Commento alla "DONNA IN CATENE" (F.Bersanetti)

"Commento, capitolo per capitolo"di Saki

20 settembre 2003

Decimo capitolo: "Il buio del giorno"

Bellissima la parte in cui descrivi le difficoltà che Chains trova nel vivere a stretto contatto con Angel. Il dolore sta nelle piccole cose quotidiane: gli asciugamani usati, il divano che ricorda il corpo del suo ultimo occupante...
Proprio per questo la sofferenza è più forte e più estesa. E' una sofferenza subdola e sottile, averlo così vicino, toccare le sue cose, conoscere la sua vita nel dettaglio eppure non poterlo raggiungere. E' come averlo e non averlo, allo stesso tempo.

Mi ha colpito anche il discorso che fa Angel sulle sue vittime. "Non c'è una regola per morire...Nessun grido è lo stesso grido...L'ultimo pensiero non è mai uguale...". Quanto mai vero, ma questo significa anche che diventa più difficile dimenticare perché non si deve scacciare dalla mente la semplice immagine della morte, ma mille e mille immagini diverse. Mille e mille sofferenze, ognuna diversa dall'altra. E così, anche in un momento connotato da una fortissima tensione erotica, Angel non può dimenticare. Non è più libero di vivere nella passione, come faceva un tempo. E allora la notte con Chains non serve a vivere più intensamente, a scatenare una passione repressa, quanto più a fuggire da se stesso. E quante volte anche noi fuggiamo rifugiandoci negli altri? Quella notte è, come dice Chains, "una caduta nel buio". Eccitante, certo, ma sempre una caduta.
Chains lo sa bene e questo rende ancora più triste il suo risveglio.
Stupendo il momento in cui respira il profumo della propria pelle e della stanza per ritrovare quello di Angel e della loro passione, mentre nota come lui, invece, si sia precipitato a cancellare quel profumo, lavandoselo via di dosso.
Ma sarà proprio così? Perché in fondo della storia noi abbiamo solo il punto di vista di Chains, distorto da tutte le sue paure e da tutte le sue convinzioni, non sempre vere. L'atteggiamento di Angel sembra quasi suggerire qualcos'altro, ma naturalmente non sapremo mai cosa lui ha provato, davvero, quella notte...

Poi devo dirtelo, Maurice è il mio mito! Quando giudica l'abbigliamento di Angel e gli da consigli di moda...stavo veramente morendo dal ridere! Se poi lo accompagna Whristler be'...non ce n'è più per nessuno!!!
Eppure anche sotto a uno come Maurice, uno che sembra tutt'al più una macchietta, c'è una verità, una storia. La si intravede in quel sorriso raro e per questo prezioso, con cui accoglie Chains al suo ritorno dalla caccia. Mi piacerebbe scoprire qualcosa di più su di lui...

Niente da dire, la scena dell'addio è veramente toccante. Chains che si sforza inutilmente di indossare la sua maschera di ferocia e Angel che guardandola vede un amore di cui lei stessa non si è ancora resa conto. o forse è solo che non l'ha mai voluto accettare. Perchè in fondo i demoni non possono amare...o no?

14 ottobre 2003

Undicesimo capitolo: "Labyrinthus Noctis"

Mi ha colpita molto l'incipit:

Le vittime dei vampiri spesso conservano sul volto un'espressione di stupore. Aggredite da un mostro delle favole, da qualcuno che fino a pochi secondi prima giudicavano attraente, strappate alla vita quando meno se l'aspettano e nel modo più incredibile. I loro cadaveri restano lì a fissarti, come se stessero pensando: "No, non è possibile...".

La trovo una descrizione bellissima del fascino oscuro che la figura del vampiro da sempre esercita nella mente umana. Mostri delle favole. In fondo per la maggior parte della gente non sono altro che questo. Di qui lo stupore nel momento in cui il possibile e l'impossibile si mescolano e tutto diventa reale perchè tutto diventa favola.

Tante piccole briciole della personalità di Chains vengono disseminate in questo capitolo, dando l'impressione al lettore che se sarà attento e le raccoglierà tutte, una ad una, forse alla fine riuscirà a svelare i segreti di questa oscura principessa.
Scopriamo qualcosa del suo sire, Sylvain, lo zingaro vampiro. Ecco allora che diventa più chiaro perché Chains si sia rivolta proprio a degli zingari per maledire Angelus.
E poi la rivelazione. Sylvain era inamorato di Chains. Ancora non sappiamo in che modo e in che misura, ciò che è certo è che Chains non lo ricambiava e anzi sembra che uno dei motivi che l'ha spinta a ribellarsi sia proprio quell'amore non richiesto.
"Se solo non mi avesse amata..." dice Chains prima di uccidere il suo sire...
Ironia della sorte Chains è destinata a vivere "nei panni" di Sylvain. Anche se lei resisterà all'impulso e non vampirizzerà Liam, sarà comunque travolta dal suo amore per lui. Sì perchè ormai non ci sono più dubbi. Non si tratta di semplice passione, è amore. Chains "sente" Liam/Angelus/Angel. Il suo legame con lui va oltre ogni umana comprensione, anche se forse Enyos ne sapeva qualcosa...ma è morto prima di poterlo raccontare.
Sylvain conferma questa idea con le sue ultime parole. In punto di morte sembra intuire che Chains è destinata a rivivere i suoi stessi dolori, la sua stessa spirale di amore e dannazione.
Qualcuno pronuncerà di nuovo il tuo nome, dice a Chains, e con questo implica che lei permetterà a quel qualcuno di pronunciarlo. "...ed io già lo invidio...e spero che soffra e paghi nell'avere ciò che tu stai negando a me..." continua Sylvain. Quel "qualcuno" che ancora non esiste riceverà l'amore di Chains, quello che a lui è stato negato.

Poi c'è quella frase, nascosta nel discorso di Enyos:
"Forgiata nella terra dei vulcani e cresciuta dal Collezionista"
Ancora un enigma che attende di essere svelato eppure già ci sussurra indizi sul passato di Chains.

Come sempre dolce e ironico il momento con Maurice che legge dentro Chains meglio di chiunque altro e si prende cura di lei, nonostante tutto.

Mi hanno colpita alcune frasi, alcune riflessioni, attimi in cui la maschera di Chains si infrange. Come quello in cui cerca inutilmente il suo riflesso sulle piastrelle del bagno e si accorge o si ricorda di non ricordare il suo volto. Eppure ricorda così distintamente quelli degli altri.
Non potersi più vedere, non avere più alcuna possibilità di guardarsi in faccia. E qui mi viene in mente una frase sentita in un film di cassetta interpretato da Kevin Bacon, il mio attore preferito.
"Non immagini neanche quello che puoi arrivare a fare quando non devi più guardarti allo specchio".
Questione non banale. Non vedersi più agire, non vedere più sul proprio volto i segni delle proprie azioni. Liberi e al contempo condannati. Perchè la frase può anche essere girata in altro modo:
"Non immagini neanche quello che non riesci più a fare quando non puoi più guardarti allo specchio"

E il modo in cui Chains distingue tra l'amore degli umani e quello dei demoni:
..."L'amore dei demoni supera i secoli. Quello degli umani è fragile quanto i loro piccoli deboli cuori"
Una frase che da sola rovescia tutte le convinzioni radicate nell'immaginario comune.
Non è che i demoni non possano amare, solo amano in modo diverso, forse addirittura in modo più profondo. E del resto il Buffyverse è pieno di esempi di questo tipo.

Affascinante il duello tra Angelus e Chains. Qui c'è la riprova delle parole di Sylvain, i sentimenti di Chains vengono allo scoperto, ma allo stesso tempo emerge l'impossibilità di una piena realizzazione del sentimento. Angelus ha offerto a Chains il rispetto, la passione. Chains vuole solo il suo amore.
Ecco allora che proprio come in una tragedia Shakespiriana (parole di Maurice...) vediamo tutta la drammaticità dell'amore non corrisposto, calpestato, travestito.
Lo sentimao nelle parole di Chains mentre Angelus la tortura dolorosamente, con i colpi e le parole.
"Era solo dolore, alla fine. Per quanto devastante, il dolore non uccide noi vampiri. Ci rammenta solo che non possiamo morire. Non così."
Si può morire d'amore? E' come se Chains ci sussurrasse questa domanda tra le righe.

Bellissimo il finale in cui come in un'eco risentiamo le parole chiave del capitolo.
"Lo sentivo"
E' proprio in questa frase che Chains si rivela a noi. E' in queste poche parole che si delinea tutta l'intensità e la dolorisità del suo rapporto con Angelus. Per quanto sforzi faccia, per quanto cerchi di negare i suoi sentimenti, Chains "sente" Angelus.
Si può smettere di pensare, Si può smettere di ricordare. Ma non si può smettere di sentire.

26 Novembre 2003

Dodicesimo capitolo: "Chiudi gli occhi "

Adoro Maurice. Perchè è atipico e tipico allo stesso tempo, perchè riesce sempre a sdrammatizzare le situazioni più crude. Perché nonostante tutto ama Chains e rimane al suo fianco anche se questo vuol dire rischiare di affrontare l'ira di Angelus e la probabile fine del mondo conosciuto. Ma soprattutto perché quando Chains gli chiede perchè insista a rimanere con lei lui risponde:
"Lo sai come succede...Inizi a seguire una soap-opera e ormai sei in trappola: devi sapere come va a finire".
E non è esattamente per questo che tutti noi continuiamo a seguire Angel e company? Non è per questo che continuiamo a scrivere di loro? Questi personaggi ci hanno intrappolati, con la loro forza, con la loro bellezza, con le loro passioni intense e devastanti. E proprio come Maurice vogliamo sapere come va a finire.
Ma c'è di più. Noi, proprio come Maurice amiamo questi personaggi. Per questo non riusciamo a separarci da loro. Ecco quella di Maurice è una frase così vera che fa sorridere e allo stesso tempo un po' ci infastidisce, come tutte le verità.

E per Chains? Perché lei rimane, nonostante tutto? Dice a Murice che vuole anche lei vedere come va a finire. Dice a Jenny che il legame che ha con Angelus non la fa dormire. Ma quando Angelus le offre se stesso e il mondo in un bacio pieno di passione, nelle sue carezze sempre più esigenti, Chains sembra comprendere per la prima volta che il motivo della sua ostinata presenza a Sunnydale è un altro. Il motivo per cui continua a seguire Angelus è un altro.

Lei non vuole ancora ammetterlo, ma perfino Angelus lo ha capito: "Un tempo, volevi il demone...E ora sei innamorata dell'anima. E' così, giusto ? "

E Chains ci rivela qualcosa che forse sapevamo dall'inizio. In fondo è l'anima che ha incontrato per prima in quel vicolo di Galway. Ma certo non è solo dell'anima che si è innamorata. Tanto è vero che cerca di fermare Angelus, di fargli cambiare strada. Inutilmente.

Ho trovato bellissimo il modo in cui Maurice dice a Cahins di amarla. Senza grandi parole, senza grandi costruzioni. Così semplicemente. Come qualcuno che già sa cghe i suoi sentimenti non sono corrisposti e ppure continua a esprimerli, giorno dopo giorno, senza stancarsi mai. Non tanto per convinvere l'altro ad amarlo. Non tanto per convincere l'altro della verità del proprio amore. Semplicemente perché si ama e non si può fare a meno di dimostrarlo. E del resto come dice Maurice, l'amore scorre nel sangue e proprio per questo "i demoni sono fregati in partenza". Non ci si può sottrarre al magnifico circolo vizioso dell'amore, come vorrebbe a volte Chains. L'amore anche se non ricambiato, anche se soffocato, rimane comunque a tormentarci e amostrarci il suo volto luminoso ogni giorno.

E poi naturalmente l'incontro tra Chains e Spike. Due reduci, due schiavi dell'amore che nonostante tutto sono pronti a bruciarsi di nuovo.

26 Novembre 2003

Tredicesimo capitolo: "Le ali spezzate "

Il ritorno di un angelo dall'Inferno. un angelo caduto certo, ma forse fino a questo momento pur sempre un angelo. Ma il titolo "le ali spezzate" ci avverte che qualcosa è cambiato. Per sempre. E Chains se ne accorge subito: "Nessun segno sul suo corpo, ma dopotutto era vampiro. Sospettavo che le tracce fossero altrove. Dentro e non fuori"
Le invisibili ali dell'angelo sono state spezzate, ma forse solo un animo spezzato come quello di Chains può accorgersene.

Chains ha paura, paura di aver perduto definitivamente il suo angelo oscuro. E poi la rivelazione, quando Angel si sveglia e lotta per fuggire. Nonostante tutto lui ama ancora Buffy. E' a lei che il suo corpo e la sua anima perduta vogliono ritornare e Chains sente all'improvviso tutto il dolore della ferita che lui le ha inflitto. E il dolore ancora più grande della verità.

Angel torna da Buffy, perchè come dice Chains lei aveva sbagliato su molte cose ma su di loro MAI.
Eppure nonostante sia consapevole della verità, non può fare a meno di tornare a trovarlo, un'ultima volta prima di andarsene. E quell'ultimo abbraccio. Quell'abbraccio che lei gli chiede come un favore. In quell'abbraccio c'è tutta la verità di quell'amore, "quel primo amore che era troppo vivo da sopportare, per una che era morta da seicento anni". E' uno dei momenti più belli tra loro, forse uno dei più sinceri, perchè entrambi hanno dovuto o voluto abbandonare la propria maschera e si guardano davvero, ora, più indifesi che mai.
E Chains può piangere, perchè come dice MAurice (ho già detto quanto ADORO questo personaggio??) "Anche i cattivi piangono". E aggiungerei io, i loro pianti sono quelli che in fondo ci commuovono di più, perchè sono più rari e forse più veri.