestita di bianco lo accarezzava come se fosse suo.

“Lo sapevo che ti avrei rivisto, mio angelo”

“Drusilla…ti ho già detto ieri di andartene”

“Il paparino è sempre nei paraggi quando la sua bambina è a fare i guai. Pronto per sculacciarla” disse la strana donna, avvicinandosi tanto da poter quasi baciarlo.

Angel si scostò come scottato “Va via” ringhiò “Ho la prossima volta ti ucciderò” le promise a denti stretti.

Poi si voltò per andarsene, ma si bloccò quando vide Cordelia a pochi passi da lui, che lo fissava con occhi che non aveva mai visto.

 

Ecco…aveva trovato il modo peggiore per parlare con lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 3

 

Cordelia entrò in biblioteca la mattina successiva con una faccia scura, senza salutare nessuno andò dritta da Buffy, la afferrò per un braccio e la trascinò in un angolo. La sera prima, era stata piena di rivelazioni.

Angel le aveva confessato chi fosse Drusilla. Le aveva raccontato che quando era un vampiro cattivo, era ossessionato da lei, perché era pura, dolce e casta. L’aveva fatta impazzire, aveva ucciso le persone che amava, e poi l’aveva torturata mentalmente. Alla fine presa dalla paura e per salvarsi, Drusilla si era rifugiata in un convento. Ma il giorno in cui aveva preso i voti, lui l’aveva trasformata in un demone, legandola a lui per sempre. Ora che lui aveva un’anima, si sentiva tremendamente in colpa per quello che aveva fatto. Non riusciva nemmeno a guardarla in faccia, senza rivedere le cose tremende che il suo demone era stato capace di fare.

Buffy fissò Cordelia con un sopracciglio alzato, in cerca di spiegazioni. E la ragazza fece una cosa che la spiazzò completamente, la ringraziò.

“Grazie” disse Cordelia “Angel mi ha detto quello che hai fatto. Ti ringrazio tanto”

Buffy scosse la testa “Non importa. E’ quello che si fa tra amica, no?” chiese con un po’ di sarcasmo. Sicuramente Cordy le avrebbe detto qualcosa di acido tipo:

 

 

‘Noi non siamo amiche, cosa te lo fa credere?’, ma la sorprese nuovamente.

 

“Si, si fa così con le amiche” mormorò Cordelia “Ti ringrazio ancora” Buffy le sorrise dolcemente, e poi la ragazza si chinò verso di lei per sussurrare “Se lo dici a qualcuno, ti uccido”

Buffy la fissò scuotendo la testa divertita, non sarebbe cambiata mai, ma proprio mentre Cordy stava per uscire dalla biblioteca si voltò indietro per farle l’occhiolino.

 

La giornata passò nel più normale dei modi, Buffy aveva seguito le lezioni in modo tranquillo e sereno. Stranamente il caro ‘visitatore’ non era entrato nella sua testa dal giorno prima. Forse il sogno ad occhi aperti che aveva fatto, le aveva calmato gli ormoni per un po’. O forse stavano ancora girando a causa di quello e cercavano un modo di fermarsi?

Persa nei suoi pensieri entrò in biblioteca provando a valutare le opzioni. Senza salutare nessuno, si diresse verso l’ufficio del signor Giles per cambiarsi, quel giorno era sessione dall’allenamento. Chiuse le persiane, in modo che Xander, che ovviamente era appostato lì fuori, potesse vedere più di quanto era disposta a mostrargli.

Si cambiò velocemente, in un paio di pantaloncini da jogging, un top aderente e un paio di scarpe da ginnastica. Quando si allenava indossava sempre cose comode che le facilitavano i movimenti, quando invece andava di ronda, indossava gonne cortissime e stivali a tacco alto. Quella cosa effettivamente dava molto da pensare…

Senza altri pensieri fuori luogo, uscì per trovare la biblioteca già allestita a palestra, si sfregò le mani pregustando un po’ di violenza, mentre il signor Giles metteva l’apposito cartello fuori: chiuso.

“Sei pronta?” gli domandò, mettendosi i para gomiti e qualcosa di buffo sulla faccia.

“Sono nata pronta” scherzò Buffy, facendo un po’ di esercizi di riscaldamento. Giles con un sorriso le passò un bastone. Lei lo afferrò al volo, facendolo roteare tra le dita, come se fosse stato un semplice paletto.

“In guardia!” urlò Giles attaccandola, immediatamente Buffy parò il colpo facendogli quasi perdere l’equilibrio.

Xander e Willow seduti comodamente sul tavolo, ridacchiarono a quel vago e poco riuscito tentativo di Giles di atterrarla.

 

****

 

Buffy finì a terra come un sacco di patate, in mezzo ad un campo di zucche. Fu proprio quello a ricordarle che il giorno successivo era Halloween. Così presa dallo spirito dolcetto o scherzetto, afferrò da terra una zucca tirandola in testa al vampiro che avanzava verso di lei. Quest’ultimo ringhio contrariato e continuò ad avanzare verso di lei. Buffy si alzò in piedi con un’incredibile scatto di reni, pronta per attaccarlo nuovamente. Aprì la giacca prendendo il paletto dalla tasca interna, lanciandolo contro il suo assalitore, che furbo afferrò uno spaventapasseri e lo usò come scudo.

“Che ci fa uno spaventapasseri qui?” ringhio contrariata Buffy, mente schivava prontamente un calcio rotante, abbassandosi. Il vampiro ne approfittò per tirarle un pugno nello stomaco. Buffy si piegò dal dolore, ma non si disarmò e gli tirò una testa in bocca. Mentre combatteva non si accorse di un altro vampiro nascosto nell’ombra, che la riprendeva con una telecamera.

Buffy non stava avendo la meglio per il momento, infatti il vampiro la lanciò contro un carretto di legno, lei protese la mani in avanti per proteggesi, per evitare di spaccarsi la faccia. Con prontezza di riflessi, si attaccò a quest’ultimo si voltò velocemente, legando le gambe intorno al collo del vampiro per ribaltarlo. Senza dargli tempo di alzarsi, si gettò a terra a corse a prendere il cartello ‘venite qui le zucche costano meno, per un Halloween conveniente’ e glielo conficcò nel petto mandandolo in polvere.

Con un sospiro, Buffy gettò il cartello da parte e mise il muso. Il vampiro con la telecamera, scomparve nel nulla senza farsi notare.

“Cattivi vampiri!” piagnucolò, pulendosi i vestiti alla ben meglio “Se continuano così dovrò farmi il guardaroba nuovo” sbuffò dirigendosi verso il Bronze.

Una piccola e tranquilla serata al Bronza, si era rivelata una battaglia estenuante, contro un vampiro che non voleva lasciarla in pace. Con passo veloce, si diresse verso la porta, pagò il buttafuori ed entrò ad aspirare un bel po’ di fumo dannoso.

Si guardò introno alla ricerca dei suoi amici, ma gli unici che vide furono Cordelia e Angel, seduti ad un tavolo che ridevano felici. Era così felice per loro, o almeno cercava di esserlo. Non che fosse gelosa del vampiro, ma era solo infelice di non avere qualcuno d’amare. Di certo non si sarebbe messa con Xander! Era un buon amico, e non di certo il suo tipo. Almeno non finché uno devastante e stronzamente sexy, maledettissimo vampiro biondo, le inondava i pensieri. Anche mentre stava lottava, aveva immaginato mentre la fissava a faceva pensieri sconci su di lei. Così visto che non vedeva in giro gli altri, decise di andare a prendere qualcosa da bere, e magari sarebbe tornata a casa presto a risposarsi un po’, prima di passare un’ultima volta per il cimitero che aveva vicino casa. Perché ovviamente con la fortuna che aveva, sua madre aveva preso casa proprio vicino al cimitero! La vita la voleva male… pensò contrariata, mentre ordinava al barista la sua bibita. Stava per cercarsi un tavolo per lei da sola, quando Cordelia le fece segno di avvicinarsi.

 

Forse la serata non sarebbe stata così fiacca come sembrava…

 

****

 

“Mandala indietro” disse una voce rauca, mentre passeggiava avanti e indietro. La persona in questione, era il vampiro devastante e stronzamente sexy, che offuscava i pensieri della cacciatrice, anche se lui non lo sapeva. Passeggiava avanti e indietro per la fabbrica, con le mani sulla vita, guardando uno schermo dove la cacciatrice dava sfoggio delle sue arti magiche.

“Mandalo indietro di nuovo” ordinò al vampiro dietro di lui.

 

Era affascinato…davvero affascinato.

 

Quella cacciatrice era fantastica, sapeva muoversi in un modo meraviglioso ed armonioso. I suoi colpi erano forti e bilanciati. I suoi movimenti veloci e ben centrati. Il suo simile ne aveva prese molte e poi ovviamente come tutti gli altri aveva fatto una fine polverosa. Fissò intensamente la televisione, immaginando di poter combattere con lei un’altra volta. Un ghigno gli si distese sulle labbra, quando sarebbe successo, avrebbe avuto bel giorno.

“Spike…” sussurrò una voce.

Immediatamente Spike voltò il viso, come attratto da una calamita “Drusilla…che ci fai in piedi? Sei ancora debole” disse Spike preoccupato, andandole incontro.

“Ho visto qualcosa Spike…” mormorò Drusilla, portandosi le mani alle tempie “Qualcosa che succederà domani…”

Spike aggrottò le sopracciglia “Niente succede domani” disse con un sorriso “Domani è Halloween”

“Una vecchia conoscenza è tornata in città…” mormorò Drusilla con un sorriso “Cambierà le cose”

Spike ghignò interessato “Cosa succederà, mia dea oscura?”

“Molte cose mio Spike…molte cose” disse lei tornando seria in un secondo.

 

****

 

Buffy, Willow e Xander passeggiarono per il corridoio ricolmo di studenti. La campanella era suonata da un po' e, i tre si dirigevano verso la mensa, per fare finta di mangiare l'orrido cibo, che prima o poi lì avrebbe uccisi.

Buffy sbuffò per la terza volta, nel giro di cinque minuti. Snyder lì aveva incastrati, costringendoli a mettere la firma per accompagnare i bambini a fare 'dolcetto o scherezzetto'.

“Cavolo e io che pensavo di riposarmi!” sbuffò mentre entravano in mensa “E' l'unica sera che dovrebbe essere tranquilla”

“Halloween tranquillo?” domandò Xander sorpreso, mentre si mettevano in fila per prendere da mangiare “Pensavo fosse un grande per i vampiri”

“Anch'io” l'appoggiò Willow “Tutti quei bambini in giro, prede gustose per denti facili”

“Non da quello che dice il signor Giles” spiegò Buffy, mentre scorrevano nella fila “Giura che domani sarà una serata morta...per i morti viventi”

“Che pazzi questi vampiri!” esclamò Xander afferrando il suo vassoio, per poi ringraziare con lo sguardo la cuoca “Mi piacciono per questo, ti sorprendono sempre!”

“Mi sorprenderebbero se mi lasciassero in pace” ringhiò Buffy, mentre attraversavano la mensa per prendere posto.

“Beh è il tuo dovere Buff” scrollò le spalle il ragazzo, gettando sul tavolo il vassoio, facendo rimbalzare quello che doveva essere un polpettone.

“Eh si. Sacro dovere” mormorò Willow, prendendo posto.

“Sacro dovere un corno” mormorò Buffy, buttando a terra la borsa “Volevo del sano riposo. Magari poltrendo davanti alla tv, per poi tuffarsi nel letto e sognare”

 

Sognare..

 

Quella parola la fece irrigidire. Niente sogni! Sogni cattivi! Soprattutto quelli che faceva lei.

 

“Beh dai potremmo chiedere al signor Giles di darti una serata libera” propose Xander “Non è vero Wills?” non arrivò nessuna risposta a quella domanda “Wills?”

Buffy si voltò a guardare l'amica, che fissava incantata qualcuno che stava prendendo da mangiare. Seguendo il suo sguardo vide che era Oz, che si stava apprestando a raggiungere il loro tavolo.

“Sta venendo qui!” disse agitata la ragazza, guardando in modo implorante Buffy “Aiutami!”

Buffy la guardò sconcertata “Ma non siete già usciti?”

“Si” mormorò Willow “Ma mi sento a disagio”

La bionda storse la bocca “Non dovresti chiedere a me consiglio. Io sono la regina della solitudine” disse con una punta di risentimento Buffy.

Oz salutò tutti con un ciao, mentre Xander lo invitava a sedersi con loro. Buffy lo salutò cordialmente, prima di iniziare a mangiare la schifezza che aveva nel vassoio. Dopo un attimo di smarrimento, la conversazione ripartì, cercando di non menzionare vampiri e demoni. Oz non sembrava un ragazzo pronto a giudicare, ma non volevano di certo farlo scappare da Willow. Spesso la gente si spaventava quando veniva a conoscenza di cose 'particolari'.

“Che fai di bello stasera Ozuccio?” domandò Xander con un sorriso, mentre si mangiava la sua gelatina di frutta. Unica cosa salvabile in tutto quello.

“Suono al Bronze” disse alzando le spalle indifferente.

Xander e Buffy rimasero di stucco. Willow non lì aveva informati che il ragazzo facesse parte di un gruppo.

“Suoni?” chiese Buffy curiosa.

“Già, basso e chitarra. Ma in questo gruppo suono il basso”

“Wow dev'essere emozionante” disse Xander invidioso “Chissà quante ragazze ti stanno addosso”

Un calcio ben assestato nello stinco, fece gemere di dolore Xander.

“Si” sorrise Oz, mentre scostava il vassoio “Ma non sono di mio gradimento purtroppo” disse prendendo la mano di Willow nella sua.

La ragazza diventò rossa come i suoi capelli, ma riuscì a stringergli di rimando la mano.

“Bene credo che andrò a parlare un momento col signor Giles” disse Buffy alzandosi “Ci vediamo più tardi per scegliere i vestiti?”

“Senz'altro” acconsentì Xander “Al suono dell'ultima lezione fuori dal portone?”

“Ci sto!” disse Buffy, raccogliendo la borsa e correndo via.

 

****

 

Cordelia bussò incessantemente ad una porta. Nervosa si tormentò il labbro inferiore con i denti. Non poteva essere andato da nessuna parte, il sole fuori spaccava le pietre.

 

Magari dormiva...

 

Sperava proprio di no, aveva saltato le lezioni pomeridiane per andare a trovarlo. Non lo vedeva dalla sera prima, una serata piacevole. Non avevano menzionato per niente quello che lui le aveva confessato, ma lei aveva l'impressione che stesse soffrendo. Aveva paura che si fosse spaventato dei suoi sentimenti e, suo malgrado si fosse allontanato. Tipico di Angel aggiunse nella sua mente. Con un sospiro, si rassegnò al fatto che non volesse vederla, si voltò per andarsene quando la porta si aprì.

Voltandosi di scatto, Cordy rimase a bocca aperta. Ecco perchè ci stava mettendo tanto, era sotto la doccia. I capelli tutti bagnati e, l'assenza di maglietta ne era la prova tangibile.

“Cordy” disse sorpreso lui, passandosi una mano nei capelli “Che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?”

“Ero in pensiero per te” mormorò lei, avvicinandosi nuovamente “Avevo uno strano presentimento....così ho pensato che...”

Angel sorrise dolcemente, facendosi da parte perché entrasse “Su entra” le disse, mentre attraversava la stanza, per afferrare un maglietta e indossandola velocemente.

Cordy attraversò la porta chiudendosela alle spalle, per poi appoggiare a terra la borsa che le pendeva dalla spalla “Scusami se ti ho disturbato”

“Nessun disturbo” la rassicurò Angel, fissandola intensamente “Dovrei scusarmi io per essere stato così distante ieri sera, ma avevo bisogno di mettere insieme alcuni pezzi...”

“Oh...” ripose semplicemente lei “Capisco”

 

Mettere insieme quali pezzi? Se lasciarla o meno?

 

“Beh forse è il caso che vada, volevo controllare se stavi bene. Così ti lascio a riflettere un altro po'”

Si voltò per andarsene ma si sentì afferrare per un braccio. Angel l'attirò a sé, facendogli aderire il seno contro il suo petto, ancora un po' bagnato.

“Hai davvero bisogno di lavorare sulla tua insicurezza” mormorò lui sulle sue labbra “Non stavo pensando a niente che tu credi io stessi pensando”

Lei ridacchiò per quel gioco di parole, mentre non muoveva le labbra di un millimetro dalle sue. Era così strano non sentire il respiro contro di esse.

“Voglio te...” bisbigliò, mettendole le mani sui fianchi “Sono innamorato di te” le confessò “Non vado da nessuna parte”

“Promettimelo” disse lei con voce inclinata dalla paura.

“Prometto” rispose lui, unendo le labbra alle sue.

Si baciarono appassionatamente, finché lui non l'appoggiò contro il muro, facendo aderire il corpo al suo. Cordy gli passò le mani tra i capelli, ancora umidi per la doccia, deliziandosi del loro fantastico profumo. Angel scostò la bocca dalla sua per farle riprendere fiato, baciandola sulla mascella per poi scendere verso il collo.

Era la prima volta che perdeva il controllo in quel modo. Spesso i loro baci erano dolci e delicati, quello che si erano scambiati in quel momento era passione allo stato puro. Il fatto che lei avesse paura che lui volesse lasciarla, lo faceva infuriare da morire. Voleva dimostrarle che l'amava, e che la desiderava ardentemente.

Ma sapeva bene che lei era ancora una ragazzina, da quel punto di vista, così decise di rallentare. Appoggiò la fronte alla sua, mentre lei provava a riprendere fiato.

“Dio Angel...” mormorò lei, passandogli le dita sulle labbra “Mi fai provare cose-”

“No” la interruppe lui “Tu mi fai andare fuori di testa. Ti amo tanto, Cordelia Chase”

“Ti amo anch'io” mormorò lei, impossessandosi nuovamente delle sue labbra, per poi staccarsi “Devo andare” bisbigliò contro le sue labbra.

“Già...dovresti proprio” replicò lui, baciandola nuovamente, sempre più appassionatamente, sempre come a volerla divorare.

“Ti vedrò stasera?” gli domandò, mentre si scioglieva dal suo abbraccio, per recarsi alla porta.

“Vuoi vedermi?” le domandò Angel di rimando, seguendola verso la porta.

“Sempre” sorrise Cordelia aprendo la porta, stava per uscire, quando lui l'attirò di nuovo a se, per baciarla di nuovo “Se continui così, non me ne andrò mai”

“Lo so...” ridacchiò lui “Ma vorrei che tu non te ne andassi” confessò.

“Rimango se ti va”

“Mi va” ghignò lui, tirandola nell'appartamento, chiudendo la porta con un calcio.

 

****

 

Spike si lasciò cadere sul letto, con la sigaretta che gli pendeva dalle labbra. Aveva preso possesso di un'altra stanza, Drusilla con i suoi vaneggiamenti, l'aveva abbastanza stressato. Poi lui doveva rimanere solo con un'altra signora...pensò con un ghigno, mentre azionava il videoregistratore.

 

Eccola lì. Bella come un angelo e dannatamente pericolosa.

 

Dio, adorava i suoi movimenti. Adorava quelle cosce sode che si erano legate al collo del suo simile.

Adorava quelle labbra imbronciate, mentre le prendeva.

Aveva rivisto quella casetta un centinaio di volte, ma non si stancava. Se vuoi conoscere il tuo avversario, devi guardalo bene, sapere le sue mosse, le sue prestazioni.

 

'Si raccontatela Spike', disse il suo cervello 'Sei completamente fottuto da quella ragazzina. Vorresti tanto fare altro piuttosto che ucciderla'

 

Completamente fottuto...ci pensò su per un momento, poi scosse la testa gettando la sigaretta a terra.

 

'Fottuto un corno!' ringhiò il suo demone con rabbia. 'Devi ucciderla, non scopartela!'

'Avanti pensa a come sarebbe avere le sue gambe che ti stringono...' ribatté il suo cervello 'I suoi gemiti che ti arrivano alla orecchie...il tuo nome sussurrato da quelle labbra perfette e peccaminose. Pensa a quelle bellissime labbra che si chiudono sul tuo pe-'

'Taci idiota!' gridò il suo demone 'Deve morderla e bere tutto il suo dannato sangue'

'Si morderla...” ridacchiò il cervello 'Morderla mentre urla il suo orgasmo per te'

 

Spike si alzò a sedere di scatto, completamente allibito dai suoi pensieri. Che diavolo gli stava succedendo? Il suo cervello e il suo demone interiore, litigavano per cosa doveva fare a Buffy. Era forse impazzito?

Lanciò uno sguardo allo schermo, proprio quando Buffy avvolgeva le gambe intorno al collo del suo simile.

 

'Avanti pensa a come sarebbe avere le sue gambe che ti stringono...'

 

Qualcosa nei suoi pantaloni prese vita da solo. Cristo... gemette portandoci una mano sopra. Non poteva essere...non per la cacciatrice almeno.

 

'Su, ci hai pensato quando l'hai vista sulla pista da ballo' mormorò di nuovo il suo cervello 'Volevi prenderla e sbattertela sul tavolo da bigliardo'

 

Spike deglutì a fatica, cercando di scacciare dalla mente quel ricordo. Ma le immagini sullo schermo e, l'immagine di Buffy che si muoveva sinuosamente sulla pista, non l'aiutavano molto.

 

'Fallo!' ordinò il suo cervello 'Tira giù la lampo e fallo. Sei solo tu, non lo saprà nessuno, a meno che non urli il suo nome. Sarà un segreto tra noi due'

 

Sconfitto ed eccitato oltre ogni limite, Spike si slacciò velocemente la cintura e si tirò giù la zip. Degluti sperando che nessuno fosse nei paraggi, e prese in mano la sua erezione....

 

Chiuse gli occhi ed iniziò a muovere la mano.

 

'Bravo!' si congratulò il suo cervello 'Vedrai che dopo starai meglio e potrai fare quello per cui sei venuto. Ops! Parola sbagliata!' ridacchiò quest’ultimo.

 

Spike gemette, mentre la sua mano si muoveva su e giù velocemente.

 

Dio...era impazzito....

 

 

 

 

 

 

Capitolo 4

 

La porta di casa Summers suonò, Buffy scese velocemente le scale, mettendosi il fucile finto su una spalla. Quando aprì la porta, non riuscì ad impedirsi di sorridere, vedendo Xander che faceva un leggero inchino. Con un cenno della testa, si fece da parte per farlo passare.

“Willow?” domandò il ragazzo, giocando con il suo bastone.

“E' di sopra. Dio il suo costume mi fa paura”

Come se se la fosse chiamata, Willow scese lentamente le scale, con un ghignò “Che ve ne pare”

“Buff nascondiamoci Annie Wilkes è qui per tagliarci i piedi!” disse spaventato Xander.

Willow sorrise e quando arrivò davanti all'amico, gli sistemò il capello “E' un onore conoscervi, signor Giacomo”

“Piacere mio Annie” disse lui cordiale, baciandogli la mano “Non so di quale delle due devo avere più paura” disse improvvisamente il ragazzo “Se di essere ucciso o di essere svaligiato”

“Sono buona io che credi!” ridacchiò Buffy, mentre qualcuno bussava di nuovo alla porta.

Con le sopracciglie aggrottare, Buffy aprì la porta, trovandosi davanti Cordelia. Quello che la sconvolse di più fu il suo vestito.

“Come diavolo sei vestita?” se ne uscì fuori Xander, ridendo di gusto.

“Non è colpa mia!” si lamentò la cheerleader “Tutta colpa di Angel, sono arrivata in ritardo al negozio, era rimasto solo questo”

Buffy non riuscì ad evitare di ridere, mentre Cordelia storceva la bocca

“Dai il look da contadinotta inglese ti dona” disse Willow per farla star meglio.

“E voi chi dovreste essere?” domandò Cordy, cercando di interpretare il loro costumi.

“Io sono Annie Wilkes” rispose Willow con un sorriso “Ci somiglio?”

“Chi?” disse Cordy con voce stridula.

“Dai Annie Wilkes” ripeté Willow “Kathy Bates in Misery non deve morire”

“Ahhh!” disse Cordy con una risata “Mi dispiace ma senza la pancia di Kathy Bates non ti riconoscevo!”

tutti scoppiarono a ridere “E tu Buffy?”

“Io sono Calamity Jane” disse la cacciatrice, mettendosi il cappello palesemente da uomo del West in testa.

“E tu idiota?” domandò la cheerleader con un ghigno.

“Sono Giacomo Casanova, perché non si vede?”

“Oh si...” rise lei “Ma volevo umiliarti pubblicamente”

Xander stinse la mascella e fece un passo avanti, ma Willow lo fermò.

“Andiamo se no facciamo tardi. Non ho proprio voglia di sentire il topo ragno alato lamentarsi” disse Buffy uscendo di casa, seguita da tutti gli altri.

Fecero la strada fino a scuola a piedi, parlando della giornata trascorsa e del fatto che Halloween tutto sommato non era una brutta festa. Buffy si lamentò che nel suo unico giorni di riposo, dovesse portare dei bambini -per quanto le piacessero i bambini – nel giro regolare delle case.

Voleva tanto essere nella sua vasca da bagno a mollo, pensando a quanto potesse essere diversa la sua vita, se si fosse trovata a Los Angeles. L'unica cosa positiva era che i bambini si stancavano presto, sarebbe riuscita a tornare a casa per riposarsi a dovere.

 

****

 

Dopo due ore di giro per le case, Buffy dovette ricredersi sul divertirsi. I bambini erano adorabili, tanti piccoli ometti e donnine, vestiti da mostri, streghe, vampiri e altra roba di quel genere. Passavano di casa in casa saltellando e sbraitando. Spesso lamentandosi dei pochi dolci presi, o urlando entusiasti per il loro cioccolato preferito.

“Allora che vi ha dato la signora Davis?” domandò Buffy, accucciata per terra. I bambini tirarono fuori dai loro sacchetti uno spazzolino “Quella donna è proprio strana” commentò con una smorfia, poi si alzò in piedi prendendo per mano una bambina “Su andiamo, possiamo ancora fare qualche giro prima di tornare a scuola”

 

****

 

Spike passeggiava per le vie della città, con uno sguardo mezzo soddisfatto e mezzo colpevole. Cercava di rimuovere dalla sua mente, la scena patetica che aveva fatto qualche ora prima nella sua stanza. Non era il caso di ricordarlo, era stato un debole, aveva ceduto al desiderio sopito da mesi per Drusilla. Povera la sua dea oscura, troppo debole per fare l'amore con lui. Era ovvio che il suo corpo, anche se morto, voleva la sua liberazione. Ma lui gli era troppo federe, quindi non si piegava ai suoi desideri più oscuri anche a costo di risultare patetico e senza palle. Scuotendo la testa, provò a sentire l'odore della cacciatrice da qualche parte.

Era ora di ritirarle fuori quelle palle, doveva far vedere a quella biondina di che pasta era fatto.

 

****

 

La serata dei ragazzi continuò senza intoppi, si stavano divertendo e avevano pensato che dopo aver riportato i bambini a scuola, sarebbero passati al Bronze per completare in bellezza la serata. Per fortuna di Buffy non aveva ancora dato la caccia a nessun mostro. Ovviamente non avrebbe detto l'ultima parola, sapeva che non tutti demoni avevano preso la notte di ogni santi come una giornata di riposo. Il primo che si ritrovò a pensare era proprio Spike. Conoscendolo – non come avrebbe voluto- non si sarebbe lasciato sfuggire l'opportunità di combinare un po' di caos, nella sera in cui lei era di riposo.

Buffy, Xander, Willow e Cordelia uscirono dalla scuola con un sorriso sulle labbra. La serata che si era prospettata noiosa, si era rivelata invece molto bella o almeno rilassante. Non avevano dato la caccia a nessun tipo di mostro, non si erano sporcati i vestiti di sostanze strana e non avevano inalato la schifosa polvere di vampiro. Passeggiarono per qualche minuti in silenzio, in direzione del Bronze. La voglia di Buffy di tornare a casa era passata, aveva voglia di andarsi a scaricare la tensione ballando un po'.

“Buonasera, ragazzi” sentirono sussurrare da una voce dietro di loro.

 

Tutti e quattro si voltarono per vedere Angel che lì stava seguendo. Immediatamente Cordelia si illuminò, il solo non vederlo per poco tempo la rendeva pazza. Il vampiro si avvicinò di qualche passo, per ammirare la sua ragazza, stupenda anche in un abito così umile.

“Sei bellissima” le disse con un sorriso dolce, mentre lei gli andava incontro per baciarlo leggermente.

“Tu sei sempre stupendo” disse lei semplicemente, legandogli un braccio intorno alla vita.

“Blah credo che vomiterò” disse Xander disgustato.

Buffy gli tirò un leggero pugno sulla spalla, prima di prenderlo sotto braccio e trascinarlo dentro il locale, seguita da Willow e i due innamorati.

Il Bronze quella sera aveva un aspetto più cupo del solito. Molti festoni di Halloween decoravano le pareti, pipistrelli, scheletri, ragni con le rispettive ragnatele, pendevano dal soffitto. Le luci erano di un colore molto spaventoso, mentre il gruppo di Oz suonava musica adatta alla serata. Immediatamente Willow si precipitò sotto il palco, per guardare il suo pseudo-ragazzo che suonava, Cordelia e Angel sparirono senza dire niente, lasciando Buffy e Xander nella folla. I due si guardarono in giro affascinanti, perendosi nelle migliaia di maschere che ballavano in pista. Erano veramente varie e piene di fantasia. Come se lo sentisse, la ragazza portò lo sguardo verso il bancone e rimase molto sorpresa di quello che vide. Giles e Jenny, bevevano un aperitivo chiacchierando amichevolmente.

“Che mi venga un colpo” commentò ironica.

“Cosa?” chiese senza capire Xander, che continuava a guardarsi in giro

Senza dirgli niente, gli afferrò un braccio e lo trascinò per la folla. Arrivata vicino al bancone, guardò il suo osservatore negli occhi e inarcò il sopracciglio.

“Bu-Buffy” balbettò Giles, aggiustandosi gli occhiali sul naso.

“Buffy, Xander” lì salutò invece la donna con un sorriso, prima di portarsi il bicchiere alle labbra “Come mai qui?”

“Potremmo chiederle la stessa cosa” disse lei con un sorriso.

“Ho deciso di portare Rupert a conoscere il mondo, invece di ammuffire nella sua tana”

“Saggia decisione” intervenne Xander, passando un bicchiere di soda all'amica che lo afferrò senza preamboli.

“Già” rispose l'uomo imbarazzato “Jenny ha proposto di passare una serata più divertente che cacciare vampiri e demoni”

“Credo che abbia avuto una idea magnifica” disse Buffy bevendo un sorso del suo drink “Si sta divertendo?”

“Se devo essere sincero...si” iniziò “E non l'avrei mai pensato” continuò con un sorriso “Ma sarà dovuto alla splendida compagnia”

“Blah” commentò per la seconda volta in dieci minuti Xander “E' possibile che siamo circondati soltanto da coppiette?”

“Xander...” l'ammonì Buffy, stava per aggiungere qualcos’altro quando avvertì una strana sensazione.

Una sensazione che conosceva fin troppo bene, un lungo brivido lungo la schiena. Si voltò e cercò tra la folla. Una ragazza stava abbracciata ad un ragazzo, che la stava lentamente trascinando verso il retro. Quando questo si voltò, per guardare che nessuno lo stesse seguendo, Buffy poté vedere nitidamente la sua faccia deformata.

Con un sospiro, controllò di avere il suo fidato paletto nella cintura. Con tutti quei costumi, nessuno si sarebbe preso la briga di pensare che quella faccia poteva essere vera.

“Scusatemi il sacro dovere mi chiama” disse passando il fucile all'amico “Aspettatemi qui”

“Buffy!” la chiamò Giles, mentre lei si allontanava “Sicura di non aver bisogno di aiuto?”

Lei scosse la testa “Torno immediatamente”

Si immerse nella folla, mentre il suo osservatore la guardava andare via.

 

 

“Ti ringrazio Jeremy” lo ringraziò Spike, mentre quest’ultimo gli gettava tra le braccia la ragazza impaurita.

“Ti prego” lo supplicò “Non farmi del male”

Lui la guardò negli occhi, sorridendo “Mi dispiace piccola” mormorò “Ma è il mio lavoro” disse chinandosi sul suo collo, prima di ricevere un pugno ben assestato sul naso, che lo mandò a sbattere contro la saracinesca sul lato opposto del vicolo “Cosa diavolo-”

“Mi dispiace piccolo” disse la voce che conosceva bene “Ma è il mio lavoro” continuò prima di girarsi verso la ragazza “Scappa” le intimò.

Spike si alzò in piedi, toccandosi il naso dolorante. Quando mise a fuoco vide il suo tormento, in posizione d'attacco. Non riuscì a trattenersi e ghignò assaporando la lotta che ci sarebbe stata.

“Devo ammettere tesoro” disse passandosi la lingua tra i denti “Che hai un tempismo perfetto”

“Già e tu dovresti imparare a cacciare da qualche altra parte. Magari in un'altra città” gli disse con sguardo di sfida, mentre passava lo sguardo sul suo corpo atletico, fasciato dai quegli stupendi jeans, maglietta nera e l'indimenticabile camicia rossa.

Lui alzò le mani al cielo “Ma qui mi sento a casa” disse semplicemente “Anche se devo dire la padrona, non mi ha ancora dato un degno benvenuto”

“Pensavo di averlo fatto quando ti ho riempito di botte” constatò lei, portandosi una mano al mento.

“Credevo fosse successo il contrario” rispose lui alzando un sopracciglio “Del resto sei ancora viva perché la tua cara mammina mi ha colpito con un'ascia”

“Non essere così arrogante, Spike” disse sputando fuori il suo nome “Non sono così facile da uccidere”

“Dovrei constatarlo meglio” disse lui guardandola intensamente “Poi mi vuoi spiegare? Come sei vestita?”

“E' Halloween genio. Sono vestita a tema”

“Scusa l'ignoranza....chi diavoli dovresti essere?”

“Calamity Jane” disse lei con astio “Non che questo debba interessarti comunque”

“In effetti hai ragione” rispose lui con un sorriso “Non siamo qui per chiacchierare” continuò guardandosi in giro, prima di scattare verso di lei fulmineo.

Buffy che aveva scorso il movimento, si gettò di lato evitando il suo attacco. Si sporse verso di lui, piantandogli un pugno nello stomaco, lo stomaco che nel suo ultimo sogno aveva baciato oltre ogni dire. Spike si piegò in due dal dolore, mentre lei si preparava a colpirlo di nuovo. Senza farsi cogliere di nuovo impreparato, le afferrò la gamba mandandola a terra. Buffy si alzò velocemente, incenerendolo con lo sguardo.

“Adoro ballare con te” mormorò lui, iniziando a girarle intorno come un predatore.

“Reciproco” bisbigliò, mentre una fiamma dentro di lei si accendeva.

 

*****

 

Un uomo si inginocchiò di fronte ad un altare dove torreggiava una grossa statua. Unì i palmi delle mani, schiacciandoli insieme. Una smorfia di dolore gli si dipinse sul viso, mentre sui polsi iniziò ad uscirgli un fiotto di sangue.

 

“Il mondo che ora di rinnega, vieni a sconvolgere” si passò il polpastrello della mano sinistra sull'occhio destro.

 

“La pace che ora qui regna” polpastrello della mano destra sull'occhio sinistro.

 

“Vieni a contaminare” prese una grande quantità di aria, prima di disegnarsi una croce sulla fronte.

 

“Crea il caos, e io rimarrò per sempre...il tuo devoto e degenerato figlio!” terminò con un sorriso così cattivo da far paura anche al diavolo.

 

****

 

La lotta era andata avanti per quasi cinque minuti, nei quali nessuno dei due aveva avuto la meglio. Il loro modo di muoversi era qualcosa di impressionante, erano in grado di muoversi in sincronia, quasi capissero i pensieri dell'altro. Quando uno dei due finiva a terra, si rialzava immediatamente ricominciando a contrattaccare, per essere fermato dall'altro con altrettanta facilità. Non c'era via d'uscita, si capivano come nessun altro.

Buffy lo guardò con le palpebre un po' abbassate e il respiro affannoso, mentre lui la guardava semplicemente affascinato. Non aveva mai incontrato nessuno che riuscisse a tenergli testa in quel modo.

“Sono ammirato, cacciatrice” disse improvvisamente “Sei durata molto di più dell'ultima”

“Non è un vanto per te, Spike” rispose lei con ironia “Questo vuol dire che duri molto poco” lo prese in giro.

Lui ghignò “Non dovresti prendermi in giro, amore” disse “Sono sicuro che se proveresti, mi imploreresti di smettere, prima che di consumi”

Buffy rise senza divertimento, anche se nella sua mente comparvero delle immagini interessanti “Non credo succederà mai”

“Mai dire mai, dolcezza” rispose lui e come aveva fatto in precedenza, scattò in avanti.

Ma per sua sfortuna, Buffy non era molto attenta come lo era stata in precedenza, troppo presa dai suoi pensieri. Si ritrovò schiacciata contro il muro, con il corpo del vampiro che desiderava di più al mondo contro il suo, le braccia alzate in aria, attaccate al cemento, che le impedivano di muoversi. Cercando di contenere l'eccitazione, alzò il mento in segno di sfida, mentre lui si chinava verso di lei, scrutandola con i suoi fantastici occhi azzurri, che le leggevano dentro.

“A quanto pare siamo alla fine della corsa” le bisbigliò ad un palmo della faccia “Potrei ucciderti in questo istante e nessuno verrebbe in tuo aiuto”

“Fallo” rispose lei senza indugi “Avanti fallo” gli intimò di nuovo.

Spike abbassò la testa verso il suo collo e Buffy chiuse gli occhi. Stava veramente per ucciderla, pensò, stringendo la mascella per prepararsi ad un dolore immenso. Rimase sorpresa, se non addirittura sconvolta, quando lo sentì depositare lievi baci sulla spalla, lascita scoperta dalla camicia che indossava.

“Cosa...?” chiese ma le parole non gli uscirono.

Lui non rispose, si limitò solamente a continuare nel suo intento, finché non arrivò al collo. Buffy si tese fra le sue braccia, ma la sorprese di nuovo. Continuò il percorso fino alle sue guance.

“Che cosa stai facendo?” gli domandò con la voce che gli tremava.

“Buffy?” domandò lui sulla sua pelle, senza aspettare una risposta continuò “Stai un po' zitta” le disse, prima di posare le labbra sulle sue.

Lei spalancò gli occhi, completamente sconvolta, primo perché era la prima volta che Spike la chiama per nome, secondo perché la stava baciando, ed era sicura che non era un sogno, la stava baciando davvero! Non sapendo cosa fare, tenne le labbra chiuse, senza dargli libero accesso alla sua bocca.

 

****

 

“E adesso si balla!”

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 5

 

[N.B Preso in prestito alcuni dialoghi della puntata Halloween]

 

Una forza oscura si impossessò di lei all'istante, gli occhi che erano rimasti spalancati perché sconvolti, divennero sfacciati e con una sfumatura di malizia che non avevano mai assunto nei suoi sedici anni d vita. Subito portò le mani dietro alla nuca del vampiro, attirandolo a se con forza, non capendo come mai si trovasse in un sudicio vicolo con un uomo che la spingeva contro il muro. Non che fosse una cosa nuova per lei, era conosciuta in tutto il west per la sua sregolatezza al gioco d'azzardo e all'alcool. Sicuramente aveva fatto qualche partita a carte, aveva alzato sicuramente un po' il gomito, fatto qualche scommessa azzardata ed ora doveva pagare il suo debito. Non che le dispiacesse, la persona che le stava addosso era un baciatore coi fiocchi, così Jane attirò più verso di se lo sconosciuto.

Spike dal canto suo rimase piacevolmente sorpreso da tutta quella arrendevolezza, la schiacciò di più contro il muro, divorandole la bocca.

 

La cacciatrice aveva un lato nascosto..

 

La sentì fremere fra le sue braccia e si staccò giusto il tempo di guardarla negli occhi.

“Vedo che la cacciatrice nasconde più di quanto credessi”

Nonostante non la conoscesse bene, riuscì a capire che vi era qualcosa che non andava nel suo sguardo.

 

Era troppo...intraprendente.

 

“Non hai ancora visto niente..”

 

Neanche la voce era la sua, cosa stava succedendo? Si domandò nemmeno la voce era la sua.

 

Spike si aspettò di ricevere un bel pugno in faccia, invece Buffy lo sorprese di oltre ogni sua immaginazione, schiacciò di nuovo le labbra contro le sue.

 

“Buffy!” gridò qualcuno a pochi passi da lei “Ma cosa diavolo-”

 

*****

 

Il caos divulgo in tutta Sunnydale in un secondo, i bambini si trasformarono nei mostri in cui erano mascherati, seminando panico per la città. Il signor Giles e la signorina Calendar si stavano dirigendo verso casa quando accadde il tutto, il bibliotecario si rese conto che qualcosa non andava, soltanto quando uno dei moltissimi demoni li attaccò.

“Ma cosa sta succedendo?” domandò Jenny, fu in quel momento che Giles la tirò verso di se.

“Non ne ho idea!” gridò “So solo che dobbiamo correre! Corri Jenny!” la esortò mentre le stringeva forte la mano.

Sfortunatamente quella sera l'inglese si era lasciato convincere a fare una passeggiata, aveva sperato in quel modo di accumulare punti per conquistare la donna, ma in quel momento si rese conto che era stata una cattiva idea. Si trovavano dall'altra parte della città, senza un mezzo di trasporto, con un sacco di demoni inferociti che li rincorrevano. Giles preso dal panico, continuò a correre lungo il marciapiede, non sapendo che cosa fare, ma poi in lontananza vide una famigliare costruzione.

“Ancora un piccolo sforzo” disse alla donna che correva affianco a lei, dirigendosi verso il grande palazzo.

Quando arrivarono di fronte alla porta, l'uomo tirò la maniglia con forza, senza ottenere nessun risultato.

“Dannazione!” imprecò.

“Rupert!” lo sgridò Jenny, mentre continuava a guardarsi dietro con aria preoccupata.

“Perdonami ma in una situazione del genere, il galateo è andato perso per strada durante la corsa”

“Vieni con me” gli disse lei, facendogli strada sul retro della scuola “Questa porta è sempre aperta” mormorò entrando, facendo si che l'oscurità li avvolgesse.

“Come facevi a saperlo?”

“Spesso sono rimasta a lavorare fino a tardi senza accorgermene, questa era l'unica via d'uscita. Sai il portiere alza sempre un po' il gomito e si dimentica” disse ridacchiando “Ora che avevi in mente di fare?”

Giles fece qualche passo per il corridoio, dirigendosi nel posto che conosceva meglio di tutta la struttura “Resteremo un po' qui per assicurarci di non essere più seguiti e poi vedremo che fare”

“Sono sicura che hai in mente di fare qualche ricerca” si voltò di scatto per guardarla “Non fissarmi così, ormai ti conosco!”

 

****

 

Angel tirò un pugno nello stomaco al vampiro che volò attraverso il vicolo, colpendo il muro con tale violenza da creare un foro nel cemento. Aveva così tanta rabbia da scaricare che non riusciva nemmeno a pensare, qualcuno stava rovinando la sua serata speciale con Cordelia. Non solo nella serata di riposo dei vampiri, questi e altri esseri infidi, stavano facendo del loro meglio per le strade di Sunnydale, ma era dovuto pure corre a salvare Buffy che sembrava essere diventata 'miss la do a tutti senza ritegno'.

Con questi pensieri che gli frullavano per la testa, tirò fuori dalla tasca del pantalone il paletto e diede il riposo eterno – questa volta sul serio – al vampiro che stava per rialzarsi.

 

Cordelia era rimasta in disparte, pochi metri più indietro, guardando il suo valoroso uomo salvarla da quelle creature infide e orribili. Affianco a lei, abbandonata sul fondo del vicolo, vi era Buffy priva di sensi. Angel le aveva dato un botta in testa così forte, che per poco la ragazza aveva avuto paura che le sarebbe venuta una commozione celebrale, prima di ricordarsi che Buffy era una cacciatrici e che probabilmente per lei quella era stata soltanto una carezza. Vide il suo vampiro sistemare un altro paio di cattivi, prima di dirigersi verso di loro e caricarsi sulle spalle Buffy.

“Andiamo prima che ne arrivino altri” disse iniziando a camminare.

“Angel non correre!” disse ad alta voce Cordelia cercando di raggiungerlo “Sai che non posso camminare con questo stupido vestito”

Lui rallentò il passo, facendo in modo che lei potesse raggiungerlo.

“Perché hai tutta questa fretta?” gli domandò.

“Ho visto Giles e la signorina Calendar andare da quella parte, con un po' di fortuna li rintracceremo e sono sicuro che Giles saprà cosa sta accadendo”

“Cosa vuoi che stia accadendo?” disse lei tenendosi le gonne fra le mani “La popolazione demoniaca ha visto bambini facili e persone spensierate, e hanno deciso di fare il picnic di Ognissanti”

Angel non rispose inizialmente, si limitò a guardare il cielo mentre continuava a camminare “E' qualcosa di diverso Cordy” disse a voce bassa “Qualcosa di più cattivo, qualcuno che ci ha messo lo zampino”

“Come sei esagera-ah!” gridò quando un demone dell'altezza di un nano da giardino, le passò a fianco e corse nella direzione opposta.

“Vedi? Quello era un bambino, è stato trasformato da qualcosa o da qualcuno”

“Dio” respirò forte la ragazza “Okay raggiungiamo il signor Giles, prima che mi prenda un infarto”

 

****

 

Jenny era seduta su una delle sedie della biblioteca, cercando di riposare un po' la mente. Da quando erano arrivata, Giles non aveva fatto altro che sfogliare libri, parlare fra se e se, imprecare e altre cose di quel genere. Non avevano potuta accendere la luce, onde evitare di attrarre l'attenzione, così avevano acceso qualche candela che però aveva portato la sonnolenza della signorina Calendar.

“Hai sentito?” la fece sobbalzare Giles.

“Cosa?” domandò un po' impaurita.

“Ho sentito un rumore” mormorò l'uomo.

Si diresse verso la gabbia di ferro, dove teneva tutte le armi per l'addestramento di Buffy. Afferrò una balestra, l'unica che vi era a portata di mano senza staccare gli occhi dalla porta, e qualche feccia di legno appuntita. Con passo -che per lui sembrava felpato- si diresse verso l'entrata della biblioteca, tendendo l'orecchio.

Rumori di passi..

Con fare concentrato, cercò di caricare in fretta la balestra, pronto all'attacco, ma non si rese conto che i passi si facevano sempre più vicini.

 

BAM

 

Giles finì al tappeto nel giro di tre secondi, quando la porta lo colpì in pieno viso, mandandolo a ruzzolare sul pavimento.

 

“Oh mio dio Rupert!” gridò Jenny correndo verso di lui.

“Angel!” lo sgridò Cordelia, dandogli una pacca sul petto “Guarda che cosa hai combinato!”

“Come potevo sapere che era dietro la porta?” rispose mortificato.

“Sei o non sei un vampiro?”

“Ma ero concentrato nel proteggerti” si giustificò.

Detto questo attraversò velocemente la stanza, andando a deporre Buffy sul tavolo, così da farla mettere più comoda. Era da quando l'aveva colpita che la trasportava come se fosse un sacco di farina. Subito dopo andò ad aiutare il signor Giles, che vedeva gli uccellini sopra la propria testa, lo fece sedere su una delle sedie mentre Cordelia gli portava un bicchiere d'acqua con zucchero.

“Mi dispiace tanto” si scusò Angel “Non avevo idea che fosse dietro la porta”

“No-non fa niente” balbettò l'uomo cercando di rimettere a fuoco tutto quello che vi era intorno a lui.

“Come mai qui?” domandò Jenny, dando del tempo a Rupert perché si riprendesse dalla botta.

“Sta succedendo qualcosa di strano in città, vi abbiamo visto correre in questa direzione e volevamo sapere se avete già intuito chi possa essere stato”

Giles finì di bere il suo bicchiere d'acqua, prima di ricominciare a connettere il cervello “Non siamo arrivati a nessuna conclusione”

“Deve essere sicuramente qualcosa di grave” intervenne Cordelia “Hanno trasformato Buffy nella regina del marciapiede” Jenny e Giles la guardarono senza capire “L'abbiamo trovata che si strusciava su Spike nel vicolo dietro il Bronze”

“Oh santo cielo!” esclamò l'uomo alzandosi in piedi “Se le ha torto un solo capello-”

“Io credo che non dovrebbe preoccuparsi se la ha torto un capello, ma se la ha tolto le mutande”

“Cordelia! Non vedi che Giles è abbastanza sconvolto così, direi che è meglio evitare di mettere il carico da novanta”

“Va bene, d'accordo” sbuffò spazientita “Sarà meglio che vada a sedermi, questo vestito è più impegnativo di quanto pensassi”

“Dov'è ora Buffy?” domandò l'osservatore.

Angel si portò una mano dietro la nuca imbarazzato, e facendo segno verso il tavolo. Al buio non si capiva cosa fosse, ma Giles distinse un corpo steso e si avvicinò. Buffy giaceva come addormentata, vestita in un modo veramente assurdo.

“Ma come diavolo è vestita?”

“Non lo so, ma continuava a imprecare in maniera per niente femminile, continuando a ripetere 'io sono Calamity Jane come ti permetti tu uomo di trattarmi così', ho dovuto colpirla per disperazione, mi dispiace” disse nuovamente mortificato.

“E Spike?”

“Abbiamo combattuto, Buffy mi ha colpito alle spalle, mi sono girato ed era scomparso”

“Interessante..” disse pensieroso “ Calamity Jane eh..chissà cosa vorrà dire”

“A quanto sembra tutti si sono tramutati in quello che si sono mascherati” constatò Jenny a qualche metro da loro.

“Santo cielo ma è orribile” esclamò il vampiro

“Già, non si può stare tranquilli nemmeno la notte di Halloween”

I tre annuirono un po' dispiaciuti, constatando che l'unica serata che potevano prendersi libera da vampiri e altri mostri, era stata rovinata da qualcuno che non aveva altro da fare che dar fastidio a loro.

“Oh mio dio!” gridò Cordelia nel silenzio più assoluto.

“Che succede tesoro?” disse preoccupato Angel, correndo subito da lei.

“Ho rotto il vestito! Non mi ridaranno mai la caparra che ho versato!”

“Cordelia per favore, stiamo parlando di cose più serie-” Giles si voltò verso di lei come se qualcosa l'avesse improvvisamente illuminato “Come mai tu non ti sei trasformata? Dove hai affittato quel costume?”

“Party Town” disse arrabbiata “Ho perso i miei venti dollari di caparra per colpa di quei vampiri senza scrupoli!”

“E sai per caso gli altri dove hanno affittato i loro?”

“Ma che ne posso sapere io?”

“Cordelia concentrati!” disse infuriato Giles “Qui sono messe a repentaglio molte vite!”

“Si calmi, mi ci faccia pensare” rispose lei alzandosi in piedi e cominciando a camminare per la stanza “Ora ricordo! Sono andati tutti in un nuovo negozio, si chiama da Ethan's”

A sentire quel nome, Giles strinse forte i pugni e indurì la mascella. Non poteva credere che quel bastardo l'avesse raggiunto fino a lì, mettendo a repentaglio la vita dei suoi cari, soltanto per il suo sadismo senza scrupoli. L'avrebbe trovato, per dargli la lezione che si meritava. Si voltò verso Angel con faccia risoluta.

“Angel per favore, vedi se riesci a trovare in giro Willow e Xander, se si sono trasformati avranno bisogno sicuramente del tuo aiuto” si diresse verso il bancone, prendendo una delle candele.

“Jenny e Cordelia, rimanete qui questo è posto più sicuro al momento. Vegliate su Buffy”

“E se dovesse svegliarsi?” domandò Cordelia, mentre accarezzava il volto di Angel.

“Dalle un'altra botta in testa” ridacchiò il vampiro prima di baciarla dolcemente “E' sufficiente a stordirla e tenerla buona”

“Angel non ha torto” convenne Giles, mentre cercava qualcosa di specifico dentro la gabbia delle armi.

“Tu dove andrai Rupert?” chiese preoccupata Jenny.

“Andrò al negozio e cercherò di capire che cosa sta accadendo”

 

Ma la voce e lo sguardo con cui lo disse, fece tremare di paura la donna.

 

****

 

Il negozio era avvolto nell'oscurità, solamente i lampioni illuminavano le vetrine, facendo entrare quel poco di luce che serviva a vedere e non vedere, un effetto strano notò Giles mentre faceva qualche passo dentro.

“C'è nessuno?” domandò retoricamente.

Era sicuro che se il suo amico di vecchia data, non avrebbe risposto anche se era li, gli piacevano le entrate a sorpresa. Approfittando di questo suo vizio, l'osservatore poté dare un'occhiata in giro, notato che Ethan non era affatto cambiato. Quando faceva le cose, le faceva proprio con stile. Aveva scelto una buona copertura per il suo piano, e notò anche che il negozio non era nemmeno tanto male, se si ometteva che gli era servito per fare del male alle persone.

Si diresse con passo leggiadro verso il retrobottega, non vi era porta, ma solo una tenda sottile. Quando vi entrò rimase paralizzato sulla soglia.

 

Giano bifronte, un dio della mitologia romana, colui che rappresentava la divisone dell'ego, maschile e femminile, luce e oscurità.

 

“Ben arrivato” disse una voce a lui conosciuta anche troppo bene.

Giles si voltò di scatto, ritrovando di fronte la sua nemesi “Ciao Ethan”

“Ciao squartatore” disse sorridendo, poi vedendo la faccia scontrosa dell'amico alzo un sopracciglio “Allora non mi abbracci? Non sei contento di rivedere il tuo vecchio amico Rupert?”

“Mi stupisco di non aver pensato subito a te, questa terribile notte di Halloween porta la firma di Ethan Rayne”

“Si lo penso anche io” rispose giocherellando con una delle tante maschere che adornavano il suo negozio “Non per vantarmi, ma questa volta ho superato davvero me stesso. La gente deve stare davvero attenta a quello che desidera essere”

“E' una cosa orrenda e brutale..e colpisce gli innocenti”

“Noi sappiamo che sei il campione dell'innocenza e di tutte le cose buone e pure, non è vero Rupert?” poi si voltò per affrontarlo, con un sorrisino altezzoso “Su almeno con me non recitare la parte del buono”

“Non sto recitando, è quello che sono”

“Ah e chi saresti? L'osservatore? L'educatore? Non farmi ridere, noi sappiamo qual'è la verità. So di cosa sei capace, ma loro non lo sanno vero?”

Giles strinse la mascella ed avanzò di qualche passo verso di lui. Tutto l'odio che provava per quell'uomo, era qualcosa che non poteva nemmeno spiegare a parole, gli partiva dalle viscere e gli prendeva lo stomaco.

“Rompi l'incantesimo e lascia la città”

“E perché dovrei? Che cosa ci guadagnerei?”

“La vita”

“Oh mi stai spaventando”

Senza preavviso Giles gli tirò un pugno in pancia, facendolo piegare in due dal dolore, prima di assestargli una bella ginocchiata in faccia.

“Ora mi dirai come rompere l'incantesimo, sempre se vuoi tenerti la tua faccia intatta”

Ethan lo guardò con un sorriso, prima di sputargli in faccia, con fare disgustato.

“Ci disonori tutti”

 

E Giles riprese da dove aveva interrotto..

 

****

 

Cordelia e Jenny stavano chiacchierando piano, sedute poco distanti dalla cacciatrice che era ancora incosciente. Forse Angel l'aveva davvero colpita troppo forte, visto che dopo quasi due ore non aveva nemmeno aperto un occhio, pensò Cordy dandole un'altra occhiata. Non sembrava star male, il colorito era giusto, il petto si alzava e si abbassava regolarmente, probabilmente era solo una fissa sua.

Come se l'avesse predetto, Buffy aprì gli occhi lentamente, mentre qualcosa simile ad un meteorite le si formava in testa. Si alzò lentamente in piedi, guardandosi in giro con fare confuso.

 

Dov'era?

 

“Ma cosa diavolo-” mormorò.

“Finalmente!” esclamò Cordelia andandole incontro “Come ti senti?”

“Chi diavolo sei tu?” ringhiò Buffy con fare scontroso, scendendo lentamente dal tavolo.

“Io credo che non sia Buffy” mormorò la ragazza indietreggiando.

“Dov'è il mio fucile? Dove mi trovo? Che accidenti sta succedendo?”

“Okay, ora siamo veramente nei guai” commentò Jenny.

 

****

 

“Così lo squartatore non ha cessato di esistere?” ridacchiò Ethan con la faccia sul pavimento.

“Come si rompe l'incantesimo?” domandò con calma Giles, pulendosi il sangue dalle mani con un fazzoletto.

“Devi chiedermelo per favore”

L'osservatore gli tirò un calcio ben assestato nello stomaco, poi lo prese per i capelli tirandolo verso di se.

“Come?”

 

****

 

“Fatemi uscire di qui!” gridò Buffy.

“Non dire assurdità” rispose Jenny, facendo qualche passo verso di lei “Questo è il posto più sicuro per noi, presto sarà tutto finito e tutto tornerà come prima”

“Ma mi faccia il piacere, donnicciola” disse con altezzosità “Io ho una partita di poker che mi aspetta e devo rintracciare quell'omaccione che c'era fuori al saloon”

“Ma di che diavolo parla?” bisbigliò Cordelia all'insegnante.

“Crede di essere nel selvaggio west” le rispose la donna.

“Fatemi uscire di qui!” gridò di nuovo “Ho delle cose da fare!”

Avanzò verso di loro come un bue inferocito, con una camminata tipicamente maschile che non aveva niente a che fare con Buffy.

“Faccia qualcosa!” strepitò Cordelia, strattonando Jenny.

“Cosa dovrei fare scusa?”

“La colpisca con qualcosa!”

“Ma potrei farle male!” protestò.

“Pensi a qualcosa velocemente”

Non sapendo cosa fare, Jenny afferrò la prima cosa che vi era a portata di mano, un libro dalle dimensioni inimmaginabili. Buffy ghignò con altezzosità.

“Cosa crede di fare con quello? Non servirà a fermarmi”

“Avanti Buffy non farci fare questo” le disse Jenny.

“Non avrai scelta se vuoi uscire senza buchi” poi l'afferrò con violenza.

“L'hai voluto tu!”

 

E con questo caricò il braccio.

 

 

 

“Ripeto. Come si rompe l'incantesimo?”

“Giano” disse tossendo con forza, sputando sul pavimento il sangue “De-devi rompere la sua stata”

Non finì nemmeno di dire la frase che Giles corse verso l'altare, afferrò la statua e la schiantò al suolo.

 

 

“Ahia!” gridò Buffy toccandosi la testa “Ma che le prende?” si lamentò.

“B-buffy?” domandò Jenny titubante, tirando giù il braccio.

“Si, chi altro?” disse sporgendo il labbro inferiore.

“Sei tornata!” disse entusiasta Cordelia “Vuol dire che il signor Giles ha trovato il modo di annullare tutto!”

“Ne ero sicura” disse la donna con orgoglio.

“Volete spiegarmi?” disse Buffy confusa.

 

Ma che diavolo era successo?

Tbc..